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Intermittente, usualmente crampiforme, è il dolore colico provocato dallo
spasmo di un viscere cavo (colecisti, intestino, uretere, vescica etc.) ed è
caratterizzato da accessi periodici alternati da intervalli liberi
Continuo non presenta fasi di risoluzione ed è più comunemente dovuto ad
infiammazione o ischemia
Valutare anche l’evoluzione nel tempo del sintomo: es. colelitiasi- dolore
intermittente in ipocondrio destro che si trasforma in dolore continuo può
indicare una colecistite
es. occlusione intestinale- la trasformazione del caratteristico dolore colico in
continuo suggerisce la sovrapposizione di una sofferenza ischemica
intestinale
Fondamentale conoscere quali medicine ha assunto il paziente per il controllo
del dolore e quale è stata la risposta ottenuta da questa terapia.
Addome Acuto
• Sintomi associati
• Il vomito si accompagna frequentemente alle crisi addominali acute, ed è importante indagarne i
caratteri, la frequenza e la relazione con l’insorgenza del dolore. Si possono differenziare, da un
punto di vista patogenetico, tre tipi di vomito: RIFLESSO-TOSSICO-OSTRUTTIVO.
• Il vomito riflesso è un fenomeno neurovegetativo che si realizza per le connessioni esistenti fra
vie ascendenti dolorifiche e nuclei vagali; può essere di natura alimentare, o chiaro (succhi
gastrici) o verdastro (gastrobiliare) e non comporta in genere un’attenuazione dei disturbi.
• Il vomito da intossicazione presenta le stesse caratteristiche e va riconosciuto attraverso
un’attenta indagine anamnestica.
• Il vomito ostruttivo è dovuto ad un ostacolo al transito digestivo che determina l’accumulo
nello stomaco di alimenti, succhi gastrici, biliari o intestinali (a seconda del livello dell’ostruzione);
la distensione delle pareti gastriche innesca il meccanismo del vomito. La qualità del vomito può
indicare la sede della stenosi: se questa è prossimale alla seconda porzione duodenale, il vomito
avrà caratteristiche gastriche (sarà trasparente o biancastro, vischioso); se si trova a livello di
porzioni intestinali distali, sarà inizialmente verdastro, quindi giallastro ed infine fecaloide.
VALUTARE le caratteristiche e l’entità del ristagno gastrico con sondino naso-gastrico. Il vomito
di materiale ematico non compare in genere in un quadro di addome acuto, poichè l’emorragia
digestiva alta, di natura peptica, neoplastica o da rottura di varici è raramente accompagnata da
un dolore addominale acuto.
VALUTARE le funzioni intestinali : CHIUSURA DELL’ALVO
DIARREA con dolori addominali iperperistaltici, sintomo di
gastroenterite, ma può precedere diverticolite o appendicite.
Addome Acuto
PROCTORRAGIA e MUCORREA con recente
alterazione dell’alvo può indicare IBD o
Neoplasia colica responsabile di un
eventuale processo occlusivo o
perforativo.
Addome Acuto
ALTERAZIONI DELLE URINE o DISTURBI DELLA MINZIONE può essere
utile nell’interpretazione di un dolore addominale: urine ipercromiche
possono essere espressione di un ittero ostruttivo (calcolosi coledocica) o di
un’ematuria macroscopica (calcolosi urinaria, infezione urinaria); la
presenza di stranguria e pollachiuria suggerisce un’infezione delle vie
urinarie;un dolore in regione sovrapubica,associato a minzione assente o
insufficiente indica una ritenzione urinaria
Donne in ETA’ FERTILE indagare regolarità e durata del ciclo mestruale,
perdite vaginali, per escludere un’eventuale gravidanza ectopica, una
Pelvic Inflammatory Disease
malattia infiammatoria pelvica ( , PID) o altre
malattie ginecologiche.
LA FEBBRE è un sintomo aspecifico, utile nella valutazione dell’entità del
processo infiammatorio e dello stato settico. Deve essere diversamente
INTERPRETATA in relazione all’ETA’ e REATTIVITA’ del
soggetto:bambino patologie modeste possono dare febbri elevate, mentre
in anziano, immunodepresso o cachettico l’assenza di piressia può portare
ad una sottovalutazione del quadro clinico.
Addome Acuto
VALUTAZIONE CLINICA
Condizioni generali
Paziente visibilmente sofferente: l’osservazione del suo atteggiamento può suggerire la gravità della
malattia e talvolta indirizzare verso la sua natura. L’irrequietezza nel dolore colico ,immobilità e
disagio nei movimenti nel peritonitico che assume la tipica posizione in decubito laterale con le
cosce flesse sull’addome, per diminuire la tensione della parete addominale.
Polso: in genere il dolore si associa a una tachicardia sinusale per effetto del rilascio degli ormoni
dello stress; oppure negli stadi avanzati di peritonite ed emorragia per compensare la riduzione di
flusso secondaria all’ipovolemia. Un polso molto irregolare, suggestivo di fibrillazione atriale, può
supportare l’ipotesi di un infarto intestinale embolico.
Pressione arteriosa: risente del rilascio di ormoni indotto dal dolore e aumenta rispetto alla
norma. L’ ipotensione in addome acuto è spesso espressione di un’ipovolemia di natura
emorragica (rottura di aneurisma aortico) o settica (peritonite). È tuttavia opportuno precisare
che nelle fasi iniziali di uno stato ipovolemico, la pressione arteriosa può apparire normale,mentre
può essere presente un’ipotensione ortostatica, che rappresenta il primo segno
dell’ipovolemia. Con il passare del tempo, comparirà ipotensione anche in posizione supina.
• Frequenza respiratoria: segno di una malattia primitiva toracica o cardiaca, es. versamento
pleurico, polmonite basale (falso addome acuto), può anche esprimere la riduzione della
escursione diaframmatica che consegue a peritonite o distensione addominale.
• Temperatura corporea: andrebbe sempre rilevata la temperatura differenziale fra ascellare e
rettale; è un indice attendibile di malattia infiammatoria addominale e viene considerata
significativa quando è superiore di 1 °C, anche se la temperatura ascellare è normale. Prima di
passare all’esplorazione dell’addome deve essere rilevato l’aspetto cutaneo e mucoso, per
valutare lo stato di idratazione e l’eventuale presenza di ittero o cianosi.
Addome Acuto
ESAME OBIETTIVO DELL’ADDOME
Chiedere al paziente di indicare con precisione la localizzazione del dolore spontaneo:
qualunque manovra diagnostica dovrà cominciare in un’area lontana per poi
procedere con cautela verso la sede indicata.
ISPEZIONE:
l’addome deve essere esposto completamente, fino alle regioni inguinali e crurali:
è inammissibile che un’ernia incarcerata o strozzata, frequente causa di un’occlusione
intestinale, venga misconosciuta per pudore, pigrizia o dimenticanza. Si osserva
conformazione, simmetria, presenza di distensione, tumefazioni,cicatrici
chirurgiche e segni di traumatismi.
La distensione addominale è una condizione in cui l’addome sporge dai piani delle
arcate costali e delle ali iliache: la causa più comune,escludendo l’obesità,è il
meteorismo,cioè un aumento della quantità di gas normalmente contenuta nel tratto
gastro-enterico; può anche essere dovuta alla presenza di un versamento libero
(ascitico, ematico o infiammatorio), o di masse addominali.Vanno osservati anche i
movimenti respiratori della parete addominale: in condizioni normali,
l’abbassamento inspiratorio del diaframma comporta un’espansione passiva della
parete, che può mancare in condizioni patologiche come la peritonite o condizioni che
comportano un aumento della pressione endoaddominale (ascite,meteorismo).
Addome Acuto
PALPAZIONE:
Ricerca delle aree di massima dolorabilità e conferma o esclude la peritonite.
Mani calde, pazienza e delicatezza
Iniziata lontano dalla sede del dolore
La mano esploratrice va posta a piatto sull’addome, con le dita completamente estese,e la pressione
esercitata con i polpastrelli
Fondamentale distinguere la contrattura dei muscoli della parete addominale dall’ipertono di parete,
poiché la contrattura è involontaria ed è segno di peritonite (difesa peritoneale)
l’ipertono è volontario:è naturale che il paziente cerchi di ostacolare la palpazione poiché
questa può esacerbare il dolore.
Distrarre il paziente dalle manovre che stiamo eseguendo, per esempio domandandogli notizie
sull’insorgenza del dolore,su quello che ha mangiato eccetera
Le aree di massima dolorabilità e contrattura devono essere definite con precisione
Alla palpazione profonda, va ricercata la presenza di tumefazioni addominali, e la loro
dolorabilità, la consistenza, la pulsatilità: es. una formazione dolente in fossa iliaca destra
può essere il segno d’esordio di una malattia di Crohn con localizzazione all’ultima ansa ileale; in
presenza di un quadro occlusivo, una massa dura al quadrante inferiore sinistro può
indicare una neoplasia stenosante del sigma; una tumefazione pulsante sulla linea
mediana suggerisce un aneurisma aortico; una massa elastica in regione sovrapubica può
rappresentare la vescica distesa (globo vescicale) nei casi di ritenzione urinaria.
Addome Acuto
• Possono poi essere ricercati alcuni segni obiettivi che si basano sul dolore provocato:
• il segno di Blumberg o dolore di rimbalzo può essere una utile conferma
dell’esistenza di peritonite. È evocato dall’improvviso rilascio della pressione esercitata
dalla mano esploratrice nell’area peritonitica;
• il segno di Murphy, indice di colecistite, si manifesta con comparsa di dolore ed
arresto inspiratorio quando la pressione è esercitata sul punto cistico (inserzione del
margine laterale del muscolo retto destro sull’arcata costale);
• il segno di Mc Burney, presente in caso di appendicite, è il dolore evocato dalla
pressione elettiva sul punto appendicolare (o punto di Mc Burney), situato a metà
della linea che unisce la spina iliaca antero-superiore all’ombelico;
• il segno dell’Ileopsoas, espressione di una flogosi peritoneale in fossa iliaca, in cui il
dolore compare nel tentativo di flettere la coscia quando questa è trattenuta
dall’esaminatore;
• il segno dell’Otturatorio compare in caso di peritonite endopelvica (ma in questi casi
è più importante l’esplorazione rettale), quando si imprime un movimento di
rotazione interna alla coscia flessa sul tronco.
Addome Acuto
• Sono segni incostanti o aspecifici e la loro presenza, o assenza, deve
essere interpretata alla luce del quadro clinico
• Il Blumberg può mancare in caso di peritonite e può essere presente in importante
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