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Effetti avversi
Raramente causano reazioni avverse. Le più comuni sono:
- Nausea; problemi gastrointestinali dovuti alla parziale distruzione della flora batterica
- Vomito
- Diarrea
- Crampi addominali
- Ittero colestasico, solitamente da ipersensibilità
- Ototossicità reversibile a seguito della sospensione della terapia
- Rash cutanei
- Tromboflebite (soprattutto da claritromicina per via endovenosa)
- Aritmie ventricolari con allungamento del tempo QT, per cui devono essere utilizzati con attenzione nei pazienti con problemi cardiovascolari
- Inibiscono il citocromo p450, soprattutto alcune sottofamiglie di CYP, ad eccezione dell'azitromicina, per cui bisogna prestare attenzione alle interazioni farmacologiche
- Aumentano gli effetti degli anticoagulanti a causa della soppressione della flora batterica produttrice di vitamina K
Indicazioni terapeutiche
- Infezioni delle vie respiratorie superiori e inferiori e dei tessuti molli
- Farmaci di elezione nelle
- Infezioni da Mycoplasma pneumoniae
- Legionellosi
- Profilassi a breve termine per endocardite da effettuare prima di interventi odontoiatrici o altri atti operatori
- Buona attività nei confronti di microrganismi aerobi e anaerobi isolati nelle infezioni odontogene e nelle periodontiti
- Trattamento della sifilide primaria in pazienti allergici alla penicillina
- Efficace nell'eliminazione della Bordetella pertussis dal distretto naso-faringeo
- Difterite
- Trattamento delle infezioni sostenute da Chlamydia trachomatis (es. congiuntiviti del neonato, polmoniti nell'infanzia, infezioni urogenitali e endocervicali)
- Infezioni streptococciche, in alternativa alle penicilline
- Infezione da Helicobacter pylori
- Tetano
Indicazioni al dosaggio:
- Eritromicina: 600 mg ogni 8 ore per os
- Claritromicina: 250-500 mg ogni 12 ore per os, oppure 4-8 mg/kg/die in due somministrazioni per via endovenosa. Il dosaggio varia soprattutto a seconda
del microrganismo da debellare e la sede di infezione, ma anche delle condizioni cliniche del paziente (es. insufficienza epatica o renale);
Azitromicina: 500-1000 mg/die per os, oppure 500 mg/die per via endovenosa.
Fanno parte della classe dei lincosamidi la lincomicina, isolata da Streptomyces liconensis, in commercio in Italia è la clindamicina. La clindamicina e la pirlimicina; l'unica Si tratta di farmaci batteriostatici, inibitori della sintesi proteica, che si legano alla subunità 50S impedendo lo scorrimento della peptidiltransferasi. Condividendo questo target con i macrolidi, possono antagonizzarne l'azione.
Spettro d'azione: Lo spettro d'azione è simile ai macrolidi: i lincosamidi sono attivi contro Gram-positivi e Gram-negativi. Sono resistenti H. influenzae, N. gonorrhoeae e Mycoplasma. La clindamicina è particolarmente indicata contro Bacteroides fragilis, Toxoplasma gondii e altri organismi anaerobi.
Implicati nelle infezioni miste.
Meccanismi di resistenza:
- Inibizione enzimatica ad opera delle metilasi, che metilano l'adenina della subunità ribosomiale;
- Modificazione della permeabilità.
Farmacocinetica:
Vengono somministrati per via orale e parenterale. Hanno distribuzione ampia, anche alle ossa e alla pleura, ma non sono capaci di superare la barriera ematoencefalica. Tendono ad accumularsi anche nei leucociti e negli ascessi. Sono soggetti a metabolizzazione epatica e vengono escreti nelle urine e nella bile.
Indicazioni terapeutiche:
Gli ambiti di utilizzo sono molto simili a quelli dei macrolidi:
- La clindamicina, da sola o in associazione a un aminoglicoside (che copre i Gram-negativi aerobi), è indicata nell'osteite/osteomielite del soggetto diabetico;
- Setticemia da anaerobi (es. Bacteroides fragilis);
- Profilassi dell'endocardite;
- Malattia da Plasmodium falciparum;
- Vaginosi batteriche;
Toxoplasmosi correlata ad AIDS;
Polmonite da Pneumocystis carinii;
Affezioni ginecologiche da Chlamydia trachomatis;
Microrganismi aerobi e anaerobi associati alle infezioni orali.
Effetti avversi:
- Colite acuta pseudomembranosa, del 10% ed è sostenuta da Clostridium difficile. Questo è un microrganismo che normalmente alberga nelle nostre vie digestive, ma che viene tenuto sotto controllo del resto dell'intestinale; l'assunzione di un antibiotico, come la clindamicina, determina un marcato abbattimento della flora, per cui il C. difficile può prendere il sopravvento e determinare la colite, che può comportare anche l'exitus del paziente. La colite viene trattata con la somministrazione di un glicopeptide e un antidoto per la tossina prodotta dal Clostridium, alla base di una diarrea profusa;
- Possono inibire la trasmissione neuromuscolare e potenziare gli effetti di un agente bloccante neuromuscolare;
Disfunzione epatica;
Neutropenia;
Rash cutanei, orticaria, eritema.
Le tetracicline sono farmaci batteriostatici con una struttura a quattro anelli. Numerosissimi sostituenti si possono legare a questa struttura di base, soprattutto in posizione 1, 2 e 3, per cui molto varie sono anche le molecole che si possono ottenere. Il capostipite di questa classe è la tetraciclina, antibiotico naturale prodotto dallo Streptomyces aureofaciens, anche se trovano più largo utilizzo clinico le molecole di semisintesi come la doxiciclina.
Agiscono legandosi alla subunità 30S del ribosoma e prevengono l'accesso dell'aminoacil-tRNA al sito accettore del complesso mRNA-ribosoma; in questo modo bloccano la sintesi proteica, determinando un'azione batteriostatica.
Si accumulano per trasporto energia-dipendente.
Meccanismi di resistenza:
- Diminuita entrata della tetraciclina all'interno del microrganismo;
- Aumentata estrusione del farmaco;
Per efflusso attivo Mg-dipendente, mediato da una proteina di resistenza tetA;
Diminuita affinità per il sito ribosomiale, per mutazione di questo;
Idrolisi da parte di esterasi.
Spettro d'azione
Lo spettro d'azione delle tetracicline è abbastanza ampio, e comprende:
- Bacilli Gram-positivi come Corynebacterium acnes;
- Enterobacteriaceae;
- Bacilli Gram-negativi come H. influenzae e V. cholerae;
- Spirochete, come Borrelia burgdorferi o Treponema pallidum;
- Micoplasmi, come il Mycoplasma pneumoniae;
- Clamidie;
- Attinomiceti, Rickettsie e amebe.
Indicazioni cliniche
Usi principali:
- Polmonite da Mycoplasma pneumoniae;
- Rickettsiosi, come la febbre delle montagne rocciose o la febbre da zecca;
- Infezioni da Clamidie, come il linfogranuloma venereo e la psittacosi;
- Colera, causato da Vibrio cholerae;
- Infezioni da spirochete;
- Polmoniti acquisite in comunità (doxiciclina).
Usi secondari:
- Sifilide;
- Infezioni respiratorie;
- Profilassi della bronchite.
Effetti avversi
- Irritazione gastrointestinale;
- Diarrea irritativa;
- Enterocolite;
- Esofagite ed ulcere esofagee, per cui si consiglia di assumerle con importanti quantità di acqua;
- Pancreatite;
- Prolungamento del tempo di coagulazione;
- Necrosi epatica;
- Nefrotossicità, come la sindrome di Fanconi, determinata dalla formazione di prodotti di degradazione tossici nei farmaci in scadenza;
- Fototossicità (demeclociclina);
- Problemi vestibolari (dixiciclina e minociclina);
- Ipertensione intracranica benigna;
- Colorazione giallastra/bruna dei denti e malformazioni ossee per precipitazione e accumulo;
- Sovrainfezioni (candidosi o batteriche).
Devono essere evitati in gravidanza in quanto possono legarsi al calcio delle ossa fetali in accrescimento, determinando malformazioni.
Indicazioni al dosaggio:
- Tetraciclina: 250-500 mg ogni 6 ore per via orale;
- Doxiciclina: 100-200 mg una o due volte al giorno per via orale;
- Minociclina: dose iniziale di 200 mg seguita da 100 mg ogni 12 ore per via orale.
Cloramfenicolo
Il cloramfenicolo è un farmaco batteriostatico ad ampio spettro, attivo sia su aerobi che anaerobi, sia Gram-positivi che Gram-negativi e sulle Rickettsie, ragione per cui è spesso utilizzato nelle infezioni da flora mista, come quelle vaginali. Ha inoltre azione battericida su H. influenzae.
L'impiego del
cloramfenicolo dovrebbe essere peròNeisseria meningitis e Bacteroides.riservato a infezioni gravi perché molto tossico, come: - Infezione da H. influenzae; - Meningite batterica; - Congiuntiviti batteriche; - Febbre tifoide; - Malattia da Rickettsie. Viene somministrato nelle dosi di 50 mg/kg/die in quattro assunzioni giornaliere, per viaorale o endovenosa. Meccanismo d'azione Il cloramfenicolo è un farmaco molto liposolubile che agisce legandosi alla subunitàribosomiale 50S, impedendo la transpeptidazione, e quindi