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TROPATòREM.

Lenizione P intervocalica > B

O postonica cade

Trobatr : nesso tr > dr> ai

trobair > trobaire

E’ un termine in accusativo. Per un periodo di tempo francese e provenzale

hanno mantenuto la declinazione bicasuale. Quando verrà eliminato il

provenzale con l’editto Villers-Cotterets (1539) era già scomparsa.

Edizione semi interpretativa: Lo notiamo dall’apostrofo, non esistevano segni

diacritici. Questo è il risultato della collazione e dello stemma codigum.

I strofa v.2: Che cantano in molti colori ( varietà tonali, in molte maniere

diverse)

A que canton de maintas colors

C que chantan de manhtas colors

D qui chanton de maintas colors

a

I qui chanton de mantas colors

K qui chanton de maintas colors

N qi chanton de maintas colors

2

R que chanton de mantas colors

a qe chanton de tropas colors

z qi chanton de maintas colors

que: In francese qui è il soggetto (caso retto) mentre que è il caso oggetto

obliquo.

In provenzale invece que viene usato per entrambi i sensi.

Quindi qui potrebbe essere un ipercorrettismo oppure fraintendimento di

un’abbreviazione.

Ipercorrettismo: Il copista si prende il diritto di correggere una norma giusta in

una errata.

I e K usano il qui.

Chantan: (cantano) è la lezione più usuale perchè deriva dal latino, viene da

cano e lo rende frequentativo ripetuto CANTARE di 1° coniugazione

(normalizzazione).

La forma chanton è una forma analogica, non è un errore perchè esiste.

E’ stata attratta da quei verbi che terminano in -unt > on.

Cano (irregolare) > Cantare> Cantant > in provenzale chantan.

Chantan non segue il processo della variante unt>on ma è stato influenzato

(VINCERE > VINCUNT) quindi è una forma analogica e non va considerata un

errore. (varianti linguistiche). Dai verbi in -ere, -ire che hanno -on alla 3°

plurale.

De manhtas colors (in tanti colori):

Manhtas è un agglomerato di Magnum (grande)+ tantum (tanto). Forma

obliqua femminile plurale che concorda con Colors (-or nome latino che diventa

femminile nelle lingue romanze).

Nel manoscritto a troviamo TROPAS (ne cambia il senso) = troppe maniere?

I strofa verso 3: E il peggiore presume esprimersi egregiamente

A e°l pieier cuida dir mout gen

C e°l sordeyor cuida dir gen

D E°l pieger cuida dir mot gen

a

I e°l peier cuida dir mot gen

K e°l peier cuida dir mot gen

N E°l peger cuida dir molt gen

2

R e°l sordeior cuia dir gen

a= e°l pieger cuia odir gent

z e°l piefer cuida dir mot gen

e l: Congiunzione + articolo. Il punto clitico indica la vocale atona dell’articolo

.

che non c’è più, quindi la o, che non c’è più perchè è atona e qundi assorbita

dalla precedente. L’articolo prende la parte atona del dimostrativo illum, in

forma clitica si appoggia alla tonica precedente. (scripta continua). Per poter

lavorare con una sillaba in più. Necessità dell’autore.

Peier: < Peior. = IL PEGGIORE. Imparisillabo 3° persona.

Cuida (= crede) < cogitare-cogitat :

La T intervocalica sonorizza e la g palatale cade provocando il restringimento

della vocale precedente che diventa una u.

Dir: Esprimersi poeticamente, in versi.

Mout: < mŭltum > moltum > mout perchè o+l = out

ŭ > o

Gen: < gens/gent nobile, indica perfezione interiore ed esteriore.

Dal punto di vista della collazione:

Troviamo varianti GRAFEMATICHE (Peier, Peger, Pieier, Pieger…)

e lenizione vocalica della D = CUIDA / CUIA (dileguo totale).

Troviamo una grande differenza in R e C:

Invece di pieier hanno SORDEYOR/SORDEIOR:

E’ da escludere che questi due copisti abbiamo inventato uno

indipendentemente dall’altro questa VARIANTE SIGNIFICATIVA.

Peier: Nominativo

Sordeyor/Sordeior: Accusativo. < Sordeiorem = il peggiore.

Noi necessitiamo di un nominativo quindi sordeyor/sordeior non è idoneo.

Sceglierò peier/peger..

Però mi si definisce lo stemma codigum, da una parte devo scindere C/R perchè

hanno un errore CONGIUNTIVO e MONOGENETICO.

Quindi derivano da un’unica fonte. Gli altri hanno una tradizione diversa.

Inoltre C/R non c’è MOUT/MOT.

Il manoscritto a va per conto suo, perchè ha odir.

I strofa v.4: Ma a cantare loro sarà altrove. (vi conviene andare a cantare altrove)

A: Mas a cantar lor er aillors

C: mas a chantar lor er alhors

D mas a chantar lor er aillors

a

I mas a chantar lor er aillors

K mas a chantar lor er aillors

N mas a chantar lor err aillors

2

a et a trobar lor es aillors

z mas a chantar lor es aillos

R mas a chantar lor er alors

Mas < magis (piuttosto)

A chantar: a < ad

L’infinito è introdotto da una preposizione, in latino era inconcepibile.

Lor < Illorum (genitivo plurale). E’ un pronome personale, che nasce dal

dimostrativo ILLE, in questo caso in particolare da ILLORUM.

Er: Futuro che parte direttamente dal futuro latino, forma etimologica (ero,eris).

Perchè usare il futuro etimologico fà si che il futuro abbia più sillabe.

In questo caso da erit : cade la t finale e la I quindi si ottene ‘’er’’. Quando di

solito il futuro nelle romanze era perifrastico. (inf+ presente indicativo avere)

Aillors: Altrove. Alhors < aliore + s (aliorsum)

Il manoscritto a va per conto suo :

Es al posto di Er. E’ una variante.

Trobar al posto di chantar. Significa creare trobi – trobare (espressione medio-

latina).

I strofa v.5: Perchè ne sento intromettersi cento pastori

A q’entrametre°n uei cen pastors

D q’entrametre°m uei __ pastors

a

I qu’entremetre°n uei cent pastors

K q’entremetre°n uei gent pastors

N2 q’entremetre°n uei cent pastors

z q’entremetre uei cent pastors

a q’entremetre n’aug cent pastors

C qu’entremetre n’aug .c. pastors

R qu’entremetre n’aug .c. pastors

°n clitico, deriva da Inde. Enclisi perdono la vocale dopo la parola uscente più

vocale.

Entrametre: < ĭntermĭttere : Cade la e postonica > Intrmittere e se aggiunge

vocale d’appoggio > ĭntremĭttere. Le ĭ> e > Entremettere. Cade la e postonica >

Entremettre.

Uei = Vei < vĭdeo: La Ĭ breve diventa e > vedeo. -eo sviluppa uno jod.

Peire sta dicendo che questi trovatori sono dei pastori ( < pastorem). I pastori

erano noti per suonare le pipas (cornamuse), quindi sta facendo un confronto di

classe tra una poesia di un certo livello e la poesia popolare dei pecorari.

Opposizione tra poeta fin amant che esprime la fin’amor, con un poetare

perfetto e il villain.

Nobili eletti interiormente che si sono riscattati con la fin’amor.

I rozzi: Poetare in modo rozzo, poco appropriato.

C/R come al solito molto vicini:

Al posto di VEDO (Vei) hanno SENTO (Aug)

Aug < audio

Lo jod (desinenza -io) è caduta palatizzando la D.

La g è la rappresentazione grafica dell’affricata c che a causa della caduta dello

jod non è più intervocalica, quidi perde il suo valore sonoro.

In questo caso si può pensare che:

1) I copisti degli altri manoscritti abbiano banalizzato aug con uei come succede

nel parlato. Infatti spesso sostituiamo naturalmente il vedere al dire.

2) I copisti di C/R hanno corretto uei con aug come forma di ipercorrettismo.

Quelli di area italiana hanno tutti uei, quelli di area provenzale aug.

Ma se vedo le altre differenze posso dire che :

E’ una variante SIGNIFICATIVA, un errore CONGIUNTIVO. Sto facendo la

recensio, ovvero, trovo tutti i testimoni/copie.

La .c. è il modo per abbreviare I numeri, per evitare che I numeri romani

espressi in lettere potessero essere confusi.

Non riusciamo a collocare il manoscritto a, qui vicino a C/R con aug.

Lo spazio vuoto in D dimostra che il copista ha perso qualcosa.

a

Cen ( cento) in realtà significa tanti, non proprio 100. < kentum

α : A, D , I, K (peier, uei) che hanno copiato da un antecedente unico

a

γ: C,R. ERRORE CONGIUNTIVO MONOGENETICO SOSTANZIALE (l’errore è

di sostanza, non di forma: sordeior, aug) provengono dalla stessa copia.

N , a li lascio da parte

2

I strofa v.6: Che non si sà se si scende o si sale (tonalità della melodia).

A c’us non sap que.is monta o.is dissen

D c’us non sap qe.s monta o.us dissen

a

I c’us non sap que.s monta o.s deissen

K c’uns no sap qe.s monta o.s deissen

N C’uns non sap qe.s monta o.s deissen

2

z c’us non sap qe.s monta o.s dissen

a c’us nn sap qe-s pueg ni dessent

C q’us no sap que.s monton dizen

R c’us no sap que.s montot dizen

Fà riferimento alle varianti tonali in cui si cantava, non si sà più se il canto va in

salita o in discesa.

C’Us (che + Unus) < unus : cade la s finale e la U postonica, cade anche la N pre-

sibilante. La s viene poi rinserita come segna caso nominativo. C’US = QUE US

(ELISIONE)

Non Avverbio. Scioglimento di un’abbreviazione, indicava la presenza di una

palatale dopo.

No lo troviamo in Provenzale, non è una soluzione italianeggiante.

N può essere tendenzialmente assente o presente.

Sap < sapit. Il latino scio viene sostituito da sapĕre con ĕ (avere sapore) >

sapēre (conoscere) cambiando significato.

Sapit cade la T finale e tutte le vocali diverse da a.

°s < si (enclisi) / Atona (particella pronominale)

Monta o dissen < Montare o discendere

Monta < montat

Montat cade la t e resta la a finale che invece in francese evolve in e.

Dissen: < Discendere

Il nesso -sc evolve in -iss

Quindi dissen è italianeggiante.

In provenzale è DEISSEN.

DIZEN pronuncia più sonorizzata.

Questo significa che i trovatori credono di parlare in maniera perfetta ma è

monotonale, simile alla melodia popolare.

Monta prevale in area gallo romanza: monter

Varianti presenti:

Monton 3° persona plurale per via dell’attrazione analogia con quei verbi latini

che hanno la terza plurale in -unt (sunt). Variante che unisce C con R.

II STROFA v.7: Di ciò ha colpa (merita male)Peire Rogiers

A D’aisso mer mal Peire Rotgiers

D Q’aicho mer mal Peire Rogiers

a

I D’aisso mer mal Peire Rogiers

K D’aisso mer mal Peire Rogiers

N D’aisso mer mal Peire Rogiers

2

z D’aizo mer mal Peire Rogiers

a D’aisso mer mal Peire Rotgier

C D’aisso mer mal Peire Rogier

R D’ayso mer mal .p. Rotgiers

Dettagli
A.A. 2017-2018
13 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tuttigliappunti96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Marinetti Sabina.