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Complicanze emodinamiche

Ventricolare con edema polmonare acuto per riduzione (della funzione contrattile del ventricolo sinistro 25→35%) del numero di cellule che si contraggono, se l'infarto è esteso i segmenti rimasti non sono in grado di compensare e quindi non sono in grado di eiettare il sangue, vi è ristagno all'interno del ventricolo, il sangue proveniente dall'atrio non può svuotarsi nel ventricolo, aumenta la pressione nell'atrio, automaticamente siccome non ci sono valvole, la pressione aumenta a livello dei capillari, edema a livello dei setti ed impossibilità di scambio di ossigeno quindi il paziente va incontro ad insufficienza cardio-respiratoria ma il tutto è basato sul fatto che il cuore non funziona. L'edema polmonare è una complicanza seria, bisogna prevenirla se è possibile col l'ascoltazione e la radiografia per cercare di prendere nel primo momento, quando si sta per verificare.

all'inizio senza arrivare poi ad edema polmonare franco con diuretici, abbassando la pressione, dando dei farmaci inotropi positivi o dei farmaci che favoriscono il flusso renale. A volte ciò non è possibile prevenire perché le cellule che si devono contrarre non ci sono ed il paziente muore per edema polmonare acuta. L'altra complicanza difficile però a cui si può porre in molti casi rimedi è la rottura/disfunzione dei muscoli papillari con insufficienza mitralica acuta (i muscoli papillari mantengono le corde tendinee che servono per evitare che le valvole atrio-ventricolari sotto la pressione si rivoltino nell'atrio ed naturalmente i muscoli papillari devono lavorare correttamente, cioè tutto il sistema si deve muovere in maniera sincrona per evitare che ci siano degli scollamenti del punto di coartazione delle valvole, altrimenti si viene a creare insufficienza mitralica, il sangue passa attraverso questo spazio creatosi.alla fine della sistole. Se l'infarto ha colpito un muscolo papillare, in genere quello posteriore, questo muscolo non si contrae e la conseguenza è che non c'è allineamento dei 2 foglietti delle valvole. Di conseguenza, la valvola che è stata colpita si sposta più in avanti rispetto all'altra valvola. Questo mancato allineamento fa sì che il sangue passi dal mezzo. Altre volte, il muscolo papillare completamente necrotico si stacca e si rompe, e quindi tutte le corde tendinee che vi sono attaccate su questo muscolo papillare non mantengono più la valvola che gioca all'interno del ventricolo e dell'atrio, creando insufficienza mitralica. La gravità è che si tratta di una insufficienza mitralica acuta che avviene improvvisamente da un attimo all'altro, e quindi l'atrio di sinistra non è in grado di adattarsi. Aumentano le pressioni e il paziente va in edema polmonare. Per i pazienti che

Insufficienza mitralica

L'insufficienza mitralica è una condizione in cui la valvola mitrale del cuore non si chiude correttamente, permettendo al sangue di refluirsi all'indietro nel cuore.

Questa condizione può essere causata da altre patologie e si sviluppa nel corso di settimane o mesi. Durante questo periodo, l'atrio si adatta diventando più compliante, quindi la pressione non aumenta significativamente.

Tuttavia, in alcuni casi, la pressione aumenta bruscamente, causando una grave complicanza chiamata edema polmonare. In questi casi, è necessario un intervento chirurgico per risolvere il problema.

L'intervento può consistere nella resezione della valvola se è danneggiato il muscolo papillare, oppure nella correzione delle corde tendinee se il problema è solo una contrazione alterata. È importante notare che l'intervento chirurgico su pazienti infartuati comporta un alto rischio a causa dell'induzione dell'anestesia.

Per ridurre al minimo il rischio, si cerca di posticipare l'intervento il più possibile, preferibilmente al nono giorno, quando il paziente ha maggiori probabilità di ottenere un risultato positivo in condizioni di maggiore stabilità. Tuttavia, se le condizioni del paziente sono gravi e non può aspettare, l'intervento può essere eseguito in tempi più brevi.

per i polmoni. Questo può causare un aumento della pressione polmonare e una diminuzione della pressione sistemica. Inoltre, la comunicazione tra i due ventricoli può compromettere la capacità del cuore di pompare efficacemente il sangue, portando a una ridotta perfusione degli organi e dei tessuti. Per affrontare queste complicanze, è necessario intervenire chirurgicamente per riparare il setto interventricolare e ripristinare la normale circolazione del sangue. Nonostante le condizioni peggiorino, l'operazione è necessaria per prevenire ulteriori danni al cuore e migliorare la qualità di vita del paziente. In conclusione, la rottura del setto interventricolare è una complicanza grave che richiede un intervento chirurgico immediato. La formazione di una comunicazione tra i ventricoli può causare problemi di circolazione e compromettere la funzionalità del cuore. È importante agire tempestivamente per prevenire conseguenze più gravi.all'interno del cuore e sovraccarica il ventricolo destro per cui se c'è una piccola rottura noi possiamo aspettare che il paziente stia un po' meglio, se la rottura è importante ed il paziente tende a peggiorare anche in questo caso noi dobbiamo farlo riprendere nel più breve tempo possibile con un patch di sutura per evitare questa grave alterazione emodinamica. L'altra complicanza è la formazione di un aneurisma ventricolare sinistro vero e falso. La zona va incontro a necrosi ed è sostituita da tessuto cicatriziale che il più delle volte è lasso e copre una vasta area del ventricolo e quando c'è pressione all'interno del ventricolo durante la sistole, questa pressione estende questa area piuttosto che farla rientrare come normalmente avviene. Questo aneurisma è sede normalmente di trombi perché ristagna il sangue e soprattutto è la zona che poi crea le aritmie e tachicardie ventricolari nel post-infarto. Nel post-infarto unadallecomplicanze è rappresentato dalle tachicardie ventricolari secondarie a questo aneurisma vero. Poi c'è l'aneurisma falso che è una zona di miocardio che si è rotta, una piccola zona di parete che si è rotta e quindi è uscito del sangue che però si è riusciti a tamponare, a fare una cicatrice che è lievemente espansa. mentrenell'aneurisma vero la superficie è molto ampia nell'aneurisma falso questa estensione è molto piccola. Sidistinguono anche perché ci sono delle indicazioni chirurgiche nettamente differenti : il primo è un grossoproblema, il secondo è risolvibile facilmente dal chirurgo perché nel falso c'è il colletto , cioè una zona sanaaccanto ad una zona cicatriziale, invece nell'aneurisma vero , c'è un passaggio graduale da aree di miocardiosano ad aree di miocardio cicatriziale. Tutte queste informazioni

Sono importanti perché se il pz va dal chirurgo, se si può eliminare l'aneurisma falso, il chirurgo in 3 secondi lo fa se invece l'aneurisma è vero ci vogliono +tempo per rimodellare il ventricolo sinistro che non è facile essendo una struttura oblunga.

L'altra complicanza emodinamica è l'infarto del ventricolo destro ed embolia polmonare. L'infarto del ventricolo destro è un infarto non solo della parete posteriore del ventricolo sinistro ma che si estende anche al ventricolo destro, non ha grande importanza dal punto di vista prognostico, ha grande importanza dal punto di vista terapeutico perché se c'è l'infarto del ventricolo destro, il cuore destro non si contrae e quindi non spinge il sangue verso i polmoni e quindi l'unico metodo per aiutare questi pz e di infondere liquidi che spingono il liquido presente nel ventricolo destro e quindi c'è un miglioramento dell'emodinamica.

la diagnosi è semplice perché basta spostare .... l'altra complicanza grave è l'embolia polmonare cioè la formazione nel ventricolo destro di coaguli che si staccano e vanno ad occludere i rami dell'arteria polmonari. Abbiamo accennato alla pericardite epistenocardica che è una pericardite in corso di infarto dovuto ad una necrosi transmurale che interessa anche il pericardio per cui vi è una reazione di tipo allergico o superergico ed alcune volte da necrosi che porta alla formazione di sfregamenti e versamento pericardico. Altre volte il versamento è dovuto a micro punture del cuore con passaggio di sangue all'interno del pericardio. Può essere il primo campanello della complicanza (rottura di cuore) però la differenza è che nel caso di rottura il liquido è corpuscolato, ci sono i globuli rossi e quindi è diverso. La complicanza assolutamente nella maggior partemercurio) e pressioni diastoliche (80 millimetri di mercurio) e quindi il sangue viene spinto con forza attraverso il tragitto creato dalla rottura del cuore. Questo causa un'emorragia interna che può essere fatale se non trattata tempestivamente.

mercurio , chi fa la crisi ipertensiva anche i 200 millimetri di mercurio ), quindi sono tutti tessuti morti che si rompono sotto pressione e quindi il sangue passa attraverso questa area che si spacca e si versa nel pericardio e nel cavo pericardico per cui la superficie destinata ai ventricoli si riduce ed i ventricoli non si possono + riempire perché non si possono + dilatare e quindi si ha la dissociazione elettro-meccanica, è caratteristica, cioè l'ecg è perfetto ma il pz è morto. Per 3-4-5 minuti l'ecg si mantiene senza modificazione ed allora non presenta né pressione, né respiro, e non ha polso. la diagnosi di rottura di cuore è semplice, può avvenire durante la fase acuta del miocardio e la dissociazione elettro-meccanica è una delle tre cause dell'arresto cardiaco, le altre due cause sono reversibile , l'altro meccanismo è irreversibile cioè la dissociazione elettro-meccanico.

L'altra complicanza emodinamica è data dall'angina post-infartuale. Il pz fa l'infarto ed in terza o quarta giornata ripresenta angina nel senso che l'arteria che ha dato l'infarto si sta chiudendo più a monte o un'altra arteria sta andando in ischemia. Questa condizione così
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
11 pagine
SSD Scienze mediche MED/11 Malattie dell'apparato cardiovascolare

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cardiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Di Biase Matteo.