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RUOLO DEL NUOVO INTELLETTUALE
Dal punto di vista dei temi, sicuramente quello amoroso, essendo predominante, va
analizzato secondo le proprie sfumature:
Sublimazione dell’amore e potere salvifico della donna (matrice stilnovistica);
§ Lontananza e solitudine;
§ Assenza di Laura;
§ Durezza di Laura, che rifiuta l’amore del poeta;
§ Celebrazione della bellezza della donna.
§
In tutto questo, la memoria gioca un ruolo essenziale nella stesura delle poesie. 2
LA DONNA: LAURA
Il tema è trattato secondo i canoni della tradizione:
Cortese
§ Stilnovistica
§
La donna assume spesso i caratteri di una figura astratta e sovrumana, che rende
l’esperienza amorosa totalizzante e nobilitante. Le caratteristiche fisiche messe in
risalto dal poeta sono:
Occhi
ü Capelli
ü Sguardo
ü Modo di muoversi
ü Modo di camminare
ü
L’amore assume anche caratteristiche differenti rispetto allo Stilnovo, perché qui crea
un conflitto tra Passione e Fedeltà ai propri principi morali. Vengono qui introdotte
anche le categorie cattoliche di:
Trasgressione morale
ü Peccato
ü 3
PARAFRASI di ALCUNE POESIE
I = Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
Voi che ascoltate in queste poesie il suono di quei sospiri con i quali io nutrivo il mio
cuore al tempo del mio errore giovanile, quand'ero in parte un uomo diverso da quello
che sono adesso, spero di trovare la compassione e il perdono tra coloro che capiscono
l'amore perché lo hanno provato, perdono dello stile diseguale nel quale io rifletto
piangendo fra la vana speranza e il vano dolore. Ma io vedo bene adesso, come per
molto tempo io fui canzonato da tutti, motivo per cui io spesso mi vergogno di me
stesso; del mio innamoramento folle i frutti sono la vergogna, il pentimento e il
riconoscere con chiarezza che tutto ciò che rende felice la vita in questo mondo è un
breve sogno.
III = Era il giorno c’al sol si scoloraro
Era il venerdì santo quando fui conquistato dai vostri occhi e mi legai a te. Non mi
pareva il momento di difendermi dai colpi dell'amore, e per questo me ne andavo
sicuro. L'amore mi trovò disarmato e trovò aperta la via che, tramite gli occhi, va al
cuore: questo fu l'inizio delle mie sofferenze, diventate la fonte delle mie lacrime. Però,
secondo me, non gli fu onorevole colpire me con una freccia mentre ero disarmato, e a
voi Laura che eravate "armata" non vi fu onorevole non mostrare l'arco.
XVI= Movesi il vecchiarel canuto e bianco
Si avvia il vecchio con i capelli bianchi e pallido dal luogo pieno di cari ricordi, dove
aveva trascorso sino a quel punto la sua esistenza e si allontana dalla famiglia
sorpresa, che vede il caro padre in procinto di partire; poi, trascinando le sue vecchie
membra, durante le sue ultime giornate terrene si aiuta con tutta la sua tenacia e
volontà, sebbene indebolito dagli anni; e giunge a Roma seguendo il comune desiderio
di contemplare l'immagine di Cristo che spera di rivedere in cielo: ahime, talora
anch'io cerco, oh donna, per quanto mi è possibile nel volto di altre donne almeno
un'ombra della vostra vera sembianza.
XXXV = Solo et pensoso i più deserti campi 4
Solitario e pensieroso i luoghi più abbandonati vado segnando con il mio passo lento e
cadenzato e rivolgo lo sguardo, attento ad evitare ogni luogo toccato da orma umana.
Altro rifugio non so trovare che mi protegga dall'attenzione [indiscreta] della gente;
poiché nei miei gesti privi di ogni serenità esteriormente si intuisce come io,
nell'intimo, arda d'amore: cosicché credo ormai che monti, pianure, fiumi, boschi
conoscano di che tenore è la mia vita, che pure è tenuta segreta agli altri. Del resto
nessun luogo angusto e solitario so trovare, in cui Amore non mi accompagni in ogni
istante parlando con me ed io con lui.
LXI = Benedetto sia l’ giorno e l’mese e l’anno
Sia benedetto il giorno, il mese, l'anno, la stagione, il tempo, l'ora, il momento, il paese
bello, il luogo dove io fui raggiunto dai due occhi belli a cui mi sono legato; e sia
benedetto il primo dolce affanno che provai nell'innamorarmi, e l'arco e le saette dalle
quali fui colpito, e le ferite che mi furono inflitte al cuore. Siano benedette tutte le
volte in cui ho avuto occasione di chiamare il nome della mia donna, e i sospiri, le
lagrime e la sofferenza per la lontananza di lei; e benedetti siano tutti i versi con i
quali io le procuro fama, e il mio pensiero, che è tutto rivolto a lei, così che
nessun'altra donna vi trova posto.
LXII = Padre del cielo, dopo i giorni perduti
Padre del cielo, dopo i giorni passati inutilmente, dopo le notti trascorse in pensieri
fuorvianti, tormentato da quel desiderio spietato che divampò nel mio cuore
contemplando i gesti di lei, tanto affascinanti per mia sventura, fa sì che ormai,
aiutato dalla Tua grazia, io mi rivolga a una vita più degna e ad azioni più dignitose,
in modo che il demonio, mio inesorabile avversario, dopo aver cercato senza successo di
irretirmi, fallisca nel suo intento. Signore mio, ora si compie l'undicesimo anno da
quando sono stato sottomesso all'opprimente passione d'amore, che infierisce con più
crudeltà su chi è più arrendevole. Abbi pietà del mio travaglio vergognoso; riconduci a
destinazione più alta i pensieri sviati dal vero bene; ricorda loro che oggi ricorre il
giorno della Tua crocifissione. 5
XC = Erano capei d’oro a l’aura sparsi
Erano i suoi capelli biondi come l'oro erano sparsi al vento, che li avvolgeva in mille
nodi dolci a vedersi; e la bella luce, ora che ne son tanto avari, risplendeva oltre
misura in quegli occhi; e mi pareva che il viso di lei andasse assumendo colori di pietà,
e non so se questo accadesse veramente, o per inganno dei miei occhi: perché
meravigliarsi se io, che già ero disposto naturalmente all'amore, immediatamente me
ne innamorai? Il suo portamento non era quello di una donna mortale, ma era quello
di un angelo; e le sue parole risuonavano ben diversamente da come le avesse potuto
pronunciare una voce umana. Quel che io vidi fu uno spirito celeste, un sole
splendente; e anche se non fosse più tale, non per questo la sua immagine svanirebbe,
perché una ferita non si rimargina, per il fatto che l'arco si è allentato dopo aver
lanciato una freccia.
CXXVI = Chiare, fresche, dolci acque
Limpide, fresche e dolci acque dove immerse le sue belle membra colei che unica
per me merita il nome di donna; delicato ramo al quale le piacque di appoggiare
il suo bel corpo (me ne ricordo sospirando); erba, fiori che ricoprirono il suo
leggiadro vestito ed il suo corpo; aria limpida, resa sacra dalla sua presenza
dove Amore, attraverso i suoi occhi belli, mi trafisse l'animo: ascoltate voi tutti
insieme le mie tristi ultime parole. Se è mio destino dunque, ed in ciò si adopera
il volere del cielo, che Amore mi porti ad offuscare la vista con le lacrime,
qualche favore divino faccia sì che il mio corpo sia sepolto tra voi, e l'anima
ritorni sciolta dal corpo al cielo. La morte sarà meno dolorosa se reco questa
speranza in vista di quel pauroso momento: poiché l'anima stanca non potrebbe
in più riposata quiete né in più tranquillo sepolcro abbandonare il corpo
travagliato da mille angosce. Verrà forse un giorno in cui alla meta abituale
ritornerà la donna bella e crudele, e a quel luogo, dove ella mi vide nel
benedetto giorno dell'incontro, volga i suoi occhi pieni di desiderio e di letizia,
cercando di me, e, divenuta pietosa, vedendomi polvere tra le pietre del
sepolcro, venga ispirata da Amore, così da sospirare tanto dolcemente e ottenere
la misericordia divina piegando la giustizia celeste, asciugandosi gli occhi con il
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suo bel velo. Dai rami scendeva (dolce nel ricordo) una pioggia di fiori sul suo
grembo; ella sedeva umile in tanta festa della natura, coperta da quella pioggia
di fiori, ispiratrice d'amore. Un fiore cadeva sull'orlo della veste, un altro sulle
bionde trecce, che quel giorno a vederle parevano oro fino e perle. Un altro si
posava in terra ed un altro ancora sull'acqua; infine un fiore volteggiando
nell'aria pareva suggerire: "Qui regna Amore". Quante volte dissi, preso da
grande stupore: costei certo è nata in Paradiso. Il suo modo di procedere quasi
divino; il suo volto, la sua voce e il suo sorriso mi avevano fatto dimenticare a
tal punto dove mi trovavo e fatto allontanare talmente dalla realtà, che mi
chiedevo sospirando come fossi potuto pervenire in un luogo simile e quando vi
ero giunto. Perché credevo di essere giunto in Paradiso non in Terra dove mi
trovavo. Da quel momento in poi amo questo luogo così che non ho pace in
nessun altro. Se tu, mia canzone, fossi bella e ornata, quanto desideri, potresti
coraggiosamente uscire dal bosco e andare tra gli uomini.
CXXVIII = Italia mia, benchè l’parlar sia indarno
Italia mia, benché le parole siano inutili alle ferite mortali che vedo così numerose nel tuo
bel corpo, voglio comunque che i miei lamenti siano quelli che sperano le popolazioni che
vivono sul Tevere, sull'Arno e sul Po, dove ora risiedo addolorato e triste. Signore del cielo,
io chiedo che l'amore per gli uomini che Ti fece scendere sulla terra Ti induca a rivolgerti al
tuo paese amato e sacro. Vedi, Signore benigno, per quali lievi cause che guerra crudele; e
Tu, Padre, apri, addolcisci e libera i cuori che Marte superbo crudele indurisce e incatena;
fa' che lì, in quei cuori, si ascolti la verità dalla mia lingua, per inadeguato che io sia. Voi,
Signori d'Italia, ai quali la Fortuna ha dato il governo sulle belle regioni d'Italia, per le quali
sembra non proviate nessun senso di compassione, che fanno qui tante milizie straniere?
affinché il verde terreno d'Italia si colori del sangue dei barbari? Vi seduce uno inutile
inganno: vedete poco e credete di veder molto, perché cercate amore o fedeltà in un cuore
venale. Chi ha maggior quantità di queste milizie, quello è circondato da più nemici. O
alluvione riunita da quali selvaggi paesi stranieri per inondare le nostre care campagne!Se
questo ce lo procuriamo con le nostre mani, a questo punto chi sarà che ci possa salvare?
Natura provvide opportunamente alla nostra sicurezza, quando mise fra noi e la rabbia 7
tedesca la difesa delle Alpi; ma la cupidigia cieca e ostinata contro il proprio bene s'è
ingegnato tanto che ha fatto ammalare il corpo sano. Ora dentro una stessa nazione, fiere
crudeli (come i Tedeschi) e greggi mansuete (come gli Italiani) convivono in modo che il
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