ANTONIO CANOVA
Sfugge dall’inquadramento ideologico del neoclassicismo di David (intenti morali);
mentre Canova si rifugge in una cifra estetica del neoclassicismo. Egli è il cantore della
bellezza femminile ideale come possiamo notare nelle opere: “Le tre grazie” e “Ebe”. Fu
considerato uno scultore freddo e in accademico, cioè al suo tempo non fu accettato
positivamente dai critici e cultori d’arte e ci furono numerose polemiche sulle sue opere.
Nativo di Possagno (Veneto), la famiglia si occupava di fregi decorativi e di sculture minori,
quindi, Canova imparò i primi rudimenti dal nonno scalpellino; già era indirizzato al
maneggio della materia plastica. Verso la metà degli anni sessanta del settecento viene a
Roma, ha un grande richiamo ed ebbe l’incarico dal Papa di recuperare, dopo la caduta di
Napoleone, i beni italiani esportati in Francia. Da ciò trae un ideale d’italianità e
costituisce un punto di riferimento moderno.
La prima opera che scolpì nel 1806 e il gruppo scultorio dal tema mitologico “Dedalo e
Icaro”:
Una compostezza plastica ben proporzionata e corpi levigati. Dedalo si mostra più anziano
di Icaro, ciò è dato dall’ipotonicità dei muscoli; mentre Icaro e raffigurato attraverso un
corpo esile e snello, quindi giovane. Il padre avvicina a se’ il figlio mediante un semplice e
lieve abbraccio, qui è presente il tonalismo veneto settecentesco cui fa, rifermento la sua
prima ricerca artistica, cioè l’utilizzo della luce non con dei constasti chiaro-scurali ma una
luce lieve e soffusa che addolcisce la scultura realizzata mediante dei passaggi piani ma
lenti. Qui, è presente l’elemento dinamico a “x”.
Molto inerenti alla poetica del neoclassicismo sono i monumenti funebri per “la tomba di
Clemente XIV” (1783-1787) e “la tomba di Clemente XIII” (1783-1792):
Nella prima tomba, Canova, tiene in considerazione lo schema triangolare eseguito
- in precedenza dal Bernini per “la tomba di Urbano VIII” in San Pietro. Il Papa
Ganganelli anche qui è in posizione di trono in segno di Cristo pantocratore, quindi
di dominio su tutto. In basso ai due lati sono rappresentate due figure femminili in
segno dell’umanità piangente, allegorie rispettivamente dell’umiltà e la
temperanza. Tutto è espresso attraverso un linguaggio semplificato e statico.
Inoltre, dona una forma bombata alla tomba con dei piedini scanalati.
Nella seconda tomba, di forma squadrata, qui il Papa non è più in atteggiamento di
- dominio ma è inginocchiato, messo di profilo perché davanti alla morte siamo tutti
uguali, cioè diventa uno di noi, una persona comune. Nelle forme ci sono varie
patinature e diversi elementi utilizzati, quindi cogli la cosiddetta “ bella natura”. La
patina serve per attutire il biancore del marmo che sembra quasi un rosato, adatto
per gli incarnati, ciò dona dei giochi coloristici. Infatti, è proposta una natura scelta
non un linguaggio astratto nel neoclassicismo.
Nel 1787-1793 realizza il gruppo scultorio “Amore e Psiche”:
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