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Orfano di padre a soli quattro anni, dopo le seconde nozze
della madre, rimase a vivere con il nonno , taglaipietre
scultore che lo avviò alla professione. Aiutato dal nobile Falier
che aveva intuito le sue potenzialità, a undici anni cominciò a
frequentare lo studio di scultura di Bernardi Torretti, vicino al
suo paese natale. Si trasferì a Venezia, poco distante circa dal
suo paese natale, Possagno, dove studiò all’Accademia. Nella
città lagunare iniziò a scolpire le sue prime opere che ebbero
successo (Dedalo e Icaro). Egli subì, specialmente nel primo
periodo di produzione artistica, l'influenza ed il fascino dello
scultore barocco Gian Lorenzo Bernini.
Nel 1779, ventiduenne, si trasferì a Roma dove ebbe modo di
incontrare e conoscere i maggiori protagonisti dell'arte
neoclassica. Antonio Canova
(Possagno, 1757 – Venezia,
1822)
A Roma dimorò a Palazzo Venezia e fu ospite dell'ambasciatore veneto
Girolamo Zulian appassionato d'arte e grande mecenate di artisti,
particolarmente di quelli veneti.
L'amico Zulian gli fece avere le prime commissioni e, personalmente, gli
Teseo sul Minotauro Psiche
ordinò le statue di (1781) e quella di (1793),
che mostrano come l'artista si impegni a creare forme in cui si incarni
l'ideale neoclassico della bellezza, in grado di trasmettere quieta grandezza.
Egli si impegnava a riprodurre le tecniche degli antichi scultori greci;
dal disegno (schizzo), idea iniziale di un lavoro, passava al bozzetto in
terracotta cruda, o in cera.
La seconda fase era quella dedicata alla statua in argilla sopra la quale
veniva colato il gesso. Su questo modello venivano fissati i chiodini (repère)
che, attraverso l'utilizzo di uno speciale compasso (pantografo), servivano a
trasferire nel marmo le esatte proporzioni dell'opera in gesso.
Una grande influenza ebbero su di lui i temi e le letture dei classici della
mitologia greca, che era solito farsi leggere mentre lavorava; più di tutte,
le opere di Omero.
Antonio Canova
Scolpito a Roma, tra il
1781 e il 1783, su
commissione di Girolamo
Zulian. Rappresenta il
momento della sconfitta
del mostro , che giace a
terra, mentre Teseo dalle
forme classiche e
perfette, gli siede sopra.
Espressione della quieta
grandezza, delle passioni
controllate dalla ragione.
Tema mitologico.
Teseo e il Minotauro- 1781-83 Victoria and Albert
Antonio Canova
Oltre ai temi mitologici, tipici del
neoclassicismo, Canova riceve la
committenza di vari monumenti
funebri. Il tema del sepolcro è
molto sentito in questo periodo
(Foscolo). Tra i principali soggetti
funebri trattati dal Canova il
monumento a Clemente XIV nella
basilica dei SS. Apostoli a Roma,
il monumento a Clemente XIII, in
S. Pietro. In entrambi i casi
riprende lo schema piramidale
berniniano, privato però della
ricchezza dei panneggi e dello
sfarzo barocco. In essi si nota
una elegante compostezza
neoclassica.
Monumento funebre a Clemente XIII-
S. Pietro Roma Antonio Canova
Il più celebre monumento funebre
realizzato da Canova si trova a
Vienna, eretto in onore di Maria
Cristina d’Austria . Egli recupera la
forma archetipa del sepolcro (la
piramide). In alto entro un
medaglione circondato dall’Uroburo
(serpente che si morde la coda,
simbolo dell’eterno ritorno) l’effige di
profilo della defunta, sorretta dalla
figura allegorica della felicità. In
basso l’ingresso, attraverso una
porta che segna il passaggio nel
mondo dell’aldilà. Al centro un corteo
funebre con la pietas che sorregge
un’urna; a destra il genio funebre con
la torcia verso il basso e il leone
(forza); a sinistra il gruppo delle tre
età (donna, anziano, bambino).
Vienna- chiesa degli Agostiniani -1798
Antonio Canova
Tra i temi mitologici è
celebre il gruppo
scultoreo di Amore e
Psiche, ispirato all’Asino
d’Oro di Apuleio. Lo
sculture segue uno
schema a chiasmo ; la
bellezza ideale è
espressa nelle figure dei
due amanti, il delicato
abbraccio e il bacio
appena scambiato non
trasmettono passionalità
ma un delicato e puro
sentimento d’amore.
Antonio Canova- Amore e Psiche
Schema compositivo
Antonio Canova
Il rigore morale di Canova lo
spinge ad affrontare anche
temi sacri. La Maddalena
penitente (1796), presentata a
Parigi, riscosse un grandissimo
successo. Tra il 1808 e il 1809
viene commissionata al
Canova la II versione della
Maddalena penitente dal
Viceré d’Italia Eugène de
Beauharnais . Esprime una
pena intensa ma controllata,
con la testa reclinata, la bocca
che sembra sussurrare una
preghiera.
Antonio Canova
Tra il 1802 e il 1806 Canova
scolpì il ritratto di
Napoleone, rafigurato come
un dio antico; nelle
sembianze di Marte
pacificatore, con la
perfezione anatomica tipica
dell’arte greca, ideale
inseguito dai neoclassici. In
realtà l’imperatore non
gradì essere raffigurato
nudo e la statua non fu
accolta con entusiasmo.
Apsley House- Londra
Antonio Canova
Paolina Borghese come Venere Vincitrice- Roma Galleria
Borghese 1805-1808
Antonio Canova
Al periodo napoleonico appartiene un’altra celebre statua:
Paolina Borghese, sorella di Napoleone Bonaparte, raffigurata
come Venere Vincitrice. Lo schema segue quello dei
recumbenti etruschi e delle Veneri di Giorgione e Tiziano. La
poetica neoclassica è nella perfezione e eleganza formale,
ispirata all’arte greca (foggia dell’acconciatura, delle vesti del
triclino) e alla mitologia perché Paolina, raffigurata come una
dea, tiene in mano il pomo della vittoria, in riferimento alla
disputa tra Atena, Venere e Giunone.