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Il potere dell'immagine nella politica moderna
Come negli Usa. Perché è più facile vendere le persone che i programmi politici? Perché l'immagine può essere trasformata in personaggi mediatici. Secondo Newman, ora è più importante nella politica. L'avvento di una cultura della celebrità richiede un presidente celebrità. Ma cosa è una celebrità mediatica? È una persona la cui fama e la cui personalità derivano dal fatto di essere al centro dell'attenzione. I media e soprattutto la tv prestano attenzione soprattutto all'immagine del candidato in tutti i suoi aspetti (capacità di veicolare uno slogan, carisma, battute, gesti) ed è proprio attraverso questi elementi che un personaggio politico ha la possibilità di diventare una celebrità. Il motivo per cui l'immagine del candidato è diventata centrale nelle elezioni odierne consiste nel fatto che le persone suscitano reazioni emotive tanto in senso positivo che negativo.
Il ricorso alla sfera emozionale costituisce per gli elettori una "scorciatoia cognitiva". I candidati rispondono a quest'esigenza presentandosi come elementi su cui è più facile farsi un'opinione in quanto meno astratti di programmi ed ideologie. Ed essendo ogni giorno in tv diventano familiari per gli elettori, per cui è più facile provare simpatie o antipatie. Il successo elettorale dipende dall'abilità nel saper resuscitare sentimenti positivi. In cosa consiste esattamente l'immagine di un candidato? Consiste nel modo in cui la gente lo percepisce. Ed in politica un'immagine viene creata attraverso le impressioni visive che sono comunicate dalla presenza fisica del candidato, dalle sue esperienze, competenze. Il primo compito del marketing politico è di identificare un'immagine vincente che possa essere fatta propria dal candidato in maniera credibile, il secondo compito è fare si che questa immagine ottenga la maggiore copertura mediatica.
Questi due compiti sono il frutto del lavoro del candidato e del suo staff di consulenti e "campaign managers". La costruzione di una celebrità politica implica il rispetto di alcuni passaggi: 1) Il cosiddetto targeting: conduzione di ricerche per capire quelle che sono le caratteristiche personali che risulterebbero gradite agli elettori. 2) Lo script: la definizione di un copione, ovvero di un profilo che corrisponda all'immagine di politico identificata attraverso il targeting. La regola da rispettare è delineare un'immagine che sia il risultato di un compromesso tra l'autentica personalità del candidato ed il profilo ideale che piacerebbe ai suoi elettori. Il profilo deve includere aspetti come il parlare, gesticolare, muoversi, vestirsi ma anche aspetti più sostanziali, come per esempio decidere quali eventi della vita privata rendere pubblici e quali celare. 3) Creare eventi mediatici per attirare la copertura dei media e quindi aumentare la visibilità del candidato.Imporsi all'attenzione del pubblico. Questi eventi devono inoltre rappresentare il rapporto tra leader ed il suo pubblico e sviluppare un legame di identificazione tra le due parti.
Trasformare le questioni politiche in questioni di carattere e di leadership. Tutto dovrebbe essere è o meno ricondotto ad una visione complessiva di leadership.
Fare si che un candidato incarni il + possibile alcuni dei + importanti miti della politica.
Il candidato deve interpretare il personaggio che si è costruito in tutte le occasioni possibili, specie in tv. È soprattutto col mezzo audiovisivo che si entra + in contatto col candidato, che fa quindi + impressione sul pubblico.
Ad ogni modo questo prodotto, il candidato, deve essere protetto. Queste sono le preoccupazioni degli strateghi delle campagne elettorali.
Respingere le critiche ed evitare gli scandali. Evitare innanzitutto che possano essere strumentalizzati i punti deboli di un candidato. Alcuni aspetti della vita di un candidato,
anche del passato, possono risultare svantaggiosi. Bisogna dunque cercare di ridefinirne il dibattito nel modo meno svantaggioso per il candidato e spostare l'attenzione su altri aspetti. Anche se poi alcuni aspetti problematici si possono poi rivelare vantaggiosi. Bisogna anche evitare gli scandali: meglio tirare subito fuori gli scheletri dagli armadi, o lo faranno i media o gli avversari. Dunque prima di una campagna il candidato ed il suo staff studiano i comportamenti o gli episodi del passato che possono essere usati contro di lui. 2) Trarre vantaggio dagli aspetti mediatici: altro compito della macchina elettorale è gestire e dirigere l'andamento della campagna sia creando eventi sia "cavalcando l'onda", cioè coordinando la propria campagna con gli eventi esterni per beneficiare al massimo della visibilità dei media. Quindi il candidato deve anche sapere approfittare di quello che succede. 3) Tenere basse le aspettative: un'altra strategia è quella di tenere basse le aspettative riguardo alle proprie performance. In questo modo, se il candidato supera le aspettative, verrà visto come un successo, mentre se le performance sono nella norma, non verrà considerato un fallimento. Questo può essere fatto attraverso dichiarazioni o azioni che minimizzano le aspettative.di una buona campagna è gestire al meglio le proprie chance, valorizzando il più possibile l'immagine del candidato senza però permettere che si sviluppino eccessive aspettative. Richiede molto equilibrio: essere in testa nei sondaggi è un fatto positivo in quanto sollecita l'effetto "bandwagon", ovvero il salire sul carro dei vincitori. Questo succede perché gli elettori gradiscono salire sul carro del vincitore, puntare su un candidato che ha buone possibilità di farcela. Anche se nelle campagne lunghe, partire con sondaggi molto favorevoli, espone al rischio di non essere all'altezza delle aspettative. Dunque l'ideale per un candidato è mostrarsi d'essere competitivo, sia sperare di superare le aspettative, ovvero vincere ai primi stadi con un margine più alto del previsto. (1980, The Permanent Campaign, S. Blumenthal: l'argomento principale del libro era che, dal punto di vista della comunicazione politica,)non esisteva più una netta differenza tra il periodo di campagna elettorale e quello di governo. Le tecniche di propaganda che già da tempo caratterizzavano le campagne avevano iniziato ad essere usate come strumenti per creare consenso intorno alle politiche e per mantenere alta la popolarità del governo. Oggi è diventata pratica comune governare attraverso il sostegno di una potente macchina di pubbliche relazioni, che si occupa in maniera serrata e continuativa di ottenere una copertura mediatica favorevole. Affinché il processo di news management possa essere efficace, media e politica devono essere simbiotici. Ora il successo e la legittimità dell'azione politica dipendono da quanto bene si gestisce la comunicazione. Parlando di news management si deve distinguere tra messaggi incentrati sul leader (tesi a rafforzarne l'immagine, con la creazione di eventi che prevedono una sua performance e a cui affidare un alto valore simbolico: lo scopo diQuesti eventi sono di mantenere un certo livello di popolarità personale) e messaggi che riguardano temi e politiche pubbliche (costituito da eventi costruiti intorno ai programmi di politiche che il governo intende promuovere. In teoria le decisioni dovrebbero prima essere prese nel mondo politico e poi essere presentate ai mass media. Ma adesso questi stadi si fondono in un amalgama non facile interpretazione. Meyer parla di "colonizzazione della politica da parte dei media", in cui si impone che tutte le politiche siano passate al vaglio di considerazioni basate su:
- la loro capacità di attrarre copertura positiva da parte dei media;
- la loro potenzialità persuasiva nei confronti del pubblico.
Programmi di politiche che non soddisfano questi requisiti sono scartati da subito).
Operazioni e strategie del news management:
- Creare un ufficio stampa e relazioni pubbliche (che deve saper usare al meglio sia gli strumenti ufficiali che quelli ufficiosi.