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PASCUCCIO DETTO BRAMANTE(1444-1514)

Ci troviamo nella stagione che occupa i secoli dal quattrocento al seicento. E' una stagione significativa per quanto riguarda l'evoluzione dell'architettura. Ha questo ruolo di cominciare a stabilire dei criteri per passare a delle azioni maggiormente controllate matematicamente col progetto. La crisi della democrazia comunale nel '400 comporta l'accentramento del potere nelle mani di oligarchie che trasformano le città in importanti centri politici e culturali. Il ruolo dell'architetto emerge significativamente, in quanto adesso si richiedono delle competenze artistiche, scientifiche.

BRAMANTE IN LOMBARDIA

Nasce ad Urbino, ben presto però abbandona la sua città dove si è insediato Francesco di Giorgio Martini come capo maestro. Opera in due grandi città, sotto due grandi personaggi: a Milano per gli Sforza e a Roma per Giulio II. La differenza tra

Bramante e Alberti, è che il primo preannuncia le basi per gli stili del '900 (neogotico, neoclassico ecc.) secondo il quale una facciata di uno stile deve essere rimodernizzata con lo stesso. A differenza di Alberti che era solito a costruire una scatola esterna di stile recente, attorno ad una struttura preesistente. Comincia come pittore. Realizza gli affreschi dell'antica facciata del "Palazzo del Podestà" di Bergamo. Mediante la rappresentazione illusionistica, dipinge la facciata articolandola con pilastri e nicchie quadre. Era appunto una verifica dei limiti della rappresentazione illusionistica, la finzione prospettica, realizzata in alcuni interni ad Urbino e portata all'esterno in Lombardia. Davano l'impressione di un'architettura immaginaria tipica di Bramante, che sarà presente in altre sue opere. Bramante realizza "Incisioni Prevedari" dove rappresenta un interno di un'antica chiesa, quasi in

rovina.Costituisce la rappresentazione in prospettiva di un vero e proprio progetto architettonico precisato nei precedenti disegni, in pianta e in alzato le caratteristiche. Questa incisione costituisce essenzialmente una variante a croce inscritta in un quadrato: un edificio con cupola al centro di quattro bracci in croce ed inscritti in un perimetro quadrato. Il tema spaziale che appassionerà Bramante fino a San Pietro, per tutta la vita. Questa croce iscritta era di origine tardo-bizantina che si vide già a Milano nel '868 nel sacello di S.Satiro (adiacente alla chiesa di S. Maria realizzata da Bramante). Altre opere di pittura sono "Cristo alla colonna di Argo": rappresenta Cristo legato ad un pilastro prima di essere flagellato. Notiamo la grande attenzione per i dettagli, dove posa in secondo piano un calice di piccole dimensioni che ci fa capire la distanza e le proporzioni degli elementi. All'arrivo di Bramante, Milano, ricca e popolosa capitale.

di Milano per quasi vent'anni, durante i quali la città conoscerà un periodo di grande splendore artistico e culturale. Durante il dominio di Ludovico il Moro, Milano diventa un importante centro di produzione artistica e architettonica. Numerosi artisti e architetti vengono chiamati a lavorare nella città, contribuendo alla creazione di opere di grande valore. Tra gli artisti più importanti che operano a Milano in questo periodo, si distingue Leonardo da Vinci. Il genio rinascimentale, oltre ad essere un grande pittore, si dedica anche all'architettura e alla progettazione di opere pubbliche e private. Tra le sue opere più celebri a Milano, si possono citare il Cenacolo, affresco che decora il refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, e il progetto per la chiesa di San Satiro. Un altro importante architetto attivo a Milano in questo periodo è Donato Bramante. Il suo stile, influenzato dal classicismo rinascimentale, si può ammirare in opere come il chiostro di Santa Maria delle Grazie e la chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Oltre a Leonardo da Vinci e Donato Bramante, a Milano lavorano anche altri artisti di grande talento, come Bernardino Luini, che realizza affreschi di grande bellezza, e Bramantino, che si distingue per la sua abilità nella pittura e nell'architettura. Grazie al mecenatismo di Ludovico il Moro, Milano diventa un importante centro culturale e artistico, attirando artisti e intellettuali da tutta Italia e dall'Europa. La città si arricchisce di palazzi, chiese e opere d'arte di grande valore, che ancora oggi testimoniano il periodo di grande splendore che ha vissuto durante il Rinascimento.milanese dal 1480 al 1499, e renderà Milano una delle più grandi città d'Europa. Quest'ultimo aveva avuto modo di conoscere le culture rinascimentali di Firenze, Mantova, Padova, Venezia ecc. A questo punto, la sua politica aveva bisogno di un'architettura come mezzo politico testimone di ricchezza e potenza. Era naturale quindi che Bramante, come poco dopo Leonardo, fosse attratto verso la capitale Lombarda. Egli non rimane indifferente alle influenze fiorentine del Rinascimento in Lombardia, né è insensibile al gusto della tradizione medievale romanico-gotica lombarda. Era stato educato al culto dell'antichità, tanto sognata e vagheggiata quanto in realtà poco direttamente conosciuta. Bramante in realtà è un isolato. È un vagabondo sradicato dal suo ambiente d'origine. Non ha un vero e proprio maestro, non segue una tradizione. È uno straniero a Milano, come lo sarà a Roma. In

Apparenza disponibile a tutte le richieste della società in cui opera, al gusto dei committenti, egli in realtà non sarà mai veramente integrato nel mondo in cui vive: sempre fedele a se stesso, e non tanto a un suo unico ed elimitato ideale, quanto al suo irrequieto desiderio di conoscenza, sperimentazione, verifica. Ma proprio grazie al suo distacco dalla tradizione e quindi la sua apertura a stimoli diversi, gli danno la possibilità di trasformarsi continuamente, di adattarsi a nuovi ambienti.

Bramante progetta una vera e propria architettura, la chiesa di S. Maria presso S. Satiro. È la prima opera di Bramante costruita a Milano. Il primo esempio di applicazione dei principi dell'illusionismo prospettico a un vasto edificio concreto. L'architettura è divenuta essenzialmente pittura, fatto visivo, rappresentazione di se stessa. L'impianto della chiesa, segue i diversi rapporti tra le parti, lo schema della brunelleschiana cappella.

Pazzi: uno spazio allungato, costituito da un blocco cubico al centro, coperto da una cupola. Viene evocato il Brunelleschi in una singolarissima soluzione che è quella delle paraste angolari asimmetriche. Si capisce che Bramante ha una profonda conoscenza dell'opera di Brunelleschi.

Al momento di ampliare la chiesa, obbliga uno sviluppo planimetrico a forma di T. Ma Bramante è dominato dall'idea della centralità, quindi progetta un vano a croce concluso da una cupola e fiancheggiato da navate correnti lungo il perimetro. Quindi compone quasi una croce greca, dove però il braccio nord è definito tramite la rappresentanza illusionistica: allude ad un'abside, quasi non ci si accorge che è finta. Tramite la prospettiva, vedendola di fronte appare come vera.

A Bramante gli fu commissionato la realizzazione dei chiostri della chiesa di S. Ambrogio. La Canonica fu impostata (forse come Santa Maria presso S. Satiro) secondo un organismo

porticato del tutto nuovo tipologicamente che doveva svilupparsi attorno a una piazza quadrata, alla quale si doveva probabilmente accedere attraverso quattro archi trionfali a doppia altezza, posti al centro (riferimento evidente alle indicazioni ideali dell'Alberti e alla descrizione di un Foro romano antico). Rompe la staticità per il quale si hanno due ordini allineati (porticato inferiore e finestre superiori). Arretrain oltre le finestre nel lato superiore per creare dei camminamenti. Il portico del solo lato esistente, unica parte originale, presenta proporzioni armoniche controllatissime, colonne con entasi e capitelli compositi (a corona unica di foglie) di accurata fattura nonché differenti tra di loro, pulvino sopra i capitelli e la presenza insolita di quattro colonne "laboratas ad tronchonos". Bramante ha impostato la Canonica non addossata al fianco della basilica di Sant'Ambrogio bensì alla distanza di quasi un metro, così dapoter aprire i tratti di muro tra un contrafforte e l'altro della basilica ricavando lo spazio di altre sette piccole cappelle. Nei due grandi cortili sono presenti sia l'estremo slancio e la massima leggerezza delle arcate altissime con colonne poggiate su un muretto, sia gli ordini dorico e ionico a quel tempo ancora insoliti, nonché al primo piano la soluzione tipicamente "Bramantesca" delle finestre incorniciate in due arcate minori.

RBRAMANTE A OMA

Bramante si trasferì a Roma nel 1499, in seguito alla caduta degli Sforza. I papi erano stati prevalentemente assenti a Roma nella prima metà del XV secolo e la città aveva goduto di poca importanza politica. Dopo la morte di Lorenzo de Medici e la caduta degli Sforza, divenne un autorevole centro culturale e politico che culminò nello straordinario pontificato di Giulio II, offrì incarichi contemporaneamente a Bramante, Michelangelo e a Raffaello. Al suo arrivo a Roma, sioccupò di rilevare le antichità romane che attirarono l'attenzione del cardinale Carafa, che lo invitò a progettare nel 1500 il chiostro di S. Maria della Pace. Si nota il primo ordine costituito da una serie di archi nel livello inferiore, mentre nell'ordine superiore le finestre sono scandite da delle lesene in corrispondenza dei pilastri. Sempre nell'ordine superiore troviamo dei pilastrini mediani. La trabeazione è trascritta. Opera però che superò il chiostro di importanza e di influenza fu il tempietto in S. Pietro in Montorio. Ricevette l'incarico nel 1502 da Ferdinando e Isabella d'Aragona per indicare il punto in cui si pensava fosse stato crocifisso San Pietro. Per la prima volta dai tempi romani, Bramante eresse un edificio periptero a pianta centrale coperto a cupola, cioè una cella circolare completamente circondata da un colonnato. Pertanto il tempietto è un monumento di eccezionale importanza.

solennità artistica, senza alcuna funzione pratica. Il peribolo è formato da vere e proprie colonne doriche di modello romano, mentre le metope nell'atrabeazione recano scolpite le chiavi di San Pietro. In quanto edificio circolare, che nelle intenzioni di Bramante doveva sorgere al centro di un ampio cortile porticato anch'esso circolare, la sua forma venne inoltre considerata come la rappresentazione della realtà terrena e divina, un concetto caro ai pensatori medievali e rinascimentali. Andrea Palladio, per il quale il Pantheon circolare era significativo come "figura del mondo", offrirà il tempietto l'eccezionale tributo di includerlo tra i "Tempi antichi" che erano l'oggetto del quarto dei "Quattro libri dell'Architettura (1570)".

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
4 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vitocast01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi storica dell'architettura e dei contesti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Jacazzi Danila.