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Firenze, si lascia influenzare dalle prediche di

Girolamo Savonarola e dal suo moralismo

intransigente.

Sandro Botticelli - La Primavera,

1478-82

Sandro Botticelli - La Primavera,

1478-82

• Il dipinto è a soggetto mitologico: sono

rappresentati Zefiro che insegue e afferra la

ninfa Cloris, trasformata in Primavera (Flora,

anche riferimento a Florentia=Firenze). la

Primavera sparge i fiori nel giardino. Al centro

Venere, dea dell’amore, che ha come sfondo una

pianta di mirto a lei sacro e sopra Cupido che

scaglia frecce. A sinistra le tre Grazie che

danzano e Mercurio, con il caduceo (simbolo di

pace) che allontana le nubi dal cielo. Il giardino

di arnci (delle Esperidi) è colmo di fiori e frutti

(circa 500 specie diverse) e il dipinto si presta a

diverse interpretazioni allegoriche.

Sandro Botticelli - La Primavera,

1478-82 - dettagli

Sandro Botticelli - La Primavera, 1478-

82 - dettagli

Sandro Botticelli - La Primavera,

1478-82

• L’opera potrebbe essere ispirata dalle stanze di

Angelo Poliziano, un colto letterato legato ai

Medici. Il poemetto, scritto per celebrare il

trionfo in una giostra di Giuliano de’Medici,

fratello di Lorenzo e la sua amata Simonetta

Vespucci, descrive la bionda Primavera, Zefiro,

millefiori, Venere madre degli amori, Cupido

che punta le sue frecce, in un giardino odoroso

pieno di rose, gigli, violette.

• Il poemetto fu interrotto nel 1478 con la morte

di Giuliano, ucciso nella congiura dei Pazzi.

Sandro Botticelli - La Primavera,

1478-82

• L’opera fu probabilmente commissionata da Lorenzo de’Medici o per

festeggiare la nascita del nipote Giulio, figlio di Giuliano, o per le

nozze del cugino Lorenzo di Pierfrancesco de’Medici (il dipinto era

inizialmente nella sua stanza da letto) con Semiramide Appiani.

• Potrebbe essere anche un’allegoria del governo dei Medici che

avrebbero portato a Firenze un’eterna primavera, con pace e

prosperità.

• Infine alcuni hanno pensato ad un’interpretazione attraverso

“Le nozze di Mercurio e Filologia”dello

immagini del trattato scrittore

latino Marziano Capella (IV-V sec. d.C.)

• L’opera è in ogni caso un’esaltazione dell’amore intellettuale, secondo

le teorie neoplatoniche di Marsilo Ficino (Venere=humanitas, cioè

l’insieme delle attività spirituali dell’uomo), con lo scopo di educare i

giovani attraverso l’arte (docere et delectare). È stata anche vista

come una evoluzione dall’amore passionale (Zefiro e cloris) fecondo

che guidato dall’Humanitas (Venere) con l’aiuto delle tre Grazie si

trasforma in amore intellettuale (Mercurio=ragione).

Sandro Botticelli – La nascita di Venere

– 1483-85

Sandro Botticelli – La nascita

di Venere – 1483-85

• Il soggetto è mitologico: è raffigurata la dea Venere

nel momento in cui approda sulla terra, trasportata da

una conchiglia. A sinistra Zefiro e un altro vento

(Aura) la sospingono sulla riva. A destra la accoglie

Flora, o una delle tre Grazie, con un manto rosa

ornato di fiori, o una delle Ore che presiedono al

mutare delle stagioni, con la veste ornata di rose e

mirto, piante sacre a Venere.

• L’iconografia, sebbene il soggetto sia profano

richiama il battesimo di Cristo (Amore spirituale;

acqua del battesimo) secondo le teorie neoplatoniche

che tendevano a evidenziare i punti d’incontro tra la

cultura classica e la fede cristiana. L’ispirazione può

derivare dalle stanze di Poliziano e dagli scrittori

latini e greci(Ovidio - Metamorfosi, Lucrezio,-De rerum

natura, Esiodo Genealogia)

Sandro Botticelli – La Calunnia-

1495

Sandro Botticelli – La Calunnia-

1495

• Sul finire della sua vita Botticelli è influenzato

dalle prediche e dal rigido moralismo del frate

domenicano Girolamo Savonarola. Il clima è

cambiato a Firenze e nell’Occidente (1492:

scoperta dell’America, morte di Lorenzo il

Magnifico, periodo della controriforma). La crisi

morale e politica è evidente. Si instaura un

sentimento di precarietà e di incertezza che

coinvolge gli artisti. Botticelli si dedica a soggetti

religiosi o, come nel dipinto La Calunnia, ispirato

ad un’opera perduta del pittore greco Apelle, ad

allegorie cupe, sinonimo della drammaticità dei

tempi.

Sandro Botticelli – La Calunnia-

1495 Ignoranza Re Mida

Sospetto

Verità Rimorso Insidia Frode

Calunnia Livore

Il calunniato

Andrea Mantegna

• Andrea Mantegna (Isola di Carturo, Padova,1431 – Mantova,

13 settembre 1506) si formò nella bottega padovana dello

Squarcione, dove maturò il gusto per la citazione

archeologica. A Padova c’era un vivace clima umanistico

• Dagli artisti toscani e da Piero della Francesca apprese la

prospettiva. Dal fiammingo Rogier van der Weiden il pathos.

Caratteristica di tutta la sua produzione l’illusionismo

prospettico e i riferimenti alla statuaria. Tra le opere

principali la cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani a

Padova (distrutta dalla 2° guerra mondiale), la pala di San

Zeno a Verona(nella predella Orazione nell’orto, Crocifissione

e Resurrezione, conservate in altri musei). Nel 1460

Mantegna si trasferì con tutta la famiglia a Mantova dai

Gonzaga come pittore ufficiale di corte, ma anche come

consigliere artistico e curatore delle raccolte d'arte. A questo

periodo risalgono la Camera degli Sposi e Il Cristo Morto.

Andrea Mantegna – La Camera

degli Sposi

Camera degli Sposi,

• Nel 1465 Mantegna iniziò la chiamata nei

resoconti dell'epoca Camera picta, cioè "camera dipinta", terminata

nel 1474. L'ambiente di dimensioni medio-piccole occupa il primo

piano della torre nord-orientale del Castello di San Giorgio ed aveva la

duplice funzione di sala delle udienze (dove il marchese trattava affari

pubblici) e camera da letto di rappresentanza, dove Ludovico si

riuniva coi familiari.

• Mantegna studiò una decorazione ad affresco che investiva tutte le

pareti e le volte del soffitto, adeguandosi ai limiti architettonici

dell'ambiente, ma al tempo stesso sfondando illusionisticamente le

pareti con la pittura.

• ll tema generale è una straordinaria celebrazione politico-dinastica

dell'intera famiglia Gonzaga, con l'occasione della celebrazione

dell'elezione a cardinale di Francesco Gonzaga.

• Motivo di raccordo tra le scene sulle pareti è il finto zoccolo marmoreo

che gira tutt'intorno nella fascia inferiore, sul quale poggiano i pilastri

che suddividono le scene. Alcuni tendaggi di broccato affrescati

svelano le scene principali.

Andrea Mantegna – La Camera

degli Sposi

Andrea Mantegna – La Camera degli Sposi –

parete nord

È divisa in tre settori: il primo settore è occupato da una finestra

che dà sul Mincio; il secondo dalla corte; il terzo da una tenda

chiusa davanti alla quale passano varie persone. La presenza

del camino rendeva difficile ambientare la scena. Mantegna

immagina una piattaforma rialzata cui si accede tramite gradini.

Vi è raffigurata la corte dei Gonzaga con Ludovico, la moglie

Barbara di Brandeburgo e i figli. Il segretario porge a Ludovico

Andrea Mantegna – La Camera degli Sposi –

parete ovest

La parete ovest, detta

"dell'Incontro", è analogamente

divisa in tre settori. In quello di

destra avviene l'"incontro" vero e

proprio, in quello centrale alcuni

putti reggono una targa

dedicatoria e in quello di sinistra

sfila la corte del marchese.

Nell'Incontro, avvenuto a Bozzolo,

sono rappresentati il marchese, in

vesti ufficiali, accanto al figlio

Francesco cardinale. Sotto di loro

stanno i figli di Federico I Gonzaga,

Francesco e Sigismondo, mentre il

padre si trova all'estrema destra.

La scena ha una certa fissità,

determinata dalla staticità dei

personaggi ritratti di profilo o di tre

quarti per enfatizzare l'importanza

del momento. Sullo sfondo è

rappresentata una veduta ideale di

Andrea Mantegna – La Camera degli Sposi – la

volta

La volta è composta da un soffitto ribassato, che è

illusionisticamente diviso in vele e pennacchi dipinti. Alcuni finti

costoloni dividono lo spazio in figure regolari, con sfondo dorato

e pitture a monocromo. Vi sono raffigurati i busti degli

Andrea Mantegna – La Camera degli

Sposi – la volta

• Nell'oculo, scorciati secondo la

prospettiva da "sott'in su", si

vede una balaustra dalla quale si

sporgono una dama di corte,

accompagnata dalla serva di

colore, un gruppo di domestiche,

una dozzina di putti, un pavone

(riferimento agli animali esotici

presenti a corte, piuttosto che

simbolo cristologico) e un vaso,

sullo sfondo di un cielo azzurro.

Per rafforzare l'impressione

dell'oculo aperto, Mantegna

dipinse alcuni putti

pericolosamente in bilico

aggrappati al lato interno della

cornice, con vertiginosi scorci. È

la prima volta che un pittore

italiano dipinge

illusionisticamente il cielo sul

soffitto. Questo espediente sarà

molto usato nei secoli XVII e

XVIII. (Cupole barocche).

Andrea Mantegna –

Cristo morto

• Databile con incertezza tra il

1475-1478 circa e

conservato nella Pinacoteca

di Brera a Milano. L'opera è

celeberrima per il

vertiginoso scorcio

prospettico della figura del

Cristo disteso. La tavolozza

è ridotta all’essenziale, con

pochi colori lividi. Sullo

sfondo si nota il vaso

dell’unguento e a sinistra

Maria che si asciuga le

lacrime insieme ad un’altra

donna disperata

(Maddalena). È un’opera

ricca di pathos e di crudo

realismo. Mantegna sceglie

una posizione anomala per

Cristo, ponendo in primo

piano i piedi feriti dai chiodi.

Donato Bramante

• Donato (Donnino) di Angelo di Pascuccio detto il

Bramante (Fermignano, 1444– Roma, 11 aprile 1514)

architetto e pittore,fu uno dei maggiori artisti del

Rinascimento. Formato a Urbino, uno dei centri della

cultura italiana del XIV secolo, fu attivo prima a

Milano, condizionando lo sviluppo del rinascimento

lombardo e poi a Roma dove progettò il nuovo San

Pietro e il tempietto di San Pietro in Montorio.

• La sua opera di architetto influenzò la classicità del

Cinquecento ottenendo la più alta cons

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
29 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher agostino067 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Alberti Carlo.