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MILANO: LEONARDO DA VINCI (1482-1499/1500)

Leonardo Da Vinci ha sbagliato le tecniche esecutive Cenacolo. dell’ultima cena Leonardo da Vinci applicato tecniche da cavalletto all’affresco causando un degrado rapido della superficie pittorica.

Ultima cena Nell’ c’è la tecnica della prospettiva.

Città: la città viene concepita su due livelli: un livello per i pedoni e un livello per il trasporto pesante. Trasporto pesante a Milano era dato dai navigli (via d’acqua). Il piano nobile è sul piano sopra, piano di servizio è il piano terra.

L’INCISIONE PREVEDARIBRAMANTE A MILANO (1480-99): (1481)-> 1º opera di Bramante Data: 1481 Bernardo Prevedari È una stampa. Incisa da su disegno di Donato Bramante,. il cui nome é riportato in un iscrizione in caratterli lapidari (««BRAMANTUS FECIT IN MEDIOLANO »). -> firma di Bramante. Dimostra come molti temi dell'architettura bramantesca legati al rapporto con

L'antico ed alla lezione di Leon Battista Alberti, siano giàmaturi vent'anni prima delle opere romane, come ad esempio l'uso di archi su pilastri e non su colonne.-> 1º opera di Bramante. È un incisione, una stampa su disegno di Bramante incisa da Bernardo Prevedari. È un manifesto di architettura. Bramante vuole far vedere cosa sa fare. È uno spaccato prospettico, c’è composizione all’antica. Questa stampa mostra le caratteristiche tipiche di Bramante: oculi, tondi che bucano le vele della crociera e oculo come rosone.

GLI UOMINI D’ARME DI CASA VISCONTI Bramante dipinse un ciclo con Uomini d’Arme (1486-87) per Ludovico il Moro (1452-1508) nella Casa di Gaspare Visconti (oggi alla Pinacoteca di Brera)-> figure all’antica con abiti più recenti. Sono inquadrati dentro l’architettura all’antica (abside, lesene). Sono presenti i tondi (firma di Bramante) a conchiglia.

IL TIBURIO DEL DUOMO DI

MILANO (1487-90) Intervento di di Bramante. , Nel 1481 muore Il tuo Templum Magnum, ovvero il Duomo di Milano, è un'opera imponente. Tuttavia, i lavori si erano fermati vicino al tiburio. Bramante propose un modello ottagonale, ma la sua proposta fu scartata. Nel 1490, il modello di Giovanni Antonio Amadeoda con Gian Giacomo Dolcebuono, rivisto da esperti come Francesco di Giorgio e Fancelli, vinse il confronto. Il tiburio fu completato in soli dieci anni, senza alcun difetto statico.

La facciata ornata è di epoca napoleonica, ma è un falso storico in quanto non è di stile tardo gotico.

S.MARIA PRESSO S.SATIRO

Architetto: Bramante

Data: 1476/78/82-86

Luogo: Milano

Committente: Galeazzo Maria Sforza

La chiesa fu costruita per ospitare un'immagine miracolosa della Vergine. Il dipinto, risalente al XIII secolo, è posto sull'altare maggiore della chiesa. Il committente iniziale fu il duca Galeazzo Maria Sforza, raffigurato con la moglie Bona di Savoia nell'icona.

sacrario dell'altare. La costruzione continuò poi grazie al sostegno di Ludovico il Moro. La successione dei lavori fu complessa ed in parte ancora da chiarire, e i documenti sinora reperiti non comprovano definitivamente che la soluzione dell'abside prospettica sia da ascrivere a Bramante; questa comunque è l'attribuzione preponderante nella letteratura artistica, nonostante nel contratto del 1486 l'Amadeo appaia in una veste preponderante e che pertanto alcuni ritengano che la paternità dell'intero progetto sia da ascrivere all'Amadeo. La chiesa ha una forma strana in quanto il lotto è molto ristretto. Questa opera è attribuita più ad Amadeo che a Bramante. Potrebbero anche aver collaborato insieme. La struttura è a 3 navate. Le navate laterali svoltano nel transetto. C'è una cupoletta nel tiburio intradossata (nascosta dalle falde del tetto e dal tiburio) con lanterna. Si nota l'assenza del presbiterio e del sacrario dell'altare.

coro. La doppia ghiera con i tondi è una delle firme di Bramante. Originariamente tutto l'edificio era decorato in bianco, azzurro e oro, e l'impressione ottica doveva essere ricchissima.

interno: è simile a ciò che si vede in Incisione Prevedari (sequenza di arcate su pilastri) manca però al posto della crociera c'è la cupola e non c'è l'abside finale. Una volta a botte copre la navata principale. Deformazione ottica: cassettoni disegnati in prospettiva. La volta non esiste in realtà, è un bassorilievo, è uno schiacciato architettonico (architettura compressa in un rilevo) trompe l'oeil. La soluzione, considerata antesignana di tutti gli esempi di successivi, costituisce un esempio di "stiacciato" (schiacciato) donatelliano trasferito dalla scultura all'architettura. Altrettanto controversa ed incerta è l'attribuzione della Sacrestia bramantesca a pianta.

ottagonale. Nell'esterno del complesso troviamo il primo esempio di utilizzo a Milano di un ordine classico, nella facciata su via Falcone. La Sagrestia è un impianto ottagonale, con lati scavati da nicchie (torna il motivo della conchiglia rovesciata). La trabeazione è fregiata con tondi e putti. La Sacrestia sembra un mausoleo all'antica con impianto centrale.

SACELLO DI S. SATIRO (ante 879 con restauri fra 1482-86) All'epoca del Bramante risale la decorazione esterna del sacello di San Satiro. È di epoca rinascimentale anche rivestimento esterno, circolare, con le nicchie affiancati da paraste corinzie, che sorreggono un'alta trabeazione. Al di sopra della struttura a croce greca, che si vede emergere dalla costruzione circolare, fu aggiunto il tiburio ottagonale sormontato dalla lanterna. La decorazione in cotto è costituita da cornicioni a motivi vegetali, dai capitelli delle paraste e dai tondi con le teste scolpite caratteristici della

tradizione milanese.-> sono presenti tondi bramanteschi. Ha un impianto quinconce(croce greca) con absidi.È un architettura del 879, Bramante la riveste con una nuova pelle esterna.Aggiunge il cerchio che circonda il tempietto è la lanterna.La pianta è centrale. La pianta centrale verrà spesso utilizzata da Bramante.

Tradizione milanese - sono presenti tondi bramanteschi. Ha un impianto quinconce (croce greca) con absidi. È un'architettura del 879, Bramante la riveste con una nuova pelle esterna. Aggiunge il cerchio che circonda il tempietto è la lanterna. La pianta è centrale. La pianta centrale verrà spesso utilizzata da Bramante.

CANONICA DI SANT'AMBROGIO Architetto: Bramante Data: 1492-1499 Luogo: Milano Ludovico il Moro e il fratello Ascanio Sforza commissionarono la Canonica. Uno per il clero secolare (attorno a un monumentale cortile quadrato, a nord della basilica) e l'altro i due chiostri per il convento dei monaci cistercensi (a sud della basilica). La Canonica fu progettata affacciata su un portico quadrato con quattro archi trionfali a doppia altezza con un foro romano antico. Gli archi trionfali sono retti da lesene giganti. Gli archi trionfali sono ispirati a San Andrea di Alberti. Bramante

CANONICA DI SANT'AMBROGIO

Architetto: Bramante

Data: 1492-1499

Luogo: Milano

Ludovico il Moro e il fratello Ascanio Sforza commissionarono la Canonica. Uno per il clero secolare (attorno a un monumentale cortile quadrato, a nord della basilica) e l'altro i due chiostri per il convento dei monaci cistercensi (a sud della basilica). La Canonica fu progettata affacciata su un portico quadrato con quattro archi trionfali a doppia altezza con un foro romano antico. Gli archi trionfali sono retti da lesene giganti. Gli archi trionfali sono ispirati a San Andrea di Alberti. Bramante

riuscì a costruire, tra il 1492 e il 1499, solo uno dei quattro lati previsti e ad impostare le colonne per il secondo, che non verrà mai completato. Il portico presenta anche quattro "laboratas ad tronchonos" (lavorate a tronco, sembra un tronco ma è di pietra, è una colonna di ispirazione antica), il cui aspetto dovrebbe richiamare un tronco d'albero appena sbozzato, rimandando a Vitruvio ed all'origine lignea dell'ordine architettonico. S. Ambrogio è una famosa canonica romanica 1490. Anche questo è un non finito. CHIOSTRI DI SAN AMBROGIO Architetto: Bramante Data: dal 1497 al XVI sec. I due chiostri caratterizzati rispettivamente dall'ordine dorico e dall'ordine ionico (a quel tempo ancora insoliti), presentano arcate insolitamente alte 7,5 metri. Tale soluzione avrà successo come tipologia in quanto si rivelò particolarmente adatta ad ospitare sia grandi stanze a doppia altezza, come mense e biblioteche.sia celle per i monaci su due piani. Le colonne sono poste su dei dati. Le finestre sono rettangolari, trabeate (non più bifore). Bramante, partito definitivamente per Roma, non vide mai i due chiostri del monastero di Sant'Ambrogio, realizzati da altri nel Cinquecento. Al primo piano è la soluzione tipicamente "bramantesca" delle lesene, incorniciate in arcate minori, che vedeva un "pieno", cioè un impostato sopra la mezzeria di un arco. CONVENTO DOMENICANO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE Architetto: Bramante interviene su un opera di Solari. Data: 1463-69 Solari tre chiostri. Il convento si articolava attorno a: 1. Il Chiostro dell'Infermeria, originario alloggio delle truppe del Vimercati (il mecenate che donò l'appezzamento di terra) inglobato nella costruzione, 2. il Chiostro Grande, su cui affacciavano le celle dei frati, 3. il Chiostro dei Morti attiguo alla chiesa. Di questo chiostro oggi è possibile vedere la.la chiesa già iniziato da Guiniforte Solari. La chiesa di Santa Maria delle Grazie è un esempio di architettura rinascimentale. La facciata è caratterizzata da un portale centrale sormontato da un rosone e da due finestre laterali. All'interno, la chiesa presenta una pianta a croce latina con una navata centrale e due navate laterali. Le pareti sono decorate con affreschi e opere d'arte di vari artisti dell'epoca. Il complesso conventuale comprende anche il Chiostro dei Morti, che si trova accanto alla chiesa. Questo chiostro è caratterizzato da archi a tutto sesto e da una serie di colonne che circondano un giardino interno. La costruzione della chiesa e del convento è stata un'opera di ricostruzione dopo i bombardamenti del 1943. Grazie all'impegno degli architetti e degli artisti dell'epoca, il complesso è stato riportato al suo antico splendore. La chiesa è dedicata alla Madonna delle Grazie, che è venerata come patrona della città.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
23 pagine
2 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lizzie.2020 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.