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Tomba di Giulio II, 1505
Da collocarsi nella tribuna della nuova Basilica di San Pietro, progettata da Bramante in sostituzione dell'antica Basilica non più paleocristiana. Nuova chiesa, rivoluzionaria a pianta centrale. Doveva ospitare in una delle 4 braccia omologhe la sua tomba.
Chiamato Michelangelo, scultore di formazione. Si sposta da Firenze a Roma.
Prevedeva una colossale struttura architettonica isolata nello spazio, a base rettangolare, una piramide a gradoni sulla quale posare 40 gruppi scultorei in una scala maggiore del vero (Prigioni nella parte basamentale ed il Mosè che oggi si trova in San Pietro in Vincoli e papa sdraiato su letto di morte).
Il progetto viene ridimensionato, 6 progetti che si alternano, in riduzione sempre maggiore: gli eredi di Giulio II alla sua morte non rispettano le volontà, si riduce il progetto originario = tomba anonima a San Pietro in Vincoli con Mosè al centro con Giulio II sul sarcofago al di sopra.
MOSE': testimonia
L'avvenuta trasformazione del periodo e dellebravura: pieno dinamismo che anticipa il Barocco; capacità plastica delle figure di Michelangelo, dona carattere e dinamica alle figure. Mosè che si torce e si ruota, sembra si stia per alzare, dita che avvolgono i riccioli delle barba: studiata da Freud= trasposizione del sentimento dell'effigiato, scultura che interpreta l'anima dei personaggi che va a ritrarre.
Tomba: pensata per essere collocata all'interno di una delle quattro braccia, Essendo simmetrico sull'asse trasversale bastava replicarlo. Impianto innovativo a croce greca che deve sostituire l'originale (deve sostituire quella di Costantino), nell'ottica dei progetti che si affermano in questo periodo, Altre 4 croci greche più piccole, somiglianti alle planimetrie più piccole milanesi (san Satiro e Ospedale Maggiore). Prevede quinconce con 4 cupole minori sulle croci più piccole e una cupola maggiore, poggiata su 4.
grandi piloni isolati nello spazio, connessi da volte a botte al resto della struttura. Intenzione: creare una cupola paragonabile a Santa Maria del Fiore e al Pantheon: un traguardo supporto solo da Brunelleschi. Differenza: questa poggiava su 4 piloni. Si torna allo schema di Santa Sofia, con un impianto simmetrico come quello della chiesa Giustinianea. Inscrizione in un quadrato che costituiscono i 4 campanili previsti da Bramante. Diaframmi: vestiboli, l'anticamera di accesso alla chiesa, ingressi principali sulle testate degli absidi maggiori. Progetto che desta scalpore immediato, a tal punto di non essere immediatamente compreso.
SAN PIETRO DI BRAMANTE, 1506
Croce greca: motivo orientale + difficoltà funzionali e spaziali, troppo grande e non aveva una estensione tale per cui rimanere grande e sopportare i flussi di pellegrinaggio. La più grande chiesa della cristianità deve affrontare un problema di spazio. Cupola= sorgere al centro, sulla tomba di Pietro.
Fonti
Iconografiche: medaglia del Caradosso nel 1505 che riproduce il prospetto dell'edificio
No facciata principale ma 4 facciate omologhe molto articolate con volumi, un ingresso principale sormontato dalla calotta dell'abside; vestiboli degli ingressi laterali: cupole piccole delle croci minori.
4 campanili con sagrestie agli angoli.
Difficoltà cupola: tamburo colonnato sul quale appoggia la calotta che ha ispessimenti assimilabili a quelli del Pantheon.
Cupola emisferica, a singola calotta in calcestruzzo, rinforzata da anelli di rinfianco.
Struttura molto leggera per essere all'imposta, che Bramante progetta per essere non spingente: simile al pantheon per il rinfianco di imposta, come si trattasse di una cupola di calcestruzzo, monolitica.
Cima: lanterna pesante che richiama la lanterna di Brunelleschi a SMDF.
Struttura che da subito si rivela debole, per quanto riguarda i piloni stessi: troppo esili, tanto da richiedere ispessimenti sin da subito per sostenere la struttura.
- (cupola finita 60 anni dopo la posa della primapietra)
- variante di Bramante: Giuliano da Sangallo, allarma da subito papa Giulio II sui rischi strutturali di un impianto centrale e sull'eccessivasnellezza dei piloni progettati da Bramante, (problema sull'impianto centrale): il quale procede a rinforzarli e mutare il progetto in una pianta longitudinale con ambulacri o deambulatori ad esedra di rinforzo, a costituire il sostegno che irrigidiva e fermava la struttura, volta a botte anulare che si dispone sulle braccia a costituire il sostegno per irrigidire le braccia. Semplificazioni Croci greche: modulo da ripetere.
- —> san Pietro con piloni e terminazioni diversa delle braccia della croce greca, giro di cavallo interno che costituisce una doppia abside, una galleria, volta a botte anulare che si dispone sulle 3 braccia a costituire il sostegno, a tenere tutto fermo.
- Modularità a trasformare in 3 navate: trasformare in un corpo longitudinale.
- Per ragioni economiche,
Vengono abbandonati i deambulatori e Bramante riutilizza le strutture murarie del Coro di Rossellino iniziato sotto papa Niccolò V, perché san Pietro aveva problemi di spazio nella zona del presbiterio, che viene ampliato e problemi statici di ribaltamento delle mura che l'Alberti cerca di risolvere prima che Giulio II opti per la demolizione.
Si costruiscono solo i piloni della grande cupola e Giulio II dispone che il coro (Cappella Iulia) venga ornato di marmi e mosaici e illuminato da serliane.
Il progetto di Bramante deve convivere con l'avvio dei lavori di Rossellino. Bramante aveva inoltre previsto per l'interno, l'uso dell'ordine di lesene gigante (visto a Mantova, ordine gigante su dadi).
San Pietro viene demolito, si procede alla ricostruzione con tutti i dubbi col progetto di Bramante, finché Maderno, un secolo dopo non sarà chiamato a prolungare la navata con Michelangelo. (Disegni di Maarten Van Heemskerck)
CORO DI SANTA MARIA DEL POPOLO
1505-08 Porzione del presbiterio. Si lavora sul preesistente. Volta a botte cassettonata che segue la volta decorata da Pinturicchio, lessico completamente diverso. Bramantesca: abside con conchiglia rovesciata nella calotta e grandicassettoni, uno dei quali diventa una finestra ad illuminare da dx verso sx.
PALAZZO DEL TRIBUNALE IN VIA GIULIA, 1507. Grande palazzo del tribunale pontificio. Via ricavata sotto Giulio II in Via Giulia, prima strada tracciata dai Papi (Giulio-Giulia), verso il Tevere sulla quale vuole edificare grandi palazzi. Bramante realizza questa grande costruzione scandita da un bugnato rustico al piano terreno e paraste ordine inferiore. Opera incompiuta.
PROGETTO PER LA VILLA DI GENAZZANO, 1508. Committenza degli Orsini, che chiede a Bramante di realizzare una loggia con ninfeo (fontana): non si capisce se fosse un rudere già in partenza o se sia deperito molto rapidamente. Loggia non finita che ispira Giulio Romano per una loggia non finita in Palazzo Te. Muratura romana, opera.
quadrata e inverta, motivo della serliana:isolata, non più con lesene, isolata come colonne libere, trabeate,interrotta dall’arco. Motivo tratto dall’antica Roma (Villa Adriana),soluzione che torna anche in altre opere.
DISEGNO PER LA SANTA CASA DI LORETO
Santuario a proteggere la casa di Maria: portata dagli angeli a LoretoTeca di marmo, progetto poi affidata a Andrea SansovinoConservate le reliquie, una sorta di ara paciò.Navata ritmica di origine bramantesca.Bramante muore a Roma nel 1524
RAFFAELLO SANZIO (1483-1520), allievo di PeruginoInizialmente attivo come pittore prima che come architetto1483: nasce ad Urbino, fonte di maestranze tutte provenienti dalPalazzo montefeltresco, seconda solo a Firenze.Figlio di un pittore, Giovanni Santi, attivo alla corte di Federico.Il padre ne capisce le potenzialità, lo avvia alla professione a più altilivelli, lo mette sotto l’ala di Perugino che lavora a Roma. (Sispecializzerà nella
definizione di sfondi architettonici dipinti)Perugino nella Capella Sistina: affreschi dedicati alle Storie di Cristo:antico in prospettiva che reinterpreta il moderno alla luce delle istanzedei maestri del Rinascimento. (Consegna delle chiavi: architetturesullo sfondo)
Ben presto l’allievo supera il maestro: confronto fra le architetturenello Sposalizio della Vergine, Perugino ingessato, Raffaello tempiettocentrale, l’ottagono si apre, giro di colonne con archi, i personaggisono gli stessi, le architetture pressoché simili. Perugino architetturadi invenzione (Raffaello: reinterpretazione di San Pietro in Montorio)
Da pittore si trasforma ben presto in architetto.Chiamato a dipingere l’appartamento vaticano.
STANZA DELLA SEGNATURA, 1509Appartamento papale organizzato su tre grandi stanze e sulla sala diCostantino, completata da Romano e da Penni, due suoi allievi.Raffaello concepisce i disegni preparatori che esegue insieme alla sueequipe operativa. = Esegue
grandi affreschi con grande rapidità, facendosi aiutare dai suoi allievi.
Riferimenti architettonici: camera picta del Mantegna, tutto in prospettiva, realtà tridimensionale mai vista, le pareti si materializzano.
Raffaello ritrae la figura umana: maestro nel ritrarre i corpi, equivalente di Michelangelo in scultura (due caratteri completamente diversi)
DISPUTA SS SACRAMANETO, TEOLOGIA 1509
Architettura giocata sulla rappresentazione di un presbiterio: la chiesa terrena con i suoi rappresentanti che discute sulla disputa filosofica del Sacramento, al centro, cuore della discussione. Personaggi che descrivono un abside, replicato nella parte alta, con un abside di nuvole: padri della Chiesa a disquisire al livello più alto: al centro Cristo in trono, sormontato da Dio e dalla raggiera di luce a descrivere il profilo a conchiglia rovesciata, impostato su un ultimo registro curvo fatto di angeli.
Sfondo: paesaggio mutato di segno nell'esecuzione, diverso da Leonardo. (Studiava
Scuola di Atene, Filosofia, 1509-11
Collocata in una architettura antica in prospettiva: grande botte con esagoni che ricordano i cassettoni la basilica di Massenzio, si interrompe nell'invaso centrale della cupola con colonne. Citazione del primo progetto Bramantesco per San Pietro con le grandi lesene di ordine gigante.
Pletora dei pensatori e filosofi di tutte le epoche: al centro il cuore della filosofia occidentale: platonica e aristotelica.
Platone a sinistra (sembianze di Da Vinci) e Aristotele a destra.
Omaggio a chi seguiva la filosofia aristotelica piuttosto che la platonica.
Figura pensosa appoggiata ad un blocco di pietra: Mich