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russa a bordo di un aereo in volo verso Malta. Obbligarono così l'aereo a deviare, per entrare in

possesso momentaneamente del manoscritto che, fotografato pagina per pagina, fu precipitosamente

pubblicato su carta con intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe.

Questo lo stratagemma per consegnare il capolavoro perseguitato alla verità e al merito del Premio

Nobel.

Dapprima Pasternak inviò un telegramma a Stoccolma esprimendo la sua gratitudine attraverso

parole di sorpresa e incredulità. Alcuni giorni più tardi, in seguito a pressanti minacce e

avvertimenti da parte del KGB circa la sua definitiva espulsione dalla Russia e la confisca delle sue

già limitatissime proprietà, lo scrittore con rammarico comunica all'organizzazione del prestigioso

premio la sua rinuncia per motivi di ostilità del suo Paese. Pasternak rifiuta così la fama e il

riconoscimento che avrebbe trovato all'estero per non vedersi negata la possibilità di rientrare in

Patria. Da allora trascorrerà il resto dei suoi giorni senza aver ritirato il premio e comunque

perseguitato. Morirà due anni più tardi, nella dacia, nel 1960. Gli ultimi anni li visse controllato dal

regime, incompreso nel suo paese – ma nonostante ciò influenzò gli scrittori non conformisti degli

anni successivi.

1965  film, insignito di ben 5 premi oscar

Il romanzo fu pubblicato legalmente in Russia solo nel 1988, nel periodo di riforma dell'Unione

Sovietica promosso da Gorbačëv, e sarà nel 1989 che il figlio dell'autore Evgenij si recherà in

Svezia per ritirare il premio spettante al padre 31 anni prima.

*Opera:

- raccolta di poesie “Lirica”, elementi simbolisti e futuristi

- Il gemello delle nuvole

- Oltre le barriere

- Il salvacondotto, opera autobiografica sulla sua vocazione intellettuale

*Il dottor Zivago

Il romanzo fa riferimento alla vita dell’intellighenzia russa su un lungo periodo di tempo, che va

dall’inizio del XX secolo fino alla 2GM, più precisamente a quella parte che interessa la guerra sul

fronte tedesco-sovietico (Великая Отечественная война), ponendo l’attenzione su un medico-

poeta, toccando alcune tematiche importanti come vita, morte, la Storia, gli intellettuali e la

rivoluzione, il cristianesimo e l’ebraismo.

- Fragilità dell’individuo

- Solitudine dell’intellettuale nell’oscura violenza della storia

- La trama copre un periodo che va dalla rivoluzione del 1905 fino alla fine della 2GM.

- Per certi versi si può dire che l’opera ha spunti autobiografici (Pasternak – Zivago), anche se lui

nega sempre.

- Realtà ben attenta al quotidiano

- All’interno del romanzo sono inserite le “Poesie di Zivago”, alcune delle poesie scritte in età più

matura.

- Ricostruzione della storia russo-sovietica dei primi tre decenni del XX secolo, senza dare giudizi,

ma dando un’alternativa storica in chiave spirituale, cristiana, alla letteratura ufficiale, eroico-

materialistica.

- sembravano intenzionate a pubblicare un romanzo che raccontava una realtà troppo ‘umana’, e

non utile, a loro avviso, per la letteratura sovietica, schiava dei canoni del realismo socialista.

- rapporto dell’uomo con il XX secolo

*IL CASO PASTERNAK

È il 1956 quando Sergio d’Angelo – giornalista di Radio Mosca, (su volere di Feltrinelli doveva

trovare degli scrittori, i cui libri che fossero novità rispetto al passato, che aveva preceduto la morte

di Stalin e portato al disgelo). Nel 1956 il partito comunista lo manda a Mosca perché i sovietici lo

accettano come redattore e giornalista presso la versione italiana di radio Mosca (che diffonde il

verbo sovietico nel mondo, con particolare attenzione alla parte italiana).

Romanzo che sarebbe uscito imminente

Feltrinelli si accorse che la situazione era delicata, perché insolito pubblicare manoscritto di un

autore russo, sovietico, in occidente. Prime avvisaglie di difficoltà di pubblicazione in Unione

Sovietica  problema.

Pasternak e Feltrinelli non poterono mai incontrarsi, il primo non poteva allontanarsi da Mosca,

mentre il secondo non poteva ricevere un visto per entrare nell’Unione Sovietica – convenzione che

misero appunto fu quella di comunicare in un codice tutto loro: le lettere in francese sarebbero state

le uniche veritiere, quelle in russo sarebbero state quelle che il partito gli avrebbe fatto scrivere.

Sergio d’Angelo va a maggio da Pasternak nella dacia, che gli consegna il dattiloscritto del

romanzo, dicendogli “Lei è invitato fin da questo momento alla mia fucilazione”. Sergio va a

Berlino ovest, per fare dei cambiamenti del visto, dove arriva Feltrinelli e avviene il passaggio del

manoscritto, che era in una valigia.

I sovietici rimasero spiazzati nel sapere che l’opera era uscita fuori dalla Russia, ma al tempo stesso

l’editore era comunista, e che avrebbero avuto buon gioco nel bloccare l’opera.

Giangiacomo Feltrinelli era un giovane editore, comunista e finanziatore del PCI – aveva solo

intuito editoriale o voleva fare una provocazione al PCI? Non fu provocazione politica contro il

PCI, ma fu una sfida, un dilemma posto a Feltrinelli. Voleva mostrare che con un libro poteva

mettere in scacco una potenza, quella sovietica.

Sa che si sarebbe scontrato contro il suo partito, che in quel periodo seguiva le direttive dalla

Russia.

Sempre nel 1956 Pasternak cede la licenza a Feltrinelli e cede i diritti di far tradurre l’opera in altre

lingue.

Dal KGB però otteniamo un’altra verità, con un rapporto inviato al Comitato Centrale, nell’agosto

del 1956 – quindi Mosca sa già che in Italia si sta per pubblicare quel romanzo. Come hanno fatto a

scoprirlo? Da due dirigenti italiani probabilmente… ai quali d’Angelo aveva raccontato i fatti.

Da lì quindi esercitarono pressioni sul PCI e azioni diplomatiche per convincere Feltrinelli a

cambiare idea.

Olga Ivinskaja (Lara) che ha sacrificato sé stessa perché lo scrittore ricevesse la giusta rispettabilità

– amante di Pasternak, hanno un figlio, Evgenij – si conoscono a Novyj Mir.  cercano di

convincere anche lei, avendo molte influenze sullo scrittore, di firmare una lettera a Feltrinelli nella

quale rinunciava alla pubblicazione del manoscritto.

Quella lettera arrivò a Feltrinelli, ma Pasternak fu obbligato a firmarla.

Il partito si organizzò per cercare di capire come bloccare la pubblicazione – a quella riunione lui

non partecipò e mando un biglietto da Olga con scritto: “Io so che in questo paese per dire la verità,

bisogna affrontare grandi sofferenze. Io sono pronto ad affrontarle”.

Olga e Sergio convinsero Pasternak a firmare quella lettera, per evitare di passare guai più grandi (e

per salvare Olga).

Continue pressioni di diversa natura, dal PCI e dai sovietici di Mosca e continui tentativi da parte di

Mosca di far prendere il manoscritto dal PCI. Feltrinelli capisce che deve avere fermezza per uscire

da quella situazione. A Mosca cercavano però al tempo stesso di non creare alcuni scandalo, che

avrebbe avuto effetto eco in altri paesi, dato che Pasternak era molto conosciuto.

A giugno 1957 Feltrinelli scrive una lettera, nella quale dice che non pubblicherà il romanzo prima

che avvenga in Russia, con Novyj Mir: in realtà però, appena ricevuto il manoscritto, Pietr

Zveteremich l’aveva già tradotto, in 7 ore ed aveva detto di non pubblicarlo, in quanto sarebbe stato

un crimine contro la cultura (era stato infatti il primo a leggerlo). Il diritto d’autore, in quanto la

Russia, non avendo aderito alla convenzione di Berna, non avrebbe avuto i diritti su quel libro, che

di fatto sarebbe diventato italiano.

Il 23 novembre del 57 il dottor Zivago esce in Italia ed è subito un successo. Feltrinelli poi dichiara

che pubblicare quel romanzo per lui era diventata una droga, che l’avrebbe dovuto fare a tutti i

costi, anche andando contro il partito.

Perché Pasternak viene insignito del Nobel? Secondo alcune fonti, si avrebbe a che fare anche con

la CIA, che avrebbe fermato un viaggio di Feltrinelli a Malta per fare le foto al manoscritto russo e

per poter così dare a Pasternak il premio (per poter ricevere il premio bisognava infatti avere il

manoscritto in lingua originale) - (ipotesi di smacco degli Usa verso l’URSS).

Pasternak ringrazia l’accademia di Stoccolma per il premio Nobel per la letteratura del 1958, con un

telegramma, ma quel premio è troppo ingombrante – perché non pubblicato in Unione Sovietica.

Probabilmente la CIA non c’entra niente per il premio Nobel – ma forse per la sua pubblicazione in

russo (perché circolasse nell’Unione Sovietica  guerra fredda), anche perché la CIA supportava

tutti quegli scrittori che erano non sovietici o anti-sovietici.

“Un maiale non fa i propri bisogni dove mangia e dove dorme”, queste le parole dell’Assemblea

della Gioventù Comunista del 1958 contro Pasternak, visto come ribelle e irriconoscente. Lo invita

a recarsi negli stati capitalisti e il segretario riceve molti applausi, anche da Kruscev.

A Pasternak fu chiesto di rifiutare il premio Nobel, perché antisovietico; Pasternak reagì con

disperazione alla vincita del premio e alle reazioni, volendosi uccidere. Era rimasto povero (perché

gli vennero tolti i diritti d’autore), venne aiutato dagli italiani con soldi e macchina da scrivere in

caratteri cirillici.

Il romanzo va a ruba in Italia e viene tradotto in 26 paesi e per non screditarsi e non fare una

figuraccia di fronte al mondo intero, riscreditano Pasternak, gli ridanno il diritto d’autore, ma in

realtà le persecuzioni continuano e a essere colpita è a quel punto Olga. Era lei che l’aveva istigato

– pensavano che fosse questa la cosa migliore da fare, vedendo lui come un ingenuo. Lei fu

arrestata due volte (nel 1960 la prima volta, dopo la morte dell’autore, e insieme alla figlia viene

mandati ai lavori forzati in Siberia, per aver introdotto diritti d’autore in URSS per un romanzo che

ha avuto successo al di fuori della stessa), per aver fatto propaganda e agitazione antisovietica e

viene addirittura vista come lei scrittrice effettiva del romanzo, sulla base di un bigliettino scritto da

Pasternak. Il KGB vuole anche sapere se Pasternak intende fuggire dall’Unione Sovietica, le sue

idee politiche, delle sue posizioni filo-britanniche e come ha intenzione di tradire il paese. Lettere in

calce con la firma di Pasternak – storia vaga (probabilmente rubati nel Caucaso).

Solo negli anni ’70 si ha finalmente un contratto fra l’editore e il rappresentante di Pasternak, un<

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

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