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Scuola acmeista
Fanno parte dei poeti del ‘900: Achmatova, il marito Gumilëv e Mandel'štam. Achmatova diventa
una grande figura di riferimento, un’autorità morale nel periodo delle persecuzioni staliniane
(marito fucilato e figlio arrestato). Portavoce della serie di donne che vanno a fare la fila davanti
alle prigioni per chiedere notizie dei loro cari. Achmatova scriverà un poema intitolato “Requiem”,
ricostruisce il momento in cui aveva progettato la scrittura di questo poema: era in fila per
chiedere notizie di suo figlio e una donna che era in fila con lei le ha chiesto: “Saprebbe descrivere
tutto questo?” E lei ha risposto di sì. E’ stato scritto ma mai pubblicato fino al crollo dell’unione
sovietica. Achmatova non poteva essere imprigionata perché era troppo importante, è rimasta
quindi a Leningrado. Dopo la morte di Stalin attorno a lei si è raccolta una comunità di giovani
poeti, tra cui Brodskij.
Berberova ha scelto l’emigrazione: non vive nella Russia bolscevica, va all’estero.
Blok: scrive il poema “I dodici” dove i 12 sono 12 guardie rivoluzionarie, guardie rosse, condotte
senza che se ne rendano conto da Gesù Cristo. Questo poema esprime questo senso
dell’ineluttabilità dell’evento rivoluzionario, che comprende molte violenze. Blok ha accettato la
rivoluzione come evento culturale ineluttabile. Verrà presto preso dal senso di angoscia e morirà
nei primi anni ‘20.
Chlebnikov appartiene al movimento futurista, rappresenta la componete più autoctona, russa,
poco occidentale del movimento futurista. Nel futurismo russo c’era una componente molto russa
che solo in parte accettava la teoria del futurismo italiano di Marinetti. Chlebnikov era il più slavo
di tutti, perché voleva usare solo termini con radice slava. Inventa il linguaggio “заумный” (trans
mentale), non ci sono più parole dotate di un significato consolidato, ma inventa un linguaggio
nuovo basato su assonanze, antiche radici dello slavo antico.
Marina Cvetaeva: figura tragica della poesia russa. Non si identifica con nessuna corrente in
particolare. Famiglia intellighenzia moscovita, padre direttore del museo delle belle arti di mosca
(ora è il museo Pushkin di mosca). La sua vita viene travolta dalla rivoluzione perché suo marito
emigra (il marito faceva il doppio gioco, quindi viene arrestato); lei vive male in emigrazione,
decide di tornare anche per i figli e finisce impiccata. 11
Fet: la sua poesia fu rivalutata dai poeti simbolisti.
Mandel'štam: grande poeta della scuola acmeista, non sopporta il clima di terrore e repressione di
quegli anni e osa scrivere una poesia contro Stalin, che raffigura come montanaro rozzo con le dita
che sembrano vermi viene arrestato e finisce i suoi giorni in carcere.
Pasternak: principalmente conosciuto per “Il dottor Živago”, ma è stato anche un poeta.
Simonov: rappresentante della letteratura che sosteneva il potere (realismo socialista), scrive
poesia a inizio della seconda guerra mondiale. “Aspettami e io tornerò”.
Salamov: uno dei primi poeti simbolisti, scrive letteratura clandestina.
Tarkovskij: poeta famoso anche per essere il padre dell’importante regista Andrej Tarkovskij.
Voznesenskij: uno dei protagonisti della generazione degli anni ‘60.
Costruttivismo tutto deve essere funzionale alla costruzione di città, ecc.
Centrifuga ne faceva parte Pasternak, è un gruppo di poeti futuristi.
Reazione al controllo della censura: nascono gruppi che sostenevano la possibilità di fare
letteratura in modo diverso, non accettando i criteri del realismo, scrittori dell’assurdo: Charms e
Zabolotskij.
Prigov: è morto giovane ed era uno straordinario artista nel periodo di passaggio tra il periodo
sovietico e gli anni 2000; crea una poesia completamente diversa. “Essere famosi non è bello”.
Poesia che si basa molto sul nonsense, sulla contraddizione e sulla provocazione. Fa riferimento a
Dostoevskij.
La prosa nel ‘900 (1900-1970)
Prima della rivoluzione
Si procede in continuità della scuola dell’800, le nuove scuole invece sono un elemento di rottura,
di evoluzione.
Tra il 1900 e il 1920 ci sono diverse tendenze in poesia e in prosa: simbolismo, futurismo,
realismo, eclettismo (che consiste nella sintesi di cose appartenenti a dottrine diverse).
Si inizia a ragionare su cosa sia la letteratura. Formalismo russo: i formalisti avevano iniziato uno
studio della letteratura dal punto di vista non tanto delle idee, del contesto, ma del modo in cui si
scrive, qual è la struttura di un testo, i meccanismi per cui un autore decide di far parlare un
narratore in prima o terza persona, oppure di usare flashback elaborano studi dettagliati sulla
struttura del testo letterario, poetico. Sostenevano che fino a quel momento la letteratura aveva
sofferto, era stata solo un tramite per trasmettere idee, mentre in realtà era importante capire
come funzionasse il testo poetico. Procedendo con gli anni nel periodo sovietico, questa scuola
che sostiene la teoria di analisi formale diventa un’accusa, un elemento di critica definire un
testo formalista era una pesante censura. Negli anni 10-15, prima della rivoluzione, insieme a tutte
le scuole poetiche, si ragionava anche sui meccanismi della composizione. Uno dei formalisti aveva
preso uno dei racconti più famosi di Gogol’ “Il cappotto”, e ha scritto un articolo su com’era fatto
analisi dettagliata sulla scelta dei nomi propri (il nome del protagonista non può essere casuale,
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vuole capire perché è arrivato a questo nome); nota che nel racconto si alternano livelli di discorso
estremamente bassi e livelli di discorso che rimandano al livello burocratico, usato da impiegati di
cui il protagonista era rappresentante. Scopre che oltre alla denuncia sociale che avevano
riscontrato i critici dell’800, esisteva anche un sotto testo grottesco, ironico, basato sul contrasto
tra i diversi livelli di linguaggio, stile tecnica che Gogol’ usa anche in altri testi. Se uno analizza
un testo e cerca di capire com’è fatto, scopre cose che a una prima lettura non nota. Un lettore
vuole solo capire il significato del testo, ma è interessante anche definire come lo dice. Spesso nel
confronto tra “che cosa” e “come” si colgono delle discrepanze, dei dettagli non molto chiari, ed è
su questi che bisogna lavorare di più.
Ci sono anche influenze della letteratura occidentale, dei contatti con l’occidente. A inizio 900 ci
sono alcuni nomi importanti: Gor’kij, Bunin, Andreev, Kuprin.
Gor’kij è quello più famoso, anche per questioni politiche, sociali è diventato il manifesto della
letteratura sovietica. Gor’kij aveva pubblicato racconti e faceva parte dell’intellighenzia che era in
posizioni anti zariste, viene arrestato. Di fronte al suo arresto insorge non solo la Russia, ma anche
la comunità internazionale. Gor’kij viene liberato e prima della rivoluzione viene in Italia a Capri
dove fonda una scuola di partito e ospita a capri lo stesso Lenin. Scuola di partito: idea che si
dovessero formare le classi dirigenti di questa nuova società che avrebbe poi preso il potere.
Gor’kij fa anche teatro, la sua commedia più famosa è “I bassifondi”.
Bunin, era famoso già a inizio 900, aveva avuto un premio dall’accademia russa, famoso sia come
poeta che come narratore; molto amico di Gor’kij, ma quando scoppia la rivoluzione le loro strade
si dividono in maniera drastica e drammatica.
Andreev: famoso per le sue tendenze moderniste, scrive racconti di denuncia della guerra del
1905, ma in termini tesi, drammatici, tema della morte, della disperazione. Parla dell’orrore per il
quotidiano. Era famoso anche il suo teatro: è tradotto tanto quanto Gor’kij. C’è un editore che si
aggiudica tutti i suoi diritti di autore.
Anche la prosa di Kuprin è molto importante, scrive sui problemi sociali come la prostituzione.
Appartiene alla corrente del realismo.
Dopo la rivoluzione
Dopo la rivoluzione la letteratura russa si spacca a metà, due letterature avverse e costantemente
in polemica tra loro: letteratura sovietica e d’emigrazione (o diaspora, per indicare chi vive fuori
da confini nazionali). Gor’kij letteratura sovietica. Bunin letteratura d’emigrazione. Scontro
molto evidente nel ‘33 quando la commissione del Nobel dovrà giudicare a chi assegnare il premio,
perché sono candidati entrambi Stoccolma sceglie Bunin, e si crea uns polemica sovietica.
Queste due letterature si riuniscono solo negli anni ‘80 in Russia si stampano le opere che
prima di allora erano considerate proibite; non solo quelle scritte in emigrazione, ma anche quelle
scritte in Russia (come “Il dottor Zivago”, che era stato pubblicato a Milano). I russi all’estero
potevano leggere tutto, chi stava in URSS poteva leggere liberamente solo le cose consentite dalla
censura, e il resto lo leggeva in copie clandestine o non lo leggeva proprio.
Censura e divisioni interne della letteratura sovietica
Cosa si poteva pubblicare in URSS nelle varie fasi della storia? 13
Prima della rivoluzione c’erano grandi influenze, mode, tendenze.
Anni 20
Dopo restavano problemi economici, politici. La cultura è un aspetto importante, si chiudono i
giornali borghesi e si comincia a controllare. Per tutti gli anni 20 tutte le tendenze, le scuole
diverse fiorite in Russia prima della rivoluzione continuano. Ci sono racconti fantastici, romanzi di
spionaggio, romanzi simbolisti, produzione molto ricca e interessante. E’ una letteratura che anche
se sovietica è molto sfaccettata. Per distinguere tra scrittori buoni e non, viene coniata
l’espressione scrittori proletari (figura che doveva rappresentare la cultura della nuova Russia, la
nuova dimensione sovietica, doveva essere di origini proletarie e scrivere solo di questioni che
interessavano i proletari) e anche altri scrittori, i compagni di strada (erano molto importanti, non
aderivano al partito comunista e non erano proletari, servivano la cultura socialista).
Anni 30
Negli anni 30 la censura diventa molto pesante, a partire dalla stretta che darà Stalin a tutta la vita
dell’URSS. Piani quinquennali, collettivizzazione forzata. A inizio degli anni ‘30 si pubblicheranno
solo opere degli scrittori proletari, che descrivono la vita dell’unione sovietica, esaltano le grandi
conquiste.
Anni 40
Gli anni 40 sono sotto segno della guerra, quindi abbiamo diverse opere dedicate alla guerra; la
censura rimane molto forte per tutta la durata del segretariato di Sta