Anteprima
Vedrai una selezione di 16 pagine su 72
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 1 Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 2
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 6
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 11
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 16
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 21
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 26
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 31
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 36
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 41
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 46
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 51
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 56
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 61
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 66
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Letteratura Russa III, prof Vitale, istituzionale, libro consigliato 'La rivoluzione russa, Anthony Wood Pag. 71
1 su 72
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

APITOLO ERZO AL EBBRAIO ALL TTOBRE

La rivoluzione del febbraio 1917 e la caduta della monarchia

La rivoluzione che scoppiò a Pietrogrado alla fine del febbraio 1917 sembrò cogliere

tutti di sorpresa. Il 9 gennaio 150.000 operai di Pietrogrado scioperarono per

commemorare l'anniversario della domenica di sangue del 1900 e il governo fece

arrestare alcuni bolscevichi e il gruppo operaio del comitato centrale delle industrie

belliche. Seguì una dimostrazione a sostegno della Duma, in occasione della

riapertura di quest'ultima. Il ministro degli interni, Protopopov, non giudicò questi

avvenimenti così gravi da consigliare lo zar di restare Pietrogrado, così lo zar tornò

al suo quartiere generale.

La sollevazione maggiore cominciò il 23 febbraio, quando la manifestazione

socialista per la Giornata della donna portò migliaia di operaie nelle strade

nonostante il gelo invernale. A queste si aggiunsero gli scioperanti delle industrie

Putilov, la forza protestò per il pane, che era stato razionato la settimana

precedente. Nei due giorni successivi il numero degli scioperanti si duplicò e ci

furono diversi scontri tra la polizia a cavallo e dimostranti. I dimostranti intonavano la

marsigliese e portavano striscioni contro l'autocrazia. Il generale Chabalov,

comandante del distretto militare di Pietrogrado, fu attento a evitare provocazioni e

proibì alle sue truppe di aprire il fuoco sulla folla.

Nulla prova che questi tumulti iniziali fossero il risultato di una cospirazione, di un

piano concertato. La celebrazione della giornata della donna aveva semplicemente

coinciso con lo sciopero delle industrie Putilov. È probabile che la mancanza di pane

fosse stata accentuata dagli scioperi dei panifici, dove bolscevichi avevano una

certa influenza, ma ciò fu dovuto soprattutto alla scelta dei contadini di non vendere

il loro grano le città.

In seguito ai fatti del 26 febbraio, lo zar aveva ordinato di far cessare

immediatamente disordini. Nel pomeriggio la folla venne attaccata e solo dopo

poche ore ci furono strane avvisaglie sulla lealtà delle truppe, e quella stessa sera ci

fu un ammutinamento di alcuni soldati. Il giorno seguente le autorità persero il

controllo sulle forze militari: la confusione aveva messo a dura prova le guarnigioni,

disgustate dalla prospettiva di dover sparare sui civili inermi. Chabalov fu costretto a

ritirarsi al palazzo d'inverno e 27 febbraio Pietrogrado era nelle mani degli insorti.

La Duma decide di istituire un comitato provvisorio che convincessero zar

d'accettare una monarchia costituzionale. Questo fu dettato dalle intenzioni dei

gruppi socialisti di formare un nuovo soviet di Pietrogrado che assumesse il

controllo della situazione. Kerenskij aveva fatto occupare la stazione, posti telefonici

e uffici postali.

Nel palazzo di Tauride quella stessa sera si riunì un soviet di circa 200 persone e

venne nominato un comitato esecutivo provvisorio. Così, due comitati - uno della

Duma e uno dei soviet di Pietrogrado - si stabilirono nel palazzo. Li univa la comune

paura che lo zar potesse reagire servendosi di truppe fresche.

All'inizio, questa sembra l'intenzione di Nicola. Egli non prese in considerazione gli

appelli a favore di una monarchia costituzionale e quando apprese che Chabalov

non controllava più Pietrogrado, mandò truppe verso la capitale per ristabilire

l'ordine (ordine che venne poi annullato). Le varie linee ferroviarie erano occupate e

il suo treno deviò per Pskov. Gli avvenimenti dei due giorni successivi furono

determinati dal comportamento dei generali, già da tempo in uno stato di grande

agitazione per la manifesta incapacità dello zar. La situazione di Pietrogrado si

poteva contenere solo garantendo riforme istituzionali, e alla fine lo zar acconsentì a

fare qualche concessione. Nelle prime ore del 2 marzo lo zar fu informato

dell’ineluttabilità della sua abdicazione, a meno che non rinunciasse all’autocrazia.

Quello stesso giorno Nicola decise che se doveva rinunciare all'autocrazia preferiva

rinunciare a tutto. Si decise di nominare il fratello Michele zar e L’vov primo ministro.

Tuttavia, Michele, dichiarò che non avrebbe accettato la corona sei non da

un'assemblea costituente. Ebbe dunque fine la monarchia dei Romanov e i liberali

scoprirono che davanti a loro c'era una Repubblica.

Il primo governo provvisorio e il soviet di Pietrogrado (2 marzo-5 marzo)

il 2 marzo il comitato della Duma istituì un governo provvisorio presieduto da L’vov è

composto da ottobristi e cadetti, con Miljukov al ministero degli esteri e Guckov al

ministero della guerra. Venne proclamata un'amnistia generale per tutti i reati politici

di religione, pieni libertà democratiche, l'abolizione della pena di morte e la confisca

delle terre della corona. Un decreto trasferì le autorità degli ex governatori zaristi

agli zemstva locali. La decisione cruciale del governo provvisorio fu di continuare la

guerra: essi avevano bisogno del riconoscimento e del sostegno degli alleati

occidentali. Questo impegno militare, però, ostacolò tutti gli altri aspetti. Era infatti

stato istituito un comitato per la riforma della terra, ma una maggiore redistribuzione

di quest'ultima avrebbe provocato il malcontento dall'esercito una volta tornato dal

fronte. Il governo provvisorio produsse poche misure concrete, tutte le decisioni

finali erano rimandate la convocazione di un'assemblea costituente (che si sarebbe

attuata dopo il ritorno delle truppe dal fronte).

Il governo provvisorio, tuttavia, non poteva condurre alcuna azione senza il

consenso del soviet di Pietrogrado, che controllava la rete ferroviaria, le poste e

telegrafi. Questo aveva già istituito commissioni militari e per l'approvvigionamento

alimentare, aveva inoltre pubblicato il Prikaz n.1, che stabiliva che tutte le unità

militari erano sottoposte al soviet.

In queste circostanze, risulta sorprendente che il governo provvisorio fosse ancora

in carica. Il soviet di Pietrogrado, tuttavia, soffriva di una mancanza di fiducia che gli

impediva di guidare la rivoluzione. Sussistevano molte divisioni tra i vari gruppi

socialisti che lo componevano. I socialrivoluzionari erano, forse, il partito più forte,

ma non disponevano di una organizzazione ben delineata. I menscevichi avevano

una leadership migliore Cceize, ma esitavano per motivi ideologici: credevano di

avere davanti agli occhi una rivoluzione borghese. Queste indecisioni e divisioni

fecero sì che soviet perseguisse una politica di cooperazione col governo

provvisorio, ma senza un'effettiva partecipazione; soltanto Kerenskij ebbe il doppio

incarico di ministro della giustizia e di vice presidente del soviet di Pietrogrado.

Questo compromesso significò che soviet dovette acconsentire alla continuazione

della guerra anche se non per annessioni di indennizzi e all'inizio anche bolscevichi

accettarono questa politica. Così, nel palazzo di Tauride dovevano convivere

forzatamente due gruppi: il gabinetto del principe L’vov, che governava senza

potere, è il soviet che deteneva il potere senza governare.

Lenin fu costretto a restare in Svizzera, finché non si aprirono i negoziati con le

autorità tedesche, per cui ebbe il permesso di passare attraverso la Germania. Il 3

aprile giunse a Pietrogrado. Il giorno seguente (4 aprile), scosse socialdemocratici

riuniti nel palazzo di Tauride con un discorso duro, pubblicato poi sulla Pravda con il

titolo Tesi di Aprile. Egli voleva nessuna collaborazione col governo provvisorio;

incessante propaganda contro la guerra; la nazionalizzazione della terra e tutto il

potere al soviet: “ non è una repubblica parlamentare a una repubblica dei soviet”.

La sua forza di persuasione ebbe la meglio all'interno del partito bolscevico; per gli

altri socialisti, invece, lei era un folle e con queste richieste il suo partito si era

relegato in una posizione di totale isolamento.

Una nuova crisi portò alla caduta del primo governo provvisorio: Miljukov aveva

insinuato che gli scopi della Russia in guerra erano ancora annessionistici e ciò

determinò una nuova ondata di violenze che solo il comitato esecutivo centrale

sembrava la fine di sedare. Fu allora che i membri non bolscevichi del soviet

pensarono che, pur non essendo preparati a prendere il potere da soli, avrebbero

potuto esercitare un controllo maggiore partecipando al governo. Il 5 maggio fu

formata la prima coalizione: il principe L’vov restava primo ministro, ma ai 10 ministri

della Duma si unirono sei socialisti.

I governi di coalizione e la minaccia della Sinistra e della Destra

partecipare alla coalizione fu fatale per gruppi socialisti: essi avevano accettato di

condividere le responsabilità di un governo nel quale l'attuazione della loro politica

era ostacolata dalla presenza di ministri della Duma. Furono obbligati ad accettare

la continuazione della guerra e vennero ritenuti responsabili dei continui rimandi

della convocazione di un'assemblea costituente, i socialisti persero la fiducia del

popolo furono sempre più considerati espressione degli interessi delle classe

conservatrici.

Tutto ciò tornava a favore di Lenin. Nelle città industriali si era sviluppata una

miriade di organizzazioni a livello locale, all'interno delle quali i bolscevichi potevano

farsi espressione del malcontento popolare. Si formarono delle milizie operaie e i

soviet erano diventati circa novecento nell'autunno. Dal ritorno di Lenin i bolscevichi

avevano goduto di maggiori risorse finanziarie, concesse in direttamente dalla

Germania. I loro membri erano attivi nelle province, nell'esercito e nelle fabbriche

mentre, contemporaneamente, Lenin stava organizzando un gruppo di Guardie

rosse, lavoratori armati.

Allo stesso tempo diventavano sempre più evidenti e divisioni nel campo socialista:

Martov si collocò all'estrema sinistra dei menscevichi, opponendosi alla guerra e alla

coalizione, soprattutto quando venne la luce che Kerenskij preparava una nuova

offensiva per l'estate. Lenin tuttavia non fece nulla per allearsi con questi dissidenti.

Quando si riunì il primo congresso panrusso dei soviet, il 3 giugno, i bolscevichi

avevano subito un'importante crescita, anche se risultavano sempre meno di

socialrivoluzionari e menscevichi: il nuovo comitato centrale esecutivo uscito dal

congresso era perlopiù formato da questi due gruppi, anche se in realtà le tendenze

presenti a Pietrogrado erano assai più radicali e bolsceviche.

Lo scontento nei confronti della leadership dello Stato raggiunse il culmine il 3 luglio,

quando operaie, soldati marinari marciarono sul palazzo di Tauride chiedendo tutto il

potere dei soviet. Questo venne considerato

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
72 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ChiaraHelder di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura russa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Vitale Serena.