TESSUTO CONNETTIVO
È formato da una parte fibrosa e da una cellulare.
Un tessuto connettivo è il sangue!
Nel connettivo ci sono due categorie di cellule:
• Fisse: trascorrono la loro vita nello stesso tessuto connettivo.
• Sono i condroblasti, fibroblasti, osteoblasti, odontoblasti, ossia le cellule dei tessuti di base che
caratterizzano il tessuto.
• In tutti i tessuti esiste una popolazione di cellule (macrofagi) che rimangono lì in attesa di segnali
esterni. Sono cellule in grado di eseguire un’attività fagocitaria, ossia di “mangiare” (incorporare
nel citoplasma) delle sostanze. Queste sostanze comprendono tutto ciò che normalmente non
dovrebbe trovarsi lì. Ad esempio, nel caso di una ferita chirurgica, i macrofagi fanno pulizia da
tutte le cellule danneggiate, parti di membrana, proteine, sangue… portando tutte queste
sostanze all’interno del citoplasma utilizzando i suoi pseudopodi. I macrofagi riutilizzano le
sostanze fagocitate, ad esempio se fagocitano parti di membrana, la riutilizzano. Il macrofago può
trovare, per esempio, detriti di usura di una protesi. Anche questi vengono introflessi nel
citoplasma del macrofago. Se il materiale non è biodegradabile, il macrofago usa gli agenti
corrosivi contenuti nei vacuoli per cercare di degradare il pezzo di detriti. Se questo materiale è,
per esempio, ad alto peso molecolare, il macrofago non riuscirà mai a degradarlo e rimarrà per
sempre nel macrofago. La cellula lo ingloberà in una membrana, ma questo frammento rimarrà
comunque nella cellula. Se il materiale è bioriassorbibile (come un frammento di filo di sutura
riassorbibile), il macrofago lo ingloba e il liquido lisosomiale riesce a distruggerlo, e i monomeri e
gli elementi costituenti del materiale possono essere riciclati.
• I mastociti sono anch’essi cellule presenti nei tessuti, anch’essi in attesa. Hanno la capacità di
secernere sostanze ad attività farmacologica, che possono aiutare a risolvere problemi in quel
punto. In particolare tra le sostanze prodotte, ci sono sostanze che attivano i macrofagi a
ϕ
fagocitare sostanze. =20-30μm
• Migranti: passano da un tessuto connettivo ad un altro tessuto connettivo.
• Globuli bianchi nel sangue: monociti, linfociti, granulociti neutrofili, eosinofili e basofili. Sono le
cellule che difendono da agenti esterni, o non riconosciuti. Migrano da un tessuto all’altro. Il tessuto
di provenienza è il sangue, circolano in esso, passano da quel tessuto connettivo ad altri tessuti,
ossia il connettivo. I globuli bianchi sono in grado di uscire dai capillari e fagocitare batteri o altri
corpi estranei.
Le cellule in grado di fagocitare sono:
• Macrofagi già presenti nei connettivi
• Cellule bianche: nel sangue hanno pochissime funzioni. Quando esce dal capillare, aderisce
immediatamente alla matrice, attivandosi e diventando un fagocita.
Fagocitosi frustrata: i macrofagi sono troppo piccoli per fagocitare un dato corpo esterno (come una protesi,
che è delle dimensioni di centimetri, molto più grande del macrofago). Più macrofagi si fondono formando
cellule giganti che formano una parete attorno al corpo estraneo.
Perché la fagocitosi sia possibile, le particelle devono attaccarsi alla superficie della cellula fagocitica.
Patogeni e cellule devono essere rivestiti da proteine sieriche (immunoglobuline e fattore del complemento):
il fagocita non riconosce la particella, ma l’anticorpo ad essa legato.
Le cellule sono in grado di portare altre sostanze nella matrice cellulare, questo meccanismo è detto
secrezione cellulare. Queste sostanze sono prodotte dalle cellule che attivano un frammento del proprio
DNA. Alcune di queste sostanze sono farmacologiche, altre sono, per esempio, il collagene. È un
meccanismo di continua comunicazione locale o non locale tra cellule. 20
CHEMIOTASSI
Globuli rossi, bianchi e piastrine continuano a muoversi nel vaso a meno che qualcosa non li fermi e li faccia
uscire dal capillare. I batteri sono un’origine di chemiotassi, che è quello che spinge la cellula ad uscire dal
vaso.
La chemiotassi può essere positiva (se attrae le cellule) o negativa (se le fa allontanare)
Come fa il globulo bianco nel sangue a rendersi conto che fuori dal capillare, ad una certa distanza, c’è
qualcosa che va eliminato? Ha un intermediario, che sono le cellule endoteliali che rivestono la superficie del
vaso (se il vaso è un piccolo capillare), e sono disposte con metà cellula (e quindi con i recettori interni)
diretta verso l’interno del vaso, e metà cellula (con i recettori esterni) diretta verso l’esterno del vaso. Queste
cellule riescono a leggere la situazione esterna del vaso e a trasferirla all’interno: sentono per chemiotassi
la presenza di un corpo dannoso, e attraverso molecole segnalano questa informazione al globulo bianco,
bloccandolo e facendo sì che esca dal capillare e ripulisca la zona dal materiale dannoso. Per il nostro
organismo la presenza di una protesi equivale ad un’enorme infezione batterica.
Altri fattori chemiotattici sono proteine denaturate, batteri, e fattori del sistema del complemento (legati al
sistema immunitario).
I mastociti sono in grado di secernere sostanze come i fattori chemiotattici, in aiuto ad altri meccanismi.
Sono anche in grado di produrre eparina (anticoagulante), ed istamina (legata al processo infiammatorio).
Un modo per valutare l’infiammazione di un tessuto è verificare se sono presenti molti macrofagi.
Anche i macrofagi sono in grado di sintetizzare sostanze che in altre situazioni possono essere
chemiotattiche. È il caso di piccole lesioni: i macrofagi secernono sostanze che attirano i globuli bianchi vicini,
stimolati a uscire dai capillari. Viene anche aumentata la permeabilità dei capillari per far diminuire lo sforzo
che il globulo bianco per uscire dai vasi. I macrofagi segnalano inoltre ai fibroblasti di produrre collagene per
richiudere le zone danneggiate e creare cicatrici. Il processo infiammatorio può ora spegnersi. Se la lesione
è creata da una protesi, come un impianto dentario, se il corpo esterno non è fermo rispetto al tessuto il
processo infiammatorio non cessa mai e diventa cronico. Il tessuto tende comunque a ricollegarsi con se
stesso: i fibroblasti producono una quantità molto alta di collagene, che viene apposto su tutta la superficie
laterale della protesi, che risulta rivestito da un film monostrato di collagene. Se finita la fase di infiammazione
acuta la protesi rimane ferma, l'infiammazione si spegne. Ma la protesi si trova in un tessuto mobile, quindi
l'infiammazione non si spegnerà mai e il film di collagene cresce in spessore e si irrigidisce. Un impianto
come una protesi dentale fallisce se si verifica questo fenomeno. I globuli rossi vivono circa 120 giorni. Alcuni
globuli bianchi vivono ore, altri decenni. Mediamente vivono poco perché sono continuamente richiamati.
Fibroblasti
Producono collagene che compone, tra le altre cose, le cicatrici e finisce sulle
protesi totalmente impiantate. Sono cellule mobili in grado di modificare la
loro forma.
Osteoblasti
Secernono la matrice ossea depositando continuamente nuovi strati di materiale osteoide, poi mineralizzato
e trasformato in osso duro. Alcuni restano liberi in superficie, altri sono inglobati nell’osso diventando
osteociti che occupano lacune e sono connessi agli altri osteociti da canalicoli. 21
Osteoclasti
Sono grosse cellule multinucleate discendenti dalle cellule staminali emopoietiche che erodono la matrice
ossea scavando in essa gallerie poi riempite da nuova matrice ad opera degli osteoblasti. In questo modo
sono responsabili del rimodellamento osseo.
IL SANGUE
È un tessuto connettivo difficile da trattare.
Distribuisce calore, trasportare gas, sostanze nutritive e prodotti categorici. Trasporta le cellule dai
tessuti emopoietici (midollo osseo) ad altri organi. Contiene agenti cellulari e umorali che
gestiscono le infezioni nell’organismo. A riposo (da fermo) coagula formando una massa
gelatinosa. La coagulazione è una polimerizzazione di sostanze naturali. Nelle protesi quindi non
devono causare ricircoli di sangue, analoghi a situazioni di sangue fermo.
Centrifugando il sangue si scompongono le componenti del sangue
• Ematocrito: 45% del volume totale del sangue, è fatto di globuli rossi
• Globuli bianchi: 1% del volume totale, colore bianco-grigio
• Plasma: acqua, proteine del sangue (albumina, fibrinogeno, ormoni…)
I globuli bianchi provengono dal midollo o dai tessuti dei linfonodi:
I linfociti provengono dai linfonodi, causano la reazione immunitaria. Neutrofili
e monociti intervengono nella reazione infiammatoria.
Reazione immunitaria: si ha quando bisogna combattere qualcosa di vivo
(cellule, batteri…) che non appartiene all’organismo, come nel caso di un
trapianto.
Reazione infiammatoria: è molto più veloce della reazione immunitaria,
quindi se i batteri introdotti nel corpo sono pochi è sufficiente la reazione
infiammatoria per distruggerli. Questa reazione è collegata alla reazione
immunitaria, che riceve da essa dei segnali. Se la zona è già stata ripulita dalla
reazione infiammatoria, la reazione immunitaria si spegne. Se la situazione è perenne (come trapianto o
grosso biomateriale) e l'infiammazione acuta non si spegne (protesi nei tessuti molli), la reazione
infiammatoria è molto più intensa della reazione immunitaria nel caso di biomateriali, o viceversa nel caso di
trapianti. Una delle due reazioni richiama l’altra, con intensità diversa.
Le cellule del sistema immunitario si chiamano linfociti.
CASO: IMPIANTO DENTALE CASO: PROTESI MAMMARIA
CASO: TESSUTO INGEGNERIZZATO
CASO: TRAPIANTO La reazione
immunitaria è
subito
abbattuta da
farmaci che
sopprimono il
sistema
immunitario.
La condizione di immunodepressione di un
trapiantato è simile a quella di un sieropositivo. 22
Il globulo rosso è una cellula piccola (≈7μm) e priva di nucleo, quindi non può riprodursi. Ha la forma di un
disco biconcavo, che dipende da pH, pressione osmotica… contiene emoglobina, che porta legate al ferro
le molecole di ossigeno. I globuli rossi costituiscono il coagulo. Hanno membrana apparentemente liscia,
perché non avendo nucleo non produce proteine e quindi non esprime nulla sulla sua superficie.
Le piastrine sono ancora più piccole dei globuli rossi (2-3μm). Hanno una superficie articolata. Ripristinano
la continuità del tessuto vascolare nel caso di lesioni, unendosi tutte insieme a tamponare la lesione. Queste
cellule hanno quindi un compito meccanico, e sono inoltre in grado di secernere sostanze che attireranno
altre cellule.
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