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I trigliceridi sono molecole non polari, lipòsolute è essenzialmente insolubili in acqua.
Essendone la riserva di energia, nei vertebrati questi si accumulano nei "gli adipociti (cellule
del tessuto adiposo), nei quali si trovano anche le lipasi, ovvero gli enzimi che catalizzano
l'idrolisi di trigliceridi, rilasciando acidi grassi, poi esportati nei siti dove c'è bisogno di energia.
2.CERE
Le cere biologiche sono esteri (costituiti da un acido grasso saturo o insaturo a lunga catena
(c.16 o.36 atomi di C) legato ad un alcol a lunga catena (da 16 a 30 atomi di C). le
cere hanno principalmente funzione di riserva, energetica e di rivestimento.
Lipidi di membrana
Le strutture portanti della membrana biologica sono costituite da un doppio strato
lipidico che agisce come una barriera, al passaggio di molecole polari e ioni. I lipidi di
membrana, sono amfipati, ovvero hanno un'estremità idrofobica e l'altra idrofilica, per
un'interazione idrofobica (tra lipidi) e amphipà (tra lipidi e acqua) determinano
la disposizione in un doppio strato di membrana.
3. GLICEROFOSFOLIPIDI O FOSFOGLICERIDI (Fosfolipidi)
La struttura base dei glicerofosfolipidi è il glicerolo, i cui primi 2 atomi
di carbonio sono legati ciascuno ad un acido grasso mediante un legame
di tipo estere. Il terzo atomo di carbonio invece, lega, mediante un legame
fosfodiestero un gruppo X (molto polare, es. carlatt, solitamente un alcol), che a seconda
della struttura che possiede definisce diverse tipologie di glicerofosfolipidi. Per cui il gruppo
fosfodiestero si forma per reazione del gruppo OH legato al C 3 del glicerolo con il gruppo
fosfato (acido) e per successiva reazione del gruppo fosfato con il gruppo X. Solitamente
i glicerofosfolipidi contengono un acido grasso saturo legato al C1 del glicerolo
mentre questo insaturo su cui glicerolo
glicerolo. Quindi, nei glicerofosfolipidi
la porzione idrofila a contatto con l'acqua e il
il gruppO X (testa polare) mentre le code idrofobica sono i 2 acidi grassi.
Un glicerofosfolipide privo del gruppo X è detto acido fosfatidico. L’acido fosfatidico nelle forme dissociate prende il nome di fosfatidato se è in grado di legare un sostituente (gruppo X), per cui quando si assegna un nome al glicerofosfolipide bisogna utilizzare il termine fosfatidil (per indicare la presenza del fosfato come sostituente) seguito dal nome del gruppo X.
Analizziamo le struttura dei principali gruppi X che costituiscono i glicerofosfolipidi:
Nome di X Struttura di X Nome del Glicerofosfolipide Struttura del Glicerofosfolipide etanolammina HO-CH2-CH2-+NH3 fosfatidiletanolammina CH2-O--R1CH-O-O-R2|CH2-O-P-O-CH2-CH2-+NH3O- colina HO-CH2-CH2-N(CH3)3+ fosfatidilcolina CH2-O--R1CH-O-O-R2|CH2-O-P-O-CH2-CH2-N(CH3)3+O- serina HO-CH2-C--NH3+ O fosfatidilserina CH2-O--R1CH-O-O-R2|CH2-O-P-O-CH2-C--NH3+ O-4) STEROLI
Gli steroli sono lipidi strutturali presenti nelle membrane di molte cellule eucariotiche. La caratteristica strutturale di questo gruppo di lipidi è il nucleo steroideo costituito da 4 anelli (tre da 6 atomi di C e uno da 5 atomi di C). Il principale sterolo dei tessuti animali è il colesterolo, costituito dal nucleo steroideo a cui è legato un gruppo OH in posizione 3 ed una catena alifatica ramificata in posizione 17. Il gruppo ossidrilico sull'atomo C3 è la testa polare del colesterolo, mentre la componente idrofobica è rappresentata e costituita dal nucleo steroideo e dalla catena alifatica. Gli steroli, oltre ad essere costituenti della membrana, servono anche come precursori di diversi prodotti con specifica attività biologica. Ad esempio il colesterolo è precursore degli ormoni steroidei e degli esteri del colesterolo (che si formano per reazione tra gruppo OH del colesterolo e gruppo carbossilico di un acido grasso).
Fattori che influenzano sulla fluidità di membrana
- presenza di molecole di colesterolo → il colesterolo riduce la fluidità di membrana posizionandosi tra i fosfolipidi di ciascun monocerotto e restringendone la mobilità.
- presenza di acidi grassi saturi insaturi → gli acidi grassi insaturi rendono più fluida la membrana rispetto agli acidi grassi saturi poiché le forze di Van der Waals che si instaurano tra le loro catene idrocarburiche sono basse.
- lunghezza delle catene idrocarburiche → quanto più sono lunghe tanto più sono le interazioni.
RAPPORTO TRA ENZIMA E STATO DI TRANSIZIONE
Un enzima del tutto complementare al suo substrato potrebbe essere un "cattivo enzima".
Consideriamo una reazione trasformazione: la rottura di una bacchetta di metallo.
SUBSTRATO = bacchetta di metallo → ST = bacchetta piegata → PRODOTTO = bacchetta rotta
Supponiamo ora di utilizzare un enzima del tutto complementare al substrato, cioè alla bacchetta. È spiegare che, perché possa compiersi, la bacchetta deve raggiungere lo stato di transizione cioè deve piegarsi. In questo caso (però) la bacchetta si adatta così bene al sito attivo che non può piegarsi, essendo estremamente stabile. Rappresentando questa situazione in un grafico della coordinata di reazione, è possibile notare come la formazione del complesso ES generi una dissipazione energetica, evento paradosso di cui difficilmente il substrato può liberarsi.
Supponiamo invece di usare un enzima non complementare al substrato, ma con un sito catalitico in cui il substrato può entrare. In queste condizioni la bacchetta potrà piegarsi raggiungendo lo stato di transizione, raggiunto il quale si sarà la massima complementabilità tra enzima e substrato e grazie ad essa l'energia di attivazione diminuirà, rendendo la reazione più veloce. Per cui un "buon enzima" deve essere complementare allo stato di transizione della reazione.
- Coord. di reaz.
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iniziale Vmax = velocità a concentrazioni saturanti di substrato, km = costante di Michaelis
e Menten, [S] = concentrazione del substrato
- Quando la [S] << km → Vo = Vmax [S] / Km
cioè è possibile trascurare la [S]
al denominatore essendo questa
molto piccola
- Quando la [S] >> Km → Vo = Vmax
cioè la reazione ha già
raggiunto la massima velocità
per cui indipendente dalla
[S]
- Nel caso particolare in cui Vo sia esattamente uguale a 1/2 Vmax è possibile ricavare
un'importante relazione:
1/2 Vmax = Vmax [S] / Km + [S]
½ = [S] / Km + [S]
1 / (Km + [S]) = ½ 1 + ½ [S] = [S]
Km = 2 [S] - [S] => Km = [S]
Quindi Km è la [S] in
corrispondenza della quale metà
dei siti attivi dell'enzima sono
occupati (i valori di Km sono
compresi tra 10-1 a 10-7 m moles
Quindi Michaelis e Menten facilitarono l'attenzione sulla prima tappa di una reazione
considerando già: E + S
K1
E - S (veloce e reversibile) tenendo conto anche della
K-1
sua costante di equilibrio e trascurando la costante K-2 nella seconda tappa della
reazione, poiché esattamente parallela formazione del prodotto: E-S K-1
E + P