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PROTEINE COINVOLTE NELLA FORMAZIONE DI VESCICOLE

Le proteine che legano la clatrina sono numerose. Difatti, quando la clatrina è presente sulla membrana della vescicola in formazione attua delle associazioni con varie proteine che a loro volta legano le AP (la sigla AP sta ad indicare "proteine adattatrici").

L'adattina è una proteina di membrana capace di selezionare le molecole cargo da includere nella vescicola che è anche in grado di interagire con le proteine di rivestimento (coatomeri). Come specificato precedentemente, il posizionamento del complesso AP2 richiede che sulla membrana sia presente un particolare fosfolipide: il fosfatidilinostiolo 4,5 difosfato (ciascuna AP richiede un particolare PIP, fosfatidilinositolo).

In seguito al legame del ligando-recettore si ha il reclutamento di un numero considerevole di proteine, cui hanno come interlocutore comune AP2 che a sua volta contatta la clatrina. AP2 ha una struttura multimerica.

c'è l'adattatore, la clatrina non può arrivare. Se non c'è il legame ligando-recettore, l'adattina non arriva. Senza AP2, la clatrina non sarà in grado di legarsi alla membrana, quindi mutazioni al gene (sia di AP2 che della clatrina) impediranno la formazione della vescicola. AP2 contatta il recettore il quale è a sua volta in contatto con il ligando. Quando non c'è l'adattatore, la clatrina non può arrivare. Se non c'è il legame ligando-recettore, l'adattina non arriva. Senza AP2, la clatrina non sarà in grado di legarsi alla membrana, quindi mutazioni al gene (sia di AP2 che della clatrina) impediranno la formazione della vescicola. AP2 contatta il recettore il quale è a sua volta in contatto con il ligando. Quando non c'è l'adattatore, la clatrina non può arrivare. Se non c'è il legame ligando-recettore, l'adattina non arriva. Senza AP2, la clatrina non sarà in grado di legarsi alla membrana, quindi mutazioni al gene (sia di AP2 che della clatrina) impediranno la formazione della vescicola. AP2 contatta il recettore il quale è a sua volta in contatto con il ligando. Quando non c'è l'adattatore, la clatrina non può arrivare. Se non c'è il legame ligando-recettore, l'adattina non arriva. Senza AP2, la clatrina non sarà in grado di legarsi alla membrana, quindi mutazioni al gene (sia di AP2 che della clatrina) impediranno la formazione della vescicola. AP2 contatta il recettore il quale è a sua volta in contatto con il ligando.sono impegnate nel riconoscimento del cargo, le AP2 si auto-inibiscono. Il riconoscimento del cargo provoca un cambiamento conformazionale e incentiva il processo di rivestimento della clatrina.

Ci sono anche altre AP: quando intervengono le altre cambia il tipo di trasporto. Se interviene AP2 parliamo dell'endocitosi mediata da recettore, se interviene AP1 stiamo parlando del trasferimento dal Golgi all'endosoma. Se interviene AP3 si ha un tipo di trasporto che serve a riciclare gli endosomi, cioè si ha la formazione di vescicole che riportano alla loro posizione di partenza il materiale usato precedentemente (es: recettore dell'LDL). Se interviene AP4 si ha una speciale modalità di trasporto di cellule che hanno una regione baso-laterale.

La subunità µ delle AP è in grado di riconoscere delle sequenze sulle code citoplasmatiche dei trasportatori o cargo, pertanto ha la capacità di migliorare il riconoscimento del carico che sta per essere

Racchiuso nella vescicola. Difatti, sono state identificate delle sequenze consenso coinvolte nel riconoscimento tra proteine AP e trasportatori cargo fra cui una ricca in tirosina e una sequenza acida con anche delle coppie di leucine. Esistono anche delle correlazioni tra la sequenza di riconoscimento e la destinazione del cargo: ad esempio, una sequenza acida contenente la coppia di leucine è presente nel trasferimento dal TGN (trans-Golgi network) all'isosoma, mentre la sequenza ricca in tirosina è coinvolta nell'endocitosi classica o anche nel trasferimento TGN-lisosoma.

Il cargo è in grado di contattare l'adattina situata all'interno della cellula attraverso il legame al recettore. Sarà la subunità mu di AP2 a riconoscere il cargo e si avrà un cambiamento conformazionale che annulla l'autoinibizione. L'interazione con il cargo e i lipidi è data dalla parte statica, quindi dal tronco, mentre quella con le altre

proteine accessorie è data dalle appendici. Tutte le proteine coinvolte nella fase iniziale della formazione delle vescicole ricoperte di clatrina fanno parte dell'hub AP2 (AP2 costituisce il fulcro a cui tutte le proteine fanno capo) e inducono la deposizione di clatrina. Quest'ultima riconosce la sequenza consenso dei suoi adattatori (AP) mediante l'estremità N-terminale beta-propeller (elica).

BAR sono delle proteine con struttura ad alfa-elica contenenti nella propria struttura uno o più domini BAR (a banana) cui si associano alle curvature delle membrane accentuandole. Intervengono nei processi iniziali di piegatura della membrana plasmatica per la formazione delle vescicole. In base alle curvature è possibile distinguere:

  • N-BAR: contraddistinte da curvature spinte con verso positivo;
  • F-BAR: curvature positive lieve;
  • I-BAR: curvature negative.

Tramite i raggi X è stato possibile identificare la struttura di queste proteine e classificarle in

6 famiglie secondo l'angolo di curvatura della membrana a cui preferenzialmente si associano. Fra le principali BAR citiamo:

101- Anfifisina: ha un dominio BAR lungo 210 aminoacidi che forma una spirale composta da tre alfa eliche. È una proteina molto flessibile ma anche molto forte proprio perché forma un superavvolgimento. Quando dimerizza, forma una struttura a banana che riesce a indurre una notevole piegatura della membrana. Dal momento che i fosfolipidi hanno teste polari cariche negativamente, l'anfifisina espone su un lato delle cariche positive per poter interagire con la membrana. Possiede dominio SH3.

- Endofilina: non solo presenta un dominio BAR nella regione N-terminale ma anche un dominio SH3 utile per reclutare altre proteine come CIN85 che a sua volta è associata alla E3 ligasi CBL. Un dimero di endofilina riconosce diverse curvature della membrana e ne induce piegatura. La sua funzione si protrae anche in fasi più tardive dell'endocitosi.

Il dominio SH3 (anche quello dell'anfifisina) riconosce e lega la regione ricca di prolina della dinamina. Questa è una GTPasi che auto-polimerizza e provoca la scissione della vescicola. - Epsine: non hanno un dominio BAR bensì domini UIM ed ENTH che riconoscono il fosfatidilinositolo 4,5 difosfato e domini EH che interagiscono con altre proteine coinvolte nel processo. Inoltre, l'epsina 1 possiede anche un dominio di riconoscimento per la clatrina, quindi è una proteina capace di interagire anche con il coating. Riconosco gli oggetti da endocitare che devono essere degradati e fanno da tramite fra questi e le AP2, cui intervengono nella formazione di vescicole ricoperte da clatrina. Queste si fonderanno con l'endosoma precoce che in seguito, dopo esser diventato tardivo, si fonderà con il lisosoma. - FCHO: contengono un dominio F-BAR che genera la curvatura iniziale della membrana e consente l'origine delle fossette rivestite di clatrina.

clatrina.102INTERSECTINA

Sono delle proteine reclutate da regioni ricche di fosfatidilinositolo 4,5 difosfato che fungono da scaffold (impalcatura) per collegare i vari componenti del meccanismo di formazione della vescicola ricoperta di clatrina. Sono anche delle GEF (promuove lo scambio GDP-GTP) per le proteine appartenenti alla famiglia Rho.

AUXILLINA

È una J-protein che si inserisce nel coating di clatrina, in prossimità del dominio N-terminale di tale coatomero. Una volta che la formazione della vescicola è stata completata, l’auxillina recluta Hsc70 (Heat shock cognate 70, un membro delle heat shock protein). In questo caso le heat shock proteins partecipano al processo di distruzione del rivestimento. Quindi, l’auxillina partecipa alla formazione del rivestimento, ma non appena questo è stato completato, ne media la disgregazione.

DINAMINA

La dinamina è una proteina G che consente il distaccamento delle vescicole dalla membrana plasmatica. Agisce polimerizzando,

conducendo alla formazione di un'invaginazione, interagiscono anche con il dominio pro della dinamina. Questa interazione provoca un cambiamento nella conformazione della dinamina, attivando il suo dominio GTPasico e permettendo il distacco della vescicola dalla sua sede di formazione. In questo modo, l'anello formato dalla dinamina strozza la vescicola, inducendone la chiusura. Le mutazioni a carico della dinamina possono bloccare la formazione delle vescicole. Se la vescicola non viene staccata, rimane come un rigonfiamento della membrana e ciò può avere gravi ripercussioni. La dinamina possiede un dominio catalitico GTPasico e un dominio pro al C-terminale caratterizzato dalla presenza di prolina, un amminoacido che causa la destrutturazione della regione. Quest'ultimo dominio è fondamentale per il riconoscimento di alcune proteine come l'endofilina, l'anfifisina e SNX9 che contribuiscono alla formazione del rivestimento di clatrina. Quando si ha l'interazione tra queste proteine e il dominio pro, si verifica un cambio di conformazione della dinamina con conseguente attivazione del dominio GTPasico e distacco della vescicola dalla sua sede di formazione. Quindi, oltre a indurre il ripiegamento della membrana, l'anfifisina e l'endofilina contribuiscono anche al distacco delle vescicole.

attivano anche la dinamina. SINAPTOJANINA è una fosfatidilinostiolo 4,5 difosfato fosfatasi identitificata nelle cellule neuronali. Non presenta domini BAR ma, appunto, un dominio fosfatasico che rimuove i gruppi fosfato, soprattutto nelle regioni di membrana che non devono partecipare alla formazione della vescicola. Interviene nelle fasi finali, ovvero di chiusura, della formazione della vescicola. se ciò non accade, le regioni di membrana non defosforilate hanno una tendenza spiccata a formare vescicole endocitotiche, anche quando non è necessario. Quando le sinaptojanine funzionano correttamente invece si ha il giusto numero di vescicole endocitotiche.

SNARE & RAB
Le proteine che mediano il riconoscimento sono le SNARE, accompagnate dalle Rab GTP-asi cui sono delle idrolasi del GTP. Le SNARE sono una classe di proteine transmebrana fibrose dotate di domini citosolici che catalizzano la fusione delle membrane. Si dividono in due sottoclassi:
- v-SNARE, v sta per "vescicolare",

sono presenti sulle membrane delle vescicole: - t-SNARE, t sta per "target", sono presenti sulle membrane degli organuli bersaglio. Le due proteine complementari si riconoscono reciprocamente e si legano fra loro facendo interagire le due porzioni ad alfa-elica in modo da formare un'elica superavvolta (sovrappongono due porzioni di α-elica per dare un'elica superavvolta). Se la perdita di rivestimento non avviene in maniera corretta e la vescicola non ha il corretto diametro, cioè una dimensione
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Publisher
A.A. 2019-2020
195 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/10 Biochimica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher foxy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biochimica cellulare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Pizzo Elio.