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H O
2
A – B + X: ----> A – X + B ----> A + X: + B
Da ricordare che un nucleofilo è una molecola con grande disponibilità di
doppietti elettronici, che attacca una molecola elettrofila, cioè povera di
elettroni. La formazione del legame covalente transitorio altera l’andamento
della reazione, ma ne risulta una catalisi solo se il nuovo percorso della
reazione ha un’energia di attivazione inferiore a quella della reazione non
catalizzata. Entrambe le tappe del processo devono essere più veloci della
reazione non catalizzata. Un certo numero di catene laterali amminoacidiche
e i gruppi funzionali di alcuni cofattori enzimatici possono fungere da nucleofili
nella formazione di legami covalenti con i substrati. Questi complessi
covalenti vanno sempre incontro a ulteriori trasformazioni, che rigenerano
l’enzima libero. Il legame covalente che si forma tra l’enzima e il substrato
può attivare un substrato inducendo un’altra reazione con un meccanismo
specifico per il particolare gruppo o coenzima.
La catalisi covalente viene eseguita da enzimi come le serinoproteasi
(chimotripsina, trispina ed elastasi), le transaminasi (aminotransferasi) e le
aldolasi.
Catalisi elettrostatica = il legame dell’enzima con il substrato tende ad
escludere l’acqua dal sito attivo dell’enzima. La costante dielettrica (ε) locale
del sito attivo ricorda quindi quella di un solvente organico, dove le interazioni
elettrostatiche sono molto più forti di quelle di un ambiente acquoso. Quindi,
la catalisi elettrostatica risulta essere la distribuzione delle cariche intorno al
sito attivo di un enzima che sono organizzate in modo tale da stabilizzare lo
stato di transizione della reazione catalizzata. Inoltre, in alcuni enzimi, la
distribuzione delle cariche serve a guidare i substrati polari verso il sito di
legame e così la velocità di questi enzimi sembra più grande degli stessi limiti
imposti loro dalla diffusione.
Catalisi per prossimità = fenomeno più interessante per la fisica che per la
biochimica. I gruppi reattivi del sito attivo si attivano solo quando i reagenti
entrano in contatto tra loro con una reazione spaziale corretta. Gli enzimi
inducono l’aumento di velocità delle reazioni perché fanno sì che i reattanti si
trovino nel giusto orientamento per reagire.
La maggior parte degli enzimi combina diverse strategie catalitiche, in modo
da aumentare la velocità delle reazioni. Un valido esempio è l’uso della
catalisi covalente, della catalisi acido-base generale, e della stabilizzazione
dello stato di transizione nella reazione catalizzata dalla chimotripsina.
Meccanismo di azione della chimotripsina
La chimotripsina (per gli studi è stata utilizzata quella pancreatica bovina)
appartiene alla famiglia delle serinoproteasi, che hanno un meccanismo di
catalisi comune. Gli enzimi digestivi come tripsina e chimotripsina vengono
secreti sotto forma di proenzimi inattivi e vengono attivati solo nel sito dove è
necessaria la loro azione (altrimenti si avrebbe un’autodigestione del
pancreas -> pancreatite).
Essendo una proteasi, la chimotripsina catalizza la rottura idrolitica di legami
peptidici. Questa proteasi è specifica per i legami peptidici adiacenti a residui
amminoacidici aromatici (Trp, Phe, Tyr). La reazione catalizzata da questo
enzima illustra il principio di stabilizzazione dello stato di transizione ed è un
esempio classico di catalisi acido-base e di catalisi covalente.
La chimotripsina, essendo una serinoproteasi, possiede una serina reattiva
(Ser 195) nel sito attivo. Insieme ad Asp 102 e His 157, forma la triade
catalitica, caratteristica di tutte le serinoproteasi (evoluzione convergente
con la subtilisina, enzima batterico che utilizza un meccanismo simile alle tre
serinoproteasi). -
La chimotripsina rompe un legame peptidico in cui il COO appartiene ad un
amminoacido aromatico (che viene accolto in una tasca idrofobica
dell’enzima). La serina reattiva della chimotripsina contiene un gruppo
ossidrile (OH), nucleofilo. Il legame dell’ossigeno con l’idrogeno viene stirato
da His, che tende a strappare l’ossigeno a pH ≈ 7 (il gruppo OH della Ser è
quindi reso ancora più nucleofilo). L’ossigeno di OH attacca il carbonile e si
forma lo stato di transizione, molecola caratterizzata da un carbonio
tetraedrico (C al centro con legati 4 atomi elettronegativi -> molecola molto
instabile).
Con la rottura del legame peptidico (la velocità del processo di idrolisi viene
9
aumentata di ca. 10 volte dalla chimotripsina), si ha la fase di acilazione: si
forma un legame estere tra il carbonio carbonilico del peptide e l’enzima. In
questo modo si viene a creare un intermedio covalente transitorio acil-enzima
(infatti, la chimotripsina non catalizza l’attacco diretto di una molecola d’acqua
sul legame peptidico, ma forma invece un intermedio covalente transitorio
acil-enzima). Successivamente, NH dell’acil-enzima strappa un idrogeno a
2
His e si libera il primo prodotto di reazione, NH (porzione amminica del
2
legame peptidico).
His tenta poi di strappare un idrogeno a H O. A questo punto, H O attacca il
2 2
carbonile dell’acil-enzima e fa sì che il carbonio diventi di nuovo tetraedrico: si
ha quindi la fase di deacilazione, in cui il legame estere viene idrolizzato e
viene rigenerato l’enzima libero non acilato.
H O poi rompe il legame della Ser con l’ossigeno e livera il secondo prodotto
2
della reazione, COOH (porzione carbossilica del legame peptidico).
Il ruolo di Asp in questo meccanismo catalitico è soprattutto quello di
stabilizzare la serina (la quale possiede un ossigeno, quindi un gruppo
nucleofilo).
La catalisi avviene con un meccanismo ping-pong: entra il primo substrato,
esce il primo prodotto; entra il secondo substrato, esce il secondo prodotto.
meccanismo d’azione della chimotripsina
Per quanto riguarda le altre serinoproteasi, mentre la chimotripsina riconosce
- -
il gruppo COO degli amminoacidi aromatici, la tripsina riconosce COO degli
amminoacidi basici, mentre l’elastasi presenta la tasca ostruita da piccoli
amminoacidi.
COFATTORI
Sono solitamente grosse molecole organiche o metalli, oppure coenzimi
derivati da vitamine idrosolubili. Ad esempio:
biocitina, derivata dalla biotina. È un cofattore della piruvato
- carbossilasi (trasforma il piruvato in ossalacetato). La biocitina è un
trasportatore di CO : partecipa alla carbossilazione inserendo CO
2 2
inorganica in composti organici;
5’-deossiadenosilcobalamina, derivata dalla vitamina B . È un
- 12
cofattore della metilmalonil mutasi (trasforma malonil-coA in succinil-
coA);
flavin adenin dinucleotide (FAD), derivato dalla riboflavina (B ). È un
- 2
cofattore delle monoaminossidasi;
acido lipoico;
- nicotinamide adenin dinucleotide (NAD), derivato dall’acido
- nicotinico (quindi dalla vitamina PP – pellagra preventing – o niacina). È
un cofattore della lattato deidrogenasi (LDH);
piridossalfosfato, derivato dalla piridossina (B ). È un cofattore della
- 6
glicogenofosforilasi;
tetraidrofolato, derivato dal folato (B );
- 9
tiamin pirofosfato, derivato dalla tiamina (B ). È un cofattore della
- 1
piruvato deidrogenasi;
coenzima A, derivato dall’acido pantotenico (B ). È un cofattore
- 5
dell’acetil-coA-carbossilasi (trasforma l’acido acetico in malonil-coA).
Gli elementi inorganici che agiscono da cofattori sono:
2+
Cu = cofattore di citocromo ossidasi;
- 2+ 3+
Fe o Fe = cofattore di catalasi, perossidasi;
- +
K = cofattore di piruvato cinasi;
- 2+
Mg = cofattore di esochinasi, glucosio-6-fosfatasi;
- 2+
Mn = cofattore di arginasi;
- Mo = cofattore di dinitrogenasi;
- 2+
Ni = cofattore di ureasi;
- Se = cofattore di glutatione perossidasi;
- 2+
Zn = cofattore di anidrasi carbonica, alcol deidrogenasi.
-
Circa il 30% degli enzimi sono metalloenzimi. I cofattori (metalli e coenzimi)
incrementano le possibilità catalitiche degli enzimi. Certi enzimi necessitano
per il loro funzionamento sia di un coenzima sia di ioni metallici.
CLASSIFICAZIONE DEGLI ENZIMI
L’enzima è costituito da una porzione proteica, l’apoenzima o apoproteina, e
da un gruppo prostetico, il cofattore (metallo o coenzima). Il complesso
apoenzima + cofattore è detto oloenzima. Il precursore inattivo
dell’apoenzima è detto zimogeno.
A causa del numero sempre maggiore di enzimi individuati, è stato adottato
per convenzione internazionale un sistema di nomenclatura e di
classificazione degli enzimi. Questo sistema divide gli enzimi in 6 classi
principali, ognuna suddivisa in sottoclassi in base al tipo di reazione chimica
catalizzata. Le 6 classi sono:
ossidoreduttasi = il gruppo prostetico è in grado di trasferire elettroni
- (reazioni redox). Ad esempio, la lattato deidrogenasi (LDH) catalizza
una reazione reversibile di trasformazione del lattato in piruvato:
Un’altra reazione catalizzata da una ossidoreduttasi fa parte del ciclo di
Krebs:
transferasi = trasportano gruppi nelle reazioni di trasferimento. Ne
- esistono di 2 tipi:
aminotransferasi o transaminasi
• cinasi o chinasi o kinasi.
•
Le aminotransferasi catalizzano la reazione di trasferimento del gruppo
amminico α di un amminoacido ad un α-chetoacido (ad esempio,
aspartato -> ossalacetato o glutammato -> α-chetoglutarato). Nella
stessa reazione aspartato -> ossalacetato, l’α-chetoglutarato accoglie
NH perso da Asp e riforma glutammato. È il sistema enzimatico
2
presente nel processo di biosintesi dell’urea (sistema di eliminazione di
azoto amminico con l’urina).
Le cinasi catalizzano la reazione di trasferimento del gruppo fosfato
43-
(PO ) dall’ATP. Sono quindi delle fosfotransferasi. Ad esempio, la
-
creatina è una molecola che possiede un gruppo COO e un carbonio
circondato da 3 atomi di azoto (gruppo guanidinico). Sulla creatina puà
essere trasferito reversibilmente un gruppo fosfato, grazie all’azione di
una cinasi, la creatinchinasi (C ), a formare creatinfosfato. Il
K
creatinfosfato svolge nel muscolo la stessa azione dell’ATP: è una
riserva energetica e primo carburante della contrazione muscolare. La
creatinchinasi compare nel sangue quando c’è stato un danno
muscolare o cardiaco (strumento di diagnosi per gli infarti);
idrolasi = rompono legami addizionando H O. Si tratta di esterasi,
- 2
proteasi, lipasi ecc. Ad esempio:
glucosio-6-fos