Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
STUDIO DELL’EQUAZIONE DI M&M
Dallo studio dell’equazione, il primo parametro da studiare è la Km, una costante che varia in
associazione all’enzima usato e al tipo di reazione che consideriamo, è una costante derivante da
altre costanti di associazione e dissociazione dell’enzima stesso.
È possibile calcolare la Km anche praticamente mediante un grafico, la sua utilità sta nel
determinare se l’enzima è affine o no al substrato: se la Km è molto piccola, l’affinita enzima-
substrato è grande se invece la Km è grande la sua affinità ne risente.
Un'altra costante che possiamo trovare è il numero di turnover, chiamato Kcad, questa costante si
calcola facendo la Vmax/[E], è quindi una costante calcolabile sperimentalmente e non rientra
nell’equazione di M&M.
La Kcad serve per avere un indice della velocità di ricircolo del’enzima nella reazione, in poche
parole serve per capire se l’enzima usato è buono nei confronti del substrato.
Usare queste due costanti è necessario per calcolare l’efficienza dell’enzima.
La formula usata è Kcad/Km, in tal modo possiamo vedere se l’enzima è efficace o no, un ottimo
grado di efficienza lo otteniamo con una Kcad alta e una Km bassa, ma se queste condizioni non
sussistono, può essere che un valore compensi leggermente altro, rendendo comunque efficiente
l’enzima.
È utile poi aggiungere che non tutti gli enzimi seguono la cinetica di M&M
GRAFICO DI LINEWEAVER- BURK 32
Questo ti po di grafico è chiamato anche grafico dei doppi reciproci, è una manipolazione
matematica dell’equazione di M&M, questa equazione graficamente porta all’origine di una
parabola che tende a un valore Y sul grafico. da questo grafico possiamo solo vedere
che la velocità dell’enzima è funzione
della concentrazione del substrato e che
tende a un valore che è la velocità
massima a cui l’enzima può operare.
Da questo grafico non è possibile invece
estrapolare dati come il valore della
velocità, o della costante Km e di
conseguenza sapere il valore
dell’efficienza o il numero di turnover.
Un metodo per calcolare questi dati è sfruttare il grafico dei doppi reciproci che lo si trova
mediante un elaborazione matematica della formula di M&M.
Se facciamo il reciproco della formula di M&M otteniamo:
1/Vo = ( Km +[S])/(Vmax*[S])
Scomponendo la seguente formula otteniamo:
1/Vo = KM/Vmax *(1/[S]) + 1/Vmax
Questa equazione è una retta, quindi tracciando il grafico di questa retta possiamo trovare la Vmax
facendo il reciproco dell’intersezione della retta con l’ordinata Y e trovare la Km con l’intersezione
con l’ascissa X
REAZIONE A DUE SUBSTRATI 33
Alcuni enzimi possono anche reagire con più di un substrato ( solitamente un enzima reagisce con
molti substrati, ma per capirne i meccanismi si considerano quelli che reagiscono solo con uno)
I meccanismi con cui agiscono questi enzimi sono differenti, ma le strade che seguono sono
prevalentemente 2
La prima prevede la formazione di un composto ternario, cioè l’enzima legato ad entrambi i
substrati, facendo entrare in modo ordinato le due molecole o in modo casuale
La seconda non prevede la formazione di un composto ternario
Le due tipologie di reazione le si riconosce dal grafico dei doppi reciproci
Nel’esempio a di vede le rette
incrociano tutte, ed è il caso della
formazione di un complesso ternario,
piu la concentrazione di 1/S cresce e
più la retta è in pendenza per un
aumento dei parametri di
concentrazione e di una km
relativamente piccola.
L’aumento della velocità non è più
proporzionale ( non segue più un
andamento rettilineo) alla
concentrazione di substrato [S2].
Se invece consideriamo il caso b cioè
dove non c’e alcun complesso
ternario allora abbiamo tante rette in
parallelo, l’andamento è lineare,
all’aumentare della concentrazione di
1/S la velocità aumenta
proporzionalmente
Questi grafici sono disegnati tenendo costante S1, che quindi non varia ma facendo variare S2, in tal
modo possiamo rappresentare come tante rette questi grafici e leggerli più semplicemente.
INIBITORE 34
Gli inibitori, sono macromolecole organiche che si legano covalentemente ai substrati degli enzimi.
Queste macromolecole sono essenziali per lo svolgimento delle attività cellulari, un enzima a volte
diventa obsoleto e risulta inutile, quindi è necessario inibire le sue attività enzimatiche per poi
smantellarlo.
Esistono due tipi di inibitori.
Il primo tipo è chiamato inibitore irreversibile, questo inibitore è una macromolecola che ha la
stessa forma del substrato al quale si lega l’enzima, ma con quest’ultimo crea legami covalenti, che
sono più forti e stabili del legame enzima-substrato, in tal modo il sito attivo risulta occupato e
l’enzima non può più compiere la sua attività catalitica (quando un inibitore irreversibile reagisce
con un enzima da il via a reazioni chimiche)
Gli inibitori di tipo reversibile sono differenti, reagiscono con un enzima e lo inibiscono legandosi
al loro sito attivo mediante legami deboli, cosi da poterli scindere se necessario.
Esistono due categorie di inibitori reversibili, quelli chiamati inibitori competitivi, dove l’inibitore
va a reagire e a inibire l’enzima, cosi fa diminuire la quantità di enzima e porta un aumento di
quella del substrato, questo provoca un aumento della Km e una diminuzione dell’affinità tra
enzima e substrato che porta la catalisi a una completa inibizione.
Usando i grafici dei doppi reciproci è possibile capire quando l’inibizione è competitiva.
la concentrazione di I, l’inibitore aumenta nelle
tre rette, e tutte e tre si incontrano in un
intersezione sull’asse delle Y in corrispondenza
della Vmax.
Dato che però se studiamo il grafico normale
non quello dei doppi reciproci, il grafico è
sempre asintotico alla velocità massima, il che
vuol dire che aumentando la concentrazione di
substrato presente è possibile riattivare l’enzima
inibito.
Questo è lo stesso meccanismo per la cura
dall’intossicazione di metanolo, introducendo
etanolo l’enzima si riattiva e può smaltire
l’alcool correttamente.
L’altra tipologia di inibitore reversibile sono gli inibitori non competitivi, questo genere di inibitore
lega sia con il sito attivo dell’enzima libero sia con altre parti dell’enzima quando è legato al
substrato, la sua efficacia non dipende dalla concentrazione di substrato presente, quindi è un
enzima non competitivo. Questo inibitore porta a una variazione della conformazione della proteina
che costituisce l’enzima, che cosi viene inibita. Dal grafico dei doppi reciproci, si può vedere
come riconoscere questo tipo di inibizione, le
diverse rette a diversa concentrazione di
inibitore intersecano tutte sull’asse delle X.
L’inibizione causa una diminuzione della
Vmax ma non fa variare la Km 35
REGOLAZIONE DELL’ATTIVITA ENZIMATICA
L’attività di un enzima è una forma di controllo che permette al nostro corpo di inibire o scatenare
certi enzimi, esistono delle forme di controllo che partono già dalla creazione dell’enzima stesso,
alla nascita l’enzima può essere creato sotto forma di zimogeno, cioè una forma non attiva della
proteina enzimatica che successivamente può essere attivata.
Questo lo si fa per poter produrre gli enzimi e conservarli per il momento dell’utilizzo.
Esistono altri sistemi di regolazione che possono prevedere diverse vie di controllo
Una prima via di controllo prevede dei meccanismi lenti che sfruttano la concentrazione
del’enzima, la repressione o l’attivazione della trascrizione della proteina che forma l’enzima o
ancora modificazioni nella traduzione.
Una seconda via di controllo sempre con meccanismi lenti vede la disgregazione dell’enzima
mediante prodotti proteolitici, o la modificazione irreversibile della struttura enzimatica
Una terza e ultima via di controllo è quella della fosforilazione dell’enzima che può attivarlo o
inibirlo, il cambiamento avviene a livello molecolare quando l’enzima fosforilato cambia la sua
conformazione.
ENZIMI ALLOSTERICI
Gli enzimi allosterici sono una classe di enzimi che non segue la cinetica si M&M vista fino ad ora,
sono una classe a parte, la regolazione allosterica avviene mediante effettori allosterici che si legano
all’enzima e ne cambiano leggermente la conformazione permettendo a un substrato di legarsi.
Si dice che il legame di un enzima allosterico sia cooperativo, cioè all’inizio il legame tra l’enzima
e il substrato sia difficile e poco favorita, ma dopo che il primo legame è avvenuto l’affinità
aumenta e quindi la reazione diventa più veloce.
Gli enzimi allosterici sono solitamente strutture quaternarie formate da proteine di struttura
terziaria, e per questo sono chiamate anche oligomeri.
Un esempio di proteina allosterica è l’emoglobina, ma non è un enzima!.
Questo genere di enzimi sono collocati all’inizio di una via biosintetica o durante una sua
diramazione.
Anche questi enzimi subiscono processi di regolazione e di inibizione
REGOLAZIONE DA FEED-BACK
Questo genere di regolazione è una delle più sfruttare dal nostro organismo,
permette a una via biosintetica di sfruttare i prodotti che crea per inibire i
passaggi iniziali in modo tale da non usare altre molecole per inibire gli
enzimi.
Questo genere di regolazione lo si trova in processi come la glicolisi o in altre
vie di tipo fermentativo.
Un feedback può essere negativo come nel caso che avvenga un rallentamento
dell’attività biosintetica o positivo nel caso opposto in cui ci sia un aumento
della velocità dell’attività. 36
ZUCCHERI
Gli zuccheri, chimicamente chiamati carboidrati, sono una struttura formata unicamente da atomi di
carbonio, idrogeno e ossidrili (a volte possiamo trovare anche gruppo fosfato, amminici o solfati
legati a questi zuccheri).
Sono strutture organiche che si presentano suddivise in due classi, zuccheri aldeosi e chetosi, questo
perché nella loro forma lineare troviamo anche questi gruppi carbonilici che determinano diverse
proprietà per uno zucchero.
Il nome che si da allo zucchero è dipendente dal gruppo carbonilico presente e dal numero di atomi
di carbonio che compone la sua struttu