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BILANCE
Ci sono due tipi di bilance: le bilance tecniche e le analitiche. La bilancia tecnica è molto simile a
quella che si usa per cucinare, arriva massimo a un kg, con una precisione di un g; le bilance
analitiche sono quelle che si usano per pesare le piccole quantità; devono essere calibrate in maniera
accurata e periodica con dei pesi. Bisogna utilizzare la bilancia adatta per la quantità di materiale
che devi pesare così come il contenitore adatto; deve essere sempre tarata e deve stare su un piano
che non deve vibrare, che si chiama tavolo da bilancia. Sono importanti i contenitori che servono
per pesare le sostanze che possono essere sia vaschette di plastica, piccoli contenitori di vetro,
spatole cucchiai.
SISTEMI AGITATORI
Vengono usati per agevolare la soluzione, e quindi sciogliere le polveri. Ci sono gli agitatori
magnetici, piastra metallica, motore e un magnete dentro al beker che gira e scioglie. Gli agitatori
rotanti per le provette. (il fine è SCIOGLIERE UN SOLUTO IN UN SOLVENTE)
SISTEMI TERMOSTATATI
Possono essere stufe o incubatori termostatati che consentono di mantenere una determinata
tempoeratura. Possono essere a secco (ad aria) o bagnetti (vengono messi nell’acqua e l’acqua viene
mantenuta a tempoeratura); possono essere anche oscillanti (così che la reazione magari possa
continuare e nel frattempo la temperatura viene mantenuta).
Ci sono dei blocchi riscaldanti servono per provette e piccoli volumi; importante poi è la
conservazione a freddo, ci sono gli armadi refrigerati, macchina che produce ghiaccio, camera
fredda; questi contenitori servono sia per la lavorazione e la conservazione. Poi c’è la conservazione
di campioni a +4°, i conelatori a -20, a -80, tutti dotati di allarmi; arriviamo a -196 con l’azoto
liquido.
PH-METRI
Serve per misurare il pH di una soluzione. È fatto d un elettrodo che deve essere immerso nel
liquido da misurare. L’elettrodo di vetro sottile che viene immerso ha una corrente dovuta gli ioni
H+ che viene misurata da un voltametro r mostrata sul display che converte la corrente in unità di
pH. Deve essere calibrato prima di fare la misurazione a seconda del pH che devi misurare. Il pH
varia con la temperatura di conseguenza il pHmetro ha una sonda termometrica. Dentro all’elettrodo
ci deve sempre essere una soluzione sovrasatura di KCl. Bisogna sempre conservarlo in un liquido
quando non si effettuano misurazioni.
CAPPE
Ci sono diversi tipi di cappe che servono per la sicurezza dell’operatore durante le manipolazioni.
Ci sono cappe chimiche, cappe sterili, cape a flusso laminare, cappe di tipo bio-hazard. Le cappe
chimiche hanno un sistema di aspirazione, un vetro di protezione, filtri. Le cappe sterili vengono
usate per manipolare le cellule inn condizioni di sterilità. èer le manipolazioni microbiologiche a
basso rischio è sufficiente usare una cappa a flusso laminare, il cui flusso è unidirezionale
orizzontale o veriticale e servono per la protezione del prodotto manipolato. Poi ci sono le cappe di
biohazard per manipolare campioni di microrganismi potenzialmente patogeni per l’uomo e a
seconda del rischio, la cappa può trovarsi in ulteriori ambienti sterili; per mantenere sterile
l’apparecchiatura vengono irradiati con UV quando non ci sono gli operatori.
CENTRIFUGHE
La centrifuga serve a sedimentare un precipitato, separarlo dal sopranatante, separare diverse
frazioni subcellulari, raccogliere batteri o cellule in sospensione. Sono costituite da un motore a
velocità variabile che gira intorno a un asse a cui viene ancorato un rotore dove ci sono gli
alloggiamenti per le provette e questo rotore può essere confinato in una camera chiusa termostata o
anche sottovuoto. Il valore che viene impostato per far girare si chiama valore RPM (rivoluzioni per
minuto) e si parla sempre di accelerazione centrifura che viene misurata come multipli di
accelerazioni di gravità. C’è la centrifugazione preparativa e analitica a seconda delle dimensioni
del campione e dello scopo della centrifugazione. Poi ci sono le ultracentrifughe che arrivano a 900
mila g.
Mentre si centrifuga si possono controllare anche le temperature.
La centrifugazione oltre che per sedimentare rapidamente particelle in sospensione può essere
impiegata anche per separare (frazionare) macromolecole in soluzione o come metodo analitico per
studiare certe caratteristiche delle macromolecole come il peso molecolare e la forma. Le tecniche
di centrifugazione preparativa in particolare comprendono la centrifugazione differenziale e la
centrifugazione in gradiente di densità.
TECNICHE DI SEPARAZIONE
Le proteine per essere studiate e analizzate in vitro prima devono essere purificate. La purificazione
è resa possibile grazie all’identità chimica di ogni proteina che avrà caratteristiche proprietà
chimico-fisiche diverse rispetto alle altre. Le proteine vengono purificate tramite procedimento di
frazionamento e separazione. La difficoltà che incombono in questi processi variano a seconda del
tipo di proteina, ad es le proteine ampliamente espresse come l’emoglobina nei globuli rossi
vengono isolata con facilità, altre come alcuni fattori di trascrizione invece è più impegnativo. Di
fondamentale importanza è la fonte biologica dalla quale purificare la proteina e la scelta della fonte
deriva dal tipo di tessuto o organello in cui risiede la proteina. Di conseguenza la purificazione di
una proteina è un processo a sé stante che varia di proteina in proteina.
-il primo passaggio della purificazione di una proteina è la rottura delle cellule che le
contengono, procedura chiamata lisi cellulare. È una procedura che deve avvenire in un
opportuno mezzo, ossia una soluzione tampone, che preservi la struttura nativa delle proteine.
SOLUZIONE TAMPONE: le soluzioni impiegate devono avere una composizione capace di
preservare il più possibile la struttura nativa delle proteine e la loro attività biologica. La
formulazione di queste soluzioni è basate sulle caratteristiche chimico-fisiche dei tessuti biologici in
particolar modo considerando il pH. Il mantenimento del pH è essenziale per preservare la struttura
e la funzionalità della proteina. I tamponi comunemente usati sono costituiti da acidi deboli (acido
carbonico, acido fosforico, acido acetico) e da alcuni tipi di ammine e aminoacidi. Bisogna
considerare oltre al pH anche il valore di pressione osmotica che deve essere analogo a quello
intracellulare e quindi capace di prevenire lo shock osmotico, per questo frequentemente si impiega
uno zucchero come il saccarosio a concentrazione 0,25 M. Nelle soluzioni tampone vengono
disciolti anche altri composti del tipo se si vogliono purificare proteine citosoliche bisogna
incorporare composti tiolici che sono fondamentali per mantenere i gruppi sulfidrilici delle proteine
e impedire la formazione di legami di solfuro impropri.
I metodi di lisi variano a seconda della localizzazione cellulare della proteina. Ad es nel caso delle
proteine di membrana che non sono solubili in soluzioni acquose, queste devono essere prima tratta
con detergenti con natura amfipatica di modo da renderle solubili grazie alle caratteristiche
idrofobiche e idrofiliche. Nel caso invece di proteine extracellulari presenti nel siero o secrete nel
brodo di coltura da batteri o lieviti, la procedura di estrazione è molto più facile, si utilizza solo una
filtrazione.
Le cellule batteriche o di lievito che vengono fatte crescere in sospensione devono essere separata
dal mezzo di coltura mediante un processo di sedimentazione come la centrifugazione e poi devono
essere risospese nel tampone.
I METODI DI ROTTURA SONO VARI e dipendono dalla presenza o meno della parete cellulare e
dalla natura chimica di questa. Questi metodi possono essere meccanici o non meccanici. I tessuti
devono essere inizialmente omogeneizzati tramite metodi meccanici, quindi sottoposti a processi
che disintegrano il tessuto, trasformandolo poi in un materiale omogenato. È preferibile eseguire la
lisi delle cellule mantenendo il campione in ghiaccio e conducendo tutti i successivi passaggi di
purificazione alla temperatura di 4°. Inoltre a prescindere dal metodo di estrazione scelto, bisogna
accuratamente scegliere il mezzo in cui immergere il campione ovvero la soluzione tampone.
Tra i metodi meccanici più usati:
-FRENCH PRESS: tecnica applicabile a microrganismi quali batteri e lieviti. La sospensione
cellulare viene messa in una camera di compressione di acciaio inox, dotata di pistone, mano a
mano che si abbassa il pistone aumento la pressione; dopodichè si apre lentamente la valvola a
spillo cosicchè le cellule possano uscire e causa dello shock pressorio che subiscono uscendo dalla
valvola scoppiao e si frantumano
-OMOGENEIZZATORI POTTER: le membrana sono rotte da forze frizionali che un pestello in
vetro o teflon esercita contro le pareti di un contenitore di vetro in cui è contenuta la sospensione
cellulare. È un metodo che mi permette di mantenere integri gli organuli, questo perché
fondamentale la distanza tra il teflon e il vetro.
Tra i metodi non meccanici:
-LISI PER OSMOSI: cellule fragili come i globuli rossi si lisano semplicemente sospendendole in
acqua distillata, in tal modo si crea una differenza di pressione osmotica tra l’ambiente
extracellulare e l’intracellulare tale da causa l’entrata di acqua nella cellula e quindi la sua
esplosione.
-DIGESTIONE ENZIMATICA: la parete cellulare dei batteri e dei lieviti può essere digerita con
enzimi litici che vanno disciolti nel tampone in cui sono disciolte le cellule. Se il tampone è
ipotonico rispetto all’ambiente intracellulare, l’acqua comincia a uscire dalle cellula e si ha lisi per
osmosi.
-successivamente alla lisi ci sono delle tecniche di frazionamento: si utilizzano per isolare
proteine o organelli gli uni dagli altri sfruttando le caratteristiche diverse come dimensione, densità
e forma. Nel caso del frazionamento delle proteine, la tecnica consente di ottenere una frazione di
un gruppo di proteine aventi proprietà simili sfruttando le differenze rispetto a solubilità, stabilità al
calore e al pH, idrofobicità, dimensioni, e capacità di legare ligandi o macromolecole.
Una tecnica utilizzata per frazionare è la centrifugazione in particolare la centrifugazione
differenziale e la centrifugazione in gradiente di densità.
1) centrifugazione differenziale : è quella applicata più di frequenta per frazionare in quanto i
vari organelli presenti nell’omogeneato cellulare presentano varie velocità di
sedimentazione oltre che di densità e dimensioni. In questa tecnica il materiale da frazionare
è sottoposto a centrifugazioni sequenziali, in cui in passaggio successivo s