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A
:
frazionare macromolecole in soluzione, in particolare -
Centrifugazione differenziale principalmente usata per il FRAZIONAMENTO
CELLULARE (la migliore purificazione si ottiene con centrifugazioni sequenziali)—-> Gli
organelli di un omogenato cellulare differiscono per densità e dimensioni e sono
separati dalla centrifugazione per la diversa velocità di sedimentazione. Usata
per frazionare le cellule e raccogliere in maniera sequenziale nel precipitato l’organico
di nostro interesse, si ottiene applicando in sequenza forze centrifughe crescenti.
Organuli hanno capacità di sedimentazioni diverse in base alle dimensioni. Usata per
frazionare organuli mai proteine solubili
25 -
Centrifugazione in gradiente di densit à può essere applicata sia alla separazione di
cellule, virus e organelli, sia di acidi nucleici e proteine. Permette di separare
all’interno della stessa provetta cell che hanno caratteristiche di densità e massa
diversa, le separo poi o in funzione della massa o della densità. Usata anche per
separare una miscela es sangue. Ampia gamma di applicazioni -
Centricon concentrano e separano in base a peso molecolare. Provetta da 15ml
.
termina a V usata in centrifugazione -
Cromatografia purifica con varie tecniche una proteina, permettono di arricchire il
campione di un range di prot con caratteristiche simili sfruttando meccanismi di
esclusione molecolare, la purificazione con maggior resa si ha mediante cromatografia
di affinità
METODI DI PRECIPITAZIONE DELLE PROTEINE consentono un arricchimento e . B
isolamento di una frazione di proteine con caratteristiche simili a quella che vogliamo
andare a caratterizzare. Sono tecniche preliminari usate prima di altre metodiche es
cromatografia perché hanno una risoluzione molto bassa. Non forniscono un
elevato grado di purificazione ma eliminano gran parte delle molecole non
proteiche, definendosi quindi come un metodo di ARRICCHIMENTO. Sfruttano
il diverso grado di solubilità delle proteine stesse distinte in base alla presenza di
gruppi ionizzabili (acidi e basici), polari e idrofobici presenti sulla superficie di in una
proteina ovvero AA. In base a composizione AA si determina la solubilità di
una proteina che dipende da vari fattori come ph, concentrazione di sali nel mezzo,
polarità del solvente e temperatura. Proteine diverse hanno, in determinate
condizioni, valori di solubilità profondamente diversi: alcune precipitano, altre restano
.
in soluzione. Questo effetto viene sfruttato per la purificazione delle proteine -
Precipitazione frazionata con Sali—> Avremo alcune proteine che nelle stesse
condizioni andranno a precipitare e altre che avendo diversa solubilità rimarranno in
sospensione. I SALI influenzano la solubilit à di una proteina poich é gli ioni disciolti
interagiscono con i residui carichi esposti sulla superficie della proteina, avremo
soluzioni a basse concentrazioni di sali (bassa forza ionica) aumentano la
solubilità delle proteine → salting in (gli ioni in soluzione promuovono le interazioni
proteina-solvente e impediscono la formazione di aggregati proteici); abbiamo poi le
soluzioni ad elevate concentrazioni in cui alcuni sali (alta forza ionica) riducono la
solubilità delle proteine → salting out (competizione per le molecole di acqua
d’idratazione tra il sale aggiunto e le proteine, le interazioni proteina-proteina nelle
regioni idrofobiche diventano più forti delle interazioni proteina-solvente, causando la
formazione di aggregati). Quelle ad alta forza ionica con elevata quantità di sali attrae
a se acqua e le proteine tendono a interagire fra loro attraverso forze idrofobiche ciò
porterà alla formazione di aggregati che possono essere separati facilmente attraverso
centrifugazione, in questo modo concentriamo e facciamo precipitare proteine in base
a forza ionica e concentrazione di sali solitamente solfato di ammonio e alla solubilità.
La concentrazione di sale necessaria per determinare la precipitazione è differente per
ciascuna proteina: proteine idrofobiche precipitano a bassa concentrazione salina,
quelle meno idrofobiche ad alta concentrazione salina. Il salting out di miscele
complesse di proteine ne causa un arricchimento ma non produce una reale
purificazione, vi sarà la presenza di proteine co-precipitate → per migliorare la
selettività si può combinare la scelta del sale con la sua concentrazione e il pH. Il
salting out fa precipitare le proteine senza denaturarle. Il sale più usato è il solfato di
ammonio → la sua concentrazione si esprime come percentuale di saturazione
(percentuale rispetto a una soluzione satura del sale stesso). Il sale viene aggiunto
lentamente mantenendo la proteina in costante agitazione. Dopo centrifugazione la
proteina potrà essere nel P o nel SN → ripetere la procedura. Tutti i passaggi sono
26
generalmente condotti a 4°C. Tale metodica si usa come primo passaggio di
purificazione e prevede una o due precipitazioni sequenziali a percentuale di solfato di
ammonio crescenti. Successivamente il sale viene rimosso tramite la cromatografia
per gel- filtrazione (per piccoli e medi volumi) o tramite dialisi (per volumi maggiori).
vantaggio del solfato di ammonio e che indipendentemente dalla concentrazione non
denatura le proteine usato x studio di enzimi. La precipitazione in solfato di ammonio
avviene durante centrifugazione a soluzione vengono aggiunti brandelli di solfato di
ammonio in granelli, agitazione, tutto trasferito in provetta e refrigerato. Per
rimuovere solfato di ammonio e isolare proteina usiamo tecnica della dialisi, si basa
sul passaggio di ioni dal nostro tubicono di plastica in cui mettiamo soluzione con cui
abbiamo precipitato prot in solfato di ammonio, viene messo in beker con soluzione
ipotonica e in base al taglio molecolare del sacco da dialisi tutti gli ioni che hanno
dimensioni inferiori al taglio molecolare tendono a uscire dal sacchettino fino a che la
concentrazione interna e esterna al sacchettino è all’equilibrio , dunque con diversi
passaggi rimuovo tutti i sali. Nel beker in cui avviene dialisi deve essere posto in
agitazione serve biretta magnetica e dipende da concentrazione sale tempo di
procedura per dialisi. Maggiore sarà la quantità di acqua maggiore sarà la quantità di
sali che potrà uscire da sacchetto da dialisi. Se non abbiamo ottenuto adeguata
.
rimozione del contenuto salino la procedura va ripetuta -
Precipitazione con solventi organici—>si tratta generalmente di alcoli. Anche in
questo caso si sfrutta la diversa solubilità delle proteine qualora si trovino in soluzioni
miste di acqua e alcoli a catena alifatica lunga e corta es butanolo o acetone, etanolo
questi precipitano le proteine in quanto abbassano la costante dielettrica del solvente,
riducendone il potere di dissolvere ioni (come le proteine), e favorendo le interazioni
elettrostatiche (anziché idrofobiche) proteina-proteina innescando la precipitazione.
L’applicazione di questi solventi può essere usata in maniera isolata o in combinazione
con salting out, e si basa sulla diversa capacità dei solventi organici di favorire la
dissoluzione di ioni e la precipitazione di proteine variandone la solubilità . Questo
fenomeno però richiede temperature vicino allo zero, o inferiori, per evitare l’effetto
denaturante che i solventi organici hanno a temperature più alte e ciò non avviene con
precipitazioni con sale di ammonio. Alcuni solventi come la N,N dimetilformamide
(DMF) o il dimetilsulfossido (DMSO), non riescono a precipitare prot perché ne
aumentano la solubilità -
Precipitazione al calore—> sfrutta la differente stabilit à delle proteine al calore : il
calore denatura le proteine alterandone la struttura terziaria. Si tiene in
considerazione termostabilità e termolabilità delle prot, normalmente calore altera
struttura 3D delle prot e le denatura. Denaturando una prot si ha l’esposizione di
residui idrofobici che tende a formare aggregati proteici che interagiscono fra loro
proprio attraverso questi residui idrofobici dati da un aumento della temperatura
stessa, la formazione di aggregati causa la precipitazione della proteina. Se non si
controlla bene la temperatura però si ha una completa denaturazione della prot,
dobbiamo vedere quindi qual è la temperatura di denaturazione della proteina che ci
interessa in modo da farla solo precipitare e non denaturare totalmente. Si stabilisce
su un piccolo volume di campione la temperatura alla quale la proteina di interesse
denatura, poi si usano temperature di 5-10 °C inferiori alla temperatura di
denaturazione per 15-30 min. Mediante centrifugazione vengono poi rimosse le
proteine precipitate. Non è una metodica conveniente, viene utilizzata per proteine
particolarmente stabili al calore (es. proteine ricombinanti di organismi termofili).
Viene usata come strategia per inattivare le proteasi presenti in un omogenato di
.
tessuto
ANALISI DELLA RESA, verifica qualità e quantità prot purificata. ANALISI .
3
27
QUALITATIVE E QUANTITATIVE DELLA MISCELA PROTEICA MEDIANTE NUMEROSE
TECNICHE (es. metodi spettrofotometrici, elettroforesi ecc..), possono essere usate
tecniche analitiche quantitative x valutare la concentrazione della proteina nel
nostro campione rispetto alla conc di partenza o tecniche qualitative per vedere se
sono presenti delle proteine contaminanti quindi vedere il grado di purezza della prot
che volevamo isolare. A tali scopi si utilizzano metodiche analitiche valide anche per
.
analizzare la proteina purificata
Tecniche quantitative: per la determinazione più o meno precisa della -
.
concentrazione della proteina -
Tecniche qualitative: per verificare la presenza della proteina di interesse nel
campione e vedere il grado di purezza
Alcune di tali tecniche consentono anche di determinare alcune proprietà delle proteine
come il punto isoelettrico e massa molecolare. Sono: ELETTROFORESI, METODI
.
SPETTROFOTOMETRICI, TECNICHE IMMUNOCHIMICHE (successivamente trattate)
Le tecniche di purificazione delle proteine sono diversificate per sfruttare le proprietà
delle proteine stesse: la dimensione (PM) e forma, il contenuto in aminoacidi acido o
basici, la carica di una proteina (somma delle cariche (+) e (-) ad un dato pH sulla
superficie), il punto isoelettrico, la distribuzione di carica (ci può essere una distribuzione
non uniforme sulla superficie), solubilità (influenzata da pH, forza ionica), densità
(lipoproteine<proteine<fosfoproteine), idrofobicità (numero e distribuzione dei residui
idrofobici), capacità a legare metalli o altre molecole, capacità di associazione e
dissociazione