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B
centri possono legare una molecola di ossigeno. 73
2. La molecola di ossigeno rimuove un elettrone da ognuno degli ioni nelle vicinanze del
centro attivo, per formare un ponte perossido tra i due centri
3. Altre due molecole di citocromo c si legano e rilasciano elettroni che arrivano al centro
attivo ⁺ ₂
4. La reazione con altri due H favorisce il rilascio di due molecole di H O e riporta l’enzima
alla sua forma iniziale completamente ossidata.
I quattro protoni di questa reazione provengono esclusivamente dalla matrice. Pertanto il consumo
di questi quattro protoni contribuisce direttamente al gradiente protonico.
Il consumo di questi quattro protoni richiede una quantità nettamente inferiore all’energia libera
rilasciata dalla riduzione dell’ossigeno ad acqua.
La citocromo c ossidasi utilizza questa energia per pompare altri quattro protoni dalla matrice al
versante citoplasmatico della membrana nel corso di ogni ciclo di reazione, per un totale di otto
protoni rimossi dalla matrice. L’energia insita nel gradiente protonico verrà usata per sintetizzare
ATP. ₂
DERIVATI TOSSICI DELLA RIDUZIONE DELL’O
₂
La riduzione di O comporta però dei rischi dovuti alle possibili reazioni collaterali come la
₂
riduzione parziale. Il trasferimento di un singolo elettrone all’O genera, infatti, l’anione
superossido, mentre il trasferimento di due elettroni forma il perossido; questi composti sono
potenzialmente molto dannosi e distruttivi.
E’ inevitabile pero che si formino piccole quantità di anione superossido e di perossido di idrogeno,
queste sostanze si chiamano anche specie reattive dell’ossigeno o ROS poiché reagiscono
praticamente con tutte le macromolecole presenti nella cellula, comprese le proteine.
Le strategie difensive messe in atto dalla cellula contro il danno ossidativo dovuto ai rosi consiste
nell’enzima superossido dismutasi, che rimuove i radicali superossido, catalizzando la conversione
di due radicali in una molecola di perossido di idrogeno e una di ossigeno molecolare.
Il perossido di idrogeno che si forma viene rimosso poi dalla catalasi, una eme proteina ubiquitaria.
Altre difese cellulari contro il danno ossidativo comprendono le vitamine antiossidandi E e C e
l’esercizio fisico, che aiuta ad aumentare la quantità di superossido dismutasi nella cellula. 74
FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA:
FORZA MOTRICE PROTONICA
Durante il flusso elettronico i protoni vengono pompati dalla matrice mitocondriale verso la parte
esterna della membrana mitocondriale interna creando un gradiente protonico, cioè l’energia viene
trasformata e la nuova energia del gradiente protonico promuove la sintesi di ATP.
SINTESI DELL’ATP
Un complesso proteico localizzato nella membrana mitocondriale interna catalizza la sintesi
dell’ATP, questo complesso è detto ATP sintasi, oppure Complesso V.
Nel 1961 Peter Mitchell formulò l’Ipotesi Chemiosmotica, suggerendo che il trasporto di elettroni e
la sintesi dell’ATP fossero accoppiate da un gradiente protonico attraverso la membrana
mitocondriale interna.
Il trasferimento degli elettroni attraverso la catena respiratoria provoca il pompaggio di prptoni dalla
matrice verso il lato citplasmatico della membrana mitocondriale interna, quando i protoni
rifluiscono nella matrice il flusso fornisce energia per la sintesi dell’ATP tramite l’ATP sintasi.
Si può pensare a questa forma di energia come suddivisa in gradiente chimico, cioè il pH, e
gradiente di carica.
Entrambe le componenti contribuiscono alla sintesi dell’ATP.
Struttura dell’ATP sintasi
L’ATP sintasi è un enzima di grandi dimensioni con una forma simile a una sferula posta
all’estremità di un bastoncino, localizzata sulla membrana mitocondriale interna.
₀ ₁
Il bastoncino è detto subunità F ed è immerso nella membrana, la sferula è detta subunità F e
sporge nella matrice; è il luogo dove avviene l’attività catalitica della sintasi.
₁ ₃ ₃
La subunità F è composta da cinque tipi di catene polipeptidiche (α , β , γ,δ,ε). Le subunità α eβ
sono disposte in modo alternato a formare un anello esamerico. I siti attivi sono localizzati nelle
subunità β.
Al centro vi è uno stelo centrale formato dalle proteine γ e ε. La subunità γ è costituita da una
₃ ₃
lunga elica superavvolta che si estende nella parte centrale dell’esamero α β .
Ciascuna subunità β è diversa poiché ciascuna interagisce con una differente faccia della subunità
γ.
₀
F è un segmento idrofobico che attraversa la membrana e contiene il canale dei protoni del
complesso. Il canale è formato da un anello che comprende da 10 a 14 subunità c immerse nella
membrana.
Una singola subunità a si lega all’esterno dell’anello.
₀ ₁
F è collegata a F in due modi: per mezzo dello stelo centrale γε e da una giunzione esterna
formata sa subunità a, da due subunità b e dalla subunità δ. 75
Funzionamento dell’ATP sintasi Catalisi Rotazionale
L’ATP sintasi catalizza la formazione dell’ATP da ADP e ortofosfato.
Sull’enzima ci sono tre siti attivi che possono cambiare la loro funzione nel momento in cui il flusso
protonico attraversa il componente dell’enzima.
Possiamo pensare all’enzima come costituito da una parte mobile e da una parte stazionaria:
l’unità mobile, o rotore è l’anello c e lo stelo γε, l’unità stazionaria o statore è composta dalle parti
rimanenti della molecola.
Il meccanismo di modificazione del legame dipende dal flusso protonico e si basa sul fatto che
ogni subunità β possa catalizzare ciascuna delle tre tappe sequenziali attraverso cui si sintetizza
l’ATP, cambiando di volta in volta conformazione.
Le tre tappe sono: il legame dell’ADP e di P , la sintesi dell’ATP e il rilascio dell’ATP.
i
Le tre tappe corrispondono a tre conformazioni dei siti attivi: la conformazione L, o lassa, che lega
ADP e P , la conformazione T o tesa che lega l’ATP e la conformazione O o aperta che libera l’ATP.
i
La rotazione della subunità γ produce l’interconversione delle tre forme convertendo il sito in forma
T nella forma O, quello in forma L in forma T eccetera.
Ogni subunità passa dalla forma T alla forma O e alla forma L senza che due subunità si trovino
mai nella stessa conformazione, questo processo è detto Catalisi Rotazionale.
Flusso dei protoni intorno all’anello
La rotazione della subunità γ è favorita dal flusso dei protoni. Howard Berg e George Oster
₀
intuirono che il meccanismo dipende dalla struttura delle subunità a e c di F .
a prende direttamente contatto con l’anello che attraversa la membrana, formata da 10 a 14
subunità c.
La subunità a ha una forma che comprende due canali idrofilici, che non attraversano
completamente la membrna. I protoni possono entrare nei canali, dove si legano a un residuo di
aspartato presente sulla α-eliche della subunità c.
La subunità c, quindi, ruota nella membrana fino a che l’acido aspartatico non viene a trovarsi
nell’altro semicanale che comunica con la matrice, dove rilascerà il protone.
L’anello c è saldamente legato alle subunità γ e ε e man mano che l’anello ruota anche queste
₃ ₃
subunità ruoteranno all’interno dell’esamero α β , che sarà invece tenuto fermo dalla colonna
estera.
Una rotazione di 120° porta all’intercoversione di conformazione del sito attivo, e ogni rotazione di
360° porta al rilascio di tre molecole di ATP.
Si assume che tre protoni debbano fluire nella matrice per ogni ATP formato, in verità il numero di
protoni è di circa 3,33, poiché gli elettroni provenienti dal NADH pompano un numero sufficiente di
₂
protoni per generare 2,5 molecole di ATP, mentre gli elettroni provenienti dal FADH generano 1,5
molecole di ATP.
Sistemi navetta Sistema navetta del Glicerolo 3-fosfato ⁺
Una delle funzioni della catena respiratoria è quella di rigenerare il NAD . Il NADH come tale non
può entrare nei mitocondri per essere ossidato, per questo motivo sono gli elettroni provenienti dal
NADH e non il NADH stesso a essere trasportato attraverso la membrana mitocondriale. 76
Uno dei modi di trasferire gli elettroni del NADH alla catena di trasporto degli elettroni è il Sistema
di navetta del Glicerolo 3-fosfato che avviene in tre fasi:
1. Trasferimento di una coppia di elettroni dal NADH al diidrossiacetato fosfato formando il
glicerolo 3- fosfato
2. Il glicerolo 3-fosfato viene riossidato a diidrossiacetone fosfato sulla superficie esterna della
membrana mitocondriale interna, la coppia di elettroni viene trasferita al FAD rigenerando
FADH₂ ₂
3. Il FADH trasferisce i suoi elettroni al trasportatore di elettroni Q, che entra ella catena
₂
respiratoria come QH .
Quando il NADH citoplasmatico, trasferito dal sistema navetta viene ossidato dalla catena
respiratoria, si formano 1,5 molecole di ATP anziché 2,5. Il prezzo del trasporto è una molecola di
ATP ogni due elettroni trasportati.
Nel cuore e nel fegato gli elettroni del NADH citoplasmatico vengono trasferiti nei mitocondri dal
Sistema navetta malato-aspartato, costituito da due trasportatori di membrana e quattro enzimi.
Nel citoplasma gli elettroni vengono trasferiti dal NADH all’ossalacetato formando il malato, che
può attraversare la membrana mitocondriale interna grazie a scambi antiportali con lα-
chetoglutarato. ⁺
Successivamente il malato viene riossidato nella matrice dal NAD con formazione di ossalacetato
e NADH.
L’ossalacetato viene convertito in aspartato da una reazione di transaminazione e può essere
trasportato sul versante citoplasmatico della membrana mitocondriale interna in scambio
antiportale con il glutammato.
Il glutammato dona il suo gruppo amminico all’ossalacetato, formando aspartato e α-
chetoglutarato. Nel citoplasma l’aspartato viene poi deaminato e si rigenera ossalacetato.
ATP-ADP translocasi
L’ATP e l’ADP non diffondono liberamente attraverso la membrana mitocondriale interna, uno
specifico trasportatore proteico, l’ATP-ADP translocasi permette alle due proteine di attraversare la
membrana.
E’ rilevante il fatto che il flusso dell’ATP e quello dell’ADP sono accoppiati in un sistema antiportale.
La translocasi contiene un singolo sito di legame per i nucleotidi, che alt