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PSI-FI
Nel caso di una rotazione, l'ossigeno andrà ad occupare lo stesso spazio fisico nel quale si ha un idrogeno, il che significa che questa possibilità di rotazione non esiste. Quindi la rotazione avrà delle limitazioni perché i due atomi non si possono sovrapporre.
Tra PSI e F esistono delle combinazioni dove non esiste sovrapposizione delle strutture e quindi sono possibili. Rispettando tutti i requisiti di rotazioni, esistono delle conformazioni favorite ovvero delle conformazioni che sono favorite da dei legami più stabili di altri.
Uno di queste strutture è quella in cui si formano legami a ponti idrogeno tra atomi di Ossigeno, con parziale carica negativa, con idrogeni di altri atomi di Azoto. Questo legame non si forma con l'amminoacido vicino, ma con un amminoacido che nella sequenza primaria si trova a 3, 5 residui più lontano. Quindi è una rotazione che fa sì che formandosi questa elica tra l'ossigeno.
di cui si parla meno frequentemente, chiamata struttura a foglietto beta. In questa struttura, i segmenti di polipeptide si piegano in modo da formare una serie di foglietti piatti, che possono essere paralleli o antiparalleli. I legami peptidici si estendono in modo lineare lungo il foglietto, mentre i legami a idrogeno si formano tra i gruppi ammidici e carbossilici dei residui di amminoacidi adiacenti. Questa struttura è meno comune rispetto all'elica, ma può essere importante per la stabilità e la funzione delle proteine. Le strutture secondarie, come l'elica e il foglietto beta, sono solo due dei molti modi in cui i polipeptidi possono organizzarsi nello spazio tridimensionale per formare una proteina funzionale. La struttura tridimensionale di una proteina è determinata dalla sequenza di amminoacidi e dalle interazioni tra i vari gruppi funzionali. Questa struttura è fondamentale per la funzione della proteina, poiché determina come la proteina interagisce con altre molecole nel suo ambiente. In conclusione, le strutture secondarie sono importanti per la stabilità e la funzione delle proteine. L'elica e il foglietto beta sono due esempi di strutture secondarie comuni, ma esistono molti altri modi in cui i polipeptidi possono organizzarsi nello spazio tridimensionale. La comprensione di queste strutture è fondamentale per comprendere come le proteine svolgono le loro funzioni biologiche.altrettanto stabile, ovvero la struttura di tipo beta. Questa struttura presenta i gruppi R al di sopra o al di sotto di un ipotetico piano, poiché la struttura beta non forma un'elica. La stabilizzazione di questa struttura avviene quando una sequenza amminoacidica si appaia con un'altra sequenza amminoacidica, i legami a ponte idrogeno qui avvengono tra le due catene polipeptidiche che si appaiano. Le due catene polipeptidiche possono essere sia indipendenti l'una dall'altra, ma può essere anche un ripiegamento di una stessa catena. La struttura può essere sia parallela che antiparallela. Quando è presente la prolina essa rappresenta un punto debole per la struttura, ovvero un punto di destabilizzazione. Le due strutture secondarie sono in grado di influenzare le proprietà delle proteine, le proteine vengono indicate come solubili (un enzima o l'emoglobina) e non solubili (comprendono proteine fibrose di tipo α (cheratine) o
β (seta)).Una delle differenze è lo spessore e la lunghezza delle proteine.Altre strutture esistenti sono per esempio la tripla elica rappresentata nel collagene.Per stabilizzare questo tipo di struttura c'è bisogno di diversi tipi di legami di natura covalente tra gruppi R degli amminoacidi.Se prendiamo in considerazione una struttura secondaria possiamo notare che si formano dei legami ponti-idrogeno tra i vari amminoacidi.Tutti i gruppi R si trovano all'esterno dell'elica, infatti, la struttura risulta indipendente dagli amminoacidi che inseriamo e la sua forma è data esclusivamente dai legami peptidici.
La nostra elica è stabilizzata dai legami ponti-idrogeno e si comporterà come un dipolo, infatti, troveremo nelle due estremità cariche opposte non appaiate.I legami ponti-idrogeno anche tra due o più catene polipeptidiche oltre alla catena stessa che si ripiega. Le catene possono essere parallele o antiparallele.
tra di loro. I gruppi R hanno la possibilità di formare ponti di solfuro tra due cisteine per formare quella che si chiama la cistina (ovvero l'ossidazione di due gruppi solfidrili e quindi dei rispettivi amminoacidi attraverso il ponte di solfuro). Se la cistina la si riduce si viene a formare la cisteina, ovvero i due amminoacidi con il gruppo SH. Questa caratteristica è fondamentale nell'andare a stabilizzare le strutture tridimensionali delle proteine. Esistono anche amminoacidi che fungono da intermedi metabolici. Due di queste molecole sono la ornitina e citrullina che fungono da intermedi nella via che porta alla sintesi di urea nel nostro fegato. Questi due amminoacidi non possono formare proteine. Le proteine che possiedono un gruppo amminico ed un gruppo carbossilico possono essere protonate, deprotonate o si possono trovare delle condizioni di pH dove questi amminoacidi si comportano come forme slitterioniche, ovvero che nella stessa molecola si ha una carica.positiva ed una carica negativa. In questo caso possiamo osservare l'andamento della curva di PH per la titolazione della glicina.
Nel gruppo R portano anche dei gruppi che possono essere più o meno protonati. Ovvero si parla di amminoacidi basici e acidi. Esempio è l'acido glutammico che nel gruppo R porta un secondo gruppo carbossilico.
Facendo la titolazione si avranno due valori di pK nella parte acida ed un pK che sarà del gruppo amminico.
Le proteine le possiamo trovare in diverse forme, tra cui fibrose e globulari.
Le fibrose posseggono un unico tipo di struttura secondaria, hanno delle catene disposte in fasci o in foglietti e posseggono delle strutture terziarie semplici.
Le globulari invece sono caratterizzate dalla coesistenza di più strutture secondarie, ovvero che esse possono essere insieme e susseguirsi nella struttura della molecola. Questo consente alle catene di ripiegarsi su sé stesse, ottenendo una forma più compatta.
Esseposseggono una struttura terziaria più complessa che le conferisce una maggiorecomplessità funzionale. Altra differenza fra le due proteine è che fibrose sono insolubili,questo implica che esse non le ritroveremo nel citoplasma, ma andranno a formare dellestrutture particolari, come per esempio il collagene. Mentre le globulari, grazie alla lorocomposizione, le possiamo ritrovare nel citoplasma e nei vari organuli.
Proteine globulari
Le proteine globulari hanno una diversità strutturale e funzionale. A seconda di come la proteina si ripiega può dar vita ad unaproteina con funzioni diverse. La forma globulare si ottiene tramite le diverse strutturesecondarie che assumono delle diverse orientazioni nello spaziogià predeterminate. Una specifica orientazione porta a dellespecifiche funzionali di quella proteina. Le proteine globularihanno diversi motivi. Per motivi si intende l’alternarsi di fogliettoβ, α-elica, ecc. Un esempio
di proteina globulare è la mioglobina, formata da una serie di α-eliche orientate in maniera diversa nello spazio. La mioglobina è una proteina relativamente piccola, costituita da 153 amminoacidi. La sua struttura fornisce diverse informazioni. Le catene laterali sono formate da molti residui idrofobici, essa mantiene la sua caratteristica di idrofilicità poiché le catene idrofobiche sono rivolte verso l'interno. L'orientamento delle catene laterali consente alla mioglobina di legare un gruppo prostetico (struttura chimicamente diversa dalla proteina che la aiuta a svolgere la sua funzione) che è rappresentato dal gruppo eme. Altro tipo di struttura è la struttura quaternaria. Essa si presenta solamente in quelle proteine che hanno più polipeptidi, ovvero sono più catene proteiche che si uniscono insieme per svolgere una funzione, esempio di ciò è rappresentato dall'emoglobina. Infatti, essa èrappresentata da 4 subunità uguali a 2 a 2 che sono codificate da geni diversi. Essi sono proteine diverse, che si uniscono per svolgere una funzione. Una proteina quaternaria può essere formata da 2 a 100 monomeri. Ovviamente il vantaggio biologico per questa unione è un aumento della qualità nello svolgimento della sua funzione. Nel caso di questa proteina, la sua funzione è quella di legare l'ossigeno. Esistono anche delle proteine più complesse, chiamate multimeri, che si possono trovare nei capsidi dei virus. Mioglobina ed emoglobina La presenza di catene diverse, per lo svolgimento di un lavoro comune è frutto dell'evoluzione. Le varie funzioni di una proteina possono essere: difensive, enzimatiche, strutturali, trasporto e di regolazione. Per rendere possibile l'espletamento di tutte le diverse funzioni vi è bisogno di un gran numero di proteine atte a svolgere i diversi compiti. Come fattore principale possiamoTrovare la capacità di una proteina a legare un ligando, tramite un legame reversibile. La proteina deve essere capace di modificazioni conformazionali per il rilascio del ligando e di un adattamento indotto per l'attracco del ligando.
Famiglia di globine
Le proteine di questa famiglia sono altamente conservate, infatti la loro funzione è fondamentale. Tutte le proteine che rientrano nella famiglia delle globine hanno strutture primarie, secondarie e terziarie molto simili e quindi hanno anche funzioni simili.
La funzione delle globine è il trasporto o immagazzinamento di ossigeno.
La mioglobina e l'emoglobina si sono separate molto presto lungo la scala evolutiva, perché evidentemente c'era bisogno di due proteine simili per lo svolgimento di due funzioni leggermente diverse.
La mioglobina si trova principalmente nei muscoli e serve per tenere immagazzinato l'ossigeno nella zona d'interesse.
Mentre l'emoglobina lega l'ossigeno
ma con la funzione di trasportarlo nel corrente ematico. Anche l'emoglobina ha subito una divisione, si è scissa in Emoglobina α ed Emoglobina β.
I geni che codificano le diverse proteine sono:
- MYG per la mioglobina.
- HBB per la catena β dell'emoglobina.
- HBA per la catena α dell'emoglobina.
Grazie alla presenza del gruppo eme è possibile il legame con l'ossigeno. Chimicamente è una struttura eterociclica, ovvero chiusa e formata da carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto. Vi sono 4 anelli pirrolici che formano la struttura tetrapirrolica. Il fulcro è la molecola di ferro posta al centro. Esso è coordinato, infatti ha un ordine di legame superiore rispetto agli altri. Il ferro lì presente può effettuare 6 legami di coordinazione, tra cui 4 sul piano, effettuato con gli atomi di azoto degli anelli pirroici. I restanti 2 atomi sono disponibili a legare con l'ossigeno. Il legame con
L'ossigeno avviene solamente