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ORGANIZZAZIONE DELLA MATERIA VIVENTE
Si parte da elementi semplici fino a costituire i metaboliti, ossia strutture molecolari entrano nei processi biologici; questi costituiscono i monomeri che sono le basi delle macromolecole. Le macromolecole si possono associare a formare strutture sovramolecolari e a loro volta formano gli organelli della cellula vivente. Quindi i mattoni della cellula sono: lipidi, proteine, carboidrati e acidi nucleici.LE PROTEINE
Sono le macromolecole più abbondanti, presenti in tutte le cellule; sono polimeri di 20 amminoacidi e svolgono un numero enorme di funzioni. Tra le funzioni troviamo: funzione enzimatica, funzione strutturale, funzione di trasporto, regolatrici di espressione genica, recettori di membrana, anticorpi, ormoni (es. l'insulina), coagulazione del sangue. Gruppo carbossilico Legame con idrogeno Gruppo amminico Catena laterale variabile Pag. 10 Quando l'atomo di carbonio presenta tutti e 4 icostituenti diversi si chiamacarbonio chirale; esistono perciò due modi in cui un gruppo si può presentare(stereoisomeri) non sovrapponibili.Anche gli amminoacidi esistono dellaforma D e L(a eccezione della glicina, dove il gruppoR è un idrogeno) Pag. 11
Gli amminoacidi sono sostanza anfotere quindi in soluzione acquosa si possonocomportare sia da acidi che da basi. In funzione della diversa protonazione,punto isoelettricopossiamo definire il dell’amminoacido cioè il valore di pH incorrispondenza del quale l’amminoacido ha carica elettrica = 0.Definiamo amminoacidi non proteici quegli amminoacidi che non rientrano tra i 20naturali ma hanno una somiglianza, come l’ornitina e la citrullina. Pag. 12
Due o più amminoacidi si legano tra loro attraverso una reazione di condensazione(eliminazione di una molecola di acqua) per formare con legame peptidico unpeptide; ogni peptide avrà una estremità N-terminale e una
C-terminale. In questo caso abbiamo un tetrapeptide, cioè una struttura formata da 4 amminoacidi (ala, glu, gly, lys). Sono legati tra loro e ognuno presenta la propria catena laterale R (all'esterno della struttura portante).
Le proteine quindi sono polimeri le cui unità monomeriche (gli amminoacidi) sono legate da legami peptidici. Le proteine possono essere formate da una sola catena o più catene avvolte tra loro. Le proteine che contengono gruppi non proteici sono dette coniugate e il gruppo è chiamato gruppo prostetico (es. glicoproteine, emoproteine, fosfoproteine).
FORMAZIONE LEGAME PEPTIDICO
I due amminoacidi reagiscono al livello del gruppo ossidrilico di uno (funzione acida) e dell'idrogeno dell'altro; va via quindi una molecola di acqua (reazione di condensazione) e si forma il legame peptidico C-N. Intorno a questo legame la molecola non può ruotare.
STRUTTURA DELLE PROTEINE
Primaria, è quella più semplice e ci fornisce la
La successione degli amminoacidi
La struttura delle proteine può essere suddivisa in diversi livelli:
- Struttura primaria, che rappresenta la sequenza degli amminoacidi nella catena polipeptidica.
- Struttura secondaria, che definisce l'organizzazione spaziale della struttura amminoacidica. Può essere ad α-elica o β-foglietto.
- Struttura terziaria, che fa riferimento al ripiegamento della catena polipeptidica.
- Struttura quaternaria, che fa riferimento alle interazioni fra più subunità.
La struttura terziaria è stabilizzata da interazioni deboli.
Sulla base di questi livelli strutturali, le proteine si classificano in due grandi gruppi:
- Proteine fibrose, le catene polipeptidiche sono organizzate in lunghi fasci, struttura secondaria, insolubili in acqua, con funzione strutturale (es. collagene, cheratine).
- Proteine globulari, che assumono forme sferiche e svolgono varie funzioni (es. emoglobina).
Le proteine possono denaturarsi, cioè perdere la loro conformazione nativa. Gli agenti denaturanti possono essere il calore, pH estremi, solventi organici, urea. Questo processo è reversibile.
GLI ENZIMI
Gli enzimi sono catalizzatori biologici, sono proteine altamente specializzate e
affinché possa svolgere la sua funzione dev'essere nella conformazione nativa. A volte richiedono cofattori dei (ioni inorganici oppure grosse molecole organiche) che operano come trasportatori temporanei. La loro funzione è quella di aumentare la velocità di reazione.
In un enzima individuiamo il sito attivo, una cavità dove il substrato si va ad alloggiare. Non segue il modello chiave-serratura ma il modello dell'adattamento indotto, cioè il substrato instaura delle interazioni che lo rendono adattabile.
CINETICA DELLE REAZIONE ENZIMATICHE
Lo studio della cinetica enzimatica consiste nello studiare la velocità di una reazione, cioè trovare una relazione tra la velocità iniziale e la concentrazione del substrato. Innanzitutto diciamo che l'interazione con il substrato porta alla formazione del enzima-substrato complesso. Quindi quando vogliamo conoscere la velocità di una reazione dobbiamo ricordare il seguente
equilibrioS P cioè il substrato che si trasforma in prodotto. Mettendo sugli assi cartesiani in ordinata la velocità e in ascissa la concentrazione, la reazione chimica procede linearmente fino a quando non V = k[S], ossia quando la velocità si esaurisce e non si ha più una diretta proporzionalità alla concentrazione del substrato, ma si ha il prodotto. Più alta è l'energia di attivazione, più bassa sarà la velocità della reazione. Mentre una reazione chimica procede linearmente, una cinetica enzimatica segue un andamento iperbolico, dove si raggiunge una velocità massima: se l'enzima ha occupato tutti i siti di legame, anche mettendo substrato la reazione non avviene. Le reazioni chimiche quindi seguono una cinetica di saturazione con andamento iperbolico. Esiste una relazione tra velocità di reazione e la concentrazione del substrato.– Menten è il grafico deidoppi reciproci, più semplice, in cui fa ilreciproco dell’equazione e corrispondeall’equazione di una retta.
INIBIZIONE ENZIMATICA (regolazione attività enzimatica)
Si parla di inibizione enzimatica quando l’attività dell’enzima viene bloccata. Puòessere reversibile, competitiva e non competitiva.
competitiva
Per s’intende quella in cui il substrato e l’inibitore competono entrambiper legarsi sullo stesso sito attivo dell’enzima. Graficamente abbiamo una retta chefa capire l’andamento con inibitore e una retta con andamento senza inibitore:l’inibitore competitivo andrà ad influenzare la km.
non competitiva
Per è quella in cui inibitore e substrato non vanno sullo stesso sitoma l’enzima ha un substrato specifico per entrambi: a variare in questo caso sarà lavelocità dell’enzima.
Gli enzimi che hanno struttura globulare, quindi
più subunità proteiche, seguono una cinetica allosterica cioè l’enzima oltre al sito di legame per il substrato può avere dei siti modulati da molecole dette modulatori (nel caso dell’emoglobina 4 siti di legame per l’ossigeno). Altri sistemi di regolazione sono: regolazione covalente (che è reversibile come la fosforilazione), sintesi e degradazione dell’enzima. Pag. 16
EMOGLOBINA E MIOGLOBINA
L’emoglobina (Hb) è una proteina solubile che troviamo nei globuli rossi e la sua funzione è quella di trasportare l’ossigeno in tutti i tessuti e una volta rilasciato, è in grado di prelevare anidride carbonica per riportarla ai polmoni e permetterne l’eliminazione. È una proteina globulare formata da 4 unità contenente 4 gruppi prostetici EME. La forma adulta contiene 2 tipi di globina: 2 catene α e 2 catene β. La struttura quaternaria mette in evidenza l’interazione molto forte tra
le 4 subunità. La mioglobina (Mb) ha la funzione di immagazzinare all'interno delle cellule l'ossigeno; in particolare la sua funzione è specializzata nelle fibrocellule muscolari che, per compiere al meglio la funzione contrattile, hanno bisogno di molto ossigeno. Nell'uomo è presente nei muscoli e la sua presenza nel sangue è indice di lesione muscolare, tra cui l'infarto del miocardio. Ha una sola catena polipeptidica e si ripiega in 8 segmenti ad alfa elica. Il gruppo EME è una struttura che ha come anello base la porfirina: aromatica con 4 anelli pirrolici legati a formare l'anello tetrapirrolico. Il ferro al centro è legato nella struttura, nello stato di ossidazione 2+. La mioglobina (Mb) trasporta O2, mentre l'emoglobina (Hb) trasporta O2, CO2 e H+. Il legame di Mb con l'ossigeno non è cooperativo, mentre il legame di Hb è cooperativo. La capacità di legare l'ossigeno di Mb non è influenzata dal pH, mentre la capacità di legame di Hb è influenzata dal pH. La mioglobina ha la funzione di deposito di ossigeno nei tessuti, mentre l'emoglobina ha la funzione di trasporto di ossigeno.
come le proteine di trasporto e gli enzimi che seguono la cinetica di Menten, lega l'ossigeno quanto più ne può legare, fino a raggiungere la saturazione e lo conserva (è inefficiente nel rilascio, lo rilascia solo in determinate condizioni). L'emoglobina, che ha 4 subunità, non le usa subito tutte e quattro contemporaneamente: lega ossigeno secondo azione cooperativa. Quando la pressione parziale dell'ossigeno è bassa ne lega poco, se aumenta il legame è più veloce. TOSSICITÀ DA MONOSSIDO DI CARBONIO Il CO ha dimensione simile all'ossigeno; in più mostra affinità di legame maggiore dell'ossigeno. È questo il motivo per cui se ci troviamo in ambiente chiuso, pieno di CO, questo viene inspirato subito, si lega all'emoglobina e si arriva alla morte per intossicazione da CO. In virtù di questo meccanismo di cooperazione e regolazione allosterica, l'emoglobina puòlegare anche l'anidride carbonica, che deve essere sottratta, prodotta dalla respirazione cellulare che produce acido carbonico e che cede ioni H+. Si ha quindi una variazione di funzionalità dell'emoglobina in funzione del pH, acidificato: un abbassamento del pH porta ad un abbassamento della funzionalità dell'emoglobina. Quando si ha una leggera acidificazione del sangue, la curva di legame dell'emoglobina si sposta verso destra, necessitando pressioni maggiori: l'emoglobina diminuisce l'affinità di legare ossigeno, permettendo un rilascio ancora più efficiente delle ultime tracce di ossigeno legato. L'effetto reciproco avviene nei capill