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Il pontificato di Alessandro 7° Chigi (1655-1667): Bernini di nuovo protagonista

Sono anni di mecenatismo da parte soprattutto del Papa, che si propone di rimodellare e di plasmare Roma in chiave totalmente Barocca, concependo il "gusto Barocco" come uno strumento di riaffermazione della centralità e della superiorità della Chiesa Cattolica e dello Stato Pontificio. Non a caso, si può dire che la Roma Alessandrina coincide con gran parte della Roma Barocca. Si affida a importanti artisti come Pietro da Cortona, Carlo Rainaldi e Bernini. Esclude Borromini, per la sua architettura eterodossa, che considera "Gotica" (in senso chiaramente dispreggiativo).

Tutta questa grandiosità contrasta, però, con il contesto di crisi economica e sociale, a seguito della miseria che l'onda di peste del 1656 comporta.

Bernini, quindi, riacquista quella stessa carica di artista ufficiale di incarichi importanti e prestigiosi commissionati.

dal Papa, che aveva avuto con Urbano 8°Barberini e che aveva poi perso con Innocenzo X. Si dedica al completamento del cantiere della Basilica e a diverse opere architettoniche, come la ristrutturazione della Chiesa di Santa Maria del Popolo, di Palazzo Chigi e del Palazzo del Quirinale, ma anche di altre importanti chiese (...) : in questo modo, Bernini si afferma pienamente anche come architetto, raggiungendo notorietà e fama anche in ambito architettonico.

SAN TOMMASO DA VILLANOVA (1658-1661)

SANTA MARIA ASSUNTA (1662-64)

E SANT'ANDREA AL QUIRINALE (1658-70)

sono tre importanti chiese che progetta e realizza in questo periodo e che attestano la piena maturità raggiunta anche in ambito architettonico e urbanistico, riuscendo a creare un tutt'uno armonico tra la struttura architettonica e il contesto urbano circostante. Si tratta di tre Chiese palatine (residenza estiva a Castel Gandolfo, Palazzo Chigi ad Ariccia e Palazzo del Quirinale), in cui Bernini

Effettua diverse sperimentazioni originali sul tema della pianta centrale (a croce greca, circolare e a ovale trasverso). San Tommaso da Villanova, Castel Gandolfo, 1658-61, è una delle tre chiese (guarda su). Si basa su una chiara presa di coscienza del passato, proprio perché Bernini ripropone il modello quattrocentesco e cinquecentesco delle piante centrali a croce greca, come quello della Chiesa di Santa Maria delle carceri a Prato di Antonio da Sangallo, che rielabora e reinterpreta in chiave Barocca: elude e stravolge quel rapporto di equilibrio e armonia tra gli elementi architettonici verticali e orizzontali (tamburo e cupola compresa), per accentuare lo scatto verticalistico del prospetto (come si evince dal tamburo e dalla cupola, decisamente slanciati) e creare un senso di illusionistica spazialità dinamica del prospetto stesso e di avanzamento nello spazio circostante, attraverso questi spigoli sporgenti innovativi, che ottiene facendo sì che i bracci non

si incontrino perfettamente a creare un angolo di 90°, ma che tendano, invece, a premere gli uni sugli altri, creando una forza architettonica, che genera questa sporgenza: un elemento dinamico, che avanza illusionisticamente nello spazio circostante. E’ visibile, in nuce, la capacità urbanistica di Bernini (che si sviluppa nell’Assunta di Ariccia) di concepire la Chiesa in rapporto con la conformazione urbanistica circostante, creando un tutto armonico tra struttura architettonica e spazio urbano.

ALTARE è un BEL COMPOSTO, un’opera d’arte totale, in cui ogni elemento, architettonico, pittorico e scultoreo, converge, per creare un AMBIENTE SACRO UNICO finalizzato a coinvolgere a 360° l’osservatore: la microarchitettura concava si integra armonicamente con il dipinto raffigurante la Crocifissione di Pietro da Cortona (incontro tra i due artisti) e con le figure in stucco realizzate da Antonio Raggi, raffiguranti due angeli e Cristo risorto sulla sommità.

Questi angeli sembrano illusionisticamente staccare dalla parete retrostante il dipinto e trasportarlo, in un moto ascensionale, verso l'alto, come allusione all'ascensione di Cristo in Gloria e, quindi, alla Resurrezione di Cristo stesso, che riappare al di sopra del dipinto, risorto. Bernini si rivela, quindi, un vero e proprio regista del Barocco, che articola questi tre momenti transitori e più importanti dell'intera Passione (Crocifissione, Ascensione e Resurrezione) in una sequenza narrativa unica e simultanea, che, quindi, crea un unico SPETTACOLO TEATRALE che si svolge all'interno di questo ambiente unico e che coinvolge il fedele stesso.

LA CUPOLA presenta una decorazione mista del tutto originale, in stucco: si tratta del SISTEMA INTEGRATO A CASSETTONI esagonali e di derivazione classica (Pantheon) e COSTOLONI di derivazione Gotica. Non è stato inventato da Bernini, ma da Pietro da Cortona, per decorare la cupola della Chiesa dei Santi Luca.

E Martina (presso il Foro Romano), che Bernini riprende e rielabora, filtrandolo in chiave classicista e semplificandone le forme (nel senso che riduce quel dato plastico, dinamico e scenografico tipico del linguaggio Barocco di Da Cortona, come si evince dal fatto che, a confronto, i cassettoni sono meno aggettanti e più bidimensionali). Nonostante ciò, comunque non manca quel dato di illusionismo scenografico e teatrale tipicamente Berniniano, proprio perché Bernini finge un'articolazione illusionistica della decorazione su più livelli, creando, così, un senso di illusionistica profondità spaziale e prospettica della cupola stessa: alcuni cassettoni sembrano tagliati a metà, perché sono occultati dai costoloni, come se si trovassero (ill.) su un livello retrostante a quello dei costoloni stessi, che, invece, occupano un livello più avanzato, ma comunque retrostante a quella serie di putti in stucco, intenti a reggere dei.

festoni, che sovrastano le finestre. Si aggiungono, poi, i Clipei, collocati tra dei putti in stucco, intenti a sorreggere dei festoni, lungo il perimetro del tamburo, in cui sono raffigurate le Storie di San Tommaso.

Chiesa dell'Assunta ad Ariccia, 1662-64

Ariccia era stata scelta dai Chigi come proprio Feudo (avevano origini Senesi, quindi, dopo che Alessandro 7° era stato eletto Pontefice, necessitavano, come tutte le famiglie Pontificie, di un Feudo e di un Palazzo): approfittandosi della crisi finanziaria della famiglia Savelli, avevano deciso di acquistare il feudo e il Palazzo, incaricando Bernini di ristrutturare il Palazzo, costruire una Chiesa Palatina annessa e riconfigurare, al tempo stesso, lo spazio urbanistico della pianta. Si tratta, quindi, di una Chiesa Palatina, che attesta la maturità raggiunta da Bernini anche in ambito architettonico:

Rispetto a San Tommaso, si tratta di una Chiesa a pianta centrale, ma circolare, perché cambiano i modelli di

riferimento: Bernini prende spunto da un sostrato di varie fonti antiche: Dall'architettura antica, ortodossa e canonica Vitruviana, come, per esempio, il Pantheon, per la pianta circolare, con una serie di cappelle laterali, e il pronao, che, però, riduce a livello proporzionale e semplifica a livello decorativo: rispetto al Pantheon, il corpo cilindrico e il Pronao sono di dimensioni minori e la stessa decorazione del pronao è molto più semplice, dato che Bernini sostituisce le colonne Corinzie, con dei semplici pilastri con paraste addossate. Dall'architettura rigorosamente classica di Palladio, come, per esempio, il Tempietto di Villa Barbaro a Maseril (1579 ca), in cui Palladio riprende rigorosamente il modello del Pantheon, riproponendo la ricchezza decorativa del Pronao, con timpano e colonne corinzie, e inserendo degli altorilievi all'interno del timpano, proprio come nei templi antichi. Dall'architettura classica, reinventata in chiaveideale e fantasiosa, da Giacomo Lauro e che circolava, sotto forma di incisioni e disegni, che Bernini aveva sicuramente avuto modo di studiare. Che stratifica e poi reinterpreta e rinnova in chiave Barocca, realizzando una GIUSTAPPOSIZIONE DI FORME GEOMETRICHE SEMPLICI, che crea un senso di illusionistico dinamismo della struttura stessa. Di per sé la Chiesa è il risultato di un semplice accostamento (NO INTEGRAZIONE) di forme geometriche semplici, quella cilindrica della struttura e quella a parallelepipedo del pronao e dei due portici laterali. Ad essere "Barocco", quindi, non è la struttura in sé, ma quel senso di spazialità dinamica che questo semplice accostamento di forme geometriche genera. In più, appare come un elemento convesso, che sporge da quelle ali del cortile concavo e anulare che lo ingloba e lo abbraccia e lo cinge ai due portici laterali, creando un'alternanza di parti concave e convesse, che crea un sensodiillusionistico dinamismo e avanzamento della chiesa nello spazio circostante (terzo progetto del Louvre). Ciò attesta la maturità architettonica raggiunta da Bernini e la sua abilità urbanistica nel concepire la chiesa, non come una struttura isolata e indipendente, ma in rapporto con la conformazione urbanistica dello spazio (piazza) circostante. Anche se si tratta di una pianta centrale circolare (di derivazione classica), Bernini predilige comunque l'asse visivo unico ingresso-altare, facendo in modo di lasciare in ombra le cappelle laterali. In questo modo, recupera idealmente la pianta longitudinale, attraverso questo illusionismo ottico (quindi, con questo illusionismo ottico, risolve la diatriba tra pianta centrale e longitudinale che c'era sempre stata). Per cui, si tratta di una pianta realmente centrale e circolare e idealmente longitudinale. L'interno della chiesa è, di per sé, un bel composto opera d'arte totale, in cui ogni elemento,

architettonico, scultoreo e pittorico, converge e interagisce, per creare un UNICO AMBIENTE SACRO e coinvolgere l'osservatore a 360°: la macroarchitettura si l'Assunzione fonde con il dipinto (della Cappella centrale) di Borgognone raffigurante della Vergine, di stampo Cortonesco (per l'esplosione teatrale, dinamica e coloristica) e con i puttini in stucco lungo il perimetro del tamburo, intenti a reggere i festoni e a lanciare corone di foglie e fiori verso il basso, verso lo spazio della navata. Questi putti non hanno una valenza ornamentale, ma narrativa, perché si tratta di ulteriori protagonisti, che partecipano alla transitorietà dell'Assunzione e, simultaneamente, gettano verso il basso queste corone di foglie e fiori. In questo modo stabiliscono un continuum narrativo con l'episodio dell'Assunzione, contribuendo a creare uno spettacolo teatrale e un unico ambiente sacro: questi fiori che gettano, penetrano e conquistano, ill

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

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