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Estratto del documento

Battista eGiobbe, a destra i

santi Domenico, Sebastiano e Ludo

vico di Tolosa. I santi vennero

ripresi e imitati per decenni: san

Francesco ad esempio ricompare

quasi identico nella Pala di

Castelfranco di Giorgione.

La parte più straordinaria è

rappresentata dalla volta

a cassettoni che introduce

prospetticamente alla

composizione sacra, con pilastri ai

lati, che sono uguali a quelli reali

dell'altare originale.

Si tratta quindi di un

prolungamento virtuale dello spazio

reale della navata, con figure al

contempo monumentali e

caldamente umane, grazie al ricco

impasto cromatico.

Trittico di Santa maria

Madonna col bambino e santi niccolò

pietro marco e benedetto.

Olio su tavola

Ancora una

volta maria è

attorniata da

una serena

pace con i due

angeli

musicanti e

disposti

simmetricamente i 4 santi.

Dopo queste opere Bellini trascura le pale

d'altare per dedicarsi a opere come :

Battesimo di

cristo

Tempera su

tavola

L'opera mostra

il battesimo di Cristo in una

composizione abbastanza

tradizionale, con Gesù al centro

rivolto verso lo spettatore, mentre

Giovanni Battista, a sinistra, lo

battezza da una rupe e a destra

aspettano tre figure angeliche dalle

vesti sgargianti (allegoria delle

tre Virtù teologali);[1] in alto poi

appare la figura di Dio Padre

tra cherubini e serafini, che invia

la colomba dello Spirito Santo.

Le tre figure femminili sono anche

ricordo delle figure angeliche che la

tradizione iconografica poneva a

fianco del Cristo battezzato. La

linea dorata dell'aurora mattutina

sul fondo

segna semanticamente l'àmbito

terreno da quello divino. L'uomo

qui non è centro ordinatore di un

universo che domina ma fibra di un

tutto con cui vive in armonia.[2]

La capanna in alto a destra

simboleggia il Vecchio Testamento;

a sinistra, sulla sommità del colle, il

castello simboleggia il Nuovo

Testamento. La parte più

straordinaria della pala è legata

all'eccezionale morbidezza dei toni

del paesaggio e del cielo, che

smorzano i contorni delle figure

avvolgendole.

Nel 1505 Bellini riappare fsugli altari

firmando la pala di San Zaccaria.

Pala di

san

zaccaria

Olio su tavola

Si vede la madonna col bambino

con l'angelo musicante ai piedi del

trono su cui è seduta la madonna

E i santi Pietro con il libro chiuso in

mano e le chiavi con dietro un

albero di fico rigoglioso in cu si

arrampica l'edera a simboleggiare

che come l'albero offre i suoi frutti

dolci lo ha fatto anche il ventre di

maria.

L'edera radicata nel terreno

sostiene qualcunque cosa come la

croce.

Il libro chiuso è saggezza

indiscussa.

Girolamo invece sta con il libro

apertoi due alberi che stanno dietro

di lui uno spoglio e uno rigoglioso

simboleggiano il fatto che essendo

un dottore Girolamo poteva far

rivivere le cose.L'uovo sopra

riprende la pala di Brera di Piero

della Francesca.

Dal 1455 in poi Bellini si occupa di

commissioni private che sono

sopratutto madonne col bambino.

Per quanto possa sembrare un ema

semplice da affrontare Bellini lo

realizza in maniera diversa ma l

caratterista che accomuna tutti i quadri

della madonne col bambino è la

tristezza nel volto di maria e alcuni

simboli che annunciato la morte di

cristo, ed il sesso del bambino è

sempre scoperto o velato.

Cronologicamente citiamo.

Madonna

Davids.

Vediamo la

madonna con

volto di

sofferenza umana.

Il bambino steso su una piattaforma

simboleggiante un sarcofago

chiuso con il sesso esposto e

dorme su un cuscino nero simbolo

della morte.

Alle spalle il paesaggio.

Madonna Lochis

Vediamo la madonna che cerca di

coprire con la sua veste in in tinta

blu il sesso del bambino velandolo,

cpoggia sullo stesso sarcofago.

Madonna contarini

Questa volta gesù è eretto sul

cargofago, la madonna lo tiene tra

le mani cercando di nascondere il

sesso ma si dimentica di stendere il

mignolo e acostare l'anulare ad

esso.

Alle spalle un paesaggio .

Madonna

Sarcofago in marmo nero, con il

bambino che ha i piedi sovrapposti

come sulla croce.

E gli alberetti cimiteriali alle spalle.

Madonna mond

Pomo quasi conteso cuscino

bianco sarcofavo più interquivoco

che mai.

Il capolavoro di questi anni è San

francesco nel deserto.

Olio su

tavola

San

francesco

nel deserto.

Collocato

San

francesco in una cornice bucolina

sul monte ed è connotato di simboli

come mosè novello come guida del

popolo, elia novello come abitatore

del deserto, cristo novello segnato

dalle stimmate.

Il monte è quello della Verna.

della parte destra si trova uno

studiolo improvvisato, fatto di assi

e rami intrecciati, dove si trova un

banco ligneo con un libro e un

teschio, spunto di meditazione

sulmemento mori. A sinistra invece

si distende un delicato paesaggio,

con una città murata e un castello,

e dove compaiono anche un asino,

una gru e un pastore col suo

gregge. Numerosi sono i dettagli

minuti indagati con perspicacia,

derivati dall'esempio fiammingo:

dagli animali agli uccelli, fino agli

oggetti come il vaso, il bastone del

santo e anche una cordicella per

suonare il "campanello" del santo.

Trasfigurazione

Trasfigurazione di Cristo.

Ambientata su un altopiano fisico e

metaforico della nostra visione

appunto di cristo.

Elia e Mosè si manifestano accanto

a Gesù sul monte Tabor, mentre

poco più in basso sono rimasti

folgorati gli

apostoliPietro, Giacomo e Giovanni,

secondo un'iconografia che ha le

sue origini dai vangeli sinottici.

Tutta la composizione è concepita

secondo un moto ascendente,

diviso dagli strati rocciosi. Profeti

dell'antico testamento che passano

la staffetta ai nuovi.

Sacra

allegoria

Olio su

tavola

La scena è ambientata in un'ampia

terrazza con un pavimento

marmoreo policromo in prospettiva,

separata dalla riva di un lago

tramite una balaustra. A sinistra si

riconosce Maria in trono, sotto un

baldacchino con asta a forma

di cornucopia(simbolo della sua

funzione genitrice), e con quattro

gradini ai piedi, sul cui lato si trova

un fregio con scene del mito

diMarsia, interpretato come un

parallelo della Passione di Gesù.

Accanto ad essa si trovano due

figure femminili non identificate,

forse due sante o due Virtù. Una

delle due sembra sospesa in aria,

ma ciò potrebbe essere anche

dovuto a una caduta del colore in

corrispondenza delle gambe e dei

piedi. Al centro si trovano quattro

bambini che giocano con un

alberello e con i suoi frutti argentei,

forse l'albero della conoscenza,

fonte di vita e sapienza. A destra si

incontrano due santi facilmente

identificabili dagli

attributi: Giobbe e san Sebastiano.

Fuori dal recinto, appoggiati alla

balaustra, si trovano poi san

Giuseppe o san Pietro, a mano

giunte, e san Paolo con la tipica

spada, che tiene alzata quasi

avanzando verso sinistra, dove si

vede un uomo con un turbante,

forse un infedele.

Oltre un ampio lago si vede poi un

vasto paesaggio, caratterizzato da

speroni rocciosi a picco sull'acqua

e popolato da uomini e animali (due

viandanti con un asino, e una

coppia, chiarissima, quasi

illuminata di luce propria), con

edifici costruiti nella vegetazione

(un villaggio, una rocca sullo

sfondo). Tra le figure si notano sulla

riva un eremita con una croce in

una grotta sulla riva (sant'Antonio

Abate?), un pastore addormentato

tra le sue pecore in un'altra grotta e

un centauro.

La terrazza sarebbe il giardino del

Paradiso, dove le anime

del Purgatorio, rappresentate dai

fanciullini, sostano prima di venire

ammesse in cielo. Maria, avvocata

degli uomini presso Dio, giudica i

progressi delle anime aiutata dalla

Giustizia coronata. Tra i fanciullini,

che giocano con i pomi mistici,

quello attaccato all'albero sarebbe

un'anima chiamata alla beatitudine

eterna. I due santi in piedi a sinistra

sarebbero gli intercessori o patroni,

magari legati ai committenti, mentre

i due dietro la balaustra sarebbero

Pietro e Paolo, che sorvegliano il

cancello di accesso al recinto. Il

fiume sarebbe il Lete, che circonda

il Paradiso terrestre, mentre gli

animali simboleggerebbero le virtù

dell'eremita: il mulo per la pazienza,

la pecora per l'umiltà. Il centauro

invece sarebbe il simbolo dei

richiami del mondo, che ostacolano

la via verso la virtù.

Madonna

con

bambino

il battista e una santa

La madonna dal volte triste

presenta a San giovanni battista

con la croce il bambino nudo che

poggia sulle sue gambe con i piedi

gia pronti come sulla croce e le

mani che si stanno per giungere

sull'addome.

Dietro il battista un castello, tra

giovanni e maria un porto tranquillo

con una nave attraccata, e la città

protetta dalle mura tra maria e la

santa che ha le mano gia giunte sul

petto.

Questo paeaggio d'apparenza

natura è in realtà un allegoria, che

simboleggia maria come rocca forte

porto protetto e felice, pascolo

fertile, porta del cielo e della chiesa.

Madonna del prato

Questa

volta il

sarcofago non c'è ma gesù è

appoggiato sulle gambe della

madonna che sta seduta a mani

giunte su un prato con il volto

triste, mentre il bambino dorme e

porta una mano sul petto.

Sullo sfondo vediamo un prato che

si ramifica poi in un deserto, a

destra vacche buoi e n ragazzo

seduto a terra, a sinistra un castello

, buoi e un uomo con una tunica

bianca, dietro di lui un pozzo

simbolo di maria

Madonna di Brera

Non è

altrattanto

coinvolgente come la madonna del

prato e non c'è un percorso sullo

sfondo.

Gesè è eretto nudo senza veli, lo

sguardo dlla madonna è triste.

Alla destra due uomini di cui uno

appoggiato ad un albero , sopra

l'ara sta un leopardo macchiato

simbolo di vizi come lussuria,

avarizia. Le sua macchie

simboleggiano il peccato.

L'albero a destra invece è coperto

di panie sull'albero ci sta un uccello

che si dimena in attesa di libe

Dettagli
A.A. 2015-2016
54 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesca.laurenzano94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Macioce Stefania.