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GIOVANNI BELLINI

Trasfigurazione di Cristo, Giovanni Bellini: figure fanno parte della

natura, a tal punto che ci sembra quasi impossibile che una

apparizione della trinità in questo modo possa avvenire in un

paesaggio a cui siamo abituati—> cala evento straordinario nella

quotidianità. Ci aspetteremmo un’atmosfera più strana, più lugubre,

che suggeriscono la straordinarietà dell’evento. Fonde

perfettamente paesaggio e figure, con un’attenzione quasi

geologica (rocce estremamente realistiche). Ciò che distingue le figure e il paesaggio è

la luce, che si rifrange di più sulle figure (come se fossero fatte di metallo o di marmo).

Paesaggio umanizzato, non selvatico—> umanesimo è ciò che trasforma la realtà.

Confronto con orazione nell’orto: personaggi immersi nella natura che è come se si

staccasse dalle figure.

La luce veneta avvolge tutto, come se fosse un velo che armonizza, tranne nei punti in

cui si vuole mantenere viva l’osservazione.

Pala di San Giobbe, Giovanni Bellini: diretta conseguenza delle pale fatte

da Da Messina, è una sola immagine che rappresenta uno spazio

absidale che ricorda l’interno di una chiesa veneziana, con la madonna

sul trono di san marco sollevata da un alto piedistallo in modo che i santi

sono grandi uguali a lei ma più in basso. Tutto costruito attraverso la

prospettiva, ma non ci accorgiamo della costruzione che viene annullata

da luce e ombra. E’ una sacra conversazione perché i santi sono intorno

alla madonna. Personaggi rappresentati con realismo e dignità

straordinari. LUCE E COLORE definiscono le forme—> PITTURA

TONALE: eliminate completamente le ombre nere, le ombre sono solo

delle sfumature di colore. I veneziani hanno notato delle cose grazie all’acqua, che

produce delle rifrangenze uniche, quindi osservano un fenomeno a cui i veneziani sono

abituati.

La committenza di Giovanni è esclusivamente ECCLESIASTICA, è specializzato in

immagini sacre.

Venezia, basilica dei Frari: qui si trova il trittico—> serriana= modulo formato da due

trabeazioni laterali, nella parte centrale arco a tutto a sesto, trabeazioni sostenute in

questo caso da paraste. Questo modulo qui finge da cornice architettonica, che è

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talmente decorata da sembrare un’opera gotica anziché

rinascimentale. Madonna su piedistallo all’interno di una nicchia:

diventa un topos portato avanti da artisti successivi. anche qui

vediamo luce e ombra, fusione con il paesaggio.

Incoronazione della vergine: di solito avviene per aria, invece qui c’è

una panca di marmi preziosi con dietro una finestra. Anche qui il

paesaggio con i castelli quasi distrae, non si capisce se è un quadro o se

è qualcosa che si vede attraverso la finestra. L’inserimento delle figure

sacre nelle architetture e nei paesaggi fa perdere la sacralità dell’opera,

umanizza le figure sacre ma non le fa risaltare.

Loredan, Giovanni Bellini: cartiglio definito con precisione

veritiera, figura appare da dietro una balaustra, lo sfondo è

inesistente ma c’è una diversità di luce, è più luminoso verso le spalle e meno

verso l’alto (come avviene realmente). Luce definisce la figura, non vediamo

le linee disegnate, è tutto sfumato, graduato, realizzato per velature. Non si

vede la linea di contorno. C’è un minimo disegno di supporto anche perché la

figura è molto rigida, ma non si deve vedere. Il volto sembra una maschera di

cera talmente è preciso.

VITTORE CARPACCIO

Ricostruzione di due quadri separati perché una tela di grandi dimensioni era difficile da

vendere e quindi veniva separata. Caccia in laguna e Le dame veneziane; le due

immagini erano insieme, il paesaggio era lo sfondo del dipinto con le dame.

Contemporaneo ai Bellini ma si rifà più a Gentile.

Studio di S. Agostino: immagine del santo che viene a sapere

che nel deserto è morto il suo amico Girolamo. Manca l’evento

miracoloso, è una visione che ha nella sua testa quindi non

viene mostrata. Ci sono molti oggetti strani (sacri, astronomici,

codici miniati, codici musicali, collezione di anfore e bronzi

etruschi).

Raffaello

Di Urbino. Nasce poco dopo Michelangelo, figlio di Giovanni Santi—> Sanzio è la

latinizzazione di Santi. Il padre era un pittore locale, muore quando Raffaello è piccolo

quindi non ha molta influenza su di lui. Sulla formazione ci sono solo ipotesi. Ha

sicuramente avuto rapporti diretti con Perugino ma forse è arrivato alla sua bottega già

formato, quindi era un suo collaboratore.

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Il sogno del cavaliere: si trova alla National Gallery. Vediamo

come Raffaello prende dai fiamminghi l’idea di fare un paesaggio

nordico e abbastanza inventato, le figure disposte secondo le leggi

della simmetria, la figura centrale che fa da raccordo (vista in

Leonardo), ll sfondo che diventa azzurrino (Leonardo e veneti),

tipologia estetica con lineamenti minuti ed aggraziati, capelli

raccolti e veli svolazzanti (Perugino). Rappresenta un’ALLEGORIA,

vediamo un uomo che dorme affiancato da due figure femminili,

una delle quali è Atena (conoscenza) e una è Venere (bellezza e

amore).

Tre grazie: derivate dalla statuaria classica, ma rappresentate come delle figure vive, i

volti sono tipici dei suoi ideali di bellezza e hanno i capelli raccolti secondo

la moda del tempo.

Sposalizio della vergine: pala di Brera. Composizione verticale, come

Perugino mette i personaggi in primo piano, scena principale svolta tutta

vicina all’osservatore, figure lontane usate come distanziatori. Architettura

definita dalla luce e dal colore—> elemento veneto.

Dai veneti prende la consuetudine di rappresentare le FIGURE SACRE

DENTRO UN PAESAGGIO. Ma i paesaggi veneti sono reali e riconoscibili,

mentre i suoi sono idealizzati. Le figure sono messe nel paesaggio perché

così più armoniche. Le figure però sono più monumentali, hanno un

andamento piramidale come in Leonardo. Raffaello osserva le novità altrui e le fa sue.

Tipico suo è il dialogo di affetti, il rapporto di sguardi molto teneri—> immagini sacre

ma molto umane, che ispirano maggiore devozione.

Madonna con bambino: sfondo scuro che fa svanire anche parte della figura.

Anche lui viene imitato a sua volta perché crea degli STANDARD.

Deposizione di Cristo Morto: 1507, quando Raffaello è già a

Roma. A differenza di tutte le altre deposizioni, questa è in

MOVIMENTO, si vede lo spostamento del cadavere—> mai visto

prima. La composizione vede anche qui due figure con una di

raccordo (Cristo); si vede la fatica dei personaggi che indica che

Raffaello ha visto le opere di Firenze. In questo periodo si diffonde

la stampa ad uso degli artisti: riproduzione bidimensionale delle

opere d’arte—> aiuta la diffusione di alcuni schemi. La stampa era

il mezzo di comunicazione più veloce e ampio che le persone

potessero avere in quel momento. Raffaello paga una ditta per

stampare le riproduzioni dei suoi quadri, così da essere sicuro della

loro diffusione. Vediamo più muscolatura, più solidità, c’è una diagonale perfetta che

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divide a metà il dipinto, è tutto un gioco di corrispondenze che servono all’euritmia—>

opere molto armoniose. Paesaggio reso più drammatico da roccia scura e cielo non

limpido.

STANZE DEGLI APPARTAMENTI PAPALI, Roma: stanza della segnatura, di elio d’oro,

dell’incendio al borgo, di Costantino. Campagna di esecuzione parte nel 1508 e si

conclude nel 1519. Qui la pittura si deve adattare all’architettura preesistente, che

impone delle aperture (porte, finestre, camini). Obbliga l’artista a usufruire dei dislivelli

della parete per creare dei piani di appoggio diversi.

Stanza della segnatura: dove il papa firmava le leggi e le condanne a morte. Stanza

più simbolica, Raffaello ha dovuto creare delle ICONOGRAFIE NUOVE, rappresentare

delle IDEE anziché delle storie. Sono delle rappresentazioni filosofiche, il tema

dominante è l’esaltazione delle FACOLTA’ INTELLETTUALI DELL’UOMO, le quali gli

permettono di riconoscere e percepire il divino. E’ una stanza neo-platonica—> vero

(non etica), bello (estetica) e bene (etica) sono le tre finalità dell’uomo. Il bello si

raggiunge attraverso l’arte e l’arte più alta era la poetica, quindi viene rappresentato il

Parnaso= monte sacro ad Apollo. Il bene si raggiunge attraverso la giustizia, che si fa

valere attraverso il diritto civile ed ecclesiastico. Il vero (capacità dell’uomo di

riconoscere Dio nel reale) si ottiene attraverso fede (teologia) + scienza (filosofia). La

teologia viene rappresentata con la disputa del santissimo sacramento, la filosofia

attraverso la scuola di Atene.

Le scene si svolgono entro degli archi dipinti e vengono rappresentate come se fossero

delle aperture verso qualcosa.

Disputa del santissimo sacramento: è un dialogo

animato che parla della transustanziazione dell’eucarestia.

Appare Gesù su un trono sospeso sulle nuvole che

richiama la forma circolare dell’eucarestia. Le nuvole

vengono trasformate in una grande mensola circolare su

cui sono seduti i vari apostoli. Gesù è affiancato dalla

Madonna e San Giovanni battista; mostra le piaghe.

Figure con moti dell’animo, ereditata da Leonardo. La

parte dietro Gesù è fatta da tanti angioletti dorati. E’ tutto

molto definito dal disegno, si vedono benissimo le linee di

contorno.

Scuola di Atene: rappresenta e prende in giro parecchie

persone conosciute. Scena al di sotto di arco finto che

apre ad una architettura, dà l’idea di un edificio

monumentale grandissimo. E’ la prima fase

dell’architettura di San Pietro. Rappresenta vari

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personaggi della filosofia; i due protagonisti sono al centro e sono Platone e Aristotele; il

primo parla del mondo delle idee e indica il cielo; Aristotele indica in basso perché parla

della vita terrena. Questi due sono i veri fondamenti della filosofia, che deve guardare

verso il cielo ma deve essere utile all’uomo. Rappresenta anche Michelangelo, il suo

rivale, come un rozzo contadino mentre scrive poesie; e Bramante circondato da giovani

allievi; inserisce anche un autoritratto.

Parnaso: Apollo, muse e poeti. Sfruttando una finestra si

crea un dislivello e tutta la composizione si adatta a questa

forma. Al centro c’è Apollo che suona una viol

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martins444 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Orlandi Balzari Vittoria.