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La belle époque
La belle époque introduce nel primo quindicennio del 900 un periodo di splendore, benessere e piacere poiché apporta cambiamenti alla vita e alle abitudini dell'agente (energia elettrica, petrolio, ferrovie). Vi è una continua ricerca del lusso, del divertimento di conseguenza nascono i caffè ed erano maggiormente frequentati da artisti e gente facoltosa, la gente vive notevolmente meglio. Nascono perciò le prime metropoli, quali Londra, New York, Milano e Parigi (vi è inoltre il gusto di andare a teatro). Vi è una nuova classe emergente quella della borghesia, mentre la classe aristocratica comincia ad eclissarsi. Tuttavia dietro questo lusso si nascondeva un'atmosfera ambigua, cominciarono le crisi di sovrapproduzione (si produceva di più rispetto a ciò che veniva consumato) dalle quali venivano maggiormente colpite le potenze economiche (Germania). In Italia si verificò il cosiddetto "decollo industriale" che
caratterizzò soprattutto l’Italia del nord riguardando Torino, Milano e Genova (triangolo industriale). Le conseguenze di tali crisi furono le migrazioni dall’Italia meridionale verso le Americhe ed Australia, poiché giungevano notizie di terre ricchissime le masse migratorie erano formate da coloro che pativano la fame, nasce perciò la società di massa, si verifica un’omologazione dell’individuo (il singolo si annulla nella massa, si rischia quindi di perdere la propria identità).
Lo storico Eric Hobsbawm definì il 900 secolo breve in quanto, durante la prima quindicina d’anni del 900 non vi furono avvenimenti di importante rilevanza. Secondo quest’ultimo il 900 inizierebbe con la prima guerra mondiale e termina con il crollo del muro di Berlino nel 1989. Infatti la trama storica del XX secolo è fittissima di dati e dettagli, inoltre risulta essere veloce, perciò breve, per gli enormi progressi tecnologici, sociali.
politici ed economici che l'umanità ha compiuto. L'Italia nell'età Giolittiana Giovanni Giolitti fu un politico che caratterizzò i primi quindici anni del 900; fu il leader del partito liberale (partito laico, centro moderato) e capì l'importanza delle masse e aveva un'idea politica protezionista. Giolitti stette a capo del governo dal 1901 fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Era consapevole che le masse operaie erano diventate un soggetto politico ineliminabile e che per prevenire i loro scioperi era necessario attuare una nuova strategia politica, che garantisca il diritto di sciopero e che permetta il miglioramento delle loro condizioni di vita. Dichiarò quindi che lo stato non deve schierarsi con i padroni e non deve comportarsi duramente con questa nuova classe emergente, poiché i risultati sarebbero delle ostilità da parte delle masse popolari. Giolitti e la prevenzione dei moti rivoluzionari. Il ragionamentopolitico giolittiano si rifà a quello di Cavour, in quanto entrambi capirono che bisognava sostenere i lavoratori e che in loro si doveva spegnere il sogno di una società libera da ogni oppressione e sfruttamento e che non si poteva più mantenere un assetto sociale basato sulla disuguaglianza economica. Giolitti doveva in qualche modo convincere, in modo graduale le masse, che lo Stato non è un loro nemico, ma che contrariamente avrebbe potuto aiutarli a