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STREPTOCOCCHI
Gli streptococchi sono sempre batteri sferici, la cui
cellula ha un diametro di 1-1,5 μm e sono disposti in
coppie o catenelle più o meno lunghe. Sono capsulati,
immobili, asporigeni, Gram+, ossidasi/catalasi
negativi, aerobi/anaerobi facoltativi.
Fanno parte della popolazione microbica orale e
faringea ma anche del tratto intestinale, vaginale e
cutaneo.
Per quanto riguarda la classificazione, gli
streptococchi sono raggruppati sia in base al tipo di
emolisi che producono su agar sangue sia in base alle
caratteristiche antigeniche di alcuni polisaccaridi della parete (in particolare l’antigene C,
dove C sta per carboidrato). I polisaccaridi di parete prima venivano estratti mediante
idrolisi acida a caldo, che sarebbe il metodo Lancefield (dal nome della studiosa che per
prima si è occupata di questa classificazione), mentre oggi vengono utilizzati degli enzimi.
Tra i vari gruppi, uno streptococco patogeno importante è lo S. pyogenes di gruppo A
→
(abbreviato con SβEA streptococco β emolitico di gruppo A) o lo S. agalactiae di gruppo
B; tra gli streptococchi, poi, si tende a considerare a parte lo pneumococco (S.
pneumoniae) che si differenzia in quanto non possiede un antigene C estraibile (così come
altri streptococchi).
In base alle caratteristiche emolitiche ci sono gli streptococchi α emolitici (producono un
alone ristretto di emolisi incompleta con colorazione verde militare), β emolitici (con
evidente alone di emolisi incompleta che si manifesta con trasparenza intorno alle colonie)
e γ emolitici (con nessun alone di emolisi).
S. PYOGENES β EMOLITICO
I quadri clinici sono:
-manifestazioni infiammatorie acute tra cui angina
streptococcica e scarlattina;
-infezioni cutanee;
-sindrome da shock tossico;
-infezioni post partum.
A queste manifestazioni principali possono seguire,
alcune settimane dopo l’episodio acuto, delle sequele
non suppurative (senza pus) quali:
-glomerulonefrite post-streptococcica, causata da particolari ceppi che possiedono
determinati tipi di proteina M;
-febbre reumatica acuta;
-eritema nodoso.
Angina streptococcica e scarlattina: si tratta di una rinofaringite con tonsillite, febbre
elevata e adenopatia satellite (ingrossamento e dolore dei linfonodi che circondano la
zona). L’angina streptococcica, nel caso in cui il ceppo infettante sia in grado di produrre la
tossina eritrogenica, si accompagna ad un caratteristico esàntema (deriva dal greco
exantèo “sbocciare” perché si manifesta un’eruzione cutanea costituita da pustole,
vescicole e bolle, tipiche di malattie dell’infanzia come morbillo e varicella chiamate anche
malattie esantematiche) e prende il nome di scarlattina.
Come complicanze localizzate dell’angina streptococcica c’è l’ascesso peritonsillare
(raccolta di liquido purulento attorno alle tonsille) o complicanze più a distanza rispetto al
sito d’infezione sono otite media, polmonite, meningite ed endocardite.
L’esantema inizia dagli arti per poi estendersi anche al tronco e al volto, risparmiando la
regione circumorale (ovvero sotto il naso, labbro superiore e mento) e la mucosa
orofaringea si presenta con punteggiature rosso intenso, la lingua ha punti e bordi
arrossati con papille evidenti a causa della disepitelizzazione (lingua a lampone). Con il
naturale decorso della malattia l’esantema impallidisce, la febbre scende con
desquamazione della cute che può essere o in grossi lembi (pezzi più grandi a livello dei
piedi e delle mani) o di tipo furfuraceo (al tronco è come la forfora).
Altri quadri clinici sostenuti dallo Streptococco possono essere infezioni cutanee,
classificate come piodermiti intese come infezioni suppurative (che portano alla
formazione di pus) della cute dovute a batteri piogenici. Nell’ambito delle piodermiti ci
sono infezione superficiali (in questo caso si chiama impetigine) e profonde (in questo caso
invece erisipela). Quindi queste infezioni cutanee dovute a stipiti produttori di tossina
eritrogenica (tossina prodotta appunto da stipiti di Pyogenes) possono provocare in
soggetti con elementi predisponenti una sindrome da shock tossico che clinicamente è
molto difficile da distinguere da quella causata invece da Staphylococcus Aureus. Questa
sindrome da shock tossico in particolar modo provoca estese lesioni infiammatorie e
necrotiche dei tessuti sottocutanei portando in alcuni casi alla patologia conosciuta come
fascite necrotizzante che è dovuta a particolari ceppi detti Streptococchi killer. Questi
ultimi sono in grado di formare dei biofilm nel sottocutaneo andando a creare lesioni con
perdite tissutali notevoli fino alla morte.
Alle patologie della fase acuta posso seguire delle conseguenze che provoca altri quadri
clinici. Tra questi ci sono le sequele non suppurative, non caratterizzate cioè da presenza di
pus. Fra queste c’è:
- Glomerulonefrite post-streptococcica che consiste in una infiammazione del
glomerulo e del rene che è conseguenza del deposito a livello del filtro renale di
notevoli quantità di complessi antigene-anticorpo. Questa conseguenza
patologica è dovuta a ceppi con particolari tipi di proteina M e con tropismo
nefritogeno.
- Febbre reumatica acuta che consiste in lesioni piuttosto estese dei tessuti delle
articolazioni e con probabile localizzazione di autoanticorpi in tessuti connettivali
o articolari. Le proteine M di questi ceppi infatti hanno delle grandissime
somiglianze con strutture dell’organismo ospite. Per cui si crea il cosiddetto
“mimetismo antigene” (l’organismo non riconosce come estranei questi
elementi), ma quando si innesca più volte una risposta infiammatoria acuta si ha
la sensibilizzazione del soggetto nei confronti di queste molecole antigeniche
portate dallo Streptococco. Cioè gli anticorpi vanno a interagire anche con
molecole dal punto di vista strutturale simili agli antigeni batterici provocando
danni anche irreversibili. Si creano cioè degli autoanticorpi .
- Malattia cardiaca reumatica rappresentata da lesione dei tessuti connettivali e/o
muscolari con probabile componente autoimmune.
- Eritema nodoso che si localizza a livello degli arti inferiori e consiste in un
deposito di immunocomplessi (complessi antigene-anticorpo) a livello dei capillari
cutanei. Si formano noduli grossi e anche caldi sulle gambe.
Quindi tra i meccanismi che concorrono al potere patogeno del batterio Streptococcus
Pyogene β emolitico si ritrova alche la capsula ben evidente che è formata perlopiù da
acido ialuronico e che possiede potere antifagocitario ma non è immunogena (cioè non
stimola la produzione di anticorpi perché composta appunto da acido ialuronico che è
presente in gran parte anche nel nostro organismo). La presenza della capsula è correlata
ad un maggiore potere patogeno ed è presente nel 3% degli Streptococchi isolati da
faringiti, nel 21% di quelli isolati da infezioni gravi e nel 42% in quelli isolati da pazienti con
febbre reumatica.
Essenziali per la patogenicità sono poi le fibrille che sono formate dalla proteina M
(chiamata cosi perché è stata scoperta per la prima volta in colture con colonie secche che
stavano invecchiando. In realtà la causa della morte era proprio la proteina M, ma
inizialmente si pensava fosse causata da variante di ceppi chiamati Mat) complessata con
acidi lipoteicoici che si proiettano all’esterno della cellula. La proteina M cosi composta ha
azione antifagocitaria ed è appunto un grande fattore di virulenza per il batterio essendo
in grado di promuovere l’accumulo dei batteri nel sito di infezione mediante un fenomeno
di coaggregazione delle cellule batteriche. la proteina M non si può considerare una
adesina vera e propria, però serve al batterio per legarsi agli epiteli dell’organismo ospite
grazie anche all’aiuto di un’altra adesina chiamata proteina F.
La parte distale della proteina M, ovvero quella più proiettata all’esterno, è caratterizzata
da ipervariabilità, mentre è più conservata la parte più ancorata nella membrana
citoplasmatica.
Ci sono vari tipi di proteina M e fra queste si distinguono quelle di classe I e quelle di classe
II. Quelle appartenenti alla classe I sono caratterizzate dal fatto che possiedono sequenze
ripetute con analogia di sequenza amminoacidica con numerose proteine fibrillari umane.
Queste sono quelle che causano la sequela della febbre reumatica. Quelle appartenenti
alla classe II, invece, hanno la caratteristica di produrre l’O.P. (opacity factor) chiamato cosi
perchè è una lipoproteasi che libera la parte lipidica del siero aggiunto al brodo di coltura
rendendolo opaco.
Fra i caratteri antigeni c’è poi la proteina F che è una adesina e che consente l’adesione del
batterio alle cellule epiteliali mediante l’interazione con la fibronectina presente nella
matrice intracellulare.
Poi fra le altre proprietà antigene si ha la produione di ENTEROTOSSINE fra cui:
- La streptolisina O (O sta per ossigeno labile) che viene prodotta in vivo. La sua
produzione si evidenzia in vitro in piastre di agar sangue sotto forma di β emolisi.
Questa streptolisina agisce sulla membrana cellulare formando dei pori con
conseguente apoptosi cellulari, poi agisce sui cheratinociti portando ad una
risposta infiammatoria localizzata della cute e po’ anche provocare un danno
irreversibile ai leucociti.
- Streptolisina S (ossigeno stabile) che provoca la formazione di pori nei fosfolipidi
di membrana e risulta citotossica.
Poiché non tutti i ceppi di S. Pyogene producono la Streptolisina S, mentre la Streptolisina
O è ossigeno labile, per evidenziare la presenza della streptolisina O andando a piastrare il
presunto Streptococco β-emolitico di gruppo A, si effettuano dei tagli obliqui nell’agar
utilizzando l’ansa. In questa maniera si affonda ciò che si è seminato, permettendo a
questi batteri di crescere in un ambiente sostanzialmente anaerobio e quindi la presenza
della streptolisina O si potrà manifestare con l’alone della β-emolisi (il terreno diventerà
completamente trasparente in seguito a liti totale delle emazie).
Fra gli ESOENZIMI invece ci sono:
- Streptochinasi che è in grado di catalizzare la trasformazione del plasminogeno in
plasmina. È uno strumento di invasione per il batterio perché va a dissolvere i
coaguli di fibrina.
- Ialuronidasi che permette la diffusione del batterio nei tessuti circostanti perché
distrugge l’acido ialuronico dell’ospite.
- C5a-peptidasi che distrugge il C5a del complemento eliminando, quindi, l’azione
di fattore chemiotattico pos