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GIOVANNI BOCCACCIO
VITA
- 1313: Nasce a Certaldo o a Firenze (non si sa di preciso)
- Figlio di un ricco mercante: il padre vorrebbe che lui intraprendesse la stessa strada
- Studia inizialmente a Firenze
- Si trasferisce a Napoli per seguire gli affari paterni
- Padre: funzionario dell'agenzia bancaria dei Bardi (finanziatori di Roberto d'Angiò)
- Non è adatto alla carriera del padre e inizia a studiare diritto canonico.
- Segue le lezioni di Cino da Pistoia: entra in contatto con il mondo della letteratura e della lirica
- Frequenta la corte degli Angiò
- Scrive in latino e in volgare le prime opere: il Filococo
- 1340: Rientra a Firenze con la famiglia
- Cerca di inserirsi nella vita culturale fiorentina e in particolare al mito di Dante
- Compone opere ispirate a Dante: Commedia delle Ninfe e l'Amorosa visione
- 1348: scoppia la peste e si trova ancora in città
- Inizia la composizione del Decameron: la sua opera più
importante.
- 1350: incontra Francesco Petrarca
- Petrarca lo spinge a coltivare gli studi umanistici e a dedicarsi ad essi in modo pieno.
- Si dedica alla ricerca di alcuni codici (per esempio nella biblioteca di Montecassino)
- Aiuta a istituire a Firenze la prima cattedra di greco in Europa a conferma degli studi da autodidatta che aveva iniziato a Napoli
- Scrive soprattutto in latino ma anche in volgare
- Importanti incarichi pubblici e alcune ambascerie
- 1360: papa Innocenzo VI: viene concesso un beneficio ecclesiastico, in modo da garantirgli una certa serenità economica
- 1361: si ritira a Certaldo in seguito ad alcuni sospetti per un fallito colpo di stato;
- 1365: riammesso a Firenze e compie numerosi viaggi
- 1375: Muore a Certaldo
OPERE
- Decameron (1349-1353)- Il Decameron racconta la vicenda di dieci giovani che, per sfuggire alla peste del 1348, si ritirano in una villa di campagna, dove trascorrono dieci giornate narrandosi vicendevolmente delle novelle per
esiliata in Liguria per motivi politici)Studia prima a Padova e poi a Bologna
- 1432-1464: Diventa abbreviatore apostolico
- Soggiorna a Roma, a Firenze, Ferrara, Rimini e Mantova.
- 1472: Muore a Roma
Incarna ai livelli più alti la figura dell’intellettuale umanista
Con la sua attività teorica influì sugli sviluppi del Rinascimento in Italia e inEuropaFu architetto, archeologo, teorico dell’arte, matematico e anche scrittore
A lui si deve il Tempio Malatestiano in Rimini; il Palazzo Rucellai; lafacciata di Santa Maria Novella in Firenze
OPERE
- Intercoenales: Dialoghi da leggersi durante la cena di natura morale, ispirati aiprincìpi dello stoicismo
- Descriptio urbis Romae (Descrizione della città di Roma) : > lettura delo trattato latino di Vitruvio De Architectura
- De pictura: Esalta la grande impresa di Filippo Brunelleschi della cupola di SantaMaria del Fiore, che descrive come così grande e magnifica
«eretta sopra i cieli», da coprire con la sua ombra tutti i popoli toscani- Qui codifica le regole della prospettiva lineare risultanti delle ricerche di Filippo Brunelleschi- La pittura non più come un’attivita principalmente manuale bensì è strumento di ricerca intellettuale.
(La scultura) (L’architettura) De statua e infine il De re aedificatoria ricalcatoo sul trattato di Vitruvio- 1450: Viene portato a termine in dieci libri A fondamento di tutte queste arti Leon Battista Alberti pone lo studio dellamatematica e della geometria Si può dire che con questi trattati cominci lastoria della teoria d’arte
LUIGI PULCIVITA 1432: Nasce a Firenze
- Famiglia nobile e antica ma dissestata
- A 19 anni muore il padre difficoltà economiche e traversie famigliari
- Lavora presso la casa della famiglia De’ Medici
- Dal 1461: protetto dalla madre di Lorenzo Il Magnifico Lucrezia Tornabuoni
- (autrice di laudi sacre)
Scrive
la sua opera più importante: Il Morgante in rilievo lo spirito religioso
Grande e intima amicizia con Lorenzo che lo aiutò anche economicamente
1473 dovette spesso lasciare Firenze poiché si era messo al servizio di un potente condottiero dell'epoca: Roberto di Sanseverino
Dimorò, tra l'altro, a Bologna, a Pisa e a Milano
1484: Morì a Venezia
ANGELO POLIZIANO
VITA Pseudonimo di: Angelo Ambrogini
1454: Nasce a Montepulciano in Toscana
Lo pseudonimo si ispira al "mons Politianus" (l'attuale Montepulciano)
Uno dei principali esponenti dell'Umanesimo quattrocentesco
Il padre: giurista, viene ucciso per vendetta quando Poliziano ha circa dieci anni
Frequenta le lezioni di Landino o Marsilio Ficino
Matura presto forti interessi per le lettere
Giovanissimo traduce dal greco in latino il secondo libro dell'Iliade dedicandolo al Magnifico
Cominciò a lavorare come
segretario per Lorenzo de' Medici
Sempre per Lorenzo de' Medici lavora come professore di latino e greco presso lo Studio fiorentino e precettore del figlio Piero
Trascorre tutta la sua vita a Firenze
1489: Opera filologica principale: Miscellaneorum centuria prima (raccolta di 100 dissertazioni di svariati argomenti di letteratura, storia, culture antiche)
1494: Muore a Firenze
Importante studioso di latino e greco e grande filologo
OPERE
Le opere poetiche in volgare sono: le Rime, le Stanze per la giostra di Giuliano de' Medici, l'Orfeo, composte tra il 1470 e il 1480
L'opera in volgare di Poliziano si inserisce nel programma letterario e politico-culturale promosso da Lorenzo il Magnifico di affermare il carattere sovraregionale del fiorentino e di rinnovare l'eccellenza artistica di Firenze in Italia
A Poliziano si deve la realizzazione del più esplicito manifesto di questo programma: La Raccolta aragonese (1476-1477)
Una antologia di poesia toscana allestita come dono del Magnifico per il figlio del re di Napoli. L'epistola prefatoria scritta da Poliziano a nome del donatore contiene la prima organica riflessione critica sulla poesia volgare dopo Dante e uno dei suoi cardini teorici proprio nell'affermazione dell'eccellenza del volgare toscano, in continuità con le posizioni già espresse nel primo Quattrocento da Leon Battista Alberti.
Le Rime (scritte prima del 1480 - pubblicate dopo il 1495): componimenti in metri popolari sulla giovinezza, l'amore, la bellezza, il fuggire inesorabile del tempo, il motivo del carpe diem.
I testi più famosi: "Ben venga maggio" e "I' mi trovai fanciulle un bel mattino".
I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino. Una giovane la voce narrante della poesia si rivolge alle sue compagne e racconta loro di un dolce mattino di metà maggio trascorso in un verde giardino. Il giardino è...
Pieno di fiori e la donna li raccoglie per ornarsi i capelli.
Le rose sprigionano un dolce profumo che riempie il cuore della fanciulla di desiderio e piacere.
Amore invita la giovane donna a raccogliere le rose più belle.
Poliziano intreccia con grazia e leggerezza il tema del "carpe diem" a quello della giovinezza e bellezza.
Il poeta mescola riferimenti a testi antichi e moderni (Orazio, Odi libro I, 11; Ovidio, Metamorfosi V, vv.391-395; Dante, Purgatorio, XXVIII, vv.40-42) secondo il principio della docta varietas (la dotta varietà).
Stanze per la giostra di Giuliano de' Medici libro: poemetto in ottave di celebrazione di Giuliano d'