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I b. sono curiosi, intraprendenti, differenziati, creativi, inventano dei progetti in continua evoluzione.

Organizzare il giardino significa creare sotto-spazi articolati, differenziati, raccolti (con fioriere, siepi,

vasi, panche) per evitare situazioni di affollamento che provocano nervosismo e aggressività. Sarebbe

necessario inoltre utilizzare diversi materiali da gioco tali da far cooperare i bambini insieme (carriole, carrelli,

passeggini, cassette, sabbiere); è bene prevedere spazi suddivisi per fasce di età. Inoltre, è utile favorire il

contatto con il mondo esterno (montagnole che offrono una panorama dell’ambiente circostante).

L'adulto-educatore funge da interlocutore e da punto di riferimento. Un accorgimento importante potrebbe

essere una panca grazie alla quale, una volta seduto, l’adulto potrebbe comunicare alla stessa altezza dei

bambini. Dal momento che il giardino è il luogo privilegiato per l'attività motoria e, nello stesso tempo, è un

luogo dove il bambino può svolgere attività in modo creativo e autonomo; è bene utilizzare questo spazio tutto

l'anno. Alcuni problemi potrebbero derivare dal bisogno di mantenere il giardino praticabile (tagliare l’erba),

dalla cultura ((se escono con brutto tempo i b. si ammalano), dai lunghi tempi di vestirsi e svestirsi. Per sfruttare

il giardino in tutte le stagioni (più salutari di quelli chiusi), bisogna prevedere i vestiti adatti (stivaletti di

gomma, ad esempio).

Non fare “niente” dell'educatrice consiste nell’essere presente, osservare, sentire con empatia e

intervenire quando necessario. In giardino sono i b. che gestiscono il loro tempo ma è l’adulto che stabilisce gli

orari delle attività in giardino. All'interno di questo tempo prestabilito, sono i bambini a decidere quanto tempo

dedicare ad un'attività e quanto ad un'altra. E' una situazione altamente educativa.

6. Un silenzio che respira: pensare e progettare il sonno al nido

All'interno dell'asilo nido, lo spazio dedicato al sonno riveste una notevole importanza. Se si considera

l'addormentamento e il risveglio, infatti, al sonno sono dedicate circa tre ore al giorno. E' necessario, quindi,

riflettere sull'allestimento di uno spazio organizzato per il sonno al nido.

Nei nidi assistenziali di una volta esistevano delle camerate collettive, che erano degli spazi piuttosto

asettici. Oggi, invece, si tende ad abbellire questi spazi, a volte, in modo eccessivo. Le educatrici possono

decidere se lo spazio dedicato ai lettini deve rimanere fisso o si devono utilizzare dei lettini mobili, da mettere

via dopo l'utilizzo. Lo spazio adibito al sonno può essere uno spazio da utilizzare anche durante il giorno,

creando un angolo di intimità: si può addormentare la bambola o un piccolo gruppo può rimanere a parlare in

tranquillità. Se alle origini dell'asilo si preferiva utilizzare biancheria sterilizzata e istituzionale, oggi, si

preferisce chiedere alle famiglie la biancheria e il copriletto; per i bambini un lettino personalizzato può offrire

occasione di conversazione e, come i vestiti, anche il materiale per il sonno può creare per il bambino

un'occasione di identificazione e di sicurezza.

Le tecniche di indurre al sonno sono: l’atmosfera raccolta, la penombra, l’adulto che sta vicino ai b., il

canto di una ninna-nanna (preferibile con la voce anche se stonati che con il registratore).

Le routine (cure del corpo, sonno, pranzo, merenda) costituiscono dei punti fermi e rassicuranti in mezzo

alle tante novità ed inoltre, danno forma al tempo.

7. Uno stile da trattoria: riflessioni su pranzo al nido

Il tempo dedicato al pranzo è un momento importante perché può costituire una buona occasione di

socializzazione. Si pensi, ad esempio, all'importanza del pasto come occasione d'incontro anche per noi adulti,

tanto che numerosi proverbi sono dedicati a questo argomento. Alle origini, l'asilo si occupava di bambini

provenienti dalle classi più svantaggiate, che avevano un pasto completo soltanto presso il servizio educativo.

Oggi, la situazione è radicalmente cambiata per cui i bambini che frequentano l'asilo non hanno problemi di

sostentamento, anzi un problema ricorrente è l'obesità. Il momento del pasto presenta numerose difficoltà

organizzative. Infatti se si vuole creare un ambiente confortevole e adatto alle esigenze dei bambini è necessario

avere numerosi accorgimenti.

Sarebbe bene creare un ambiente esteticamente piacevole, arricchito magari con alcune decorazioni, ma non

troppo ricche (qualche pianta, tendine alle finestre, tovaglie di stoffa). La regola di base è sempre quella di non

mettere ciò che non terremmo a casa nostra. Inoltre è importante la scelta di utensili, posate, bicchieri, tovaglie.

Una regola da adottare potrebbe essere quella di far compartecipare i bambini: all'apparecchiare e sparecchiare

la tavola, prendere il bavaglino da soli, servirsi da soli dai vassoi o dai cestini di pane, utilizzare la forchetta e il

coltello, versare da soli l’acqua da una brocca piccola in bicchieri trasparenti ed a scegliere le porzioni. Si

potrebbe decidere di fare delle piccole porzioni per lasciare poi ai bambini la scelta di riprendere i cibi che

incontrano di più i loro gusti. L'uso di servire i bambini in tutto è sbagliato dal punto di vista educativo e

risponde ancora ad una logica di tipo assistenziale. Il pasto, invece, può essere considerato come un'attività

educativa, a cui i bambini possano partecipare come a tutte le altre. I bambini possono utilizzare un bavaglino

personale ed anche i bicchieri possono essere contraddistinti dal nome e usati per tutto l'arco della giornata

(salvo essere puliti all'occorrenza).

Il momento del pranzo è ricco di sensazioni (odori, sapori); di oggetti (bicchiere, piatto, tovaglia, cestino

del pane, brocca, condimenti, fruttiera); di conversazioni (non si tratta di incitamenti a mangiare, ma di scambi

veri).

Le educatrici possono partecipare al pasto, mangiare insieme ai bambini; in questo modo il pasto potrebbe

essere considerato un momento di condivisione (alcune educatrici preferiscono mangiare separatamente per

avere un breve distacco, per via dell’orario presto di pranzare dei b., perché l’adulto non da un buon esempio

non mangiando tutto e perché, avvolte, gli adulti di riferimento possono assentarsi.

Il lavoro dell’educatrice a pranzo è quello di una regista: organizza, facilità, favorisce, propone, è attenta,

vede, agisce con professionalità, è intermediaria tra il menu ed i gusti dei singoli b., si gusta sia il cibo, sia tutta

la situazione che lo contorna.

Se si vuole decidere di adottare uno stile “da trattoria” in cui i bambini compartecipano al pasto, si usano

le tovaglie di stoffa, tendine alle finestre, qualche pianta, un armadietto casalingo a vetrina anziché un armadio

istituzionale per contenere l’occorrente (posate, condimenti), utensili e posate adatti ai bambini, il momento del

pasto può durare anche un ora. Può essere però una scelta educativa importante e rafforzare sia il rapporto tra i

bambini che tra adulti e bambini.

8. In poltrona con l’infanzia

La poltrona costituisce una sorta di “angolo” raccolto e accogliente che serve all’adulto per sedersi

comodamente e relazionarsi con i b. e ai i b. serve per leggere libri, giocare, aggrapparsi, rifugiarsi con qualche

oggetto, nascondersi dietro ecc.

9. Le tane

Si dice sempre che i bambini non stanno mai fermi, però è vero anche che, spesso, ricercano spazi nascosti,

magari da condividere con altri bambini, ed in cui amano portare alcuni oggetti come giocattoli, bambolotti,

ecc. Da piccoli cercano spesso di infilarsi dentro armadietti, nei vani tra i mobili e le pareti, ecc., poi, crescendo

si divertono a crearsi le loro tane. Spesso, le fasi di progettazione e costruzione possono durare tempi superiori

a quelli di permanenza all'interno delle “costruzioni”. L'esigenza di rintanarsi rappresenta per il bambino un

elemento di continuità sia verticale che orizzontale:

− in verticale si manifesta da 0 a 11 anni, ma può proseguire per tutta la vita (da adulti ci può piacere

ritirarci in una tenda o una baita di montagna);

− in orizzontale: ci sono tane all'interno dell'asilo come anche negli spazi privati (sotto il letto, nel

sottoscala)

Per venire incontro all'esigenza dei bambini di rintanarsi, gli adulti devono prevedere dei tempi appositi e

mettere a disposizione spazi e strumenti per la loro realizzazione (tane predisposte). Le tane possono essere:

provvisorie (materassino piegato a forma di tunnel, coperta tesa sopra delle forme modulare in gomma piuma) o

stabili (un cesto foderato, una scrivania con sotto un materassino). Si possono fornire anche dei materiali per la

loro costruzione: ceste, scatoloni, telai, ombrelli, coperte ecc e si possono dare anche dei consigli pratici per le

sistemazioni.

10. Coccole letterarie

Il rapporto che i bambini hanno con i libri, questi piccoli contenitori di significati, è di tipo anche affettivo,

li portano dietro con sé come se fossero orsacchiotti, li tengono con sé nelle tane. I libri sono strumenti

educativi importanti e bisogna valorizzarli per favorire il piacere per la lettura. Si può fare in due modi:

considerando il contesto in cui i libri vengono utilizzati e considerando il contenuto dei libri stessi.

Il contesto: Il contatto con i libri può avvenire in situazioni formali (e collettive) ed informali. Per le letture

formali, cioè letture compiute da parte di un adulto ad un gruppo di bambini di fronte, si deve considerare la

posizione di chi legge, la visibilità del lettore e delle illustrazioni del libro, la durata della lettura. All'asilo nido

si preferiscono le situazioni informali in cui i bambini si ritrovano in un angolo appartato per leggere in una

situazione di rilassamento ed intimità. Se è presente la maestra i bambini si dispongono tutti intorno, “a

grappolo”. In questa situazione è più facile per l’adulto diventare interlocutore, può leggere ma anche ascoltare,

può accogliere e rispondere ai commenti dei b.

L’organizzazione delle situazioni informali richiede dei piccoli accorgimenti: la collocazione dei libri

dovrebbe essere in un angolo tranquillo, magari con un tappeto, dei cucini, una poltrona; l’esposizione dei libri

dovrebbe essere frontale, con la copertina in vista, su una cesta a portata dei b.; l’offerta si dovrebbe rinnovare

periodicamente; la manutenzione si dovrebbe fare in presenza e, magari, con la collaborazione dei b.

I contenuti: Per i b. del nido sono più indicati i libri con i personaggi ed episodi verosimili piuttosto che le

Dettagli
A.A. 2009-2010
6 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cristina.luiza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Attività ludiche e di animazione educativa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Staccioli Gianfranco.