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TERZA M-P
M-S
S-P
QUARTA P-M
M-S
S-P
Aristotele studia la forma del sillogismo e lo considera il modello di ogni
interferenza
Aristotele adotta le lettere al posto delle proposizioni, allo stesso modo in cui si
usano nelle equazioni matematiche, consentendogli di studiare le forme del
ragionamento e le concatenazioni degli enunciati a prescindere dei loro
contenuti. Secondo Aristotele il sillogismo può essere usato per esprimere ogni
interferenza valida. La teoria del sillogismo diviene la teoria del ragionamento
in generale: ogni ragionamento deve essere ricondotto a un sillogismo.
Il sillogismo permette di argomentare su premesse non certe
Per Aristotele la dialettica è la tecnica della disputa e della discussione fondata
sul ragionamento. Egli distingue il metodo dl sillogismo dialettico da quello del
sillogismo dimostrativo. Il sillogismo dialettico fornisce la possibilità di
argomentare razionalmente intorno a premesse non certe.
La dialettica è di grado inferiore rispetto alla dimostrazione apodittica
L'altro prezioso strumento di ragionamento è l'induzione, il procedimento che
dal caso particolare riconduce all'universale. Pur mancando del rigore della
dimostrazione deduttiva, l’induzione è spesso l'unico strumento utilizzabile per
giungere a conclusioni prossime al vero.
- l'uomo, il cavallo e il mulo (S) sono longevi (P)
- l'uomo, il cavallo e Il mulo (S) sono senza fiele (M):
- gli animali senza fiele (M) sono longevi (P).
La conclusione di dimostra attraverso il soggetto (S), stabilendo l’appartenenza
del predicato (P) al medio (M). In questo modo l’induzione ha un valore
scientifico inferiore al sillogismo dimostrativo, poiché essa non prende in
considerazione tutti i possibili soggetti, ma solo un numero limitato di fatti.
L’induzione è meno certa della deduzione
- La deduzione presuppone che le conclusioni siano implicite nelle
premesse, le conclusioni dell’induzione invece non sono contenute nei
casi di partenza.
- L’induzione: e “l’esperienza dimostra che tutti i corpi sono pesanti”.
L’induzione corre il rischio di imbattersi in un caso particolare che
smentisce la regola. L’induzione si rivela un utile strumento per
convincere una platea poco avvezza al sillogismo.
Quali argomentazioni per le varie scienze?
Scienze Dialettica Sillogismo Induzione
dimostrativo
Teoriche Attraverso la Basato sul Necessaria per
confutazione e la modello delle ricavare
discussione, deduzioni della informazioni
individua i geometria, serve studiate e
principi delle in generale come classificate
varie scienze metodo di tramite la
esposizione dialettica.
Pratico-poietiche Confronta le Utile per dedurre i Importanti i
convinzioni comportamenti riferimenti ai dati
relative alle da una norma di fatto e
istituzioni e generale, ma all’esperienza
all’agire umano Aristotele
predilige il
metodo dialettico
- Ogni scienza ha principi propri, ma tutte usano il linguaggio per costruire
i propri ragionamenti. Devono allora esistere dei principi primi non solo
delle scienze, ma anche del linguaggio e del pensiero in generale, che
non siano ulteriormente riducibili ad altre premesse. I principi comuni del
linguaggio e di ogni scienza sono:
- Non contraddittorie: non possono essere contemporaneamente vere A e
non A, ovvero una proposizione non uò essere contemporaneamente vera
e falsa. Per esempio, o piove o non piove. È impossibile quindi che lo
stesso attributo appartenga al medesimo oggetto.
- Terzo escluso: o è vero A o è vero non A e non vi può essere una terza
possibilità, ovvero una proposizione che non può essere né vera né falsa.
Es. piove o non piove.
Il princico di non contraddizione è il fondamento di ogni ragionamento
Nel libro IV della Metafisica, Aristotele si sofferma sul principio di non
contraddizione, affermando che esso è il principio più sicuro ed evidente.
L’ontologia è la scienza che studia l’essere e la sostanza non solo come
proprietà del linguaggio ma come realtà in sé.
Lo studio della logica è uno studio delle forme di pensiero e un preludio allo
studio della realtà.
il percorso della logica aristotelica
Logica = studio del linguaggio e
dell’argomentazione Individuazione dei tipi di proposizione
Studio della predicazione
(soggetto, predicato) Analisi dei tipi di ragionamento
Individuazione dei quattro
predicabili Induzione
Sillogismo
dimostrativo Sillogismo dialettico
Individuazione delle dieci
categorie
Primato della categoria di sostanza (sostanza
prima, sostanza seconda)
Lo studio del linguaggio ha evidenziato l’importanza del concetto “sostanza”,
Nel libro XII della Metafisica Aristotele stabilisce una classificazione delle
sostanze. Esse sono di tre tipi:
- Sostanze sensibili, mobili e incorruttibile (per esempio, gli astri e i
pianeti)
- Sostanze sensibili, mobili e corruttibili (cioè le cose del mondo: alberi,
uomini, animali, ecc.)
- Sostanze incorruttibile, immutabile ed extra-sensibile, cioè Dio
Al primo e al secondo tipo di sostanza (detta sensibile perché conoscibile
attraverso i sensi) appartengono gli oggetti della scienza della natura, la fisica.
Al terzo gli oggetti della filosofia prima o metafisica
Aristotele pensa sia possibile un discorso scientifico riguardo sia alle sostanze
che mutano, sua alle sostanze che non mutano.
Il mutamento delle sostanze segue alcuni principi e regole. Il compito della
fisica è individuare queste regole.
Il geocentrismo indica la centralità della terra nell’universo
Il mutamento è passaggio di un sostrato da un contrario all’altro
- Aristotele individua i principi del mutamento (nel libro I della Fisica e nel
libro XII della Metafisica). Il mutamento è determinato dall’azione dei
contrari. Il sostrato acquista caratteristiche di cui prima era privo; ad es.
un bambino che da piccolo diviene uomo adulto. Tale sostrato è la
materia.
- Il mutamento è il passaggio del sostrato da un contrario all’altro. Il
sostrato materiale passa da una condizione di mancanza o privazione
(steresis) di un certo carattere a una condizione di possesso si tale
carattere. I principi del mutamento dono tre:
a) Materia
b) Forma
c) Privazione
- Quando un bambino è diventato grande la materia è passata dalla
privazione al possesso della forma dell’essere adulto
La coppia forma/materia analizza la condizione del mutamento in modo
statico. Una statua è composta di una certa materia (per esempio, il marmo) e
di una certa forma (che ne costituisce compiutamente la figura e la natura).
Aristotele però avverte la necessità di spiegare anche la dinamica del processo
di mutamento, individuando le condizioni della trasformazione in corso.
Facciamo un esempio: il seme è pianta in potenza e la sua materia manca della
condizione in atto della pianta. Crescendo e sviluppandosi, esso acquisisce la
forma che gli manca e la sua materia passa una condizione potenziale a una
attuale. Quando usando il linguaggio diciamo o “è nata una pianta”, ma ciò non
significa che dal nulla è comparsa una pianta, bensì il seme, che è
potenzialmente una pianta, lo è diventata in atto.
Potenza e atto sono due condizioni relative
La condizione dell’essere in atto o in potenza non è assoluta, ma relativa e
dipende dai differenti contesti. Così il seme è in atto in quanto seme, e deriva
da una precedente mutazione che lo ha attuato, ed è ancora in potenza in
quanto pianta. Il concetto di potenza (dynamis) indica la possibilità per
qualcosa di divenire qualcos’altro o di acquisire una certa caratteristica.
Quando diciamo di qualcuno è che potenzialmente artista, un grande
calciatore, ecc. Ovviamente una certa materia ha alcune potenzialità.
L’atto precede la potenza, dal punto di vista sia logico sia ontologico, ciò di cui
qualcosa è privo, è in atto altrove. È impossibile che qualcuno diventi un
calciatore, se la forma del calciatore non esiste già in atto.
Non è del tutto chiara la ragione della precedenza dell’atto rispetto alla
potenza: forse Aristotele pensa a conoscenze che devono essere apprese, a
modelli da imitare o a fenomeni naturali che si riproducono (come un
fiammifero che trasmette il fuoco a un pezzo di carta, un uomo che genera un
figlio, una malattia che si propaga da una persona all’altra).
Atto indica sia attuazione che attività
Il termine atto lo possiamo tradurre in due distinti termini aristotelici:
- Attuazione che esprime la condizione
Le cause del mutamento
Il mutamento ha quattro cause
La dottrina della materia e della forma e quella della potenza e dell’atto
spiegano come avviene il mutamento, ma non perché avviene. Aristotele
affronta (nel libro II della Fisica) il problema delle cause (aitai) del mutamento,
specificando la struttura delle sostanze naturali e la ragione per cui esse
mutano. Le cause del mutamento sono quattro e si riscontrano in tutti i
mutamenti naturali o artificiali
Consideriamo la trasformazione di un blocco di marmo in una statua:
- La causa materiale è il materiale di una cosa è fatta (il marmo di una
statua)
- La causa formale è ciò che rende una certa cosa quel che, la sua essenza
(la forma che la statua compiuta assume e che ne costituisce la
caratteristica essenziale, l’idea della statua);
- La causa efficiente è ciò che determina il mutamento (lo scultore, nel
caso della statua)
- La causa finale (telos) è lo scopo del mutamento (nel caso della statua, la
realizzazione di qualcosa di bello, la bellezza come scopo dell’opera)
Nei mutamenti naturali Aristotele tende ad accorpare forma, causa efficiente e
fine: un uomo ha come causa efficiente un altro uomo (il padre), come causa
formale la forma dell’’uomo, ossia la razionalità, e come causa finale la
realizzazione della forma.
Aristotele elabora una teoria finalistica e materialistica sulle cause e sulle
condizioni del mutamento
- Aristotele fa convivere una concezione al tempo stesso finalistica e
materialistica delle cause del mutamento. Finalistica perché i mutamenti
avvengono per uno scopo. Materialista perché la materia è una componente
fondamentale del processo.
Aristotele ha sviluppato un concetto di causa diverso dal nostro, che esprime le
condizioni che provocano un mutamento
La teoria delle cause, a fondamento della scienza del mutamento, viene ripresa
da