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Titolo: "Delitto e Castigo" - è un ossimoro (per ironia si uniscono due concetti opposti come "delitto e ..." oppure "il sole nero").
L'opera di Fëdor Dostoevskij, pubblicata nel 1866, narra la storia di Rodion Romanovich Raskolnikov, uno studente di San Pietroburgo che lotta con la povertà. Ossessionato dalla sua teoria di un "superuomo" al di sopra delle leggi morali, commette un omicidio.
La questione del "superuomo" è centrale nel romanzo, riflettendo le ideologie dell'epoca di Dostoevskij, influenzate dalla filosofia di Friedrich Nietzsche.
Le riflessioni di Raskolnikov rappresentano un protonazismo, con radici nel concetto di determinismo. Come Raskolnikov conferma, la sua idea dell'eliminazione della vecchia usuraia è "un delitto futile", privo di significato, in quanto non risolve nulla nella società.
La politica e la religione si intrecciano, sollevando la questione dell'identità. Il romanzo esplora il concetto del "doppio", come la dicotomia tra bene e male.
Il romanzo si svolge in più vite che scorrono attraverso le pagine, con personaggi che riflettono diversi aspetti della società.
Raskolnikov, dopo l'omicidio, cerca di giustificare la sua azione, ma viene sopraffatto dalla sua coscienza.
Il romanzo si pone come ispirazione per molte generazioni, in quanto descrive i conflitti interiori e le complessità della moralità umana.
Attraverso il personaggio di Sonia, il tema del sacrificio e della redenzione emerge con potenza, offrendo una prospettiva sull'amore e il perdono.
L'opera è un viaggio nella mente e nell'anima umana, un'esplorazione della psicologia profonda e delle emozioni.
La narrazione si sviluppa attraverso un delicato equilibrio tra azione e introspezione, trasportando il lettore in un mondo di contrasti.
In sintesi, "Delitto e Castigo" rimane un classico intramontabile, una testimonianza dei tormenti e delle speranze dell'umanità.
L'indiscusso capolavoro poetico del 400 è l'Orlando