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FORO OLITORIO
Si trova vicino al fiume Tevere e nei pressi dell'isola Tiberina. Nelle vicinanze c'è il porto, per questo diventa una zona densa di scambi e di vitalità. Diventa una zona di mercato molto frequentata, è la matrice della città faro olitorio, infatti, vuol dire foro delle erbe, mercato.
- Spes (piccolo e dorico)
- Giano (alto podio)
- Giunone sospita (al centro, quello più grande)
I SANTUARI LAZIALI
Il primo aspetto rilevante è che questi complessi non sono stati costruiti dal nulla ma in questo periodo sono stati ristrutturati centri di culto molto antichi di età pre-romana, che avevano fissato in questi posti dei luoghi di culto dedicati a divinità pagane, in genere collegati a culti animistici oppure di tipo divinatorio/oracolare. Erano quindi gruppi che credevano nell'esistenza di forme di vita nella natura (animistici), oppure oracolari erano culti che avevano scopo quello di svelare segreti del futuro.
rispetto ad un quesito posto da una persona. In età tardo repubblicana vengono completamente ristrutturati assegnando loro un assetto che si rifà alla architettura greco ellenistica; questi santuari sono quindi l'incontro delle due culture ed in particolare ci dimostra il ruolo che ha assunto la cultura greco ellenistica in questo periodo, che è stato un po' quello di dare una nuova veste formale (dal punto di vista architettonico) a qualcosa che esisteva già nell'ambito laziale, in pratica le tecniche costruttive laziali vengono tradotte e declinate con un altro linguaggio. Riconosciamo l'impronta ellenistica innanzitutto nella composizione architettonica di insieme, si basano sulla presenza di un porticato che cinge uno spazio sacro. Un'altra conseguenza che deriva dall'ellenismo è la monumentalità, che è favorita dalla presenza dell'asse di simmetria e dal fatto che nella maggior parte dei casi.Questi complessi sono costruiti sfruttando la pendenza del terreno. In conclusione, lo studio dei santuari laziali ci permette di analizzare l'incontro del linguaggio greco ellenistico con le tecniche costruttive laziali e di vedere come da questo connubio nascono le premesse di quella che sarà l'architettura in età imperiale sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista linguistico ed espressivo.
Giove Anxur a Terracina: si trova su una montagna rocciosa che domina la costa. Sorge su preesistenze che condizionavano la struttura; l'elemento notevole è l'enorme terrazza artificiale, costruita da pietrisco e malta. Era sostenuta da dodici nicchie, severe ed austere, comunicanti da un corridoio centrale. È basata sulle grandi masse. Terracina ebbe una sua importanza strategica sia per ragioni militari che per ragioni commerciali, il santuario viene costruito in un'area extraurbana e collinare; a differenza degli altri questo.
- Vestibolo: ingresso, affiancato da due stanze;
- Atrio: circondata dalle camere;
- Ala: corridoio verticale;
- Tablino: archivio di famiglia, che diventa la principale sala di ricevimento. Si apre nel giardino posteriore. Il giardino viene sostituito dal peristilio, giardino costruito.
La sua morte improvvisa non gli permise di attuare tutti gli interventi.
- Spostamento degli spazi per le funzioni amministrative nel campomarzio;
- Interventi edilizi nel Foro Romano;
- Ricostruzione della Basilica Julia;
- Restauro della Basilica Emilia;
- La curia Julia diventa parte del nuovo Foro.
Il suo programma lasciava trasparire l'importanza dell'imperatore, della sua funzione. Giulio Cesare voleva un foro nuovo, uno proprio. Voleva estendere la città, anche oltre Campo Marzio, con deviazione anche del Tevere nel tratto compreso tra Ponte Mivlio e il Vaticano.
Cesare venne, così, quasi considerato un urbanista, che aveva progettato anche la prima biblioteca pubblica di Roma. La curia fa da cerniera con il nuovo foro e il vecchio. FORO DI CESARE: nuovo foro, circondato da un duplice portico colonnato. Al lato del vecchio foro c'erano anche le taverne, per attività politiche e amministrative. Vi era anche il tempio della Gens Julia, un elemento.
unificante dell'intero complesso, avoler sottolineare la discendenza da una divinità. Deriva dal modello dei santuari ellenistici, che esaltano la dea e di riflesso tutta lastirpe, poiché al centro, in asse, vi erano la statua della dea e poi la statuadell'imperatore a cavallo. Innovativa è la cella, il muro esterno ritmato da semipilastri addossati alle pareti. Nell'abside c'è la statua della dea Venere. Alla morte di Cesare, rimane incompleto everrà poi ripreso è completato. L'idea era quella di non alterare il foro romano antico, ma anzi donare dignità eimportanza alla Capitale, che ora ospita una grande potenza. Il Foro di Cesare era costituito da una piazza porticata con il lato di fondo chiuso daun tempio, pianta che costituì il modello di partenza per i successivi Fori Imperiali. Adifferenza del Foro Romano sitrattava di un progetto unitario: unapiazza lunga e stretta (160 x 75metri), con duplicePorticato su trelati e con al centro del lato di fondo il tempio dedicato a Venere, madre di Enea e progenitrice della gens Iulia. Al centro della piazza viera la statua equestre di Cesare. L'impianto fortemente assiale e centralizzante era focalizzato sul tempio e all'interno di esso sull'abside con la statua di culto.
Tempio di Venere, voluto da Giulio Cesare dopo la sua vittoria su Pompeo per rivivere l'emozione della vita del tempo a Roma, quando funzionari, plebei, militari, matrone, consoli e senatori passeggiavano sotto i portici del Foro. Tra i colonnati rimasti riappaiono le taberne del tempo, cioè gli uffici e i negozi del Foro.
ETÀ IMPERIALE
AUGUSTO
La vittoria su Marco Antonio segna l'inizio dell'Impero Romano, che rappresentava dei confini già segnati e che avranno sviluppo con Traiano. Il consolidamento del dominio e dell'apparato amministrativo sono due punti importanti del programma. Era u