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PANTHEON

I romani non chiudevano le cupole per due regioni: permettevano una grande

luminosità nella stanza, facevano sì che la cupola non si caricasse e crollasse nel

punto più fragile(sommità)

Pantheon: Il pronao è costituito da fusti monolitici in granito provenienti dall’Egitto,

il soffitto del pronao è caratterizzato da cassettoni di bronzo. Raggio di 44m con uno

spessore di base di 6m fino a 1,5m alla sommità. Il differente impatto (travertino e

tufo, laterizio e tufo, tufo e pomice) riduce progressivamente i pesi. La struttura della

cupola è caratterizzata da una struttura a falso arco. Opus sectme (disegni geometrici

del pavimento dati da grandi lastre di pietra).

Fornice: apertura voltata, arco di ingresso (es: Colosseo, anfiteatro Flavio)

Colosseo: costruito sta il 75-80d.C., detto anche Anfiteatro Flavio (doppio teatro)

costituito da 80 formici, costruito sotto Nerone sopra un lago prosciugato e ricoperto

di calcestruzzo per garantire una base solida per la costruzione. Dopo la caduta

dell’impero fu utilizzato come cava di materiale architettonico fino a che nel 700 i

papi non ne ordinarono la conservazione. Costituito da tre livelli con tre ordini

architettonici differenti, dorico alla base, ionico, e corinzio. Colonnato della summa

Cavea, parte più alta del Colosseo che aveva lo scopo di trattenere il suono

proveniente dal basso.

Cloaca massima: Grande Fognatura di acque bianche dato dalla deviazione ed

“intrappolamento” di un antico corso d’acqua passante tra 2 colli e che sfociava nel

Tevere.

Domus Aurea: 64-68 costruita da Nerone dagli architetti Severo e Celere. Circondata

da un parco con un lago artificiale al quale si accedeva dal Foro Romano mediante

un vestibolo colonnato

FORI

Foro Romano: Piazza principale della Roma dei re, repubblicana ed imperiale (seppur

nasca in questo periodo il foro imperiale). Il termine palazzo nasce dagli immensi

palazzi imperiali posti sul colle palatino,

Foro di Cesare: non costruito ex novo ma restaurò la Basilica Aemili e la Basilica Julia

caratterizzato dall’utilizzo di maestrie e stili provenienti dalla Grecia conquistata

sotto di lui.

Foro di Augusto: Il Foro di Augusto, situato nell'antica Roma, è uno dei più

importanti complessi architettonici e edilizi costruiti durante il principato di Augusto,

il primo imperatore romano. Fu inaugurato nel 2 a.C. per commemorare le vittorie di

Augusto nelle guerre civili e come un luogo per celebrare l'arte, la cultura e il potere

imperiale. Ecco una breve descrizione dei suoi principali elementi:

1. Tempio di Marte Ultore: Al centro del Foro di Augusto si trovava il Tempio di

Marte Ultore (Marte il Vendicatore), dedicato al dio Marte e costruito per

commemorare la vendetta di Augusto contro gli assassini di Cesare. Questo

tempio era un'importante struttura religiosa e politica.

2. Portico: Attorno al Tempio di Marte Ultore c'era un grande portico con

colonne doriche, che circondava la piazza del foro. Questo portico era un

luogo di incontro e socializzazione per gli abitanti di Roma.

3. Statue: Il Foro di Augusto era decorato con numerose statue raffiguranti

membri della famiglia imperiale e importanti figure dell'antica Roma. Queste

statue sottolineavano il prestigio e il potere dell'imperatore.

4. Elogi: Lungo il portico erano incisi elogi che celebravano le imprese di Augusto

e la sua leadership. Questi insediamenti erano spesso scritti in onore

dell'imperatore.

5. Piazza: Il foro includeva una grande piazza, che serviva come luogo di raduno

per le cerimonie pubbliche e le celebrazioni. Questa piazza era circondata da

edifici pubblici e templi.

Foro della pace: costruito sotto vespasiano eretto per commemorare la conquista di

Vespasiano per commemorare

Gerusalemme Foro della Pace, 71-79 d.C., eretto da

la conquista di Gerusalemme. Il Foro era un giardino fiancheggiato da gallerie

con trofei di guerra (Arca dell’Alleanza) Il Tempio della Pace era invece affiancato

da due Biblioteche

Foro di Nerva: completato nel 97d.C come Foro Transitorio, è un antico complesso

architettonico situato nell'antica Roma. Fu costruito durante il regno dell'imperatore

Nerva all'inizio del II secolo d.C., tra il 97 e il 98 d.C., e si trova vicino al celebre Foro

Romano. Ecco una breve descrizione delle sue caratteristiche principali:

1. Dimensioni ridotte: A differenza di alcuni dei fori più grandi e più famosi di

Roma, come il Foro Romano o il Foro di Traiano, il Foro di Nerva è

relativamente piccolo e modesto. Era destinato a colmare lo spazio tra il Foro

di Augusto e il Foro di Cesare.

2. Templi e monumenti: Il Foro di Nerva includeva un tempio dedicato a Minerva,

la dea della saggezza, delle arti e della guerra, da cui prende il suo nome.

Inoltre, ospitava una statua colossale di Nerva, l'imperatore che finanziò la

costruzione del foro.

3. Portici: Il foro era circondato da portici e colonnati, che erano comuni nelle

architetture romane e servivano come spazi pubblici coperti per il commercio

e le attività sociali.

4. Elementi decorativi: Come in molti altri fori romani, il Foro di Nerva era

decorato con statue e rilievi che celebravano l'imperatore e la sua dinastia,

oltre a rappresentazioni di divinità e scene mitologiche.

5. Scavi archeologici: Oggi, gran parte del Foro di Nerva è stata scavata e

restaurata, rendendolo accessibile ai visitatori come parte del Parco

archeologico del Colosseo. È possibile ammirare le rovine e le strutture

sopravvissute, ottenendo un'idea della vita quotidiana nell'antica Roma.

Foro di Traiano: eretto tra il 110-113d.C per commemorare la vittoria contro le

popolazioni dell’attuale Romania (Daci) era costituito da un imponente arco

trionfale, nella piazza era inoltre presente un monumento colossale equestre

Apollodoro di Damasco. Una doppia coppia di absidi

di Traiano architetto

fregiava le Gallerie del Foro e prolungava l'asse trasversale della grande piazza

sulla quale, ad ovest, si affacciava il fianco della Basilica Ulpia A ovest la piazza

era chiusa dalla Basilica Ulpia (113 d.C.),

MALTA E INTONACI

Intonaci: i primi rivestimenti latini vennero eseguiti da sottili strati di intonaco

di colore bianco mischiati con polvere di calce, imitanti la pietra e il marmo.

Progressivamente gli strati divennero sempre più spessi fine di nascondere

sempre meglio le irregolarità dei materiali di aggrappo e per consentire

l’incisione di giunti fittizi che imitassero l’opus Quadratum. Vitruvio racconta

che la malta venisse ben rimestata per evitare la permanenza di calcinaroli,

ossia di nuclei di calce viva, che assorbe l’umidità dopo la posa sarebbero

aumentati di volume rompendo localmente l’intonaco. Se la cazzuola restava

pulita la malta era magra e secca mentre la cazzuola restava incollata era

grassa e ben macerata, pronta per l’impiego.

Gli Intonaci si dividevano in:

1) opus tectorium (o arenatum) composto da sabbia a varia granulometria e

calce spenta in proporzioni variabili a seconda degli strati della decorazione

(costituiva gli strati di rinzaffo e l’arricciatura);

2) opus albarium: costituiva lo strato superiore, quello bianco (album sul quale

si eseguiva la decorazione pittorica:

3)opus marmoratum: era un composto di calce spenta e polvere di marmo

ricavata dalla finissima triturazione dei residui di lavorazione ○ di pietre cavate

appositamente.

Il rivestimento ideale era per Vitruvio costituito da ben sette strati di intonaco:

1. Statumen: Il primo strato, noto come "Statumen", era composto da pietre o

ciottoli ben compattati e livellati. Questo strato serviva come base solida

per il resto del rivestimento.

2. Rufus: Il secondo strato, chiamato "rudus", consisteva in uno strato di calce

e ghiaia o pietrisco mescolati. Questo strato aggiungeva ulteriore solidita

alla struttura.

3. Nucleus: Il "Nucleus" era il terzo strato, e consisteva in un mix di calce,

sabbia e pozzolana. Questo strato era essenziale per creare una superficie

uniforme e solida sulla quale applicare il successivo rivestimento.

4. Intonaco: Il quarto strato era l'"intonaco" vero e proprio. Vitruvio

raccomandava che questo strato fosse composto da tre parti di sabbia e

una parte di calce. L'intonaco era applicato in modo uniforme e liscio.

5. Emplastrum: Il quinto strato, chiamato "Emplastrum", consisteva in uno

strato di calce molto fine e sabbia fine. Questo strato serviva per livellare

ulteriormente la superficie e renderla ancora piu liscia.

6. Colorazione: Il sesto strato prevedeva l'applicazione di pigmenti o

coloranti per dare alla parete il colore desiderato. Questa fase era

importante per la decorazione e l'estetica dell'edificio.

7. Politura: L'ultimo strato era la "politura" in cui la superficie veniva lucidata

con strumenti appositi per ottenere una finitura liscia e lucente.

Intonaci. Strato di preparazione (rinzaffo) realizzato a colpi di cazzuola per

favorire la presa dello strato successivo (arriccio). Intonaci. Frammenti

ceramiche lapidei di aggrappo in un intonaco pompeiano.

Stucco: Con questo termine venivano indicate le decorazioni a rilievo eseguite

con malta; la definizione non risiede tanto nella composizione del materiale

impiegato (generalmente a base gessosa con polvere di marmo e con le animali

quanto nel tipo di decorazione realizzata con sagome, stampe spatole Stucco.

Rivestimento a stucco dipinto nel peristilio della Casa del Fauno di Pompei (I sec.

a. C.).

Affresco: disegno realizzato quando l’intonaco era ancora fresco (Opus

Alvario).

PAVIMENTI:

opus signinum (composto da malta di calce, cocciopesto e piccoli frammenti di

pietra) poteva essere disposto al piano terreno ma anche ai piani superiori su di uno

strato di malta a sua volta poggiato su un tavolato.

Opus tessellatom policromo e a disegni vegetale e animale, Le tessere potevano

essere lapidee, in pasta vitrea e anche con foglia d'ore.

Opus vermiculatum particolare forma di mosaico costituito da tessere piccolissime

(2-8 mm.). Impiegato per soggetti figurati.

Opus musilvum (o tessellatom) a disegno geometrico che spesso riproduceva quello

del soffitto realizzato a tessere lapidee bianche e nere al termine della posa delle

tessere il mosaico veniva uniformato mediante polvere di marmo sabbia e calce

PITTURA

Poteva essere ad affresco (applicando il colore sull'intonaco ancora umido) ○ a secco

(a intonaco asciutto con pigmenti miscelati a colle di origine animale -albume- o

vegetale-gomma arabica-). -I disegni geometrici preliminari (tracciati a stilo, a

carboncino o a pennello) venivano tracciati a corda, a riga, a compasso -I bordi delle

giornate dei lavori ad affresco andavano dissimulate -Una tecnica particolare era

quella dell'

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
42 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alberto207 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.