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BASILICA AEMILIA
Una delle più antiche basiliche è la basilica di Marco Emilio, costruita nel 179 a.C. ma viene
completamente modificata nel 14 a.C. a seguito di un incendio. Oggi vediamo quella che è una
ricostruzione archeologica. Era una grande basilica a 4 navata asimmetrica: la navata centrale era
più grande di quelle laterali.
Nel corso del tempo erano sorte delle botteghe e attività commerciali addossate alla basilica sul lato
meridionale, le così dette taverne nuove che dividevano la basilica dal foro.
Dobbiamo distinguere la basilica vera e propria dal portico che la unisce col foro.
Il portico, che aveva una lunghezza complessiva di circa 102 m, aveva una doppia funzione:
1. uniformava il lato nord del foro;
2. mascherava le botteghe sul lato della basilica.
Questo portico è caratterizzato da un elemento architettonico che avrà una grande diffusione, la
cosiddetta arcata o motivo teatrale:
↓
Costituita da due semi colonne che sostengono una trabeazione. Le due semi colonne inoltre
inquadrano due semi pilastri i quali sostengono l’arcata.
Nel caso della basilica Aemilia le arcate sono due sovrapposte:
1. la prima (la più bassa) è un ordine dorico;
2. la seconda (la più alta) è un ordine ionico.
Le arcate teatrali possono essere sovrapposte o non sovrapposte; sono due semi colonne con
trabeazione che inquadrano due pilastri. Questo motivo si diffonderà nel rinascimento.
Nella parte più alta viene realizzato un doppio attico. Questo viene fatto per mascherare la basilica
che era comunque visibile. Il motivo dell’arcata teatrale era una novità ma era stato preso spunto dal
tabularium, realizzato nel 78 a.C., che è la parte inferiore del Palazzo dei Senatori sul Campidoglio
a Roma.
Giuliano da Sangallo ne disegna una ricostruzione nel codice barberiniano, ponendo l’attenzione
sul lato corto del portico. Disegna anche una rappresentazione del fregio dorico.
La cortina monumentale era un portico che aveva profondità di circa 7 m, costruito su due piani e
coperto da una volta a crociera. Dietro la cortina ci sono le botteghe. Dopo si vede la basilica
Aemilia. Questo portico viene aggiunto quindi per mascherare la presenza di queste botteghe e
uniformare così il fronte della basilica.
La basilica è una sala divisa in quattro navate dove quella centrale era circondata da un
deambulatorio, ovvero un porticato che corre tutt’attorno alla sala centrale. Al piano terra la sala era
circondata da colonne di ordine corinzio mentre al primo piano vi era una tribuna dove c’erano
balaustre da cui ci si poteva affacciare per assistere ai processi. All’ultimo livello vi era un
colonnato libero con un soffitto lacunare, ovvero a cassettoni (decorazioni quadrate dove nella parte
centrale era disegnata una rosa).
L’interno era decorato con marmi policromi:
la pavimentazione dello spazio centrale era decorata con un marmo africano, giallo antico, e
• un marmo portasanta, violaceo;
nel deambulatorio predominano i colori grigio-azzurro per via del marmo usato, il bardiglio;
• le colonne corinzie della parte mediana erano realizzate con marmo africano, colorazione
• rossa;
le colonne che si trovano nella zona di fondo della parte mediana sono realizzate in marmo
• cipollino, verde.
Gli interni presentavano quindi una grande quantità di colori e marmi provenienti da tutti i territori
dell’impero. Per quanto riguarda la decorazione degli elementi architettonici della basilica il decoro
era molto ricco e figurato. Il fregio della trabeazione interna rappresentava episodi della storia
dell’origine dell’uomo. Vi era un’alternanza rappresentata dalle colonne: lisce con la trabeazione
estremamente decorata nel 1° e nel 3° livello; trabeazione liscia e lesene ornamentali ampiamente
decorate nel 2° livello.
BASILICA ULPIA TRAIANA
È la basilica costruita all’interno del foro di Traiano, edificata intorno al 112-113 d.C. da
Apollodoro di Damasco. È costituita da 5 navate ed è disposta trasversalmente rispetto all’asse
principale del foro. Sono stati eseguiti nel corso del tempo interventi di anastilosi condotti in
maniera arbitraria e risulta quindi molto difficile ricostruire la forma originale. Si tratta della più
ampia di tutte le basiliche dei fori, le sue dimensioni sono 171x59 m. È costituita da 5 navate dove
quella centrale, lo spazio mediano, è molto ampia. Due deambulatori corrono attorno alla navata
principale. Un’altra caratteristica è la presenza di due absidi semicircolari. Questa novità avrà un
grandissimo seguito ma in realtà è una ripresa dei due grandi emicicli del foro di Traiano, coi quali
coincidono anche le dimensioni.
Fino al secolo scorso si credeva che la basilica fosse costituita da tre livelli con due ordini
sovrapposti di colonne che correvano lungo la navata centrale, e che il tutto terminasse con un attico
con lo scopo di garantire luce allo spazio centrale dell’edificio, giungendo ad avere un’altezza
complessiva di 40 m. Questa soluzione è stata proposta da diversi studiosi, in particolare Cristina
Maria Amici.
Vi erano tuttavia dei dubbi perché se la basilica avesse raggiunto un’altezza simile la colonna
Traiana non sarebbe stata visibile dal foro in quanto è alta circa 40 m.
A seguito dei lavori e degli studi realizzati da Packer e Sarring è stata proposta un’organizzazione
molto diversa:
La basilica all’interno era costituita da una grande navata centrale con due ordini
• sovrapposti che in sezione formava uno spazio quadrato 25 m x 25 h; l’altezza rendeva così
possibile la visione della colonna traiana.
Le navate laterali invece erano coperte a terrazza e questo permetteva di dare luce in
• abbondanza allo spazio mediano. Le navate laterali erano inoltre percorribili lateralmente
proprio perché si potevano usare non solo i due deambulatori ma ci si poteva affacciare nella
direzione della colonna traiana che si trovava a circa 10 m di distanza.
Per questa ricostruzione i due studiosi sono partiti da una medaglia di epoca traianea dove è
rappresentata una sezione verticale della basilica Ulpia in cui si vedono persone che si affacciano
sulla parte centrale della basilica. Questa ipotesi ricostruttiva mette però in evidenza la mancanza di
spazio tra la parte più alta della navata centrale e le due absidi laterali che risultano divise dalla
presenza del deambulatorio. Tuttavia questa soluzione è ritenuta più plausibile.
Questa tipologia, due absidi nella più breve dello spazio mediano, diviene un modello e le due
absidi della basilica Ulpia diventano un modello in contesti geografici diversi, come nella basilica
Leptis Magna a Tripoli, Libia.
BASILICA LEPTIS MAGNA
La basilica è appunto ripresa dalla Ulpia. È realizzata nel III secolo d.C., durante l’impero di
Settimio Severo.
Nella parte esterna le absidi sui lati brevi sono rafforzate trasversalmente con muri esterni
ortogonali, radiali rispetto all’andamento dell’abside. All’interno, la navata centrale aveva
un’altezza di circa tre piani mentre nella parte laterale vi erano soltanto due piani: anche in questo
caso si ripropone lo schema basilicale, infatti nella parte alta si aprivano delle finestre per fare
entrare la luce. Due colonne monumentali poste nell’abside servivano a sottolineare l’asse
longitudinale.
→ Questi impianti di tipo basilicale avranno grande diffusione nel romanico fiorentino e toscano,
come nel caso di San Miniato al Monte. La copertura centrale è a capriata mentre lateralmente si
hanno due semplici spioventi a coprire i deambulatori. La presenza di colonne divide lo spazio
mediano dai due spazi laterali.
→ Basilica di San Pietro, Pisa. In questa struttura si ritrovano le due absidi.
Secondo Leon Battista Alberti una basilica è caratterizzata dalla presenza di una causidica, una
specie di transetto, uno spazio a doppia altezza, che si dispone ortogonalmente nel perimetro della
basilica. Le basiliche con causidica potevano avere doppio porticato.
Se non c’è differenza tra lo spazio inferiore del colonnato e quello superiore delle finestre siamo in
presenza di uno spazio unico. TEATRI E ANFITEATRI
Definizioni:
teatro → semicerchio (come il teatro di Pompeo)
anfiteatro → due mezzi cerchi raccordati da due linee rette
La differenza sta sia nella forma della struttura che nella tipologia di spettacoli rappresentati.
TEATRO DI POMPEO
Realizzato intorno al 61-55 a.C., era parte di un enorme spazio chiuso di grandi dimensioni; infatti
lo spazio tra le estremità opposte del quadriportico era di 320 m e la vetta più alta del teatro
raggiungeva i 45 m di altezza. Inoltre la Cavea aveva un diametro di 150 metri.
La ricostruzione della forma del teatro è stata resa possibile solo grazie ad alcuni elementi indiretti:
Disegno del teatro sulla Forma Urbis;
• Il tessuto urbano nella zona di Campo Marzio è stato influenzato dal teatro: infatti la linea
• delle case costruite in questa zona segue l’andamento semicircolare dell’antica cavea del
teatro, mentre l’attuale Largo Argentina segue la linea dettata dalle murature laterali del
teatro che inquadravano la Porticus Pompeiana e facevano parte del teatro di Pompeo;
Sostruzioni → muri radiali che costituiscono le fondamenta del teatro che sono ancora visibili nella
zona del Campo Marzio.
Sono visibili anche a Firenze, in Piazza Peruzzi, dove è conservata la memoria dell’anfiteatro della
città di Firenze. Era visibile ancora alla fine del ‘500, grazie alla pianta di Stefano Bonsignori
realizzata nel 1587. Le sostruzioni sono ancora visibili nella parte inferiore di Palazzo Vecchio;
l’anfiteatro è visibile solo per quanto riguarda la forma che ha lasciato impressa nel tessuto urbano.
L’anfiteatro di Pompeo era parte di un grosso sistema urbanistico: la zona della Porticus Pompeiana
infatti aveva una superficie che superava di tre volte quella del Foro Romano.
Nella parte inferiore del teatro si trovavano:
le mura radiali (sostruzioni);
➔ due ambulacri semicircolari che servivano per la raccolta di visitatori e spettatori che
➔ entravano dalle fornici laterali (arcate).
Ambulacri e corridoi radiali servivano a raggiungere la zona dove erano collocati gli spettatori.
Sono ancora visibili grazie alla conservazione di un particolare frammento della Forma Urbis, dove
la planimetria della scaena è modificata rispetto alla sua struttura originaria: era costituito da una
scaena rettilinea non molto movimentata. Le prime scaenae teatrali erano rettilinee ma vengono
modificate in seguito ponendo in evidenza l’alternanza di esedre quadrangolari e semicircolari. In
questo modo viene arricchi