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IL QUINDICESIMO SECOLO
In questo periodo si ricercano dei modelli, degli archetipi, in un'epoca lontana: l'epoca classica. L'età
classica è un momento a cui guardare con spirito molto libero per cercare ispirazione, perché è l'età
in cui le leggi naturali sono state meglio interpretate dall'uomo e trasferite in norme per la
costruzione. Non è solo un periodo che ha prodotto esempi compiuti, ma un periodo in cui ci si
relaziona con la natura in modo ideale e riadattabile al presente. Si studiano gli oggetti dell'antichità
fino nel minuto perché in quelli si hanno riferimenti attuabili
Si pone in contrasto con il barocchismo di epoca precedente: questo classicismo è semplice e puro.
Esso inizia a Firenze (Giulio Carlo Argan) con il concorso per le formelle del Battistero di Firenze. E'
un tributo per la fine della pestilenza che aveva colpito la città toscana. Era stato bandito dalla
mercatura del commercio. L'esito del concorso è controverso poiché Ghiberti si dice vincitore nella
sua biografia, mentre la storiografia descrive di fatto un pareggio tra lui e Brunelleschi. Quest'ultimo
sappiamo essersi recato dopo questo con Donatello a Roma per rilevare i documenti dell'antico per
capire quali potessero essere le forme più adeguate per un rinnovamento del linguaggio
dell'architettura fiorentina. Egli vi studia per "ribaltare" il grande vano ottagonale di Santa Maria Del
Fiore, sapendo che i romani erano riusciti in imprese come quella della calotta in calcestruzzo del
Pantheon.
Questo repentino cambiamento, avvenuto in pochissimi decenni, questo diverso modo di intendere la
realtà e quindi il progetto, possono essere ricondotti a quattro termini:
ratiocinatio: documentare in maniera precisa senza contrasti, in opposizione al vitalismo
barocco
concinnitas: la logica che regola il progetto contro l'affastellarsi di volumi e forme che sfugge
alla comprensione
canone: la regola che si oppone all'originalità e all'irripetibilità, poiché una volta imposta una
regola l'originalità crea caos
misura: la compostezza si oppone all'eccessivo virtuosismo
La riproposizione dell'antico non è mera copiatura, ma il tentativo di capire le regole dell'architettura
antica. E queste regole sono assolute e nascono fuori dal tempo, poiché provengono dalla natura. La
legge, più vera del vero, diventa astratta, ma è in grado di giustificare ogni singola variazione sul
tema che si riscontra andando a scavare nei campi che ricoprono i più grandi giacimenti di opere
romane. A cosa si affida la descrizione di questa regola? Al trattato di architettura. E' questo lo
sforzo immane con cui si scontrano i trattatisti.
Il Rinascimento italiano può essere periodizzato sulla base di generazioni di artisti: il primo periodo è
quello di Brunelleschi (1420-1446) a Firenze, poi gli allievi diretti o indiretti, tra cui Alberti,
Rossellino, Michelozzo, Filarete e Bramante (1450-1499), successivamente ancora a Roma tra 1500 e
1527 Bramante, Peruzzi e Raffaello, da quel momento fino al 1560 si sviluppa a Mantova, Venezia,
Verona, Genova (e ancora a Firenze e Roma, poichè dopo il Sacco di Roma la capitale non è più così
sicura) con Giulio Romano, Sansovino, Michelangelo, Alessi e Ammannati, dopo il 1564 (anno della
morte di Michelangelo, ma anche della fine del Concilio di Trento) a Milano, Roma e Genova fino al
1600 con Pellegrino Tibaldi, Vignola e altri, che segnano l'inizio nel 1600 dell'epoca barocca.
FILIPPO BRUNELLESCHI
I Medici sono i primi che dedicano attenzione all'urbanistica: esiste un "tour" che parte dal Palazzo
Medici, prosegue con la Basilica di famiglia e la Sagrestia Vecchia (cappella funebre del casato),
continua con il battistero e prosegue con il complesso dell'Annunziata e con il Monastero di S.
Marco.
Gli interventi di Brunelleschi saranno su questo percorso diversi. Alcune sue opere son ola Cupola di
Santa Maria del Fiore, l'Ospedale degli Innocenti, la Cappela Barbadori, San Lorenzo, la Sacrestia
Vecchia ...
Egli era stato a Roma per diversi periodi ed era tornato a Firenze nel 1407 per il consesso sul
Santa Maria del Fiore
completamento di . Essa era forse stata pensata già da Arnolfo di Fiore con
una cupola poggiata direttamente sulla struttura. Di fatto viene poi costruita con un tamburo
ottagonale. Nel disegno del presunto disegno originario appaiono trifore ogivali e archi rampanti che
davano all'edificio un carattere inequivocabilmente gotico (nel senso italiano del termine). La
soluzione costruttiva della cupola è il primo grande problema con cui si scontra Brunelleschi.
Secondo il Vasari per la prima volta nel 1407 (dal progetto iniziale del 1366) si mise in discussione
come portarsi oltre lo stadio in cui era arrivato l'edificio. Il problema viene continuamente rimandato
fino al 1418/1420, anno in cui viene indetto un concorso a cui partecipano Brunelleschi e Ghiberti.
Il concorso termina in un ex equo. L'idea realizzata è quella di Brunelleschi, con la supervisione
totale di Ghiberti.
Vi sono tre cantorie che non seguono l'andamento della pianta: i volumi devono essere trattati
diversamente e quindi pensa alla realizzazione delle tribune morte, impraticabili, di fatto decorative.
Queste sono dei piani attici disposti sopra ai volumi principali. Egli riprende delle forme classiche
reinterpretandole ed utilizzando marmi tipici fiorentini.
Nonostante il grande successo e la grande abilità dimostrata durante la
costruzione della cupola egli crea un altro modellino diverso: progetta
una lanterna che sovrasta l'oculo centrale della cupola proteggendola
dalle intemperie, lasciando giungere però la luce. Essa è di fatto un
pinnacolo: una massa che grava sulla cupola producendo un'inversione
sulle forze attive sulla cupola. La massa che grava sull'anello sommitale
fa lavorare gli archi in modo ottimale: il primo progetto, possiamo dire a
posteriore, avrebbe avuto seri problemi strutturali.
L'intuizione di Brunelleschi è quella di una cupola con una doppia
geometria: una per la calotta esterna e una per quella interna. Le facce
interne e esterne sono diverse alla vista: di fatto essa non è una cupola,
ma una volta a padiglione.
La lanterna non è solo decorativa, ma necessaria per l'equilibrio della
cupola.
Nel corso dei lavori vi sono ponteggi pensati per proteggere i lavoratori sulla sommità della cupola.
Essi servivano per proteggere gli operai dalla caduta, ma anche per avere un argano che porti il
materiale (calce) in quota. Questo era formato da due parti: una sulla sommità e una che partiva dal
centro della struttura. Inventa anche il badalone, strumento per portare le parti più pesanti
sull'Arno. Norma inoltre il comportamento degli operai attraverso regole di comportamento che
riguardano anche il bere.
I materiali utilizzati sono diversi. Al di sopra dell'ottagono con gli oculi vi è una catena in macigno
(pietra serena di Fiesole), è di fatto un anello da cui partono le calotte collegate da archi che
giungono ad altre catene metalliche: queste tengono insieme le singole parti della catena lignea. Il
resto viene realizzato in mattoni, grazie a una produzione seriale di essi nella zona. Essi sono tutti
diversi per assecondare la geometria della cupola e per creare delle nervature ch si avvitano nello
spessore dei setti murari che disegnano si la calotta interna che quella esterna. Per molti dei mattoni
impiegati, Brunelleschi dovette realizzare di persona delle dime. Esse dovevano essere costruite
precisamente e realizzate in scala 1:1. L'idea era quella di realizzare superfici che procedendo
progressivamente verso l'alto fossero in grado di sostenersi da sole. Per questo le vene dovevano
essere costruite in maniera tale che nella loro sezione si creasse una sorta di anello incomprimibile.
Il profilo ad ogni singolo strato delle superfici suggerisse il profilo di una circonferenza compiuta di
corde.
L'interno della cupola è affrescata dal Vasari con la rappresentazione del Giudizio Universale.
Ospedale degli Innocenti
L' è di fatto una struttura di ricovero e accoglienza di bambini orfani.
Questa struttura è caratterizzata dal portico inferiore a cui si sovrappone un piano idealmente
loggiato. Almeno in un primo momento le paraste ci mostrano come potesse essere un loggiato poi
tamponato. Abbiamo però un disegno a San Gimignano del 1465 (dopo la morte di Brunelleschi), che
documenta l'assenza di un piano superiore. Non sappiamo se il piano superiore fosse quindi stat
pensata da Brunelleschi o fosse un'aggiunta successiva. Ha un porticato a vela: vi è un elemento che
contrasta le spinte delle volte verso la piazza. L'arco cade sul capitello e sul peduccio, privo di una
parasta che lo sostenga. Un'altra "incoerenza" la si coglie dalla mancanza di un elemento tra il muro
traforato degli archi e la colonna: il concio di trabeazione diventerà imprescindibile solo nell'ultima
opera di Brunelleschi.
Leggiamo però già la concinnitas in ogni elemento del progetto: la distanza interna delle colonne è
pari a un singolo modulo, così come l'altezza delle singole colonne: vi è un elemento quadrato
riportato poi in pianta colo si ritrova in un ambiente quadrato. Le campate non sono solo semplici
elementi con cui organizzare la pianta, ma ambienti veri e propri. Questo elemento in San Lorenzo.
La conclusione del tema agli angoli è la ripresa di un elemento considerato classico: un risvolto
dell'architrave. Esso non è coerente con la correttezza archeologica che Brunelleschi aveva applicato.
Ciò avviene poiché egli si era recato a Milano lasciando il cantiere da concludere a Francesco Della
Luna.
Chiesa di San Lorenzo
La a Firenze è l'elemento cardine che i Medici vogliono costruire nel loro
"tour". Il disegno della pianta è meraviglioso per la compostezza. Viene firmata da Brunelleschi,
Bontalenti (cappella dei principi) e Michelangelo (biblioteca laurenziana e sacrestia nuova). Il modello
è quello delle basiliche civili romane: archi portati da colonne dividono le navate, sovrastate da una
copertura cassettonata. Le navate laterali sono coperte da volte a vela. La navata centrale non ha
alternanza di sostegni: i sostegni laterali sono tutti uguali, ma possiamo riconoscere una modularità.
La navata principale è impostata sulla ripetizione di quattro moduli quadrati, di cui uno dedicato alla
crocera (collegamento col transetto). Questo sempre creato da moduli quadrati. Il passaggio dal pie'
di croce al passaggio del transetto
non è così geometricamente
corretto: le cappelle laterali vengono
fatte parzialm