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Estratto del documento

ARCHITETTURA BIZANTINA

1. Architettura paleobizantina (IV-VI secolo)

2. Architettura di età giustinianea (527-565): rappresenta la fase più rappresentativa

3. L’architettura dei cosiddetti secoli bui (fine VI-metà IX secolo)

4. L’architettura del periodo medio bizantino (metà IX-XII secolo)

5. L’architettura del periodo tardo bizantino (inizio XIII secolo-1453)

Età giustinianea (527-565) a Ravenna

Ravenna, S. Apollinare in Classe (532-549), pianta e interno

Caratteristiche dell’architettura delle basiliche di Ravenna.

Ravenna, S. Vitale (526-547), pianta e interno

Consacrata nel 547.

Impianto cenrrico con matrice ottagonale con nucleo e ambulacro a doppio involucro (rifacente

all’età paleocristiana)

L’ottagono di base presenta espansioni radiali, elementi semicircolari, grandi arconi unici suddivisi

in due ordini ciascuno dei quali contenenti 3 archi più piccoli su sostegni colonnali sia nella parte

inferiore che nella parte superiore.

Nartece, a forcipe, biabsidato, che costituisce l’elemento filtro con una sorta di portico scomparso e

un sistema di accesso a doppio ingresso. Il nartece è tangente lo spigolo dell’ottagono il che

consente la doppia apertura con due corpi scalari a chiocciola che consentono l’accesso al piano

superiore destinato al corteo reale: chiesa di committenza vescovile e reale commissionata da

Giustiniano e dalla moglie Teodora. Sviluppo in pianta con abside semicircolare internamente e

poligonale all’esterno e PASTOFORIA con andamento circolare.

Maggiore influenza delle archietttura di Costantinopoli pressocchè coeva.

Esterno:

Sistema di mattoni a faccia vista con elementi contrafforti, rinforzi murari che devono contrastare le

spinte di copertura dello spazio dell’invaso centrale, emerge una volumetria. Cornici dentellate.

Interno:

Caratterizzate da superfici musive e capitelli che reggono l’arcata che perdono qualsiasi

connotazione classica e adesso sembrano quasi dei cesti traforati, presenza del pulvino che

slancia ulteriormente la struttura.

Capitelli: presentano diverse fattezze, non vi è più nulla in riferimento agli ordini canonici.

Mosaico che rappresenta Vescovo Ecclesio che va a donare il modello di San Vitale, della chiesa

Stessa.

Rappresentazione di Giustiniano con la moglie Teodora con abiti preziosi orientali.

Costantinopoli, chiesa dei Santi Sergio e Bacco (527-536)

Città con eredità ellenistico-romana, giustiniano imprime un grande impulso sulle opere pubbliche

come dato dalle fonti: DE EDIFICIS di Procopio.

Presenta una matrice ottagonale, prevede un nucleo centrale circondato da un ambulacro →

schema a doppio involucro.

Nartece e grande abside semicircolare all’interno e poligonale all’esterno, sfinestrato e sistema di

nucleo centrale che prevede un alternazna di nicche.

L’edificio all’esterno viene inglobato in un perimetro rettangolare con rientranze semicircolari, sorta

di absidi. Grande cupola che si imposta sui sostegni con decorazioni poste successivamente

(dominio musulmano). Finestre che si alternano a settori piani. Preziosità dei materiali.

Colonne in porfilo

Sistema dell’alzato che prevede la presenza di due registri. Il primo livello prevede una trabeazione

rettilinea su sostegni colonnali.

Esterno:

Semplice in amttoni dove tutto è inglobatoo nel perimetro rettilineo, presenza di contrafforti per

contrastare le spinte.

Costantinopoli, Santa Sofia (non fondamentale sapere tutte le date e i passaggi)

Chiesa caratterizzata da numerosi rifacimenti. Presenza dei pinerei dovuti alla conversione della

chiesa in moschea.

La primitiva chiesa consacrata da Costanzo II (337-361) figlio di Costantino nel 360.

Nel 404 viene parzialmente distrutta da un incendio.

Nel 408 Teodosio ne avvia la ricostruzione e la seconda chiesa viene consacrata nel 415.

Anche questo secondo edificio brucia in un incendio nel 532.

Nell’area a ovest della chiesa attuale di età giustinianea, corrispondente al distrutto quadriportico

sono emersi alcuni resti e frammenti architettonici.

Prospetto chiesa ricostruita in età teodosiana con Arco siliaco

Nel 532-537 viene ricostruita da Giustiniano (527-565) sotto la direzione di Isidoro di Mileto e

Antemio di Tralle.

Nel 558 la cupola crolla e viene ricostruita da Isidoro il Giovane, nipote di Isidoro di Mileto

Nel 562 la chiesa viene riconsacrata.

Dopo il 989 si ha una ricostruzione parziale della cupola, sotto la direzione dell’architetto armeno

Tiridate.

Nel 1346-54 si ha una ricostruzione parziale della cupola, forse sotto la direzione di Giovanni

Peralta.

Nel 1453 viene convertita in moschea.

Nel XVI secolo è sottoposta a restauri, e poi ancora tra il 1847 e il 1849.

Nel 1953 diventa museo.

Dal 2020 è nuovamente moschea.

Costantinopoli, Santa Sofia (532-37), pianta Architetti: Antemio di Tralle e Isidoro da Mileto

Pianta con andamento longitudinale, ma all’interno idea di spazio centrico, grande vano quadrato

coperto da grande cupola. Navate laterali che non si percepiscono in quanto schermate da un

sistema di colonne. Lo spazio prevede un’espansione con due semi cupole a destra e sinistra ed

espansione lungo le diagonali con absidi e colonne. Nelle navate laterali volte a crociera. I 4 grandi

piloni fanno da sostegno alla grande cupola di copertura problematica.

Abside semicircolare all’interno poligonale all’esterno. Il tutto è racchiuso da una polimetria

circolare.

Ricapitolo:

Cupola, 2 semi cupole, parte dell’abside sfinestrata. Filtri di colonne a 2 livelli che presentano il

sistema di colonne con archetti su due registri.

Cupola forata alla base con effetti di luce.

Pilastroni, rivestiti in lastre marmoree che devono supportare le spinte.

Silenziario (fonte dell’epoca) propone un elenco di marmi usati.

Dettagli
A.A. 2023-2024
13 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicaviola21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura i e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Di Mele Luciano.