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Regula Ordine dorico nel cornicione.

Derivazione dal modello ligneo: variantia.

82 pali santuari greci e dei nuovi spazi pubblici urbani.

Heraion di Samos

Durante il VII secolo il temenos è oggetto di importanti trasformazioni:

• Viene realizzata la prima Via Sacra (collegamento stabile con la polis).

• Viene ricostruito il tempio e lʼaltare.

La nuova sistemazione dellʼedificio comportò:

• Muri perimetrali della celle interamente realizzati con una tessitura isodomica di blocchetti

5

lapidei parallelepipedi.

• Sostituzione del colonnato assiale interno con una doppia serie di sostegni lignei addossati

alle pareti.

• Il rinvenimento di alcuni blocchi di poros decorati con figure incise e dipinte: primo fregio

ionico figurato dellʼarchitettura greca

• Il fregio doveva essere posto a coronamento del muro esterno della cella:

• La presenza del fregio indica che il processo di litizzazione è accompagnato da una prima

definizione dellʼordine ionico (ancora indeterminate le altre parti realizzate sempre con mate-

riali deperibili).

• Nel VII secolo, insieme al tempio e allʼaltare, lʼarea sacra viene monumentalizzata con:

• Inserimento di una stoa a due navate (uno dei primi esempi di questa tipologia) con pareti in

pietra, sostegni verticali (pilastri) e trabeazione in legno. Heraion di Samo.

5 Si dice opera isodoma o muratura isodoma quella muratura formata da blocchi o matto-

ni che compongono file (assise) di egual altezza.

La genesi del dorico Storia dell’Architettura I 83

84 Dorico arcaico

La colonna dorica nasce nel Peloponneso, e trova la sua affermazione nella seconda metà

del secolo VII. In particolare è nellʼarchitettura religiosa che lo stile dorico raggiunge la piena

espressione.

Fusto scanalato appoggiato sul piano stilobatale senza una base.

Capitello schiacciato con echino molto sporgente attaccato al fusto per mezzo di anelli con

una coroncina di foglie scolpite ricadenti sullʼorlo di una gola più o meno profonda.

Abaco quadrato.

Dalla metà del secolo VII in poi e prima della fine del secolo le grandi linee dellʼordine sono

ormai fissate nei templi di Termo, Corfù e Olimpia.

Tempio di Artemide, Corfù (580-570 a.C. circa)

LʼArtemision rappresenta una significativa tappa degli influssi verso lʼAdriatico, la Magna Gre-

cia e lʼEtruria. Sorto a Corfù, colonia fondata da Corinto nel 734 a.C. insieme a Siracusa, ha un

pteroma di 8 x 17 colonne (22,4 x 47,6 metri) con rapporto di 1:5. Ampia peristasi (che antici-

1

pa la tipologia pseudodiptera) e 2 file di colonne interne.

Capitello dorico con:

• Abaco quadrangolare.

• Echino troncoconico rigonfio con corona di foglie a raccordare il sommoscapo della colon-

na.

Trabeazione in pietra con :

• Sima in terracotta policroma (impasto di argilla cotto nella fornace).

• Triglifi e mutuli (a quattro guttae sui triglifi e tre sulle metope).

1 Giro di colonne che circonda la cella, che può esser detto anche pteron, peristilio, pte-

roma. Con peristasi si può intendere il complesso di fila di colonne più lo spazio, peribolo, tra

esse e le mura della cella. Non vi è una versione comune tra i vari studiosi, e spesso si ricorre

(anche in queste dispense) ai termini prima indicati in modo indifferenziato.

Dorico arcaico Storia dell’Architettura I 85

I santuari panellenici

Superando lʼindividualismo delle poleis greche, in cui popolo si riconosceva proprio nei culti

comuni, santuari panellenici costituirono prestigiosi poli di aggregazione culturale e artistica

dove agli edifici sacri si affiancarono spazi destinati alle gare, legati alle festività connesse a dei

o eroi. Olimpia, nell’Elide, fu dal 776 a.C. sede dei sacri giochi panellenici estesi a tutte le po-

leis greche. Sotto la collina dedicata al padre Chronos il sacro bosco accolse i giochi in onore

di Zeus. Il santuario fu fondato su insediamenti di età elladica (dapprima con un altare a cielo Tempio di Artemide, Corfù.

aperto) Il primo stadio e lʼippodromo sono del VII secolo.

LʼHeraion di Olimpia (600-590 a.C.) testimonia la transizione dalle costruzioni in legno e mattoni

crudi alla pietra. Le pendici del Gaion, propaggine della collina di Chronos furono spianate per

86 realizzare una peristasi di 6 x 16 colonne doriche.

Heraion, Olimpia, 600-590 a.C.

Periptero 6 X 16 colonne (18,76 x 50,01 mt) con intercolumni di 3,26 mt ai lati e 3,56 sulle fron-

ti. Cella di 20 x 100 piedi (6,52 x 32,6 metri) con i lati allineati sullʼasse delle penultime colonne

frontali (come sarà di norma nei templi dorici). PronaoI e opistodomoII distili in antis con fac-

ciate svincolate allo pteroma esterno. Allʼinterno della cella le colonne laterali sono alternate a

setti murari fortemente aggettanti per rinforzare la struttura.

Grandi ortostati in poros (alti circa 1 mt) e sovrastanti muri in mattoni crudi con estremità, ante

2

e stipiti rivestiti con tavole di legno. Una contrazione angolare dellʼintercolumnio suggerisce il

fregio dorico. Le 40 colonne in legno (alte 5,21 mt) furono progressivamente rinnovate e sosti- Heraion, Olimpia.

2 Grandi blocchi in pietra - solitamente il doppio dei sovrastanti - posti a formare la prima Resti del tempio.

fila - zoccolo - delle mura del tempio, sui quali si appoggiano gli altri blochi in pietra o la strut- Acroterio.

tura in mattoni. Dorico arcaico Storia dell’Architettura I 87

tuite a seguito di donazioni con diverse proporzioni, capitelli e pietra. Pausania (110-180 d.C.)

vide ancora nellʼopistodomo una colonna in quercia.

• Colonne in legno con capitelli in pietra (il processo di pietrificazione/litizzazione non è anco-

ra completato)

• Capitelli espansi con gola inferiore forse ornata da foglie di bronzo.

• Architravi in legno.

• Fregio in legno e mattoni con rivestimenti di terracotta (triglifi e metope). Santuario di Olimpia.

• Il frontone in legno aveva una sfinge in pietra calcarea nel timpano.

88 • Lʼacroterio centrale è largo 2,31 metri.

3

La colonna dorica

• Priva di base.

• Fusto assimilabile a un tronco di cono con la superficie ritmata da scanalature verticali (da

16 a 20) dal profilo leggermente concavo (strie).

• Capitello formato da un ampio abaco parallelepipedo (piano di appoggio per lʼarchitrave)

collegato al fusto da un echino (alla cui base sono alcuni anelli concentrici rilevati, gli anuli)

e il sottostante collarino (costituito dalla parte terminale del fusto scanalato dal quale lo se-

parano alcune incisioni a sezione triangolare (ipotrachelio), forse ricordo di qualche corona

decorativa che mascherava il raccordo tra fusto in legno e capitello in pietra nelle fasi inziali

di formazione dellʼordine.

La trabeazione dorica

Elemento orizzontale portato dellʼordine.

Architrave liscio coronato da una semplice fascia (tenia) al disotto della quale, a intervalli rego-

lari, si posizionano gli ipotrìglifi, formati da un listello (regula) dal cui bordo inferiore sporgono

piccoli elementi di forma cilindrica o troncoconica (gocce o guttae).

Fregio con triglifi (con canali o glifi e femori) e metope alternati.

Cornicione con sottocornice (con mutuli), gocciolatoio e sima.

Si rileva la stretta corrispondenza di alcune parti della trabeazione:

Regula, triglifi e mutuli, oltre a essere in della stessa ampiezza, sono posti in allineamento esat-

to.

Anche al di sopra delle metope, al centro, è posto un mutulo della sottocornice al quale però

non corrisponde una regula allʼaltezza dellʼarchitrave.

Il problema del conflitto angolare

Nella trabeazione dorica lʼinsieme di regula-triglifo-mutulo rispetta unʼesatta corrispondenza.

Analogamente nellʼambito dellʼordine tale combinazione di elementi doveva allinearsi rispettiva- Ricostruzione della trabeazione lignea proge-

mente con lʼasse dei sostegni verticali e con il centro degli intercolumni. nitrice dell’ordine dorico.

3 Coronamento al vertice ed agli angoli del frontone.

Dorico arcaico Storia dell’Architettura I 89

Abaco

• Echino

• Anuli

• Collarino

• Ipotrachelio

• Fusto al

• sommoscapo Capitello dorico.

Trabeazione dorica.

90 Tale allineamento non si verifica in corrispondenza dellʼangolo dellʼedificio templare.

Nel momento in cui gli originali elementi lignei vennero costruiti in pietra, a causa delle caratte-

ristiche meccaniche del materiale, si impose un ridimensionamento delle parti componenti del-

lʼordine, che si risolse in un marcato aumento dimensionale sia delle colonne sia dellʼarchitrave.

Si perse dunque la corrispondenza dimensionale fra ampiezza del triglifo e spessore dellʼarc-

hitrave.

Rapportare il triglifo alla stessa misura dellʼarchitrave avrebbe significato un aumento conside- L’ordine dorico.

revole dellʼaltezza del fregio con perdita di proporzionalità delle varie parti.

Nellʼetà arcaica in alcuni edifici della Madrepatria, ma soprattutto in Occidente, si ricorre allʼall-

argamento dellʼultima metopa.

Con la correzione detta “contrazione angolare” veniva contratto lʼultimo interasse o intercolu-

Dorico arcaico Storia dell’Architettura I 91

mnio (la doppia contrazione angolare riguardava gli ultimi due intercolumni)

Schemi più complessi prevedevano lʼutilizzo di entrambi gli accorgimenti.

I Greci in Occidente

Il territorio costiero dellʼItalia meridionale era già stato toccato dalle rotte commerciali micenee.

Verso il 760 a.C. coloni provenienti dalle città di Calcide ed Eretria, nellʼIsola di Eubea, fondaro-

no la prima colonia di Pithecùsa nellʼIsola dʼIschia; nel 736-735 i Calcidesi fondarono Naxos in

Sicilia; Rodi e Creta si rivolsero alla parte meridionale dellʼisola e i Megaresi fondarono Megara

Hyblaea. I coloni greci, patendo da situazioni spesso difficili (contrasti con i Fenici), ricrearono

oltremare la polis di origine. Le nuove città si resero presto autonome pur mantenendo forti

legami cultuali e culturali con la madrepatria, conseguendo esiti autonomi e originali nel campo

dellʼarchitettura. Lʼinfluenza dellʼArtemision di Corfù, nellʼordine architettonico e nello schema

planimetrico con ampi spazi coperti, è riconoscibile nelle colonie occidentali di Siracusa, Se- Il conflitto angolare.

linunte e Poseidonia. Nei centri occidentali si diffusero culti legati allʼagricoltura e al mondo

sotterraneo che, rispetto a quelli olimpici, utilizzavano maggiormente i vani interni, quali la cella

con lʼadyton; caratteristica dei templi siciliani è lʼampia peristasi.

92 I templi sicelioti

Se nella madrepatria si erano sviluppati culti che esaltavano lʼaspetto apollineo o uranico della

religiosità olimpica, in Occidente ebbero maggior seguito i culti legati alla Madre Terra:

Incruenti e legati al chiuso adyton interno alla cella.

Il tempio richiese dunque unʼam

Dettagli
A.A. 2012-2013
173 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher archingegneridipisa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Bertoncini Sabatini Paolo.