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ETA’ GRECA ARCAICA

L'architettura di queste comunità arcaiche ha nei primi tempi ben poco della monumentalità

dell’epoca classica. Basse longitudinale dell'ed caratterizzati da tipologie di case composte da

tetti spioventi caratterizzati da una struttura lignea sovrastato da una copertura di manti

vegetali (canne palustri)) che ispirerà la struttura dei templi della stessa epoca.

Gli spioventi delle coperture erano particolarmente inclinati (mentre a Creta erano tetti piani),

si possono trovare nel nord Europa, sono adatti a climi temperati con piogge. Alle nostre

latitudini era normale fino al 1400 avere i tetti con coperture molto spioventi e di manti vegetali.

Sull'asse longitudinale di questi edifici si trova una fila di pali più alti e robusti di quelli

perimetrali i quali sostenevano la trave di colmo sulla quale si appoggiavano i puntoni. Nelle

case arcaiche la finestra sopra la porta aveva funzione di illuminazione dell’ambiente interno

e di permettere la fuoriuscita dei fumi del focolare interno. La struttura lignea, non tradizionale:

pali leggeri sostenuti in parte dal muro perimetrale e in parte da 3 montanti (pali) che reggono

orizzontale a cui si appoggiano i puntoni del tetto. Questo

la trave di colmo, ovvero l’elemento

sistema a cavalletto è un palo unico: due montanti, un traverso. Questi cavalletti sono

necessari per reggere la copertura e, nella soluzione a cavalletto, per consentire il passaggio

all'interno della capanna per non avere il palo davanti al naso quando si entra.

Ci sono due soluzioni: palo sull’asse di mezzeria, o cavalletto per evitare di avere un

ostacolo subito dopo l’ingresso.

Si conoscono queste forme sia da reperti archeologici che da modelli di una casa arcaica

che fa vedere la struttura, ossia:

- un unico vano rettangolare,

- tetto a spioventi,

l’apertura sotto la falda, che consente l’uscita dei fumi (il focolare, che è alla base

- della vita della casa);

- si ha una sorta di piccolo portico, di tettoia davanti alla porta di ingresso, sorretta da

due fusti cilindrici (due tronchi), quello che sarà il pronao del tempio classico, cioè

quello spazio davanti alla cella che diventerà il grande colonnato che accoglie, con lo

sguardo, chi ammira i templi classici.

Anche qui venivano utilizzati materiali poveri: legno, terra, paglia, canne, per costruire la

copertura a spioventi.

Si vede come era fatto il tetto: un materiale molto semplice, i pali, le canne che vengono

intrecciate o legate alla struttura per costruire questo manto impermeabile sulla testa. I

cavalletti trasmigreranno dalla casa all’architettura templare in fase arcaica, e costituiranno

uno dei grandi problemi da risolvere: l’architettura necessitava di avere un vuoto nella parte

centrale, un ingresso libero da ostacoli, e in questa fase arcaica la mezzeria era occupata da

un sostegno centrale.

Come facciamo a sapere che la casa del Dio deriva da quella dell’Uomo?

Perché ci sono i TEMPLI ARCAICI, erano molto simili alle case/capanne della Grecia

arcaica, la loro forma infatti è all’origine del tempio classico (è quella che nel tempio classico

diventerà la cella (la casa della divinità) dove verrà conservato l’idolo venerato).

Come erano i templi?

Per averne un'idea, si fa riferimento a un tempietto cretese, che è fatto come una casa

arcaica, ossia una cella rettangolare, con un podio all'interno, per sostenere il fuoco sacro

per i sacrifici, un tetto piano (come a Creta) con due spioventi in corrispondenza

dell’altare/ara dell’uscita dei fumi, una struttura che era coperta in corrispondenza di questi

spioventi da un telaio ligneo che era retto da due pali/tronchi di fronte all'altare, e un

colonnato davanti all’ingresso (un pronao).

Questi templi minoici non sono molto diversi dalle case arcaiche, a dimostrare come

la casa dell'uomo e della divinità fossero molto simili. Anche nei templi c’è il problema

di eliminare quella linea di sostegni nel mezzo. E’ formato da 3 impianti diversi datati

IL TEMPIO DI APOLLO NEL GOLFO DI CORINTO:

dal 9 sec al 7 sec a.C. Quindi in due secoli, il tempio cambia forma molto rapidamente,

perché fatto di materiali poveri, e quindi ci si può permettere di rinnovarlo secondo

necessità, perché la forma e i materiali vanno affinandosi. Da un profilo di una “casetta”

(modello di casa absidata) si passa a un impianto maggiore con cella e perimetrato da

colonne (costruzioni povere legno, terra, canne palustri) per arrivare a una forma grosso

modo del tipo che conosciamo noi (con una cella rettangolare con sempre appoggi per la

copertura).

Dal 9 al 7 secolo a.C. c'è una trasformazione sia di forme che di materiali, si inizia a usare la

pietra al posto del legno. Si parte da strutture povere a strutture sempre più ricche, fatte da

materiali sempre più duraturi. Si usa la terracotta (metopa= pannello di terracotta tra le

travi del tetto dove si formava il vuoto) e poi la pietra fino ad arrivare al marmo

pentelico, il marmo perfetto del Partenone, il marmo migliore che le cave della Grecia

continente potessero fornire. l’evoluzione della struttura, da una cella con i

SANTUARIO DI HERA A SAMO: Mostra

sostegni centrali, a una cella in basso, circondata da colonnato periptero fatto da due file di

sostegni disposti lungo il perimetro della cella stessa, per ridurre il più possibile la luce della

copertura, quindi per cercare di avvicinare gli appoggi della copertura.

Come potevano essere fatte queste coperture, che bandiscono il sostegno centrale?

In questi termini: si ha una sorta di grande trave, che si appoggia ai due capi di questo

ambiente; quindi l’avvicinamento dei pilastri si rende necessario per ridurre la luce e per

evitare i fenomeni di flessione.

.

Queste travi spesse, per non flettersi, avevano una sorta di sostegno in mezzeria (quel blocco

di legno) che reggeva la trave di colmo in sezione. Quindi una trave spessa che regge questo

sostegno verticale, che a sua volta tiene la trave di colmo. Sulla trave di colmo possono

poggiare i puntoni (gli elementi obliqui che tengono le falde del tetto). Quindi è la trave

orizzontale che tiene il peso di gran parte del tetto, per questo è così grande: il peso si scarica

sui muri perimetrali e su questa trave, che deve essere piuttosto spessa per reggere e non

flettersi. Vengono create delle strutture che non possono essere classificate come delle

capriate, ma false capriate (hanno la forma triangolare, ma non funzionano come delle

capriate). La capriata costituisce l’evoluzione di questa costruzione.

La pietrificazione: ossia la costruzione con materiali sempre più pesanti e sempre più

resistenti, comporta un ispessimento delle costruzioni in legno delle coperture, e quindi i greci

diventano grandi costruttori e carpentieri, attraverso una serie di incastri che venivano praticati

per vincolare fra di loro le parti lignee (i chiodi erano molto costosi, per cui molto spesso si

usavano delle spine lignee, ovvero dei cilindri di legno che entravano nei fori su giusta misura

per legare fra di loro gli elementi; talvolta si usavano delle graffe di ferro o bronzo). Si è quindi

passati da strutture fatte di pali legati, a strutture fatte di travi, che sono tra loro vincolate da

spine, chiodi o graffe metalliche, o incastri particolari per tenerle ferme.

Il sistema "A CAVALLETTI" o a “CAPRIATE SEMPLICI" verrà perfezionato nella

MODERNA CAPRIATA un triangolo strutturale chiuso in grado di annullare le forze spingenti.

Nei tetti più grandi i tiranti vengono collocati oltre che al piede dei puntoni, anche ad una quota

intermedia (controcatena).

Per impedire la flessione dei puntoni si disponevano riti verticali e saette diagonali

Nella pseudo capriata, o capriata semplice, si ha una grande trave orizzontale che regge il

peso del tetto.

La trave regge la trave di colmo, la quale poggia elementi diagonali che gravitano sul muro,

ma quella che sostiene la struttura è la trave, una struttura portante orizzontale che regge un

castello.

La capriata funziona diversamente:

- è fatta da una trave orizzontale, che non deve essere spessa, in quanto non è caricata

come la precedente;

- non regge nessun peso;

- lavora per trazione, ossia è stirata, subisce uno stiramento, non un carico in

compressione, ed è tirata perché i puntoni (gli elementi diagonali, vincolati tra di loro)

vengono incastrati nella trave orizzontale.

Questo significa che questi due elementi tendono ad aprirsi sotto il peso e spingono/puntano

agli angoli, e tirano la trave.

- La catena permette una resistenza della trazione;

- il puntone permette una resistenza alla compressione;

- la spessa trave orizzontale funge in questo caso da tirante e da sostegno per la trave

di colmo (trave che collega il vertici superiori della capriata).

TEGOLE

Il coppo ha una parte più stretta e una parte più larga, e serviva a coprire le giunzioni degli

C’erano delle tegole piane, accostate tra di loro, per evitare che l’acqua filtrasse nelle

embrici.

giunzioni di accostamento degli embrici, si disponeva il coppo, che copre la linea di contatto

tra i due embrici. Questo tipo di manto di copertura, che ricopre il tetto, viene detta la conica.

La conica si differenzia rispetto al tetto corinzio, per la forma dei coppi.

Il tetto corinzio ha i coppi a due falde, non curvi. I coppi e gli embrici erano fatti di terracotta o

di pietra (per gli edifici pietrificati). Embrici e coppi formano le tegole.

L’orditura del tetto (cioè la parte strutturale lignea) ha bisogno di un manto, di una superficie

conosce oggi un’unica tegola che è il coppo, ma nel passato le tegole erano

fatta di tegole. Si

due: l’embrice, piano e il coppo, curvo.

Differenze tetto classico con tetto corinzio:

Il manto di copertura oggi è fatto da un piano di posa, di coppi concavi (messi a pancia in su),

che vengono coperti dai coppi convessi. I coppi concavi hanno la funzione degli embrici, e i

coppi convessi hanno il compito di impedire che l’acqua si infiltri.

Il tetto laconico ha il coppo tondo, mentre il tetto corinzio ha il coppo fatto a capanna, ha uno

spigolo vivo. Poi vi erano degli elementi aggiuntivi: queste palmette, che sono ornamentali,

vengono chiamate antefisse, servivano a tappare la parte conclusiva del tetto e ad allontanare

gli uccelli: erano elementi decorativi, ma anche accessori, con la funzione di proteggere la

parte conclusiva del tetto.

In centro Italia (in Toscana), gli embrici e coppi si utilizzano ancora. Il nord ha eliminato

progressivamente gli embrici, semplificando e utilizzando solo i coppi.

L'ETÀ CLASSICA E LA PIETRA DA TAGLIO

VI - IV sec a.C.

Epoca di confronto fra città-stato in l

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A.A. 2023-2024
26 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alberto207 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.