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NIZIO DELLE INVASIONI DORICHE IONICHE ED EOLICHE 10

Le campagne di scavo condotte dalla seconda metà dell’Ottocento a tutt’oggi nella

Grecia continentale, nelle Cicladi e nell’isola di Creta confermano che in tali territori, durante

il III Millennio a. C., le popolazioni egee attraversarono condizioni di vita progredite, ma

subìrono la forte influenza della potente città di Troia, capitale dell’Anatolia e punto

d’incrocio delle grandi vie commerciali tra Oriente e Occidente. Gli scambi commerciali e

culturali che s’intrecciarono tra la città di Troia e le popolazioni egee, si rivelarono già dagli

inizi del III Millennio, proficui per queste ultime sia nel campo economico che in quello

artistico. Gli apporti anatolici contribuirono a introdurre nei territori egei non solo nuove

classi ceramiche e nuove usanze funerari ma anche a diffondere l’uso dei metalli (rame per

munirsi di armi e di utensili; oro e argento per i gioielli), e del ‘megaron’ (in Tessaglia e in

Beozia).. I vecchi materiali (l’osso, l’ossidiana, la pietra) continuarono a coesistere accanto ai

nuovi preziosi metalli, mantenendo una notevole preminenza qualitativa. Gli abitanti di Melos

nelle Cicladi, consapevoli dell’importanza dei giacimenti di ossidiana di cui l’isola

abbondava, ne gestirono direttamente il commercio in tutta l’area egea. Parimenti fecero gli

abitanti di Paros e di Naxos, utilizzando i ricchi giacimenti di marmo.

Le vantaggiose condizioni di vita che si erano create modificarono la fisionomia dei

villaggi neolitici. agli aggregati di capanne subentrarono gradualmente piccole città con case

in muratura. I rapporti delle varie comunità erano regolati da reciproca solidarietà, poiché

ognuna aveva bisogno delle altre per conservare il livello di vita acquisito, ma,

simultaneamente da rivalità, poiché ciascuna era pronta a combattere contro le altre, pur di

impadronirsi delle materie prime divenute indispensabili e delle vie commerciali più

importanti. L’esistenza di un regime di vita fondato su ampie comunità familiari sembra

attestato dalla presenza di grandi tombe. L’economia, prevalentemente incentrata sulla

produzione di oggetti metallici, determinò una civiltà fondata sulla divisione del lavoro, favorì

la formazione di ben definite classi sociali e di strutture politiche che rispecchiarono i nuovi

rapporti e bisogni economici, agevolò le attività di scambio e lo sviluppo delle attività

marinare con i paesi del bacino del Mediterraneo, e spinse alla ricerca di nuove strade per il

trasporto delle merci.

. Nella penisola greca, gli abitati di Eutresis (Beozia), di Koraku (Corinzia) e di Lerna III

(Argolide) erano formati da ‘megara’ giustapposti di ascendenza anatolica, ossia di unità

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abitative quadrangolari con ingresso generalmente protetto da un portico. L’insediamento di

Lerna III, si distingueva dagli altri per la presenza, sia di una cinta fortificata che proteggeva

of Tiles).

l’abitato, sia di ‘megara’ più articolati (House

Nelle Cicladi, popolazioni etnicamente diverse abitavano in strutture domestiche semplici

giustapposte, e intrecciarono scambi commerciali con le isole egee, e in particolare con Creta,

esportando oggetti metallici e marmorei e ossidiana. Chalandriani nell’isola di Syros era il

centro economico di maggiore importanza in questa epoca: racchiuso da una cinta fortificata

tale insediamento possedeva all’esterno una vasta area cimiteriale con numerose tombe a

cista. L’abitato di Ayia Irini nell’isola di Kea cominciò ad assurgere al rango di rilevante

centro politico-economico

Creta, grazie alla sua posizione geografica, alla fertilità delle sue terre, e alla grande

versatilità dei suoi abitanti nell’arte del navigare e nelle attività commerciali con le

popolazioni egee, mediorientali e con l’Egitto, acquistò ricchezza e potere, distinguendosi, sin

dall’Età Calcolitica, dagli altri territori egei, per l’elevato livello di vita e per la originalità del

sostrato culturale isolano. Situata al centro del Mediterraneo orientale, baricentrica tra le due

grandi potenze dell’Oriente mediterraneo (Troia ed Egitto), l’isola è approssimativamente

equidistante dalle coste del Peloponneso e da quelle anatoliche e del nord-Africa. Il suo

territorio (280 chilometri di lunghezza e 57 di larghezza massima = 8000 Kmq.) è abbastanza

esteso, anche se in parte è occupato da tre grandi massicci montani (ad est il monte Dicte con

le catene del Lasithi; al centro, il monte Ida; a ovest i Leuka o Monti Bianchi). Tali massicci

diminuiscono la superficie abitabile, ma offrono in compenso le ricchezze dei loro boschi di

querce, cipressi, abeti e cedri e aree favorevoli per i pascoli. di mandre di buoi e di greggi di

pecore. Numerose valli consentono alle colture, alle vigne e agli oliveti di inerpicarsi verso le

alte cime. Il mare si addentra abbastanza nelle depressioni per scavarvi istmi, che assicurano

facili comunicazioni tra il nord e il sud. La zona centrale dell’isola è occupata dalle pianure

che si allungano da est a ovest: a nord, quella che è dominata dal monte dello Jouktas, bagnata

nel mezzo dal Katsaba (l’antico Kairatos), il fiume di Cnosso; a sud, quella della Messara,

attraversata dal Leteo, il fiume di Festo. Tutti questi aspetti economici e culturali peculiari

della vita della popolazione cretese lasciano supporre che l’isola fiormava un’unità geografica

economica autonoma, che possedeva tutte le premesse necessarie per lo sviluppo di una

civiltà.

Le strutture emerse durante le campagne di scavo a Vasiliki, Trypiti e a Fournou Koriphi

(Myrtos) confermano che nel periodo 2900-2300 a. C. i poli economici e artistici erano

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concentrati nelle aree centrali e orientali dell’isola, e che la organizzazione sociale, pur

essendo caratterizzata da rapporti di reciproca solidarietà familiare, non escludeva momenti

di riunioni collettive (cerimonie religiose) che si svolgevano in ambienti che facevano parte

delle residenze. Occasioni di riunioni collettive per scopi religiosi avvenivano anche nei

santuari in grotta e in santuari delle vette, ove si professavano culti della fertilità e della

riproduzione. Le necropoli di Gournià e di Mochlos nel golfo di Mirabello, e di Ayia Photia

offrono un insieme di tombe che imitano nella loro disposizione le case di abitazioni. Un

ruolo importante potrebbe aver esercitato l’architettura domestica cipriota nella definizione

della tipologia delle tombe a fossa circolare della pianura della Messara (Phourni-Archanes,

Papoura Lebena, Yerokampos-Lebena, Platanos, Odigitria). In tutte queste necropoli i ricchi

corredi funerari annoverano oggetti di fattura cicladica, mediorientale ed egiziana, attestanti

l’esistenza di attivi scambi commerciali che Creta stabilì in questo periodo con le Cicladi, la

Mesopotamia e l’Egitto.

Intorno al 2400 a. C., si verificò il definitivo decollo della potenza cretese che rimase

incontrastata per secoli in area egea e nel bacino del Mediterraneo. L’evento determinante fu

la comparsa nell’isola del bronzo (lega di rame e stagno), metallo prezioso per la produzione

di oggetti. I Cretesi si procurarono lo stagno negli empori delle coste ioniche, adriatiche e

siciliane, acquistandolo dai mercanti provenienti dalla Gallia, dalla Spagna e dalla

Cornovaglia, in cambio di altri prodotti isolani; importarono, invece, dalla vicina Cipro il

rame di cui l’isola era ricca. Detentori di una flotta ben organizzata, i Cretesi potenziarono i

rapporti commerciali con i paesi del bacino del Mediterraneo occidentale, dell’Egeo, e con le

civiltà mediorientali, esportando, quasi senza concorrenza, oggetti bronzei, prodotti artigianali

e agricoli, e diffondendo in terre lontane i costumi dell’isola. La sola Cipro avrebbe potuto

rivaleggiare per i commerci con l’Egitto e il Medio Oriente, ma la sua posizione geografica

non è altrettanto strategica quanto quella di Creta: essa è troppo vicina alla terraferma per

mantenere la necessaria indipendenza e troppo lontana dalla Grecia per competere con Creta.

Lo sviluppo progressivo della fortuna di Creta non fu tuttavia privo di conseguenze

all’interno. Nell’isola si verificarono modificazioni e spostamenti profondi. Intorno al 2100 a.

C., i centri della zona orientale dell’isola entrarono in crisi, per via della riduzione dei

commerci con le isole Cicladi. Alcune città cretesi, un tempo assai potenti (Vasiliki, Myrtos),

vennero distrutte e abbandonate; altre, invece, cominciarono ad assumere maggiore

importanza. Cnosso, rivolta verso la Grecia continentale, e Festòs posta difronte all’Egitto,

s’imposero sugli altri centri. Le condizioni favorevoli dell’area di Cnosso e di quella di Festo

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nella pianura della Messara favorirono lo sviluppo di quelle concentrazioni di ricchezze e di

potere in grado di muovere forze capaci di realizzare una struttura e un’amministrazione

palaziale.

L’accresciuta importanza di Cnosso e di Festo coincise con l’ascesa politica e commerciale

di Creta sui paesi del Mediterraneo che fu, peraltro, favorita dai profondi mutamenti che si

verificarono in terra anatolica, nelle Cicladi e nella Grecia continentale, in seguito

all’invasione indoeuropea. Quest’ultimo evento di vasta portata storica, determinò per un

verso, lo spostamento degli interessi politici della nascente civiltà hittita nell’Oriente

mesopotamico con la conquista di Babilonia e, per altro verso, il trasferimento di numerosi

elementi anatolici nella Grecia continentale e nelle Cicladi. In questo quadro storico incerto

caratterizzato dal fenomeno di migrazione di gruppi anatolici nella Grecia continentale e nelle

Cicladi, l’isola di Creta venne debolmente coinvolta.

La presenza di numerosi elementi anatolici in terra greca, causò l’interruzione dello slancio

premicenea), facies

creativo ed economico per ben quattro secoli (età e cambiamenti nella

culturale delle isole Cicladi. In queste ultime la l’influenza anatolica dette l’avvio a nuovi

indirizzi sia nella edilizia residenziale e funeraria (diffusione del tipo di abitazione absidata di

pithos

tipo anatolico; abbandono del tipo di tomba a cista e diffusione di sepolture entro e di

sepolture multiple entro grotticelle artificiali), sia nelle attività artistico-artigianali (riduzione

della produzione di idoli marmorei; sostituzione della classe ceramica dipinta di Keros-Syros

con quella di Kastri), sia nell’attività insediativa (creazione di nuovi insediamenti alla

sommità delle alture e circondati da possenti fortificazioni: Kastri a Syros; Panormos a

Naxos; ampliamento di insediamenti più an

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
53 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GianSob di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Ciotta Gianluigi.