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TRANSIZIONE TRA IL II E IL III STILE: 38
Le colonne diventano filiformi, c’è come uno svuotamento degli elementi architettonici e
cominciano a comparire altre strutture architettoniche. Vengono creati giochi di scorcio,
come la porta aperta. L’architettura si svuota di realismo.
III STILE ORNAMENTALE (15 a.C.-62 d.C.):
Occupa tutta l’età Giulio-Claudia, fino a Nerone. Gli elementi architettonici diventano dei
motivi ornamentali. Tutti gli elementi si rarefanno (diventano quasi espressionisti).
Vengono usati pochi tratti di pennello. Gli elementi architettonici diventano sempre più
sottili.
-POMPEI, INSERTO VEGETALE (30-40 d.C.):la colonna è costituita da un inserto
vegetale. Il riquadro è un medaglione su cui è raffigurato un pastore che munge una
capra. C’è una maschera teatrale. Ci sono figurine animali ornamentali.
-GROTTE DI CATULLO a Sirmione (inizio I sec d.C.): compaiono figurette femminili molto
eteree. Figure create con semplici pennellate.
-POMPEI, VILLA D’OZIO MARITTIMA (20-45 d.C.): vediamo dei prospetti scenografici di
ville marittime, dove si utilizzano principalmente i colori chiari per rendere maggiormente la
luce. Ci sono scorci tridimensionali. Le colonne sono sottilissime.
-PORTO E MOLI, POMPEI (20-45 d.C.): vediamo una scenetta sul molo del porto. Le
figure danno l’idea del movimento. I colori sono chiari. Ci sono figure filiformi e colonne
sottili. Il bianco serve a creare impatti di luce che ricordano l’espressionismo.
-STABIA, MUSICI AMBULANTI (30-40 d.C.): ci sono rappresentazioni che si rifanno alla
vita quotidiana. Sono musici di strada con flauto e strumenti a percussione. La stessa
scena è rappresentata su un mosaico di Pompei del II sec a.C. Vediamo 3 sonatori
accompagnati da uno schiavetto che si esibiscono. Sono attori comici: lo capiamo
soprattutto dalla maschera indossata dalla flautista. Il mosaico è firmato dall’artefice:
Dioscuride di Samo. Il mosaico riproduce in maniera accurata gli effetti pittorici: il
complesso uso delle gradazioni di colore delle stoffe e la diversa intensità delle ombre che
vediamo sul palcoscenico e nel muro di fondo. La fascia scura che si trova sopra di loro è
l’ombra del cornicione della casa che si trova di fronte. A Pompei questo mosaico era
affiancato ad un altro che riproduceva una scena tratta da una delle commedie di
Menandro.
-PITTURE DA GIARDINO NELL’AREA VESUVIANA (20-40 d.C.): fa parte di quell’obiettivo
che la Gens aveva di rendere più bella la propria casa. Se non si poteva sfondare la
parete lo si faceva virtualmente. Vediamo dei piccoli steccati fatti con canne; giardini
popolati da alberi da frutto, fiori, fontane, ecc, anche animali come i fagiani.
-FABELLUS E LA DOMUS AUREA (vedi pag 16): pittura di età neroniana. Le pitture della
Domus Aurea sono opera di Fabellus, un decoratore che usava stucchi e oro. Vediamo la
volta di una delle stanze dove si ritrova la ricchezza decorativa. Abbiamo anche degli
stucchi dipinti. Gli inserti vegetali sono inseriti in mezzo a cornicette, realizzate con tratti
veloci di pennello. Le figurine rappresentate sono legate al mito.
IV STILE FANTASTICO (45-79 d.C.):
E’ una ripresa del II e del III stile. Abbiamo una ricca documentazione della presenza di
elementi fantasiosi. Le figure riacquistano corporeità, sono inserite in un contesto
fantasioso. Ci sono elementi che riconducono vagamente all’inquadramento architettonico.
Vengono anche riprodotte scene di vita quotidiana e ritratti. 39
-MURECINE (età flavia): le figure si stagliano nel nulla. Ci sono elementi decorativi che si
rifanno al mondo egizio. C’è un ritorno all’illusionismo, le figure sono inserite in un contesto
non realistico. C’è uno sfondamento delle pareti come se oltre a queste ci fosse dell’altro.
C’è un ritorno all’utilizzo degli elementi decorativi. Una ricerca virtuosistica di scorci. Vere e
proprie quinte teatrali. La figura qui ricorda una cariatide.
-FIGURINA CON CANDELABRO, POMPEI: ci sono elementi che riconducono
all’inquadramento architettonico. C’è una figurina che sostiene un enorme candelabro
fantasioso. Le fasce decorative sembrano elementi di oreficeria, perché sono finemente
cesellate.
-POMPEI, STUCCO DIPINTO: da l’idea dell’illusionismo. Ritroviamo le quinte
scenografiche. C’è una porta semiaperta. Ci sono figure mitiche messe in ordine sparso.
Ci sono elementi che vengono dall’Egitto, come le sfingi alate.
-CASA DEI CERVI, ERCOLANO (45-79 d.C.): Il nome di questa casa deriva da una
scultura ornamentale che è stata rinvenuta al suo interno. L’atrio è un semplice corridoio e
il primo ambiente importante che si incontra è un grande triclinio situato di fronte al
quadriportico, che determina l’asse principale della casa. E’ straordinario riuscire a rendere
la trasparenza dell’acqua. Abbiamo molti esempi di nature morte. In questa casa c’è la
riproduzione della vita quotidiana. Su un dipinto ci sono frutti, uno dei quali è addentato, e
una brocca piena per metà di acqua. Quindi c’è un elemento verista. E’ rappresentata
anche una dispensa contenente un pollo spennato, melograni e mele.
-BOTTEGA DI UN PANETTIERE, POMPEI (seconda metà I sec d.C.) (vedi pag 25): c’è un
acquirente con un ragazzo davanti al bancone che è messo in obliquo per creare
profondità. E’ una scena di vita quotidiana. Vediamo un fornaio di Pompei seduto su una
bancherella di legno, un chiosco, nel quale sono sistemati cestini e pagnotte e davanti a lui
3 clienti.
-SAFFO, POMPEI (55-79 d.C.): ritroviamo anche ritratti, ad esempio quello della poetessa
greca Saffo. Tiene in mano un libro e appoggia la stilo sulle labbra. Vediamo l’attenzione ai
dettagli, oltre che allo sguardo che trasmette sentimenti. In testa ha una retina con fili di
oro e perline che trattiene i capelli, fatti di riccioli raffinati. Ha anche orecchini e anello.
-RITRATTI, POMPEI: sono ritratti funerari che riproducono personaggi defunti. Si tratta di
una coppia, probabilmente un avvocato di Pompei Terenzio Neo e sua moglie: il
personaggio maschile sembra appartenente al mondo egiziano con il capello tipico a
quello delle popolazioni africane. La figura maschile ha una carnagione più scura, quella
femminile più chiara. Anche questa donna ha la stilo tra le labbra, mentre con la mano
sinistra tiene una tavoletta cerata, e lui tiene in mano un rotolo di papiro chiuso. Non
mancano i gioielli. La donna ha dei riccioli raffinati e occhi enormi. Anche l’uomo ha occhi
grandi. Viene usato il bianco per creare luce. Entrambi si sono preparati in maniera
accurata per farsi ritrarre: sono vestiti bene, pettinati con grande cura.
-PERSEO E ANDROMEDA (65-70 a.C.): abbiamo anche pitture di temi mitologici. Il colore
della carnagione stacca dalla componente femminile a quella maschile (il motivo è lo
stesso del mondo minoico, la donna stava sempre in casa). Qui viene ricreato un contesto
geografico. Le figure si sollevano su pietre. Viene usato il bianco per creare luce.
-ACHILLE E SCIRO (55-79 d.C.): i giochi di luce concentrano l’attenzione sugli sguardi dei
personaggi. Achille si nasconde in vesti femminili per sfuggire al proprio destino.
-PAESAGGIO NILOTICO (55-79 d.C.): il grande Nilo che aveva fatto irruzione nel mondo
romano attraverso il mosaico di Praeneste. Ci sono i pigmei che si danno da fare per
catturare gli animali selvaggi, come l’ippopotamo e il coccodrillo. Vediamo anche 40
complessi architettonici, che però non sono realistici. I pigmei sono deformi: alcuni
giocano, uno viene ucciso dal coccodrillo.
-RISSA TRA POMPEIANI E NUCERINI (55-79 d.C.): affresco dove ritroviamo delle
figurette che sono fatte con un tratteggio a pennello, prive di alcun senso espressionistico,
ma che rendono l’idea del movimento. Viene rappresentato un evento realmente
accaduto: all’interno dell’anfiteatro di Pompei era scoppiata una rissa tra due fazioni: gli
abitanti di Pompei e gli abitanti di Nocera. La rissa fu di tali dimensioni che proseguì anche
all’esterno dell’anfiteatro. A seguito di tale evento, l’anfiteatro di Pompei venne squalificato
per 10 anni. La squalifica però era stata ritirata a seguito del terremoto del 62 d.C. La
pittura è fatta per piccole pennellate. I personaggi sono delineati con macchie di colore e
qualche tratto di luminosità.
-PORTO DI STABIA: i moli si protendono sul mare.
LE ULTIME TESTIMONIANZE: La pittura continua anche dopo l’eruzione del
Vesuvio. Abbiamo una decorazione che proviene da El Fayyum, in Egitto, area da cui
provengono testimonianze pittoriche su tavola, perfettamente conservate perché il clima è
asciutto. Siamo nel III sec d.C. Sono ritratti funerari che rappresentano perfettamente le
fattezze dei personaggi. Ad esempio vediamo un egiziano con la capigliatura riccioluta
anche nella barba. Occhi scuri molto profondi, spalancati, che guardano al mondo
dell’aldilà. Ha una tunica bianca con bordi rossi. Questa è una tempera su legno: è una
tavola che veniva posta sopra la testa della mummia.
-RITRATTI: vediamo una donna appartenente ad una ricca famiglia, con le fattezze più
europee. Vengono rappresentati i gioielli della donna con molta attenzione: la collana è
fatta di pietre preziose incastonate nell’oro. L’altra, invece, è l’immagine di un sacerdote
isiaco, che ha la tunica bianca. Il sacerdote ha una corona che ha un elemento
ornamentale che si collega al culto isiaco. C’è un uso sapiente della luce.
-ALTRI DUE RITRATTI: la figura a sinistra sfoggia una grande abbondanza di gioielli, gli
orecchini sono molto elaborati. L’altra figura è una signora appartenente ad una categoria
sociale inferiore rispetto alla precedente: ha una capigliatura più semplice ed è senza
gioielli.
-TAVOLETTA CON RITRATTO SU MUMMIA: è la trasposizione privata della maschera
funeraria dei faraoni. La tavola ha una cornice dorata.
-ORFEO ED EURIDICE ad Ostia (III sec d.C.): questo dipinto è ambientato tra il mondo
degli inferi e il mondo umano. La porta spalancata collega i due mondi. Orfeo aveva
tentato di strappare Euridice al mondo dei morti.
-ROMA, DOMUS DEL CELIO: siamo alle spalle del colle Palatino. Decorazione che si rifà
ancora una volta a temi mitologici.
TAPPETI DI PIETRA
PAVIMENTAZIONI E MOSAICI NEL MONDO ROMANO:
Realizzazione fatta da piccole tessere di mosaico. E’ una tecnica di rivestimento del
pavimento, in alcuni casi anche delle pareti. Il mosaico era realizzato poggiando sul
cementizio ancora fresco tessere di colore diverso. Più si avanza nel periodo imperiale,
più le tessere diventano grandi. Venivano utilizzati soprattutto nelle terme,