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La scelta di Adriano
Dopo la dinastia dei Flavi, con l'imperatore Traiano, arriviamo ad Adriano: imperatore filelleno, cioè amante della grecità, imperatore molto eccentrico. Grandissimo viaggiatore, non c'è un'area che non abbia visitato. Era stato lui stesso ideatore della sua villa: Villa Adriana di Tivoli. Lui stava soprattutto a Tivoli, un po' fuori Roma. Voleva crearsi uno spazio protetto con aree pubbliche e private, ma è una villa che lui tiene più per se stesso che per gli altri. È un'estensione enorme, circa 200 ettari. C'erano un sacco di vie coperte attraverso le quali l'imperatore si spostava senza essere visto. Ci sono quattro nuclei: - uno più periferico, di Roccabruna, l'accademia; - l'asse dei Canopo; - quello del Pecile, cortile enorme; - l'asse della Piazza d'oro, dove Adriano aveva gli spazi privati. Tutti i nuclei che rispecchiano i luoghi da lui visitati, ad.esempio la Valle di Tempe, che ricorda un'area analoga che si trova in Macedonia. Accanto a questa valle, che è un terrazzamento, ci sono due tempi: uno greco e uno latino. Tutta l'area del Canopo, che comprende un boschetto, richiama l'area del Nilo: si presenta come un lago recintato da un porticato, incentrato sulla parte terminale fatta a volta, dove c'erano statue e giochi d'acqua. Nel Canopo Adriano si circondò di statue, copie di statue greche classiche, come l'amazzone di Fidia e di statue richiamanti l'Egitto, come quella che rappresenta un coccodrillo. Allo stesso modo è stato ritrovato il santuario legato al suo amico Antilo, che lo aveva accompagnato in tutte le sue vicende ed era morto annegato nel Nilo. Quindi aveva creato l'Antinoeion, dove si venerava questo amico, quasi come una divinità. Ritroviamo anche due complessi termali legati alle attività quotidiane e a ridosso delle terme vediamo il Pretorio,
dove abitavano tutti i soldati. Un altro spazio legato al tempo libero è il Pecile, un grande cortile porticato. Poi c'era lo stadio. Tutto il nucleo residenziale aveva come conclusione la piazza d'oro che, attraverso dei propilei monumentali, si collegava a dei cortili porticati sui quali si sviluppavano altri edifici, tra cui le biblioteche, la sala di rappresentanza, la foresteria e il teatro Marittimo. Il teatro Marittimo è il luogo più privato di Adriano, è circolare e ha un porticato di ordine ionico. Poi ci sono gli Hospitalia, un'area di alloggi dedicata agli ospiti, una specie di albergo. Tutti i settori erano congiunti da criptoportici (percorsi sotterranei) che permettevano ad Adriano di muoversi senza essere visto.
L'AREA DEI FORI: Area che avevamo visto avviata da Cesare-Augusto viene continuata dagli imperatori successivi, in particolare i Flavi e per ultimo Traiano. Vediamo la sequenza e la vicinanza di tutti i fori.
La via dei fori imperiali taglia il territorio collegando Piazza Venezia con il Colosseo. Il foro di Augusto lo ricordiamo con la grande barriera muraria.
FORO DELLA PACE, VESPASIANO (74 d.C.): Foro dei Flavi. Ha una forma quadrangolare. All'interno c'è una sequenza di spazi rettangolari. La parte centrale è assializzata con i propilei monumentali, l'altare e il tempio. È la restituzione di una rinnovata pace. Ma c'è anche un legame diretto con il recinto sacro del tempio associato al boschetto: infatti questi spazi rettangolari erano degli spazi verdi. Vediamo anche la curia che è l'elemento di congiunzione con il foro di Augusto. C'è un grande recinto porticato; poi ci sono sedre rettangolari nel perimetro. Sul muro di fondo vediamo il tempio dedicato alla pace: ha una forma quadrangolare con l'abside sul lato di fondo. La dinastia dei flavi sottolinea ancora una volta il tema della pace.
tempio non è isolato, è affiancato da diversi ambienti: due biblioteche, dove venivano conservati tutti i testi di tradizione greco-latina; due ambienti laterali, uno è una sorta di museo e l'altro è la Forma Urbis, dove era conservata la lastra in marmo nella quale era incisa la pianta di Roma. Questo foro separa il quartiere della Suburra e il cuore politico di Roma. FORO TRANSITORIO, NERVA: Poco più tardi avviene la monumentalizzazione di quel piccolo luogo vicino al foro di Augusto. È uno spazio stretto. È transitorio perché è un foro di passaggio tra le due aree monumentali. Il porticato è un finto porticato, con le colonne adiacenti ai muri, non è percorribile e crea proprio l'effetto scenografico del porticato. Inquadra un grande tempio dedicato a Minerva, a pianta rettangolare con un alto podio. Si torna alla planimetria rettangolare allungata, anche per il territorio che era limitato, non si poteva.fare altrimenti. Le colonne sono in ordine corinzio e vengono chiamate Colonnacce. Si conserva il rilievo che rappresenta il mito di Aracne, che vive in Asia Minore, la quale si riteneva più brava della dea Minerva nell'arte tessile. Quest'ultima si traveste per mettere alla prova la fanciulla: entrambe tessono una stoffa, il risultato superiore è quello di Aracne e quindi Minerva la colpisce e la trasforma in un'enorme ragno e passa l'esistenza a tessere le ragnatele. Non si può vincere contro le divinità. Ci sono vari tipi di pavimentazione per sottolineare le diverse parti del foro: travertino, marmo, selce.ULTIMO FORO: TRAIANO (106-113 d.C.):
Ultimo perché non c'era più spazio per costruire, anche perché con Traiano arriviamo ad una fase particolare. Traiano aveva dei bottini di guerra recuperati nella terra dei Daci. Grazie a questo e alla presenza di un grande architetto, Apollodoro, viene progettato per
Traiano un'enorme spazioforense, 300 x 185 m:
Un'enorme piazza porticata allargata in due grandi esedre, si apre sul foro di Augusto ed è parallelo al foro Giulio. La piazza, con l'accesso curvilineo, si chiude con un propileomonumentale per accedere ad un altro edificio, la basilica Ulpia, che chiude completamente il foro. Anche la basilica è allargata in due grandi esedre, quindi torna proprio questo elemento curvilineo. La basilica è un ambiente di passaggio ed è aperta verso altri edifici: c'è un cortile nel quale si trova un'altissima colonna e a fianco ci sono di nuovo le due biblioteche (greca e latina): due edifici su più piani, si poteva salire per leggere la storia narrata in questa colonna traiana. Quello che sta alle spalle di questo complesso è un'invenzione degli archeologi che hanno ricostruito un tempio: un grande cortile a sagoma curvilinea con il tempio dedicato al divo Traiano. Gli scavi
hanno portato a questa proposta costruttiva:
c'è il cortile con la colonna traiana, le due biblioteche e un propileo monumentale. A fianco non c'era lo spazio per la costruzione di un tempio, perché c'era un quartiere. Quindi il tempio di Traiano in realtà non è mai esistito. La colonna traiana oltrepassava l'altezza dell'edificio basilicale. 18 Apollodoro crea anche un altro complesso: i mercati di Traiano. Si adattano perfettamente allo spazio curvilineo dell'esedra.
COLONNA DI TRAIANO:
(vedi pag 32) Si trova nel foro di Traiano, tra le due biblioteche dietro la basilica Ulpia, fu dedicata nel 113 d.C. Fungeva in parte da sepolcro (nel basamento della colonna vennero conservate le ceneri dell'imperatore), ma voleva anche celebrare le due campagne vittoriose di Traiano contro i Daci (abitanti dell'antica Romania). C'è un'incisione di Enea Vico nel basamento della colonna dove troviamo una
decorazione con i trofei di armi. È una colonnato rtile sia all'interno che all'esterno, c'era anche una scala interna che si poteva risalire. La decorazione parte dalla personificazione del fiume Danubio: è una narrazione che si svolge aspirale lungo la colonna. La storia delle campagne daciche viene narrata in 155 scene, che sono separate da caratteristiche architettoniche, ma non da netti contorni, creando una continuità. In queste scene troviamo spesso Traiano, a volte anche Decebalo, il re dei Daci. Ci sono scene che rappresentano la vittoria dei romani sui Daci. I Daci preferiscono uccidersi piuttosto che cadere nelle mani dei romani. I Daci, quindi, vengono visti come un popolo degno di rispetto. Nell'ultimo nastro viene rappresentato l'imperatore Traiano che viene visto sempre alla pari rispetto ai suoi collaboratori, cosa che non accadrà con gli imperatori successivi. - MERCATI DI TRAIANO: Sulle pendici del Quirinale Apollodorodi Damasco progettò un vasto complesso con funzione di mercato, composto da 170 botteghe e uffici collegati da 3 strade e disposti su 6 livelli comunicanti attraverso delle scale. Questi mercati furono costruiti in calcestruzzo rivestito di laterizio, con alcuni dettagli di travertino, come gli architravi delle porte. Nell'area del mercato si incentra tutto questo sistema curvilineo dove si trovavano tutta una serie di botteghe. I mercati monumentalizzavano il pendio del Colle Quirinale. C'è un enorme edificio posizionato su 3 piani, che era il centro direzionale delle transizioni commerciali. La copertura è fatta con volte a crociera. Ogni bottega aveva un soppalco dove alloggiava il negoziante. È un modello che si ripropone anche nelle epoche successive (ad esempio nel Palazzo della Ragione). Questi mercati costituiscono un fondale scenografico straordinario.I GRANDI MONUMENTI
IL COLOSSEO, SIMBOLO DELLA DINASTIA FLAVIA (70-80 d.C)
Il termine Anfiteatro
Deriva da Anfi che significa doppio, come se fosse un doppio teatro. Questo è l'Anfiteatro Flavio, chiamato Colosseo in epoca medievale grazie alla sua vicinanza con il Colosso di Nerone. Venne iniziato da Vespasiano nel 70 d.C., Tito continuò a costruirlo, Domiziano lo completò nei primi anni '80 del I sec d.C. Il teatro greco viene ripreso e modificato dai romani, non vengono più utilizzati i pendii. È fatto di muri anulari, collegati tra loro da una serie di altri muri. L'area del Colosseo era un avvallamento. Ci sono tre ordini architettonici sovrapposti (dal basso verso l'alto): rispettivamente dorico, ionico e corinzio. Negli archi c'erano statue. In più c'è un attico che era decorato con medaglioni clipei. La pianta è ellittica, per avere una maggiore estensione delle gradinate. Si poteva guardare in tutte le direzioni. La parte sommitale sosteneva la copertura: un tendone enorme che era scorrevole,
Si poteva aprire o chiudere. Abbiamo anche un monumento funerario della famiglia degli Haterii: ritroviamo una serie di monumenti appartenenti alla Roma imperiale, tra cui appunto il Colosseo.