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Durante l'epoca geometrica non vengono ancora costruiti grandi templi ed edifici pubblici destinati alla
comunità, , a tale scopo vengono lasciati liberi spazi aperti, ma poi nasce il concetto di Tempio, struttura
ignorata nel mondo miceneo, dove il culto era celebrato all'aperto,con semplici altari. Adesso i templi sono
ambienti quadrangolari, simili alle case, spesso sono hecatònpedon, con pareti formate da tralicci e un altare
con sopra statuette di bronzo delle divinità.. Un'occasione di crescita per l'artigianato viene data della nascita
dei culti panellenici e dei rispettivi santuari, ove vengono portate offerte pregiate, che scompaiono delle
sepolture, . In diversi santuari abbiamo trovato un altro elemento donativo: il tripode di bronzo, un calderone
usato per riscaldare l'acqua e cuocere i cibi. In tutto questo periodo si mantiene l'idea di MITO miceneo, e di
culto degli eroi, che omerici o meno, che diventano anche appetibili antenati fondatori delle famiglie più in
vista. Gli usi funerari non cambiano molto: , con la prevalenza per l'inumazione. Ad Atene i corpi vengono
sepolti, e si diffonde l'uso di grandi vasi come stele: i corredi funebri sono perlopiù costituiti da lamine d'oro
lavorate a sbalzo e fregi di animali. Sembra che in un primo periodo l'arte greca si sia ispirata molto a quella
orientale, ripartendo da zero in branche come la glittica e la toreutica, ed imparando dagli orientali l'uso
dell'avorio. L'arte in cui però la Grecia eccelle in questo momento è la ceramografia, , con l'inizio della
TARDA ETA' GEOMETRICA (770/760), dove appaiono temi narrativi, bellici o funebri. L'artigianato
corinzio conosce un grande successo, soprattutto coi vasi di piccole dimensioni (aryballoi,) e coppe
(kotylai), la cui decorazione è semplice, basata su motivi lineari, ma gode di un grande successo
nell'esportazione. In Laconia la ceramica non conosce prestigio, a differenza della toreutica autrice di
numerosi bronzetti dedicati alle divinità, poco plastici ma ben articolati. I ceramisti Argivi si dedicano a vasi
di grande dimensione, mentre i ceramisti euboici non sono male, ma la loro arte è in crisi durante la guerra
fra Calcide ed Eretria per la pianura fra i due centri. La Beozia non ha fermenti innovatori, ma presenta
splendide fibule in con staffa quadrangolare ampliata in una lamina ad incisione., con raffigurazioni
belliche, soprattutto del ciclo di Eracle.. Creta continua ad essere fiorente, utilizzano la pietra nell'edilizia, là
è stato trovato il TEMPIO DI DREROS, dell' VIII secolo, con pianta rettangolare un focolare al centro e una
banchina di pietra come altare in fondo. Le sepolture son ancora collettive e il rito funebre più diffuso è la
cremazione
CAPITOLO 5- L'ARTE ORIENTALIZZANTE: la crescita demografica pone le basi per una più vasta
circolazione dei beni, visto che i Greci cominciano a battere le rotte fenicie, raggiungendo territori lontani e
fondandovi là colonie (es: Pitecousa). Nasce una classe di commercianti, incoraggiata dall'aristocrazia,
interessata al ruolo di intermediario fra loro e la plebe che essa poteva ricoprire; la mobilità sociale era
maggiore, le città-stato si stavano consolidando bene, con gli aristocratici che erano confluiti nelle
assemblee senza perdere il proprio prestigio. Lo sviluppo urbano procede a grandi passi, soprattutto nelle
colonie, dove il terreno agricolo viene diviso senza pre- condizionamenti. Gli artigiani compresenziano a
questo clima di cambiamento, ispirandosi all'arte orientale, di gran moda nel VII secolo, facilitata dalla
facilità degli scamai e dalla superiorità qualitativa dei manufatti del vicino oriente. La diffusione di
quest'artigianato fu facilitato anche da eventi politici, come la migrazione dei fenici verso Occidente, sotto le
spinte assire, o l'uso di mercenari greci del faraone Psammeitichos I. L'importazione dei manufatti andava
di pari passo con l'imitazione e la reinterpretazione di essi, soprattutto bronzi, avori e scarabei. L'oreficeria
fu ampliamente ispirata all'oriente, soprattutto nelle officine di Rodi e delle Cicladi, rinomate per
l'eclettismo e la capacità tecnica esemplare. Diffuse erano le STEATITI, pietre gemme a forma di lente o
mandorla incise su pietre tenere. Non tutte le branche dell'arte greca del periodo riportano influenze
dall'Oriente: le fonti letterarie ci tramandano il nome di DEDALO, ateniese di nascita, ma fuggito a Creta,
maestro e inventore della plastica. Le statue di stile dedalico, che ricalcano alcuni modelli orientali (potnia
theròn) vengono rielaborati e resi più realistici. Alter fonti attribuiscono a Dedalo anche l'invenzione della
statuaria di grandi dimensioni, in gran voga in Attica. diffuse a partire dalla metà del VII secolo. Molte
vengono usate a scopi funebri, come la statua di Nikandre di Naxos,. Queste statue presuppongono una
committenza agiata per l'alto costo e maestranze esperte nella lavorazione del marmo, che provengono
dall'edilizia. Dal punto di vista architettonico nascono i templi di grandi dimensioni, come l' Heraion di
Samo. Nella ceramica si esaurisce il geometrico, privo di elasticità e naturalismo, e si fa spazio a
raffigurazioni mitologiche (Odisseo che acceca Polifemo, il giudizio di Paride eccetera). Riguardo gli usi
funebri in Attica si torna a cremare i morti esattamente sopra la fossa e con loro vengono bruciati i vasi
funebri. Il corredo spariscono per fare spazio alle statue. Nel Peloponneso i centri più dinamici sono quelli
nord-orientali, In Argolide si producono ceramiche sia geometriche che a carattere figurativo. Nelle Cicladi
spicca Paros per le ceramiche policrome, mentre Creta è il fulcro di uno scambio fra tradizioni insulari e
istanze orientali, ha una toreutica di alto livello. Il mondo greco orientale resta per molto tempo fedele ai
modelli geometrici, perché le città dell'Asia Minore sono più impegnate militarmente: la qualità dei loro
vasi, fatti nelle officine di Chios, Rodi, Samo, Mileto, non è eccellente, ma sono comunque carini, mentre le
città greche occidentali hanno un artigianato più provinciale.
CAPITOLO 6- L'ARTE ARCAICA: La società greca è più ricca e multiforme dopo il VII secolo, e
sperimenta nuove forme di governo (Tirannide) e di affermazione sociale. C'è un periodo di crisi, dovuto
alle minori risorse disponibili, che ebbe come conseguenza l'indebitamento dei ceti subalterni e la loro
riduzione in schiavitù, mercato assai ghiotto per i commercianti (pirati a tempo perso) che battevano il
Mediterraneo. A livello militare riscosse grande successo la tattica oplitica, che portò un enorme mutamento
nell'arte bellica: i guerrieri non combattevano più in scontro privato, ma insieme agli altri opliti, di ceto
inferiore. Nacque così una sostituzione del duello per garantire l'affermazione dell'aristocratico: la gara
sportiva. Gli agoni erano veri e propri palchi per i nobili, che testavano così il proprio valore atletico,
ottenuto con allenamenti estenuanti, perpetrabili grazie all'inattività lavorativa, ed erano anche posti adatti
allo sfoggio della ricchezza, soprattutto dei carri costosissimi. I cittadini di rango inferiore, avendo un ruolo
più attivo in battaglia, lo richiedevano anche in politica. Venne coniata una moneta più o meno in ogni parte
della Grecia, che avevano convertibilità metallica, e che venivano utilizzate per pagamenti. Am Anche il
banchetto aveva una grande importanza sociale, dal momento che là gli aristocratici socializzavano e si
confrontavano su questioni politiche, economiche o culturali: erano spesso, tuttavia, anche lo scenario di
relazioni omosessuali e pederaste, nate per educare il giovane efebo all'amore, ma anche per rendere più
compatta la schiera dei giovani dediti all'addestramento militare (quindi reclusi in caserme). All'aristocrazia,
a cui comunque continuava a far riferimento la cultura, subentra la tirannide, che capisce subito il ruolo
chiave che ha la cultura nell'affermazione personale. In diverse poleis governate d tiranni vediamo un
incremento dell'edilizia e fenomeni di mecenatismo. Gli artigiani, da parte loro, avevano sempre goduto di
una posizione altamente subordinata ai committenti, ma il loro prestigio sale in questo periodo, tanto che
alcuni si fanno addirittura fabbricare statue d da porre sull' Acropoli, in segno della loro bravura e ricchezza.
La mobilità degli artigiani, spesso itineranti, aiuta i modelli a diffondersi, creando mode, come quella del
kouros e della kore: il primo è la statua di un giovanotto, nudo, dotato talvolta di armi, simbolo dei valori
tipicamente aristocratici, mentre la kore, la fanciulla vestita col peplo o col chitone, è più interclassista come
modello. Esse rappresentavano la ragazza nel fiore degli anni, nel momento precedente o vicino alle
NOZZE, centro della vita aristocratica, poiché sancivano alleanze e congiungimenti di patrimoni. Oltre a
questi due esempi si trovano vari tipi di ricerca espressiva, la distesa dei kouroi, la sorridente delle korai e la
ferina delle gorgoni, spesso protagoniste dei frontoni dei templi. Le statue votive furono talmente diffuse che
in diversi templi si usò costruire stoai adatte a contenerle. Con la costruzione di grandi templi si ha anche la
nascita della narrazione continua o meno sui fregi e sulle metope e dei frontoni. Riguardo alla ceramografia
Atene conosce un periodo aureo già dalla fine del VII secolo, quando le officine vascolari ateniesi si
uniformano ai modelli corinzia dal punto di vista sia tecnico che decorativo. All'inizio del VI secolo la
produzione si sposta su vasi dalle dimensioni contenute, dipinte con mostri e animali in serie, mentre dai
modelli corinzi prendono crateri a colonnette e coppe a labbro distinto, decorate con comasti o con scene
tratte dal mito. Un autore bravissimo nel decorare coppe è Kleitias, il quale però è capace anche di creare un
capolavoro come il Vaso Francois. Altri nomi importanti sono Nearchos, vasaio e pittore, che porta i vasi
della sua officina a superare in qualità quelli corinzi, . Con l'avvento della tirannide dei Pisistratidi
(561/511) gli artigiani vengono incoraggiati ad aprire loro scuole e botteghe, come Lydos, monumentale o il
pittore di Amasis, più elegante o Exeikias, dalle figure austere e dal disegno raffinato. I temi raffigurati sui
vasi a figure nere non sono casuali: speso si ricorre alle gesta degli eroi, come Eracle, simbolo delle famiglie
nobili, o lotte con mostri marini (allegoria alla navigazione verso paesi lontani) ha molta fortuna anche il
tema dionisiaco, e spesso, soprattutto nei crateri e nelle coppe, viene raffigurato il suo seguito in preda
all'ebbrezza, anche perché Dionisos ha un nuovo attributo: divinità pre