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TEIII B).
Il culto dei morti e la religione a Creta è testimoniato dal sarcofago di Aghia Triada e dalle offerte votive rinvenute nei
luoghi di culto quali santuari (Petsofa, Zakro e Monte Juktas), grotte (Kamares) e cappelle. La grande presenza di
bipenni, alberi e pilastri dimostra che erano oggetti di venerazione. Dai sigilli e anelli emerge il culto della dea madre
(processione di una donna importante e di donne al seguito), dea della fertilità, ma poteva anche essere della casa. Le
statuette della dea dei serpenti sono una versione sofisticata di tale divinità. Le cappelle erano arredate con panche,
tavoli per le offerte in pietra e terracottta, vasi in pietra e terracotta, ceramicge dipinte. Attestato anche l'uso dei
sacrifici animali (resti a Kato Syto assieme a vasi di terracotta per le libagioni), ma anche umani (Monte Juktas, resti di
uno scheletro sopra una bassa piattaforma, risalenti al 1600 a.C.; Cnosso resti di fanciulli del 1450 a.C.). si effettuavano
anche cerimonie di iniziazione, come dimostrano le pitture parietali di Thera.
Il TMIII (1375-1100 a.C.) in cui forse Creta sarebbe stata una colonia dei Greci continentali. Fu cmq un periodo
tranquillo. A Commo si registra la presenza di un importante edificio, probabile magazzino per merci o rimessa di
barche, in pietre squadrate e pietrisco, col tetto piatto e la struttura in legno, gallerie lunghe con finestre.
Le Cicladi conoscono una forte influenza minoica, pur mantenendo elementi propri della loro tradizione. Il sito di Aghia
Eirene a Keo è molto prospero nella prima fase del tardo bronzo, con un certo sviluppo edilizio. Di questo complesso fa
parte un santuario che ci ha dato numerose statue di terracotta. A Melo, invece, abbiamo la terza città di Filakopi. Vi è
una cinta di fortificazione e le mura dell'edificio sono in pietrisco, con sporadici blocchi in basalto e calcare. L'edificio
maggiore aveva una probabile funzione amministrativa (rinvenimento tavolette con lista delle derrate). Le case private
erano a due o tre vani e le strade che collegavano le parti della cittadina erano poco più che sentieri. Da qui
provengono frammenti di affreschi, fra cui il famoso affresco dei pesci volanti (TBI), blu e gialli che nuotano in varie
direzioni, tra le rocce stilizzate e la spuma del mare. Il carattere naturalistico e di movimento dell'affresco denota una
chiara influenza minoica, anzi pare che molti membri del commercio, amministrazione, edilizia e arte nelle Cicladi
fossero minoici. Assieme alla diffusione vasta delle cercamiche di Kamares, non solo nelle Cicladi, possiamo anche dar
credito a quanto riporta Erodoto o Tucidide circa una talassocrazia esercitata da Creta in fase palaziale.
La ceramica cicladica, pur mantenendo elementi tradizionali come la brocca con beccuccio e tettine, l'askos e le
brocche monoanse, accoglie elementi della produzione vascolare minoica, quali i rhyta oppure:
coppa da Thera (TBI) con motivi floreali;
brocca dal corpo rotondo da Thera (TBI) con decorazione marina; delfino anche se qui più simile a uno squalo
con occhio quasi aggressivo e muso appuntito.
La quarta città di Filakopi, invece, presenta caratteri micenei: edificio centrale in posizione dominante, con un megaron
edificato sopra l'edificio di filakopi III, un corridoio che portava a una corte, una cappella e delle mura difensive
rafforzate. L'edificio è databile ai primi del XIV a.C, quando la cultura micenea si espandeva al di fuori dei propri confini
Thera è un sito importante: Akrotiri venne nascosta dai detriti dell'eruzione vulcanica → case una vicina all'altra, dai
2/4 vani, uno o più piani, piene di finestre. In un edificio chiamato Xeste 3 uso di pilastri, porte, pozzi di aerazione e
bacini lustrali indicano influsso minoico. Lo strato MC di Akrotiri (distrutto nel MCII = MM III Cnosso) presenta
ceramiche di Kamares e utensili a pittura opaca provenienti dal continente.
Per gl affreschi, sono state ricostruite stanze intere, con alcuni elementi di novità come bambini al pugilato e antilopi,
ma sostanzialmente l'uso dei colori e la tecnica e i modi della pittura sono di chiara influenza minoica:
Affresco giovane sacerdotessa (TBI) in posizione eretta, indossa una lunga e pesante veste, collana, orecchini
e bracciali, acconciatura particolare ed elaborata; tiene in mano un incensiere d'argilla;
paesaggio con rondini (TBI): si estende per tre pareti; interesse naturalistico tipicamente minoico e totale
assenza della figura umana; rocce policrome, i gigli bicolori e le rondini raffigurate a coppie (stagione amori).
In base agli scavi del sito, il terremoto che avrebbe distrutto Thera è del 1500 a.C, seppellendo le case con pomice e
cenere; il centro dell'isola collassò e ci fu una grossa esplosione e una serie di piogge di detriti e temporale generato
dal gas fuoriuscito con l'eruzione. La potenza del terremoto fu devastante. Per un po' di tempo si è pensato che
l'eruzione a Thera abbia provocato la distruzione dei palazzi cretesi, ma in realtà la distruzione avviene un secolo dopo.
Provocò probabilmente danni e a Creta è stato rinvenuto uno strato di detriti vulcanici di Thera.
Grecia continentale il passaggio dal medio bronzo al tardo bronzo è segnato dai circoli tombali rinvenuti a Micene. Essi
ci mostrano i segni di una società guerriera, che nella prima fase del TB si impadronì del potere e si strutturò in una
società fortemente gerarchizzata. Le tombe dei due circoli tombali erano quasi esclusivamente di due tipi:
a cista: rettangolari, rivestite con lastre di pietra;
a fossa: rettangolari, maggiore profondità, pavimento in ciottoli, pareti in pietrisco.
I circoli stavano al di fuori delle mura di fortificazione, ma pare che il circolo A sia stato successivamente inglobato a
seguito dell'espansione delle mura nel XIII a.C. Tutte databili al 1650-1450 a.C. Ogni tomba aveva una stele (lastre
verticali) per indicarne la presenza.
Il circolo A venne scoperto da Schliemann nel XIX e consta di 6 tombe a fossa circondate da un muro circolare di
blocchi calcarei e pietrisco. Vi erano sepolte 19 persone. La prncipale è la IV tomba con misure di 6x4. Il corredo
funebre di tali tombe è ricchissimo; anelli con sigillo in oro con scene di caccia e combattimento (IV tomba TEI); rhyton
dorato a forma di testa di leone; coppe e gioielli in oro (orecchini, diademi, bracciali, pendenti, ornamenti di vesti);
pugnali da cerimonia con scene di caccia, leoni e scene nilotiche:
lama pugnale in bronzo con con incrostazioni in oro, argento e niello, con la scena di una lotta con i leoni;
maschera funeraria in oro (tomba V TEI): trovata sopra il volto di un defunto, come a volerne conservare per
sempre il ritratto; l'espressione è piuttosto solenne. Schliemann si convinse che quel volto doveva essere del
leggendario Agamennone (cosa da escludere, per datazione). In tutto sono state ritrovate 5 maschere. Si è in
seguito messa in discussione l'autenticità, presentandola come un lavoro commissionato dallo stesso
Schliemann.
rhyton in argento a testa di toro con narici/corna/rosette ornamentali in oro (influsso minoico); armi da
guerra e spade in bronzo di oltre un metro. Chiaramente è mostrato come si trattasse di una civiltà di
guerrieri: ipotesi che fossero mercenari in Egitto nel XVI a.C e pagati in oro, cosa che spiega le scene nilotiche
di alcuni oggetti. Si esclude l'arrivo di nuove genti in Grecia, perché non ci sono differenze archeologiche dei
siti. Sicuramente avevano contatti con le altre civiltà, compresa la cretese (toro al galoppo volante lo
ritroviamo nei pugnali e pannelli in oro; figure che cacciano i leoni rasate e vita sottile → lavori minoici
esportati o lavori su commissione).
Il circolo B è meno ricco, 24 tombe (14 a fossa), cinte da un muro circolare in pietre grezze.
Le ceramiche rinvenute nelle tombe sono la minia e quella a pittura opaca del ME. Ci sono anche ceramiche di
influenza cretese (figura anfora a tre anse), ma come detto prima, schemi molto più rigidi.
Architettura: La cittadella fortificata di Micene domina la piana di Argo ed è costituita da imponenti mura di
fortificazione, che in origine non compredevano né la porta dei leoni, né la parte nordorientale. La porta venne
aggiunta nel 1250 a.C, quando venne ampliata la cinta muraria per inglobare il circolo tombale A. La porta segnava
l'ingresso dinfensivo della città ed costituita da 4 blocchi di pietra massicci: l'architrave era sormontata da un blocco
triangolare sottile (triangolo di allegerimenti: libera l'architrave dall'eccessivo peso) in cui compaiono due leoni
contrapposti. Le mura, invece, erano ciclopiche. Al lato della Porta, un bastione aggettato (all'infuori) doveva difendere
la struttura. Il palazzo sorge sulla collina: ha una forma rettangolare, l'entrata al centro del lato minore; un portico in
antis; un corridoio d'accesso affianca il megaron (sala di rappresentanza con un focolare al centro, colonne e un trono).
Le stanze sono strutturate in modo rigido e statico (vs minoico con porte e pilastri). Accanto al palazzo vi era un'area di
culto con una scalinata, colonne e alcune piattaforme su cui era posto un idoletto femminile di 60 cm. La zona di culto
era collegata al palazzo da una stanza, dove sono state trovate altre statuette femminili (16); era decorata con affreschi
(noto quello di una dama che tiene in mano forse fasci di grano; tre pannelli con figure umane); un'altra stanza, a L,
con vasi del TEIIIB, lavori non ultimati in avorio, una cappella composta da una piattaforma in un angolo con figure
dipinte.
Nuovo tipo di tomba, detto a Tholos (prima comparsa nel XVI a.C Peloponneso) formata da una camera a cupola. La
sua origine non è chiara: forse sviluppo delle tombe minoiche del III millennio? Sviluppo di forme indigene? Non
sappiamo. Il principale esempio di tholos è il Tesoro di Atreo (1250 a.C.), posta sul fianco del colle e accessibile tramite
un passaggio scavato nella roccia. La facciata originaria prevedeva due colonne in marmo verde, incassate e scolpite
con motivi a V rovesciata e spirali, con capitelli dalla decorazione simile (di influenza minoica). Sopra la facciata vi
erano altre due mezze colonne in marmo rosso, con decorazione a spirali suddivise in bande diagonali. L'architrave era
formato da due blocchi massicci e vi era il triangolo di allegerimento, anch' esso decorato con bande orizzontali di
spirali. Entrati nella tomba vi è un lungo corridoio che porta alla cupola, sostenuta da mensole in pietra. Manca
totalmente l'uso flessibile dello spazio tipico della civiltà minoica.
La cittadella di Tirinto sorge a sud est di Micene, vicino al mare; difesa da mura ciclopiche (XIII); a nord vi è una
cittadella inferiore con delle cappelle e un accesso a due cisterne sotterranee. Più a sud vi è il megaron (XIII); altre due
entrate, due propilei, ingressi monumentali che conducevano al cortile centrale.
La cittadella di