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Estratto del documento

Isola di su Cardulinu, più o meno collegato con la terra ferma in base alle maree, sito nel quale fu rinvenuto

il cosiddetto Tofet dell'insediamento, con urne databili al 7-6, con resti di bambino, ma con assenza di stele

votive, che caratterizzano il Tofet di per se (si ipotizza che il Tofet sia stato abbandonato prima della

diffusione delle stele votive, che si presentarono in una fase successiva alla loro fondazione).

1. Tombe a incinerazione in fossa, primaria, con corredi funerari; hanno forme differenti, lunghe da

contenere un individuo adulto disteso. I corredi ceramici sono interessanti, rappresentano gli oggetti

standard delle tombe, ma anche oggetti di importazione (buccheri etruschi, ceramiche di ispirazione

greca, punte di lancia in ferro, varie armi riferibili ad un ambito fenicio: interpretazione discussa della

presenza di armi, forse indicava l'appartenenza del defunto all'ambito militare, oppure mostra

l'acquisizione di costumi funerari diversi dall'ambiente autoctono)

2. Tombe a cista litica, come nell'insediamento di Portoscuso, con incinerazione secondaria e corredo

Nora:

Insediamento di estrema importanza, più ad est, in direzione di Cagliari, su un promontorio con ispirazione

commerciale. Nome antico dell'insediamento, documentato in Cicerone ed altre fonti classiche; presente

anche nella Stele di Nora, che cita un tempio dedicato ad una divinità cipriota, quindi insediamento molto

antico. Vi sono anche testimonianze di età romana: teatro, settori abitativi della fase romana.

Noto da tempo, questo insediamento subì vari scavi: nel 1890 circa, ci fu una violenta mareggiata che messe

in luce i resti del Tofet: urne incinerarie insieme a moltissime stele, mal interpretato inizialmente perché si

ritenne di aver scoperto una necropoli ad incinerazione punica (questo errore perché il Tofet di Cartagine

non era stato ancora scoperto). Andarono perdute varie stele ed urne, trafugate e perdute.

- Planimetria generale, nucleo principale visibile di età romana

- Nucleo fenicio, rinvenuto pochi decenni fa: settore dell'abitato denominato Area P, in corrispondenza del

foro romano, al di sotto di questo (7-6 secolo, datazione fatta grazie alla ceramica). Lo scavo permise di

interpretare le prime fasi come provvisorie, costituito da strutture posticce, lignee, gradualmente sostituite

da edifici in muratura, forse insediamento stagionale funzionale al commercio costiero, poi divenuto di

carattere urbano.

- Sono stati rinvenuti corredi funerari smembrati, che testimonia la presenza di una necropoli ad

incinerazione.

- Tofet, datato 6-5 secolo, testimonianza dello sviluppo tardo dell'insediamento in senso urbano.

- Tombe a camera scavate nella roccia, con pozzo verticale di accesso, di epoca Punica, variante della

classica entrata con scalinata

- Area sacra, nel promontorio di Nora: sono almeno tre:

1. Alto luogo di Tanit, rinvenuto grazie a reperti trovati sulla superficie: bettilo, raffigurazione della

divinità; altri scavi hanno reinterpretato questo settore, in senso difensivo, quindi facente parte delle

fortificazioni urbane

2. Santuario di 'sa punta e su coloru', dove venivano svolti culti ad una divinità salutifera, di età romana

(Eshmun fenicio, Esklepio greco, ). Le testimonianze architettoniche sono di età romana, ma forse

era presente un culto precedente; è stato rinvenuto un elemento architettonico in pietra che presenta

analogie con il Maabet di Amrit (parallelepipedo con decorazione egittizzante, al centro della

piscina), rinvenuto fuori contesto, ma associato ad un tempietto denominato Maabet di Nora, non

conservato

3. Area sacra del Coltellazzo; fase più antica del 6 secolo, quindi quando Cartagine già dominava la

Sardegna. Ha un recinto e una piattaforma lungo il lato, senza epigrafie e poca documentazione che

lo fa riferire ad una divinità specifica.

Tharros:

Sorge nella penisola del Sinis, sul golfo di Oristano, in un promontorio tipico delle fondazioni fenicie-

puniche.

Questo golfo è un'area molto insediata nella fase fenicia, perché presenti anche altri centri, come quello di

Othoca e Neapolis, che presentano particolare interesse dal punto di vista toponomastico (Othoca deriva da

una radice che significa 'la vecchia', riferita a Uthica in Tunisia, in contrapposizione con l'altra città, cioè la

'città nuova', forse calco greco del nome precedente fenicio, Cartadash, nome anche di Cartagine).

Fondata intorno al 7 secolo, formata da due nuclei abitativi, uno a nord dove sta ora Giovanni di Sinis, e a

sud, su Capo San Marco: non si devono essere fuse, grazie alla presenza di due necropoli, distinte e riferite ai

due nuclei; il Tofet è a nord dell'abitato, nella collina di Muru Mannu.

• Planimetria generale dell'abitato romano e del Tofet, mentre il tessuto abitativo Punico è molto ridotto,

anche se sono presenti resti di edifici di questa età (tempietto K, tempio semicolonne doriche, tempio gole

egizie, tempio di Demetra e Kore, tempio di tipo semitico)

• Tempio delle semicolonne doriche, con decorazione di semicolonne scanalate, di ordine dorico, ricavate a

rilievo su facciate di un basamento roccioso, dove doveva sorgere il tempio vero e proprio (=architettura

in negativo).

• Nelle necropoli, sono state trovate tombe ad incinerazione secondaria in fossa, di epoca arcaica

4 marzo 2015

Rituale funerario:

Fase fenicia: a partire dall'ambito fenicio, il rituale più diffuso è l'incinerazione, anche se sono presenti

tombe ad inumazione (fino all'avvio dell'espansionismo cartaginese).

6 secolo, fase Punica: si diffonde in modo sistematico l'inumazione, in tombe a camera, anche se rimangono

casi di incinerazione, che torna negli ultimi secoli.

4 secolo: ricomparsa dell'incinerazione secondaria, su urne deposte anche all'interno di tombe a camera

(rituale influenzato dai greci).

2-1 secolo: quando la Sardegna è la Sicilia sono nell'orbita romana, si diffondono tombe ad incinerazione

primaria, grazie all'influsso italico.

Monte Sirai rappresenta il simbolo di questo passaggio funerario rituale, ed è stato utilizzato spesso in

letteratura per mostrare questi diversi modi di sepoltura. L'opinione prevalente dichiara che l'arrivo

dell'inumazione si deve all'arrivo di Cartagine, nelle isole italiche; i recenti scavi hanno composto un quadro

diverso, perché alla fine del 6 secolo anche ad oriente si diffonde l'inumazione, cosa che non porterebbe

obbligatoriamente alla sua nascita ad occidente grazie ai Cartaginesi.

Tornando a Tharros:

Scavi di Murru Mannu, in un'area contigua al Tofet: il nome significa 'grande muso'; negli anni 70 sono stati

avviati gli scavi, quando Murru pensavano significasse muro. Lo scavo poi si estese lungo le muro

settentrionali, cosa che portò a grandi scoperte: struttura muraria che fu interpretata successivamente, messa

in connessione con l'impianto delle mura (ristrutturazione), pianta articolata, la cui costruzione era stata fatta

a danni di strati precedenti, che documentavano un uso produttivo precedente (strati carboniosi con scarti di

scorie, produttivi del ferro, fuori contesto, tuyère cioè tubi in terracotta che passavano nelle pareti delle

fornaci, dove veniva ridotto il metallo, utilizzati per soffiare l'ossigeno all'interno). Sulla base della

documentazione acquisita su questa trincea di fondazione del muro, si è datato al 4 secolo circa,

ristrutturazione avvenuta a discapito di un'area utilizzata per altri scopi, strettamente collegata al Tofet

(produzione di manufatti come amuleti, legati ai rituali). Questa struttura muraria fu ricostruita utilizzando

muri Punici, quindi con iscrizioni puniche, provenienti da strutture templari del Tofet stesso.

• Necropoli meridionale: scavata nel 2001; tomba a fosse ed a camera, di età Punica, ad inumazione. Sono

presenti però anche tombe a fossa più antiche, già violate in antico, risalenti al 6 secolo, alla fase arcaica.

Dromos gradinato con chiusini ancora in sito, spezzato alla sommità per permettere l'ingresso dei

tombaroli; ha subito interventi di escoriazione, nel 1800, quando a Cabras si scatenò una corsa all'oro,

finalizzata al recupero dei corredi delle tombe, costituiti da gioielli in oro ed argento (tutto lecitato dai

funzionari del ministero e dei musei sardi).

Othoca:

Cioè la 'città vecchia', come Uthica vicino a Cartagine, in Tunisia. Questo insediamento è situato a Santa

Giusta. Sorge in prossimità di una laguna, che si affaccia sul golfo di Oristano, dove sono state ritrovate

anfore contenenti resti delle merci che dovevano esser esportate (carni e pesce, noccioli di frutta secca),

luogo che ha fatto pensare al porto della cittadina, anche se non sono stati trovati resti archeologici. Non

conosciamo molto l'abitato, visto che al di sopra sorge quello attuale: settore delle mura di fortificazione,

abitato dell'antico, necropoli (situazione meglio nota):

- Necropoli, che non presentano tombe a camera, a causa della geografia del sito, dove non vi erano banconi

di roccia finalizzati allo scopo.

Tombe ad incinerazione arcaica, della fase fenicio, secondaria, su tombe a fossa; il corredo era formato

• da cooking bot, cioè pentole tipiche del corredo arcaico, oltre che brocche biconiche e con collo a fungo.

Tombe di età Punica, riferite al tipo a fossa o a cassone

• Tombe a camera costruita, che testimoniano un impegno maggiore e una capacità economica del

• defunto; costruite all'interno di una fossa, dove veniva costruita con blocchi di arenaria una camera, alla

quale si accedeva tramite un pozzo: di questa tomba si è persa la localizzazione. Un'altra è ancora

visitabile, utilizzata anche in età romana. Tipo tombale di origine orientale, si trova anche ad Khoziv, nel

sud della fenicia, a Salamina, a Cartagine, nella penisola iberica.

Diffuso fu il rito di incinerazione nella fase fenicia, quella inumazione nella fase punica: una tomba a

cassone, con sarcofago costruito con lastre di pietra, di età arcaica, presentava tre deposizioni integre

successive, tutte ad inumazione (dal 7 secolo alla fase romana); i materiali rinvenuti di corredo più antichi

permettono di datare al 7 secolo le deposizioni. Questo dimostra che la fase che si riteneva pertinente al rito

dell'incinerazione, ha mostrato invece una diffusione anche del rito dell'inumazione (gli studi precedente del

Monte Sirai avevano impostato preconcetti, che si stanno sdoganando).

I due rituali quindi convivono, in età fenicia, con una leggera prevalenza dell'incinerazione.

Forse, le prime fasi sono riferibili ad individui fenici, i successivi ad individui Cartaginesi: problema ancora

aperto e in discussione.

Antas:

Insediamento Punico che non presenta una fase

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
55 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/06 Archeologia fenicio-punica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Floh di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia fenicio punica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Secci Raimondo.