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FONTI PER LO STUDIO DELLA STORIA FENICIA E PUNICA

Le prime attestazioni di frequentazione del sito sono attestate fin al VImillennio a.C., mentre per la fase proto-urbana al IV millennio a.C. e poi soprattutto nel III millennio a.C.

Esiste una forma di mobilità molto intensa da parte di componenti egiziane che hanno una straordinaria rilevanza non soltanto dal punto di vista della trasmissione di modelli che possano essere recepiti sul piano della produzione artigianale come i temi figurativi. Sono elementi nilotici che risultano profondamente assorbiti dal versante gublita in particolare l'adesione agli schemi e alle modalità di costruzione del protocollo regale ripreso da quello faraonico. Il cerimoniale ripetuto dai dinasti gubliti ricalca quello faraonico, a partire dalle vesti che i sovrani indossano in occasioni di rappresentanza, quando è essenziale che il messaggio politico veicolato alla comunità venga trasmesso anche attraverso.

Una comunicazione visiva inequivocabile. Il sovrano atteggiato come piccolo faraone di fatto trasmette il proprio potere assoluto e si qualifica come sovrano divinizzato.

La necropoli K, nell'estremità orientale, doveva trovarsi al di fuori delle mura. Attualmente è sotto un podio e fortezza achemenide. La necropoli è destinata ai notabili e ai membri della corte, integra il quartiere funerario localizzato nella porzione nord-orientale dell'altopiano, specificamente in corrispondenza della 'necropoli reale', in cui si trovano ipogei e tombe a pozzo, risultano destinate ai sovrani dell'età del Bronzo.

La necropoli reale documenta la fase del Bronzo Medio, in cui l'incidenza egiziana è vistosa.

Biblo in questo periodo detiene il monopolio del legno di cedro e il tempio della Baalat assume un ruolo di santuario pan-mediterraneo, identificata come una sorta di dea madre mediterranea, che dal punto di vista egiziano ricalca le

Prerogative di Hathor. Nelle cancellerie faraoniche si fa riferimento ad Hathor, Signora di Biblo. Nelle epigrafi su pietra, troviamo nella città la divinità chiamata 'Baalat Gebal', cioè Signora di Biblo. La fisionomia più antica della Baalat potrebbe non essere stata distante da Hathor, munita di parrucca a volute e corna di vacca. Le vestigia dell'età del Ferro potrebbero essere sotto la città di età moderna che circonda l'acropoli, sotto il castello dei crociati dove dovrebbe trovarsi verosimilmente il palazzo reale.

Interessante è la fase di formazione dell'alfabeto, solo apparentemente svincolato dal sottofondo egittizzante che permea la cultura gublita. Come guardando le iscrizioni pseudo-geroglifiche si possono rintracciare dei il vetro e la porpora, anche l'alfabeto è stato erroneamente considerato segni che hanno una diretta connessione con quelli che poi, a partire

dallaun'invenzione dei Fenici. In realtà sono stati dei semplificatori e vettori, prima età del Ferro, cominciano a diffondersi come segni alfabeticiperché l'utilizzo della scrittura alfabetica era funzionale ad una coerenti e decifrabili. Dall'altro è presente un forte retaggio egiziano concomunicazione più rapida. Bisogna comunque considerare il loro ruolo la presenza di geroglifici che in molti casi conservano fedelmente rispettonella partecipazione attiva e nello sviluppo dell'alfabeto. ai modelli di riferimento. In particolare quattro segni hanno questeLe prime iscrizione in scrittura alfabetica si datano tra il Bronzo Recente e caratteristiche:la prima età del ferro, quindi la fase di formazione deve essere posta poco - segno del falco, ha valore consonantico che possiamo rintracciarepiù indietro a livello cronologico. nella lettera Alef. Di fatto è l'ideogramma di Horus, connesso alLa

prospettiva più accreditata e in particolare gli studi di Garbini concetto di sacralità del potere regale; sull'epigrafia semitica, colloca la gestazione dell'alfabeto tra il 2000 e il - segno del serpente ureo, corrisponde al valore consonantico Resh. 1600 a.C., nel momento in cui cominciano a delinearsi le prime iscrizioni Ha una corrispondenza con la prima lettera della parola chein scrittura pseudo geroglifica. identifica il cobra in fenicio. È un simbolo di regalità;

Testo pseudogeroglifico (2000-1600 a.C.) Si tratta di una lamina in -- segno dell'ape, ha valore consonantico di Tav, l'ultima lettera bronzo, una delle 13 attestazioni di scrittura pseudogeroglifica nel contesto dell'alfabeto fenicio. Compare in due versioni: una compare ingublita. Hanno una funzione connessa alla divulgazione di testi relazione a iscrizioni su pietra e l'altra su metallo (quella a forma cerimoniali e di fatto qualificano la scrittura

come aulica ed elitaria. di asterisco corrisponde a quest'ultimo materiale);- segno del pilastro Djed, corrisponde a Osiride e indica il valoreL'alfabeto fenicio è solamente consonantico, i greci aggiunsero ulteriori fonetico Samek.suoni vocalici. Questo è alla base dell'incertezza circa la pronuncia di Garbini afferma che i quattro segni (alef, resh, tav e samek) chealcuni suoni poiché c'è una dubbia vocalizzazione dei termini, aggiunta corrispondono a questi geroglifici dal punto di vista fonetico, sisuccessivamente. Non sappiamo come molti nomi venissero conservano nell'alfabeto fenicio di età più avanzata e sarebbero una sortaeffettivamente pronunciati. di cerniera tra gli ultimi testi in pseudogeroglifico (che si datano al XIIIIn passato si riteneva che l'alfabeto fenicio si fosse generato dalle secolo a.C.) e la scrittura alfabetica vera e propria che inizia la suaiscrizioni di ambito sinaitico equalificate come proto-cananaiche. Ma la loro diffusione nel XII secolo a.C., quando diventano più abbondanti, è legata ad una prospettiva di voler "scavare con i documenti scritti non più legati a momenti cerimoniali. Questi segni in Bibbia sotto il braccio", per far tornare i conti utilizzando l'Antico Testamento come fonte storica. Questa prospettiva inizia con gli anni '40 compaiono nel suo nome. La scrittura quindi si muove da una necessità di comunicare in maniera più rapida ma nello stesso tempo è associato ad un elemento legato ad un'iniziativa locale di forme lineari più corsive e Osiride.

Iside e Horus da un lato e Astarte e Baal dall'altro. Distanti dal contesto egizio ma non avevano connessioni con l'alfabeto. A partire dall'Età del Ferro abbiamo numerose iscrizioni che si fanno risalire all'alfabeto fenicio. Le iscrizioni sinaitiche si datano al XIV secolo a.C., molto successive rispetto alla scrittura alfabetica fenicia. Sono la fonte principale di conoscenza della scrittura fenicia.

Busto di Osorkon I (912-874 a.C.) con iscrizione di Elibaal (secondo quarto del IX sec. a.C.) dal tempio della Baalat Gebal. Si tratta di un ex-voto inviato dal faraone Osorkon I al tempio della Baalat Gebal. L'iscrizione ha caratteristiche differenti dalle iscrizioni pseudogeroglifiche, è regolarmente sviluppata su righe ben delimitate e con segni dell'alfabeto fenicio dell'età del Ferro. Rientra in quel processo di invio di donativi da parte dei faraoni. Non è assolutamente un'

oggetto fenicio. Nel cartiglio che orna la parte frontale Tempio che ricostruì Yehimilk, re di Biblo; egli infatti restaurò tutte le rovine dei templi degli dèi. Comincia dalla spalla sinistra e procede verso destra. È Che Baalshamim, la Signora di Biblo e l'assemblea degli dèi santi di Biblo. Il cartiglio è cancellato e coperto dall'iscrizione che suona perché è un re legittimo (mlq sdq) e un re giusto agli occhi degli dèi santi come una sorta di appropriazione indebita, perché il sovrano di Biblo fa prolungare i giorni di Yehimilk e i suoi anni [di regno] su Biblo. Scrivere: Si tratta di un'iscrizione pubblica che celebra la costruzione del tempio in Statua che ha fatto Elibaal, re di Biblo, figlio di Yehi [milk re

di Biblo] cui doveva essere esposta. Ne rimane solo un frammento. Comunica al suo[per la S]ignora di Biblo, sua patrona affinché la Signora di [Biblo] popolo di essere il legittimo re di Biblo (mlq sdq). Non nomina il padre,prolunghi [i giorni di E]libaal e i suoi giorni su [Biblo] come accade in altre iscrizioni. Verosimilmente è un sovrano che nonappartiene a una dinastia regale ma è un “uomo nuovo” che si autonomina.È l’affermazione di un’appropriazione del busto che rappresenta un Le iscrizioni sono importanti dal punto di vista storico: a partire dalfaraone da parte di un altro dinasta di una generazione successiva. Bronzo Recente c’è un’instabilità politica a Biblo che favorisce leusurpazioni al trono. Il sovrano chiama in causa quindi tutte le divinità eribadisce che è un re legittimo e giusto agli occhi degli dei.La lamina doveva essere affissa in corrispondenza di un tempio. È

stataritrovata fuori contesto e fa parte di una serie di materiali che possiamo qualificare come iscrizioni cerimoniali emesse dal sovrano o dalla cancelleria regale. Ci consente di valutare l'evoluzione dell'approccio al messaggio pubblico.

sorta di nappa sul retro, che si chiama kidaris e tipico dei dignitari nel

Stele di Yehomilk (500 a.C.)

si tratta di una stele con funzione contesto persiano. Probabilmente si tratta di un sovrano fantoccio messo sul trono di Biblocerimoniale e pubblica, destinato alla fruizione della cittadinanza. È un dai persiani. Non può sapere davvero quale sarà il suo destino, ricopre una sovrano presumibilmente filo-persiano. Segnale di aver compiuto un'opera posizione precaria, è tollerato sul trono ma nulla dice che verrà mantenuto di integrazione e abbellimento di una struttura della città connetta al in quella posizione, così come i suoi discendenti. La cronologia è data non esempio

della Baalat. solo dall'abbigliamento ma anche dal fatto che la stele è stata rinvenuta in uno strato di età persiana e la paleografia è concorde con la datazione. Che la Signora di Biblo benedica Yehomilk, re di Biblo, e lo faccia vivere.

Dettagli
A.A. 2020-2021
24 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher confortimarialuisa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia fenicio-punica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Fariselli Anna Chiara.