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MOTIVO CHE DOMINA L’INTRECCIO DEL ROMANZO = TRA-

SFORMAZIONE DI LUCIO IN ASINO.

Lucio viene a sapere che per riassumere sembianze umane dovrà nutrirsi di ro-

se. Il protagonista non sfrutterà questa via di scampo fino alla fine del romanzo, do-

po la lunga serie di peripezie attraversate dall’asino.

SI CONCLUDE COSì LA PRIMA PARTE DEL ROMANZO.

2

SEZIONE 2

TRAMA

La seconda parte del romanzo ha il suo centro nei rapporti dell’asino con un grup-

po di Briganti che lo hanno rapito:

I. trasferimento nella grotta in cui vivono;

II. fallito tentativo di fuga insieme ad una fanciulla loro prigionie-

ra;

III. Liberazione dei due grazie a Tlepolemo, che inganna la banda

fingendosi un brigante.

Il racconto principale, tuttavia, diviene la cornice di un altro racconto, quello

narrato in forma di novella alla fanciulla dalla sorvegliante.

È la favola di Amore e Psiche, che si estende per tre capitoli all’in-

terno del romanzo.

I libri successivi, tranne l’ultimo, ripercorrono le avventure dell’asino, che passa

dalle mani di:

1.sacerdoti della dea Siria;

2.un mugnaio fatto morire dalla moglie;

3.un ortolano poverissimo;

4.due fratelli (cuoco e pasticcere);

5.soldati romani.

Lucio è il testimone oculare delle storie di adulterio e di morte che attraversano

le ultime fasi del racconto. In questa fase soprattutto, egli cerca di osservare minu-

ziosamente tutto ciò che lo circonda, al fine di poter trovare le rose necessarie a far-

gli riavere sembianze umane. Il cuoco e il pasticcere si accorgono della vera natura

dell’asino ed è qui che inizia la PERIPEZIA FINALE.

3

SEZIONE 3

ULTIMA PARTE DELLA TRAMA

Il capo dei due fratelli decide di comprare l’asino per mostrarlo agli amici e in una

situazione molto caotica e confusa, assistiamo nuovamente alla fuga di Lucio a Co-

rinto. Nella fuga, si ferma in una spiaggia deserta e si addormenta. Il risveglio di

Lucio riempie l’intero ultimo libro: un clima misterico domina nelle ultime scene,

perchè dovrà essere preparato il rito di purificazione grazie al quale Lucio ripren-

derà delle sembianze umane. Riotterrà il proprio corpo mangiando una corona di

rose concessagli da un sacerdote durante una sacra processione in onore di Iside,

in cui ricompaiono molti dei personaggi presenti all’interno del romanzo. Per rin-

graziarla di aver ripristinato la situazione, a Corinto viene concesso alla dea un cul-

to. 4

CAPITOLO 2

Amore e Psiche

AMORE E PSICHE - ANTONIO CANOVA

5

CAPITOLO 3

AMORE E PSICHE - VAN DYCK (1638 - 1640)

6

CAPITOLO 4

AMORE E PSICHE

Sono i due protagonisti della novella che si trova all’interno del romanzo apuleia-

no. Psiche, un mortale dalla bellezza pari a Venere, diventa sposa di Amore (Cupi-

do) senza sapere chi sia il marito, che si manifesta solo nell’oscurità della notte. Do-

po che le sorelle, invidiose, ne scoprono l’identità, essa deve superare una serie di

prove per potersi ricongiungere al proprio consorte, al termine delle quali riuscirà

ad ottenere l’immortalità. Altre versioni della modificano il finale con la

bella fabella

morte della ragazza.

La storia prende inizio dalle vicende di una ragazza, Psiche, bellissima, che non

riesce a trovare marito, ma scatena le forti ire di Venere, che la considera una riva-

le in bellezza. Per gelosia, manda il proprio figlio Eros perchè la faccia innamorare

dell’uomo più brutto e avaro che esista, ma Eros sbaglia a mirare la freccia e colpi-

sce il proprio piede, innamorandosi della fanciulla. I genitori di Psiche, nel frattem-

po consultano un oracolo che dice loro:

« Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su

un'alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato,

ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria

ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove

stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno

e i regni bui. (IV, 33) »

Psiche viene condotta sulla rupe e lasciata sola. Con l’aiuto di Zefiro, Cupido la

trasporta al palazzo, dove, per non incorrere nelle ire della madre Venere, le impo-

7

ne incontri solo notturni. Per molte notti, i due consumano con forte passione il

proprio amore, un amore che nessun mortale prima di allora aveva mai conosciu-

to. Psiche a quel punto è prigioniera di Amore, legata a lui da una sfrenata passio-

ne. Una notte Psiche, su insistenza delle sorelle, cerca di vedere il volto del consorte

con una lampada a olio, perchè temeva che Amore potesse avere una natura mal-

vagia.

« … colpito, il dio si risveglia; vista tradita la parola a lei affidata,

d'improvviso silenzioso si allontana in volo dai baci e dalle braccia

della disperata sposa (V, 23) »

Psiche, allora, tenta più volte il suicidio, ma le viene impedito di morire. Inizia

allora un lungo vagabondare per diverse città, alla ricerca dello sposo, con l’unico

intento di vendicarsi delle sorelle. Si consegna al tempio di Venere, cercando di pla-

carne l’ira. Venere la sottopone a diverse prove:

1. suddividere delle granaglie in mucchietti uguali per dimensione

(verrà aiutata da alcune formiche, perchè non riesce a portare a ter-

mine il compito);

2. raccogliere lana d’oro da alcune pecore (viene avvisata di racco-

gliere la lana soltanto la sera);

3. raccogliere acqua da una sorgente che si trova in mezzo ad una

cima a strapiombo (riceve l’aiuto dell’aquila di Giove);

4. discendere negli Inferi e chiedere a Persefone la bellezza (viene

intimata a proseguire il cammino);

Durante il ritorno, apre l’ampolla contenente il dono di Persefone e cade in un

sonno profondo, dal quale Amore la salverà. Il padre degli dei fa ricongiungere i

due innamorati, Psiche diviene una dea e sposa il proprio consorte.

Il racconto termina con un banchetto divino e dall’unione delle due divinità na-

scerà PIACERE. 8

CAPITOLO 5

Evoluzioni del MITO

EVOLUZIONI SUCCESSIVE DEL MITO DI AMORE E PSICHE

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SEZIONE 1

Letteratura antica

Il tema degli sposi/fidanzati separati da un divieto ricorre spesso nella letteratura.

INDIA ANTICA

Il mito si presenta nella storia di Urvashii e Pururavas. Urvashi è perennemente

giovane e infinitamente affascinante, ma difficile da raggiungere. La ninfa è fonte

di piacere così come di dolore. Pururavas era il leggendario re di Pratishthana, che

si innamorò di Urvashi a prima vista. La giovane corrispose il suo amore, senza

che fosse un ordine di Indra (che inviava le sue ninfe a conquistare i suoi nemici).

Urvashi accondiscese a sposare il re, ma a tre condizioni. Ella avrebbe tenuto con

sé i suoi agnellini, non avrebbe mai dovuto vedere il suo amato nudo, e i due sposi

avrebbero dovuto nutrirsi solo di ghee o burro chiarificato. Per un certo periodo, i

due innamorati vissero felici, ma i gandharva, che sentivano la mancanza della bel-

la ninfa ed erano gelosi della sua relazione con un mortale, organizzarono un pia-

no per costringerla a tornare nei boschi con loro. Una notte, infatti, rapirono gli

agnellini della ninfa e Pururavas li inseguì per riprendere le bestiole. Quando il re

fu di fronte alla apsara, nel buio, i gandharva illuminarono la sua nudità grazie al

risplendere di un fulmine. Urvashi vide Pururavas e fuggì lontano da lui, che rima-

se solo e disperato fino a quando, un giorno, il re non trovò la ninfa che si bagnava

presso il fiume Yamuna. In questa occasione, la donna confessò al re di essere in-

cinta e gli concesse di incontrarla una notte all’anno. Gli incontri andarono avanti

per cinque anni e, ogni volta, Urvashi mostrava a Pururavas il figlio concepito l’an-

no prima. In virtù della grande fedeltà dell’uomo, gli dei decisero di esaudire un

suo desiderio. Gli mostrarono il modo di trasformarsi in un gandharva per riunir-

si, infine, con Urvashi nel paradiso vedico posto sul monte Meru e governato da

Indra, lo Svarga. Il fatto che gli amanti potessero incontrarsi solo una notte all’an-

no è stato talora interpretato come simbolo della vicinanza tra la figura di Urvashi

e l’alba, e tra quella di Pururavas e il sole. Essi, infatti, si incontrano solo un mo-

mento, prima che l’astro sorga del tutto e l’alba, perciò, scompaia.

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CINA

Zhinu, figlia dell’Imperatore e della Regina del Cielo, era una bravissima tessi-

trice. Sedeva ogni giorno accanto al suo telaio celeste e tesseva splendidi arazzi

con i colori dell’alba e del tramonto. Anche le nubi, nel loro correre sospinte dal

vento, si fermavano per ammirare gli splendenti colori nel cielo. Un sera d’estate,

stanca per il lavoro, mentre osservava un ruscello che scorreva vicino al palazzo im-

periale, udì da lontano provenire una musica dolcissima. Incuriosita non esitò ad

immergersi nelle acque del fiume. Disteso sull’altra sponda il giovane Niulang suo-

nava il flauto riposandosi dalle sue fatiche di guardiano di buoi. I due giovani si co-

nobbero e cominciarono a suonare e cantare insieme. Ogni giorno Zhinu attraver-

sava il fiume e raggiungeva Niulang. Finirono così per innamorarsi. Per il suo ma-

trimonio Zhinu preparò un bellissimo abito fatto di gocce di rugiada e della luce

delle stelle. La notte delle loro nozze era così luminosa che anche le persone che

vivevano sulla terra si chiedevano il perché la Stella Tessitrice avesse un tale splen-

dore che non si era mai visto prima. Furono sposi talmente felici che dimenticaro-

no completamente il proprio lavoro ! Il cielo si offuscò perché Zhinu non tesseva

più luminosi tramonti ed albe ed il suo telaio era ricoperto di ragnatele. Niulang

non custodiva più i suoi buoi che girovagavano senza controllo addentrandosi perfi-

no nella costellazione vicina dello “Staio Settentrionale e Meridionale”1 facendo

così adirare gli dei. In particolare la Regina del Cielo, madre di Zhinu, si infuriò

moltissimo poiché un bue era entrato nella sua camera da letto ed aveva fatto cade-

re sul pavimento le sue spille d’argento per i capelli. La Regina allora prese una

spilla e disegnò una linea attraverso il cielo lungo il ruscello vicino al palazzo. Con

questo unico gesto creò un grande fragoroso Fiume d’Argento, il nome che i Cine-

si danno alla Via Lattea. La Regina del Cielo decise di separare i due giovani e po-

se Niulang su una riva del fiume e Zhinu sull’altra. Zhinu, disperata, piangeva dal

mattino alla sera, ma ricominciò a tessere le sue splendide tele. Niulang riprese

nuovamente a portare al pas

Dettagli
A.A. 2015-2016
22 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/06 Letteratura cristiana antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Cristante Lucio.