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Traduzione Metamorfosi, Apuleio (IV, 28 – 35) Pag. 1
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Estratto del documento

allo stesso modo nell’onore, nel patrimonio, nella stessa salute, e tanto infimo che in tutto il mondo

non si trova uno uguale alla sua miseria”.

Così disse e baciato a lungo il figlio premendolo dolcemente (a sé), si avvia verso le coste vicine da

cui rifluisce il mare, e calcando sulla superficie le rosee piante dei flutti vibranti eccola che già si

risiede sul fondo asciutto del mare, inizia a volerlo e subito, quasi l’avesse in precedenza da molto,

non indugia l’ossequio marino: arrivano le figlie di Nereo cantando in coro, Portunno ispido di peli

cerulei, Salacia col seno carico di pesci e il piccolo Palemone auriga del delfino; già le schiere dei

Tritoni saltellanti per tutti i mari, questo suona con la tromba dolcemente di una conchiglia

risonante, un altro stende un vestito di seta per il fiammeggiare del sole ostile, un altro ancora porta

lo specchio sotto gli occhi della dea, altri per coppie nuotano sotto il carro. Questa è l’esercito che

accompagna Venere che si dirige verso l’Oceano.

32.

Intanto Psiche, con la sua straordinaria bellezza, non raccoglie alcun frutto dalla sua grazia. Tutti la

contemplano, tutti la lodano, ma nessuno, né re, né di rango reale, né plebeo si fa avanti almeno

come pretendente desideroso di sposarla. Ammirano di certo l’aspetto divino, ma tutti la ammirano

come una statua abilmente lavorata.

Una volta le due sorelle maggiori, la cui modesta bellezza nessun popolo aveva reso famose,

promesse a pretendenti regali ormai già avevano ottenuto le beate nozze, ma la vergine e sola

Psiche rimasta in casa piange la sua disperata solitudine malata di corpo e ferita nell’animo, e prova

odio dentro di sé benché ammirata per la sua bellezza da tutti quanti. Così l’infelicissimo padre

della sfortunatissima figlia, sospettando odi celesti e temendo l’ira divina, consulta il vecchissimo

oracolo del dio di Mileto, e con preghiere e vittime chiede un così grande nume nozze e marito per

quella vergine sgradita. Ma Apollo, benché Greco e Ionio, per riguardo all’autore della milesia

risponde cosi in lingua latina:

33.

“Sulla rupe di un alto monte, o re, poni la fanciulla

ornata con l’abbigliamento del letto di morte.

Non sperare un genero nato da stirpe mortale,

ma un crudele, feroce e viperino male,

che volando con le ali sopra l’etere stanca tutti

e con le armi e col fuoco debilita ogni cosa,

che trema lo stesso Giove e a lui i numi sono spaventati,

e orridiscono i fiumi e le tenebre Stigie”.

Il re, un tempo felice, raccolte le parole del sacro vaticinio, triste e malinconico se ne torna a casa e

spiega alla moglie i comandi dell’infausto responso. Ci si affligge, si piange, si lamenta per più e

più giorni. Ma già preme il tetro effetto del funesto responso. Già si prepara all’infelicissima

vergine l’abbigliamento delle ferali nozze, la luce della fiaccola già si smorza nella cenere nera di

fuliggine, e il suono della tibia nuziale si muta nei lamentevoli modi lidii e il lieto canto dell’imeneo

si conclude in un lugubre ululato e la fanciulla promessa a sposa si asciuga le lacrime col suo stesso

velo.

Così tutta la cittadinanza compiangeva il triste destino della casa colpita e subito si ordina la

chiusura dei tribunali in congruenza col lutto cittadino (pubblico).

34.

Ma la necessità di obbedire ai moniti celesti premeva la misera Psiche alla pena destinata.

Dunque terminate le solenni cerimonie con grandissima tristezza per il talamo funebre, il funerale di

una persona viva si avvia seguito da tutto il popolo che accompagna Psiche che piange non alle

nozze ma alle sue esequie. E mentre i genitori, tristi e sconvolti, esitano a portare a termine una

sventura così grande, quella stessa figlia li esorta con queste parole:

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Publisher
A.A. 2011-2012
3 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vpearl di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua e letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Bruzzone Antonella.